Sere de Rivieres

Generale francese incaricato della progettazione di un sistema aggiornato di difesa della frontiera verso la Germania. Egli adottò un tipo di forte semplicissimo, del tutto inedito in Francia. Sull'esempio della ridotta di Hautes Bruyeres, le ampie strutture di muratura in superficie vennero sostituite da alloggiamenti sotterranei a prova di proietto. Il fossato anteriore, fiancheggiato da basse caponiere, era rinforzato da un basso parapetto per i fucilieri, sormontato da un secondo, più alto, per l'artiglieria (ma, in effetti, ambedue i parapetti potevano essere usati per ogni tipo di armamento, raggiungendo nel loro insieme, l'effetto di un cavaliere posto all'interno dell'opera).

Uomini e approvvigionamenti erano protetti da casematte alla prova; una serie di traverse proteggeva poi i cannoni da qualsiasi offesa tranne che da un colpo diretto. Gallerie, magazzini e alloggiamenti sotterranei solcavano tutto il forte, permettendo alla guarnigione di muoversi al suo interno con tutta sicurezza sotto qualsiasi bombardamento.

Dopo aver steso una cortina di codeste opere a protezione della frontiera nord-orientale, De Rivieres propose la costruzione di una catena di fortificazioni più o meno continua estesa dalla Manica alle Alpi, a sua volta appoggiata a una serie di opere arretrate estese in profondità nel territorio francese, fino all'altezza di Parigi. Il governo decise tuttavia per una politica meno megalomane, e il talento di De Rivieres dovette più modestamente applicarsi alla fortificazione di alcune località strategiche fondamentali. 

Il Sistema Séré de Rivières è un insieme di fortificazioni costruito a partire dal 1874 sino al principio della Prima guerra mondiale lungo le frontiere e le coste della Francia. Deve il proprio nome al suo ideatore e promotore, il generale Séré de Rivières. Il sistema fortificato venne ideato e finanziato con lo scopo di difendere la Francia dalla possibile minaccia di una nuova sconfitta come quella del 1870 durante la guerra franco-prussiana, dove l'assenza di una linea fortificata anteposta ai confini nemici, permise la penetrazione in territorio francese dell'esercito prussiano che riuscì ad accerchiare l'esercito francese nelle città fortificate di Metz e Sedan. Queste città fortezza difesero si l'aggredito, ma lo isolarono e ne impedirono il rifornimento cosicché la resa fu inevitabile. Mentre questo nuovo sistema difensivo portò le fortificazioni al di fuori dei centri abitati e venne costruito in modo tale che tutte le opere erano in grado di proteggersi a vicenda tramite il tiro incrociato e tramite un complesso sistema di comunicazioni e vie d'accesso arretrate.

Il sistema Séré de Rivières poggia sul concetto delle piazzeforti e delle ridotte difensive.
Le piazzeforti, veri e propri campi fortificati, permettono di costituire punti di forte resistenza attorno alle principali città. Sono allo stesso modo punti d'appoggio per portare eventuali contrattacchi. Fra le piazzeforti si trova talvolta una ridotta difensiva (una linea di più forti distanti ciascuno dall'altro alcuni chilometri) che permette di difendere lo spazio fra l'una e l'altra. Le linee costituite dalle ridotte non erano continue: in effetti si lasciarono di proposito degli spazi liberi, per "canalizzare" le avanzate nemiche. Tali spazi erano diretti su piazzeforti di seconda linea destinate ad arrestare l'avanzata nemica fino a che altre truppe manovrassero sui fianchi per prendere gli attaccanti alle spalle.

Possiamo citare, per esempio, l'interruzione di Charmes situata nei Vosgi fra le piazzeforti di Toul ed Epinal; essa doveva indirizzare il nemico sulla ben munita piazzaforte di Langres. Oltre a questi dispositivi erano predisposti una serie di ostacoli, ossia poderose fortezze isolate, disseminati sulla via degli invasori, al fine di rallentarne la progressione permettendo di ottenere un vantaggio sufficiente alla messa in campo di truppe incaricate del contrattacco.

I forti Séré de Rivières

L'entrata principale della Batteria de Bouviers a Guyancourt.

Si possono descrivere tre tipi differenti di forti: i forti d'arresto, i forti di ridotta e i forti di piazza. Oltre a ciò si possono differenziare i forti fra quelli ammodernati e quelli rimasti nello stato d'origine.

Il forte d'arresto è per definizione isolato dal sistema. Doveva quindi essere in grado di funzionare in maniera autonoma ed assicurare la propria difesa; spesso di grandi dimensioni, ha un campo di tiro in tutte le direzioni.
I forti di ridotta e di piazza potevano da parte loro contare sul sostegno dei loro vicini e non dovevano in genere difendersi che su un solo fronte. L'artiglieria era quindi concentrata in direzione dei forti vicini e della zona da controllare di competenza.

I forti di prima generazione

Questi forti, non modernizzati, sono realizzati prevalentemente in muratura, utilizzando in grande proporzione la pietra; contornati da un fossato, profondo 6 metri e largo 12, delimitato da un muro di scarpa (di contenimento del massiccio del forte) verso l'interno, e, verso l'esterno, da un muro di controscarpa.

