I
forti Séré de Rivières
L'entrata
principale della Batteria de Bouviers a Guyancourt.
Si possono descrivere tre tipi differenti di forti: i forti
d'arresto, i forti di ridotta e i forti di piazza. Oltre a ciò si
possono differenziare i forti fra quelli ammodernati e quelli rimasti
nello stato d'origine.
Il forte d'arresto è per definizione isolato dal sistema. Doveva
quindi essere in grado di funzionare in maniera autonoma ed assicurare
la propria difesa; spesso di grandi dimensioni, ha un campo di tiro in
tutte le direzioni.
I forti di ridotta e di piazza potevano da parte loro contare sul
sostegno dei loro vicini e non dovevano in genere difendersi che su un
solo fronte. L'artiglieria era quindi concentrata in direzione dei forti
vicini e della zona da controllare di competenza.
I forti
di prima generazione
Questi forti, non modernizzati, sono realizzati
prevalentemente in muratura, utilizzando in grande proporzione la
pietra; contornati da un fossato, profondo 6 metri e largo 12,
delimitato da un muro di scarpa (di contenimento del massiccio del
forte) verso l'interno, e, verso l'esterno, da un muro di controscarpa.
Nei forti Séré de Rivières costruiti, è raro trovare
fossati colmi d'acqua. Alcuni muri di scarpa sono muniti di feritoie per
la difesa del fossato, difesa demandata ad organi di fiancheggiamento
chiamati "caponiere", costruite ai salienti del forte, al livello del
fondo del fossato, talvolta semplici (una sola direzione di tiro), o
doppie (due direzioni di tiro, a difendere due porzioni di fossato).
L'entrata al forte è data generalmente da un ponte
mobile. All'interno del perimetro del forte si trovano una o più caserme
(talvolta a più piani) semi interrate, destinate all'alloggio della
truppa, dotate di cucina, cisterne d'acqua potabile (alimentate
dall'acqua piovana, da sorgenti o da pozzi) e talvolta forni per
panificazione.
Altro luogo importante del forte è la polveriera, che
centralizza l'immagazzinamento dei differenti esplosivi ed artifici.
Questo locale, chiuso da due porte a triplice serratura, è costruito in
modo da isolare il più possibile le polveri dall'umidità e dal fuoco;
ricoperto da un grosso spessore di terra, riceve luce da un sistema di
lampade a petrolio sigillate da vetri blindati e accessibili unicamente
dall'esterno della polveriera.
L'artiglieria dei forti era schierata il più delle
volte all'aria aperta, su piattaforme di tiro inframmezzate da
riservette, piccoli locali interrati destinati allo stoccaggio dei
materiali necessari al funzionamento dei pezzi, e per i proiettili
pronti all'impiego. Le piattaforme di tiro potevano trovarsi sul tetto
della caserma (forte "a cavaliere"): in tal caso alcune riservette
comunicavano direttamente con la caserma. In altri casi l'artiglieria
poteva trovarsi in casematte di muratura o blindate (casematte Mougin);
in alcuni forti era in torrette (torrette Mougin).
La fanteria era composta unicamente dalla guarnigione del forte, e
poteva schierarsi in postazioni appositamente allestite a sbalzo sul
fossato.
La modernizzazione
Veduta aerea del fort Douaumont: si riconosce l'impianto Séreé de
Rivières, con pianta poligonale, fossato, scarpa e controscarpa,
strutture semi interrate
Dopo la rapida evoluzione dell'artiglieria, alcuni
forti, giudicati più importanti, subirono interventi di modernizzazione.
Il problema era semplice: proteggere al massimo gli uomini e le armi.
Dato che la maggior parte dei forti era già stata costruita, si decise
di apportare solamente delle modifiche, senza ricostruirli da zero. Così
le caserme in muratura ricevettero una copertura supplementare di
cemento per renderle all'altezza dei nuovi mezzi di distruzione. In
certi casi vennero costruite nuove caserme in cemento accanto alle
preesistenti in muratura.
Le polveriere avevano mostrato la loro vulnerabilità
durante le prove effettuate al forte di Malmaison; si decise quindi di
sopprimere i magazzini centrali e di ripartire la dotazione di esplosivi
in vari punti, profondamente interrati per essere al sicuro dai
proiettili più potenti. Le caponiere, giudicate troppo fragili, furono
sostituite da gallerie a controscarpa; meno esposte delle caponiere,
tali gallerie erano parte del muro di
controscarpa stesso, e conducevano al forte per mezzo di una
galleria sotterranea che passava sotto il fossato.
In certi forti vennero create delle nuove entrate meglio protette dal
tiro e situate sul fondo del fossato (chiamate anche "entrate di
guerra").
Fecero la loro apparizione massiccia le corazzature e
le casematte de Bourges. I pezzi d'artiglieria lasciarono le
rampe e il tetto del forte per proteggersi sotto la blindatura delle
corazze. Benché ridotti nel numero di pezzi, i forti conservarono tutta
la loro potenza di fuoco: un pezzo sotto torretta equivaleva da solo ad
un'intera batteria, ossia quattro pezzi all'aria aperta.
L'armamento di fanteria venne ugualmente rinforzato da torrette a
scomparsa per mitragliatrici e per proiettori; anche gli osservatori
presero posto in postazioni blindate.
Possiamo poi notare l'apparizione, nei forti importanti che subirono
ammodernamenti, di una centrale elettrica.
I forti dopo il
1885
I forti costruiti dopo questa data, interamente in cemento, dovettero
comunque subire le conseguenze della riduzione dei finanziamenti
destinati alle fortificazioni. Furono ridotte al minimo le opere in
muratura, e di dimensioni più contenute rispetto ai predecessori.
Ultimi lavori durante i combattimenti
Al tempo delle battaglie attorno a Verdun, cui i
forti Séré de Rivières presero sovente parte sotto un diluvio di fuoco,
le truppe preoccupate per la resistenza del cemento, iniziarono a
trincerarsi. Crearono sotto ogni forte vaste reti di gallerie per
collegarne al coperto le varie parti, e per servirsene come alloggi.
Furono aperte nuove entrate ai forti, più arretrate e
meno esposte, e allestiti posti per mitragliatrici protetti da
blindature leggere (casematte Pamard). Tali lavori furono
chiamati "lavori del '17" (perché realizzati per la maggioranza
in quell'anno), e prefigurarono l'evoluzione delle fortificazioni verso
il "tutto sotterraneo" degli anni trenta e della linea Maginot.