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Provincia di Belluno |
il Corriere delle Alpi — 31 ottobre
2003 pagina 36 sezione: PROVINCIA
VIGO. Nella riunione, il consiglio ha approvato la convenzione con i Comuni di
Auronzo, Pieve, Vigo, Lozzo e Lorenzago per l’attuazione del progetto a regia
regionale “I luoghi della Grande Guerra in provincia di Belluno. Interventi di
recupero e valorizzazione del Parco della Memoria”. In base a questa
convenzione, saranno recuperati ai fini del progetto (finanziato attraverso l’Interreg
III Italia- Austria 2000-2006) il Forte di Col Vidal, quello del Tudaio, e per
quanto riguarda Pieve, il Forte ubicato sul colle di Montericco, conosciuto come
Batteria Castello. (v.d.)
il Corriere delle Alpi — 12 dicembre 2004 pagina 34
sezione: PROVINCIA
Pieve città della cultura: «E' uno stile di
vita»
PIEVE DI CADORE. Sulle delicate note del pianista Renato Sellani, la
presentatrice Paola Saluzzi, in una sala della Magnifica stipata di autorità e
rappresentanti delle 21 associazioni culturali e sportive che han contribuito
alla vincita del premio, è stato consegnato il Trofeo «Pieve di Cadore città
veneta della cultura 2004». Un’apertura emozionante, davanti anche al cardinale
Francis Grinze, l’arcidiacono del Cadore Renzo Marinello, gli onorevoli Paniz e
Fistarol, l’assessore regionale Ermanno Serrajotto, il direttore del
Compartimento Fs, Perrone, il prefetto di Belluno Cernetig, il capo di gabinetto
Roberta Verrusio, il presidente della Provincia Sergio Reolon e gli assessori
Bettiol, Costola e Soppelsa, il presidente della Magnifica Callisto Fedon e
della Cm Da Deppo, sindaci ed assessori. Serrajotto ha spiegato perchè la
commissione ha scelto Pieve tra i 52 concorrenti: «E’ piaciuto che in questo
comune la cultura è di casa e che per promuoverla è stata fatta squadra tra
associazioni e realtà sul territorio». Al sindaco Roberto Granzotto e
all’assessore alla cultura Giovanna Coletti la consegna: un Granzotto
emozionatissimo. Poi una pergamena per i protagonisti. Sindaco Granzotto, cos’è
per il Comune il «Pieve di Cadore Città Veneta della Cultura 2004»? «Una gran
soddisfazione. Ma il riconoscimento non viene solo a me e alla mia
amministrazione: va a quanti per questo premio hanno operato: associazioni del
volontariato, sportive e culturali, enti pubblici e privati. Perciò il
riconoscimento va alla comunità: tiene alta la bandiera della cultura, l’unica
che oggi dia significato pieno alla vita dei nostri paesi». Cosa intende con
questo? «Che la cultura non è solo un evento culturale, un monumento o un bel
quadro: la cultura deve essere intesa come un modo di vivere, nel quale entrano
non solo le manifestazioni, i palazzi, i musei, l’archeologia, le opere d’arte,
ma anche il livello di conoscenza della popolazione. In breve una cultura
diffusa su tutto il territorio, che fa in modo che il livello della vita si
alzi». Cioè: la cultura paga? «Senza dubbio. Cosa sarebbe oggi Pieve se non ci
fossero stati gli interventi culturali e di riqualificazione di tessuto urbano e
ambiente. Forse siamo partiti troppo tardi». Questo premio è il raggiungimento
del vostro obiettivo programmatico? «Il premio è il risultato di 7 anni
d’impegno dell’amministrazione, iniziato quasi in sordina, che si è poi
sviluppata in tutta la sua forza progettuale e d’investimenti». Da dove sono
arrivati? «E’ giusto riconoscere che molti lavori sono stati possibili solo
grazie ai fondi comunitari arrivati dall’Europa. Senza di questi avremo avuto
grosse difficoltà per portare a termine il nostro programma. Un altro importante
aiuto è venuto dal Patto Territoriale del Cadore Centrale, grazie al quale siamo
riusciti a finanziare alcune importanti opere, come il Palazzo Poliespositivo
nascente al posto dell’ex Casinò. Qui troverà posto, una volta terminato, il
nuovo Museo dell’Occhiale che oggi si trova a Tai». Considerate chiuso il vostro
programma? «Tutt’altro: stiamo attendendo proprio in questi giorni due buone
notizie. La prima sul recupero delle vecchie scuole elementari di fianco al
municipio, nel quale troveranno posto molte strutture anche culturali. Stiamo
pensando, infatti, di spostarvi anche il piccolo Museo del Risorgimento che oggi
si trova nella sala consiliare del municipio. Ormai lo spazio sta diventando
piccolo, anche perché abbiamo in arrivo alcune donazioni di reperti molto
