Araldi

Generale dell'esercito italiano, nacque a Carpi nel 1819 e morì a Bologna nel 1891. Dopo il 1848 entrò nell'esercito piemontese; partecipò alle campagne del 1855-56 in Crimea e a quelle del 1859 e del 1866; quindi coadiuvò il Fanti nella riorganizzazione dell'esercito dell'Italia centrale; infine fu direttore del Genio militare in Alessandria, Palermo e Bologna e deputato (1865-1870, 1882-1890). Scrisse pregevoli opere di fortificazione e intorno alla difesa alpina.

Ritiene che i campi trincerati isolati, vale a dire quelli non solidamente collegati in modo pressoché insuperabile alle basi principali di difesa di un vasto paese, sono più dannosi che utili alla difesa del paese stesso.

"Ed infatti, scrive egli, se l'esercito difensore (od una sua parte cospicua) si rifugia dentro di esso, si espone ad essere preso prigioniero per fame, in un tempo tanto più breve quanto maggiore è la sua forza numerica; e se dopo aver operato attorno di esso, come perno, si ritira e lo abbandona al proprio presidio normale, il campo trincerato cade in potere del nemico, tanto più facilmente quanto più grande è il suo sviluppo esterno".

Secondo il generale, perché un campo trincerato possa utilmente servire alla difesa di un vasto paese, bisogna prima di tutto che soddisfi alla condizione indeclinabile di essere solidamente congiunto ad una, almeno, delle basi principali della difesa, ed in modo tale che risulti impossibile all'invasore di stabilirsi fra il campo trincerato e questa base.

Ma più che sui campi trincerati, il generale Araldi vuole basata la difesa interna di uno stato sulle linee di ostacoli naturali utilizzate a difesa (o grandi linee di difesa) e sulle regioni fortificate, che egli definisce "una combinazione di linee di ostacoli naturali racchiudenti spazio". per la difesa dell'Italia egli voleva, tra le altre opere, si erigessero le tre regioni fortificate del quadrilatero Veneto, di Bologna e di Roma.