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Provincia di Belluno |
In posizione sovrastante il paese di Vigo di Cadore ed in posizione sottostante il forte Tudaio. Si trova in località Laggio nel territorio comunale di Vigo di Cadore in provincia di Belluno.
Inizio dei lavori nell ottobre del 1904 per finire nel 1911.
Armamento principale:
Quattro cannoni da 149 G su cupole corazzate da 140 mm.
Armamento secondario:
Tre mitragliatrici Gardner mod. 1886 e tre mitragliatrici Perino mod. 1906 ( tali armi erano in dotazione comune con la postazione di Col Ciampon ).
Cenni storici:
Opera facente parte della Fortezza Cadore-Maè. Nel 1899 venne approvata la costruzione dellopera e fu preventivata una spesa di L. 1.350.000. Il 7 novembre 1917 veniva abbandonato e la popolazione, col permesso dellAmministrazione Militare, asportò generi alimentari tra qui 250 quintali di farina bianca.
In appoggio e praticamente con gli stessi compiti, erano posizionate a poca distanza (sopra a l'abitato di Vigo) la batteria Col Tagliardo e la batteria Col delle Rive.
Il 19 ottobre 1918 venne fatto saltare dagli austriaci prima della ritirata. A nulla servì far notare agli austriaci la vicinanza del forte ai paesi. Alle ore 11.30 ci fu lesplosione dei 40 quintali di gelatina collocati al suo interno. Gli spicchi delle corazze furono spinti ad incredibili altezze e a 500 metri di distanza, mentre enormi blocchi di cemento rotolavano dal monte.
Durante la IIª Guerra Mondiale il forte fu adibito a polveriera e presidiato alla fine da pochi soldati della Territoriale tedesca, fatti prigionieri nellottobre del 1944 dai partigiani, che in quella occasione occuparono il forte. Nel dopoguerra è stato adibito per qualche tempo a laboratorio di occhialeria.
Notizie sull'opera:
In origine doveva essere solo una posizione campale (cannoni su affusto dassedio, con scudi e cingoli), ma poi si preferì costruire una batteria permanente ad un sol piano ( pozzi e corridoio retrostante ), con magazzini munizioni e laboratori sul rovescio, defilati al tiro dallAltopiano di Danta.
La batteria corazzata era orientata verso Nord-Ovest, presentava nel senso della lunghezza ( circa 30 m. ) le misure e gli intervalli di quella più moderna del Monte Tudaio, mentre la larghezza rispetto a questultima appariva maggiore ( circa 20 m. ), permettendo la dislocazione delle riservette sul rovescio, al di là del corridoio centrale, dove erano state aperte delle finestre di aerazione.
Tramite una breve scalinata ( circa 2 m. ), si accedeva ai laboratori e ai depositi munizioni. Davanti a questi locali si apriva un cortile interno protetto da un muretto con feritoie per fucilieri, partendo dal quale una scala sotterranea percorreva originariamente tutto il costone Ovest del colle, sino a sbucare a lato di una caserma. Per chi entrava dal cortile, a sinistra erano collocati i laboratori ed una riservetta situata 40 m. più in basso, attraverso un pozzo circolare di circa 80 cm. di diametro, dotato tra laltro di una scala a pioli in ferro.
Il deposito delle polveri era stato ricavato nella roccia sottostante, spostato a Nord rispetto ai laboratori, e ad esso si accedeva tramite delle gallerie che sboccavano sui fianchi della casermetta situata a metà colle, ad Est della batteria. In cima allaltura, davanti alle cupole, era stato realizzato un camminamento sotterraneo con feritoie per fucilieri, alla cui estremità Ovest era collocata una postazione per mitragliatrice rivolta anchessa verso il nodo di Tre Ponti. Nel 1910 fu allacciato allacquedotto del comune di Vigo. Dopo i dubbi iniziali, venne deciso di installare cupole pesanti e non quelle leggere.
Il collaudo della batteria, fu eseguito il 17 e 18 giugno 1911 quando i cannoni spararono verso la Forcella Scodavacca e la Val de Pena. Con questi cannoni era possibile battere a Nord lo sbocco della valle del Piave dalla cosidetta Agonia del Comelico, lo sbocco della valle dellAnsiei fino a s.Caterina, la località Tre Ponti, nonché le pendici sud-occidentali dellaltopiano di Danta, comprese la Val Diebba e la Val Ostera.
Sul fianco destro la batteria controllava laccesso in Val Piova dal Comelico attraverso le numerose, anche se non facili, forcelle esistenti ( soprattutto Forcella Ciadin Alto e Forcella Starezza ), e dalla Val Frison attraverso Forcella Camporosso, Colròsolo, etc..A sud batteva le posizioni delle Stabiere (provenienze dalla Mauria ), lo sbocco della valle del Cridola, lo sbocco della Val Pra di Toro attraverso Forcella Scodavacca, la strada militare che si snoda per numerosi tornanti da Lorenzago a Vallesella, la strada Ponte Nuovo-Lozzo-Domegge, lo sbocco della Val Longiarin presso Lozzo, e, più lontano ancora, lo sbocco della Val dOten presso Calalzo. Il 26 maggio 1915 venne assegnato un parco fotoelettrico al forte. Comandante dellopera era il Capitano Prunas Serra
Via d'accesso all'opera:
Dal paese di Vigo di Cadore si prende il sentiero che porta al Col Piccolo.