interessanti da parte di cittadini e di enti. Ci siamo inseriti anche
nell’Istituto Storico del Risorgimento ed intendiamo valorizzare quel periodo
storico molto importante». Allora avete in programma qualcosa anche per
valorizzare la Bandiera decorata con la Medaglia d’Oro, considerata oggi una
delle 5 Stelle d’Italia? «Certo. Non dimentichiamo che quella decorazione è
stata una delle prime 5 e sinora non è stato fatto molto per valorizzarla. Ci
stiamo pensando e spero di avere presto novità». L’altra buona notizia? «Il
Forte di Montericco. Stiamo arrivando a conclusione dell’iter burocratico e ci
sono buone speranze che presto possa prendere il via anche la sua
ristrutturazione ed il suo recupero. Per Pieve sarebbe un passo da gigante verso
la valorizzazione di una delle strutture più significative e turisticamente più
interessanti. Quando il forte sarà recuperato potremo pensare a un nuovo museo
storico». Lei tra due anni terminerà il mandato e non potrà ricandidarsi. Ma col
seminato in cultura chi verrà ha già la strada tracciata. «Non potrà certo
cambiare strada. Noi non solo abbiamo avuto il tempo di vedere realizzati i
programmi impostati, ma stiamo impostandone di nuovi e chi arriverà dopo di noi
non potrà certo fermarli. Questo perché noi abbiamo agito e stiamo agendo anche
sui rapporti tra amministrazione e cittadini con una grande attenzione per gli
anziani e per i giovani. Anche questo è fare cultura». Fare il sindaco di Pieve,
è dunque gratificante? «Prescindendo dal fatto che ho trovato dei collaboratori
splendidi, posso solo affermare che anche tutto il personale è stato all’altezza
della situazione e sempre molto disponibile. Quanto a me, da Pieve ho ottenuto
solo cose belle. Posso dire di aver avuto sempre e solo riconoscimenti positivi
e di questo sono molto contento».
il Corriere delle Alpi — 11 gennaio 2005 pagina 28
sezione: PROVINCIA
Montericco Si riparla di recupero
PIEVE DI CADORE. «Il comune di Pieve», ha affermato il sindaco Roberto Granzotto,
«ha trovato l’intesa con la Soprintendenza ai monumenti di Venezia per
recuperare il Forte di Montericco e la Batteria Castello, che ne è parte
integrante. Da parte sua la Fondazione Cariverona ha stanziato una grossa somma
per i lavori, che così potranno partire non appena sarà completato l’iter
burocratico». Arriva così a conclusione anche il recupero di questa
straordinaria struttura, costruita alla fine dell’800 sulle rovine del vecchio
Castello Romano, dalla quale è iniziata la storia antica del centro cadorino. Il
primo nucleo di abitazioni, infatti, venne costruito sulle pendici di Montericco,
e sul suo cocuzzolo nacque il castello per la difesa del territorio. All’inizio
il castello ospitava anche la prima chiesa del Cadore che, a causa della
crescita del villaggio, venne poi spostata nel luogo dove attualmente sorge la
Parrocchiale. Con l’unificazione d’Italia, sui ruderi del vecchio castello di
Pieve l’esercito costruì uno dei forti che avrebbero dovuto costituire la cinta
fortificata, meglio conosciuta come “ridotto Cadore”. La fine della prima guerra
mondiale significò anche la fine del Forte di Montericco, perché gli austriaci,
prima di lasciarlo, ne fecero saltare con la dinamite le pesanti cupole
d’acciaio, in pratica distruggendolo. I ruderi da allora sono rimasti
abbandonati, e solo l’intervento di Romano Tabacchi, che da oltre 10 anni qui ha
stabilito il suo laboratorio d’arte, è riuscito a limitarne il degrado. Ora si
parla di recuperarlo, trasformando il Forte di Montericco in museo storico e la
vicina dependance “Batteria Castello” in un locale per turisti dotato di un
ristorante e di alcuni posti letto. Nell’edificio recuperato continuerà ad
abitare, anche con veste di custode, il pittore Romano Tabacchi. Da quanto
comunicato dal sindaco, il progetto esecutivo non esiste ancora, pertanto è
difficile parlare di tempi d’inizio e di durata dei lavori. Rimane il fatto che
l’intesa con la Soprintendenza riguarda anche la possibilità di un collegamento
ed eventuale coordinamento tra il Museo che sorgerà sul Montericco e quello già
esistente sulla vetta del Monte Rite. In pratica, i due musei dovrebbero essere
collegati tra di loro ed essere un sistema complementare: solo reperti di
montagna sul Monte Rite, anche reperti di guerra in quello di Montericco. (v.d.)
