La Piazzaforte di Ancona

Forte Umberto (già Pelago - Garibaldi)


 

Il forte Pelago sorse sull’omonima altura dove già esisteva una precedente lunetta in terra realizzata dal governo pontificio. Durante l’assedio del 1860, le batterie ivi piazzate si contrapposero energicamente alle truppe piemontesi che, conquistata la postazione il 26 settembre, rivolsero le artiglierie dal lato opposto verso la città riuscendo a colpire direttamente le difese della città. Forti di questa esperienza, i nuovi governanti decisero di rafforzare la postazione in maniera consistente realizzandovi un’opera completamente nuova e più adatta all’importante ruolo che rivestiva per tutto il sistema difensivo della Piazza.


 

La prima pietra della nuova costruzione dell’ancora Forte Pelago fu posta il 25 settembre 1861 da Sua Altezza Reale il Principe Umberto (il futuro Re Umberto 1°) che si trovava in visita alla città insieme al fratello Principe Amedeo per rendersi conto dei lavori di fortificazione che si andavano eseguendo.

I lavori procedettero velocemente tanto che nell’edizione del 10 ottobre 1863 il Corriere delle Marche riferisce che “ Forte Pelago può ritenersi come ultimato. Mancano le sole opere accessorie alle quali si lavora con alacrità”. Tanto per dare un idea dell’importanza attribuita alla costruzione di quest’opera, si consideri che in una nota del febbraio 1862, il Genio di Ancona comunicava alle Superiori Autorità che gli uomini impegnati alla costruzione del Forte Pelago assommavano in media a 650 unità giornaliere.

Al termine dei lavori, l’opera prese il nome di “Forte Umberto” in onore di colui che aveva simbolicamente dato inizio alla sua costruzione, ma , caduta la dinastia dei Savoia nel 1946, il nome fu cambiato in “Forte Garibaldi” e così è attualmente conosciuto.

Il forte ha una forma pentagonale con il fronte di gola lungo 80 metri mentre i fianchi hanno una lunghezza di 30 metri. Tutto intorno corre un profondo fossato su cui si apre la galleria di scarpa per consentirne la difesa. Una galleria consente il collegamento tra il piazzale e le postazioni di controscarpa posizionate all’apice del pentagono. La caserma per il personale è sul fronte principale ed è simmetrica rispetto al ponte levatoio che unisce il forte alla strada proveniente dalla città. Poteva ospitare 475 uomini sul “piede di pace”. L’armamento consisteva in 7 cannoni da 16 GR in barbetta con una dotazione per pezzo di 372 granate, 18 shrapnels e 10 colpi a mitraglia. In caso di necessità l’artiglieria poteva essere integrata con 2 pezzi da 9 BR e 4 obici da 21 GRC Ret.

Forte Pelago - Particolare del prospetto d’ingresso (I.S.C.A.G.)

 

Divenuto successivamente deposito munizioni, fu utilizzato sia durante la prima guerra mondiale che nella seconda. Durante la ritirata del luglio 1944 i tedeschi fecero saltare il fronte destra della caserma che non fu più ricostruito. In uso alla Marina Militare fino agli anni ’80 del XX secolo, è ora in parte occupato da privati mentre nell’ala est della caserma sono ricavati depositi della Sovrintendenza Archeologica delle Marche. Qui è ancora possibile vedere i binari e i carrelli utilizzati per la movimentazione delle munizioni.

Forte Pelago Planimetria (I.S.C.A.G.)

Forte Garibaldi - L’ingresso principale

Forte Garibaldi - Il fossato con la galleria di scarpa