Nei forti Séré de Rivières costruiti, è raro trovare fossati colmi d'acqua. Alcuni muri di scarpa sono muniti di feritoie per la difesa del fossato, difesa demandata ad organi di fiancheggiamento chiamati "caponiere", costruite ai salienti del forte, al livello del fondo del fossato, talvolta semplici (una sola direzione di tiro), o doppie (due direzioni di tiro, a difendere due porzioni di fossato).

L'entrata al forte è data generalmente da un ponte mobile. All'interno del perimetro del forte si trovano una o più caserme (talvolta a più piani) semi interrate, destinate all'alloggio della truppa, dotate di cucina, cisterne d'acqua potabile (alimentate dall'acqua piovana, da sorgenti o da pozzi) e talvolta forni per panificazione.

Altro luogo importante del forte è la polveriera, che centralizza l'immagazzinamento dei differenti esplosivi ed artifici. Questo locale, chiuso da due porte a triplice serratura, è costruito in modo da isolare il più possibile le polveri dall'umidità e dal fuoco; ricoperto da un grosso spessore di terra, riceve luce da un sistema di lampade a petrolio sigillate da vetri blindati e accessibili unicamente dall'esterno della polveriera.

L'artiglieria dei forti era schierata il più delle volte all'aria aperta, su piattaforme di tiro inframmezzate da riservette, piccoli locali interrati destinati allo stoccaggio dei materiali necessari al funzionamento dei pezzi, e per i proiettili pronti all'impiego. Le piattaforme di tiro potevano trovarsi sul tetto della caserma (forte "a cavaliere"): in tal caso alcune riservette comunicavano direttamente con la caserma. In altri casi l'artiglieria poteva trovarsi in casematte di muratura o blindate (casematte Mougin); in alcuni forti era in torrette (torrette Mougin).

La fanteria era composta unicamente dalla guarnigione del forte, e poteva schierarsi in postazioni appositamente allestite a sbalzo sul fossato.

La modernizzazione

Veduta aerea del fort Douaumont: si riconosce l'impianto Séreé de Rivières, con pianta poligonale, fossato, scarpa e controscarpa, strutture semi interrate

Dopo la rapida evoluzione dell'artiglieria, alcuni forti, giudicati più importanti, subirono interventi di modernizzazione. Il problema era semplice: proteggere al massimo gli uomini e le armi. Dato che la maggior parte dei forti era già stata costruita, si decise di apportare solamente delle modifiche, senza ricostruirli da zero. Così le caserme in muratura ricevettero una copertura supplementare di cemento per renderle all'altezza dei nuovi mezzi di distruzione. In certi casi vennero costruite nuove caserme in cemento accanto alle preesistenti in muratura.

Le polveriere avevano mostrato la loro vulnerabilità durante le prove effettuate al forte di Malmaison; si decise quindi di sopprimere i magazzini centrali e di ripartire la dotazione di esplosivi in vari punti, profondamente interrati per essere al sicuro dai proiettili più potenti. Le caponiere, giudicate troppo fragili, furono sostituite da gallerie a controscarpa; meno esposte delle caponiere, tali gallerie erano parte del muro di controscarpa stesso, e conducevano al forte per mezzo di una galleria sotterranea che passava sotto il fossato.
In certi forti vennero create delle nuove entrate meglio protette dal tiro e situate sul fondo del fossato (chiamate anche "entrate di guerra").

Fecero la loro apparizione massiccia le corazzature e le casematte de Bourges. I pezzi d'artiglieria lasciarono le rampe e il tetto del forte per proteggersi sotto la blindatura delle corazze. Benché ridotti nel numero di pezzi, i forti conservarono tutta la loro potenza di fuoco: un pezzo sotto torretta equivaleva da solo ad un'intera batteria, ossia quattro pezzi all'aria aperta.

L'armamento di fanteria venne ugualmente rinforzato da torrette a scomparsa per mitragliatrici e per proiettori; anche gli osservatori presero posto in postazioni blindate.

Possiamo poi notare l'apparizione, nei forti importanti che subirono ammodernamenti, di una centrale elettrica.

I forti dopo il 1885

I forti costruiti dopo questa data, interamente in cemento, dovettero comunque subire le conseguenze della riduzione dei finanziamenti destinati alle fortificazioni. Furono ridotte al minimo le opere in muratura, e di dimensioni più contenute rispetto ai predecessori.

Ultimi lavori durante i combattimenti

Al tempo delle battaglie attorno a Verdun, cui i forti Séré de Rivières presero sovente parte sotto un diluvio di fuoco, le truppe preoccupate per la resistenza del cemento, iniziarono a trincerarsi. Crearono sotto ogni forte vaste reti di gallerie per collegarne al coperto le varie parti, e per servirsene come alloggi.

Furono aperte nuove entrate ai forti, più arretrate e meno esposte, e allestiti posti per mitragliatrici protetti da blindature leggere (casematte Pamard). Tali lavori furono chiamati "lavori del '17" (perché realizzati per la maggioranza in quell'anno), e prefigurarono l'evoluzione delle fortificazioni verso il "tutto sotterraneo" degli anni trenta e della linea Maginot.