il Corriere delle Alpi — 30 ottobre 2005 pagina 29
sezione: PROVINCIA
Anche Pieve avrà il suo museo di montagna
PIEVE DI CADORE. Entro il 2008, sul colle di Montericco, dove i Romani avevano
costruito il Castello, e dove tra il 1885 e il 1895 gli italiani costruirono un
forte sulle rovine di questo castello, nascerà un museo sulla montagna e sulla
guerra in montagna che sarà complementare a quello che Reinhold Messner ha
realizzato sulla vetta del Monte Rite. Si inizieranno infatti nel 2006 i lavori
di recupero dei Forti di Montericco e di Batteria Castello a Pieve di Cadore.
Sia nel bilancio comunale del 2006 che in quello per il 2007, è stato inserito
un capitolo di spesa che prevede la realizzazione, in due stralci da 1.500.000
euro ciascuno, di quest’opera che potrebbe diventare uno dei motivi d’attrazione
di tutta la provincia. Sono molti anni ormai che si parla del recupero di questa
struttura che domina dalla sommità del Montericco, e che turisticamente ha un
valore immenso ma mai valorizzato, mai sfruttato come si dovrebbe. Dalla sommità
del colle (è alto 955 metri sul mare) si gode una visione splendida a 360 gradi,
che consente di andare con lo sguardo fino alle montagne poste sopra Vigo e
Lorenzago ad est, seguire il Canale del Piave verso sud, e avere sotto controllo
la Valle del Boite a ovest. Non per nulla dopo l’unificazione d’Italia sui
ruderi del Castello vennero edificati sia il Forte Montericco che Batteria
Castello, grazie ai quali tutte queste vallate erano tenute sotto controllo. Una
posizione strategica e panoramica che non ha eguali. E in effetti, da quando lo
scorso anno è stata tolta la vegetazione che era cresciuta davanti ai forti,
questi sono visibili già da chi proviene da Venezia, non appena si scorge il
colle di Montericco. Per il suo recupero, circa cinque anni fa, la Fondazione
Cariverona aveva concesso un finanziamento consistente, grazie al quale sarebbe
stato possibile dare il via ai lavori previsti da un progetto che nel frattempo
era stato elaborato dal Comune di Pieve e dalla Comunità Montana del Centro
Cadore. Il finanziamento però non è mai stato utilizzato per l’iniziativa
prevista, ossia per il recupero del Forte, perché nel frattempo le scelte
dell’amministrazione erano cambiate e si era deciso di dirottarlo sull’immobile
dell’ex casinò, che stava vivendo una situazione burocratica difficile, e che
grazie a questo finanziamento sta ora per essere consegnato ai cittadini. Nel
frattempo le cose sono andate avanti ed un secondo finanziamento da parte della
Fondazione Cariverona è in arrivo. Stando alle notizie provenienti da Verona,
dovrebbe avere una consistenza tale da consentire il recupero dei vecchi forti e
la realizzazione del museo, la conservazione della Bottega d’Arte di Romano
Tabacchi già esistente, e l’apertura di un locale pubblico dotato di ristorante
che consenta ai visitatori di gustare appieno la bellezza del panorama. A quel
punto, c’è da scommetterci, la provincia avrà un motivo di attrazione in più,
così forte da competere con il Museo tra le nuvole di Messner. - Vittore Doro
il Corriere delle Alpi — 18 novembre 2005 pagina 30
sezione: PROVINCIA
«Progetti-guida per recuperare
finanziamenti»
PIEVE DI CADORE. «Progetti guida che riguardano l’intero territorio, che
interessano più comuni, che danno il segnale di una volontà più ampia, che
coinvolge più enti, concordata. Questo serve per il Cadore». E’ la convinzione
di Gianfranco Agostinetto, architetto e componente del consiglio della
Fondazione Cassa di risparmio. Sono mesi, importanti, questi per la Fondazione.
