G. A. Maunsell

Ingegnere civile britannico che propose la costruzione di fortini di cemento da rimorchiare nello specchio d'acqua, affondandoveli. L'idea, accettata in linea di principio, richiedeva però infinite ricerche tecniche, e l'opera potè essere messa in cantiere solo nella seconda metà del 1942. Ogni forte destinato alla protezione del Tamigi consisteva in un pontone di cemento, lungo 51 m, largo 27 e alto poco più di 4, sulla piattaforma superiore del quale erano piazzate due torri cilindriche di 7,3 m di diametro e di 18 m di altezza. In alto, le torri erano collegate da una struttura a quattro piani, in acciaio, capace di ospitare 120 uomini, due cannoni antiaerei da 94 mm e due cannoni Bofors da 40 mm, con impianti radar, camerate, cucine, e tutto quanto potesse servire per fare di ogni forte un'unità autosufficiente.

I forti erano costruiti in un bacino di carenaggio lungo il Tamigi; una volta terminata l'installazione, completa di armamento ed equipaggio, il bacino veniva allagato così che il pontone potesse galleggiare; poi, quando il tempo e la marea erano favorevoli, tre rimorchiatori lo trascinavano al suo posto di combattimento. La protezione al convoglio era assicurata da dragamine e da una fregata antiaerea. Raggiunto il luogo prefissato, i rimorchiatori mollavano i cavi, venivano aperti i cassoni d'allagamento del pontone, e in quindici secondi il forte si adagiava maestosamente e saldamente sul fondo marino.

Vennero costruiti quattro forti antiaerei Maunsell, posti in opera sul Rough Shoul, a sud-est di Harwich; sul Sunk, uno scoglio nel mare di Clacton; a Knock John, a sud della stessa località; e infine a Tongue Sand, a nord di Margate. 

Immagine del forte perfettamente equipaggiato

Il progetto, fu portato avanti, nella seconda guerra mondiale, dall'esercito con una nuova tipologia di forte marino. La fondazione era formata da quattro travi cave di calcestruzzo armato disposte a croce. Su queste vennero eretti quattro solidi piloni, che avrebbero sopportato una struttura a scatola di tre piani, sul tetto della quale sarebbero stati quindi disposti i cannoni, mentre i piani inferiori avrebbero ospitato alloggiamenti, ricoveri, riservette e quant'altro necessario. Ognuna di queste strutture avrebbe costituito una "torre"; sette torri avrebbero a loro volta costituito un forte del tipo scelto dall'Esercito. Anche in questo caso, le torri venivano rimorchiate sul sito scelto e poi sganciata in modo che il proprio peso la facesse sprofondare.

Uno dei forti in tempo di guerra

 

 

 

Una delle torri doveva costituire il centro del forte, il ganglio vitale contenente i comandi, i centri di controllo del tiro e, sul tetto le antenne radar. Attorno avrebbero dovuto essere sistemate quattro torri con i pezzi da 94 mm, precedute, più verso il largo, da due torri con i cannoncini da 40 mm e da batterie di riflettori.

Una volta in posizione, le varie torri sarebbero state collegate da passerelle pedonali correnti alla quota più bassa dei piani abitabili. Tre di questi forti furono effettivamente realizzati nell'estuario del Mersey, e tre in quello del Tamigi, e si dimostrarono notevolmente efficienti. I forti del Tamigi, in particolare, furono uno dei perni contro l'offensiva delle "bombe volanti V1 e V2 del 1944-45.".

 

 

Come si presentano oggi