Ma sono mesi importanti anche per gli enti pubblici e i privati che hanno dei
progetti da sottoporre alla Fondazione per il finanziamento.
Infatti c’è tempo fino al 28 febbraio per presentare le domande, accompagnate
dal progetto (che deve essere in un fase avanzata, a livello di progetto
definitivo, secondo la definizione della legge Merloni).
La Fondazione ha varato il documento di programmazione previsionale 2006, in cui
indica sia i finanziamenti che i settori sui cui si concentrerà il prossimo anno
il suo impegno economico.
Ormai da diversi anni la Fondazione Cassa di risparmio è diventata un partner
economico importantissimo per gli enti pubblici e per molte associazioni private
che intervengono in campi come quello culturale, dell’università e della
formazione in genere, del sociale e dell’assistenza, del recupero edilizio.
All’interno della Fondazione, nel consiglio generale, siedono 4 bellunesi (oltre
ad Agostinetto, ci sono Cesare Lasen, Paolo Conte, Francesco Franchi), mentre
Gioachino Bratti è stato nominato nel consiglio di amministrazione.
Per il 2006, nelle varie province dove si estende la Fondazione, saranno
investiti 89 milioni di euro in diversi settori. I fondi andranno alla salute
pubblica e alla riabilitazione (20,6 milioni di euro); all’istruzione e alla
formazione (13.4 milioni di euro); ai beni e alle attività culturali (13.5
milioni di euro); all’assistenza agli anziani e case di riposo (14.4 milioni di
euro); al volontariato (12.4), alla ricerca scientifica (4.1 milioni).
Solo per fare qualche esempio, si sta parlando di uno studio con il Comune di
Feltre nel campo dei tumori; di investimenti sugli edifici scolastici per la
messa in sicurezza. Mentre nello stesso tempo proseguono gli investimenti (al di
fuori delle cifre citate) sui progetti pluriennali, come il teatro della Sena di
Feltre o il recupero delle ex scuole elementari di Pieve di Cadore.
E proprio sul Cadore si concentra l’attenzione dell’architetto Agostinetto.
«C’è stata una riduzione di contributi al Cadore negli ultimi anni. Non è certo
un problema della Fondazione, ma piuttosto della nostra (cadorina) ridotta
capacità di costruire dei progetti guida da portare all’interno delle singole
commissioni. Il recupero di un edificio è sì molto importante, ma non
significativo. Occorre invece una progettualità diffusa, che renda l’idea forte,
articolata e quindi importante da finanziare. Penso, ad esempio, al museo
diffuso a cui lavora la Comunità montana del Centro Cadore che vede nel forte di
Montericco uno dei poli più importanti».
Più enti pubblici insieme, per recuperare margini di finanziamento. «Le idee
sicuramente ci sono - continua il professionista - serve legare tra loro le
amministrazioni».
Naturalmente, precisa subito Agostinetto, la disponibilità dei consiglieri
bellunesi a seguire le singole istruttorie è massima, sia per il piccolo che per
il grande progetto. Ma l’invito è a «volare alto», sopra il singolo comune,
coinvolgendo un territorio più ampio. Marcella Corrà
il Corriere delle Alpi — 20 dicembre 2005 pagina 34
sezione: PROVINCIA
BREVI DOMEGGE. Un relatore d’eccezione, oggi a Domegge, nell’ultimo incontro
pre-natalizio dell’Università popolare per l’Educazione permanente promossa da
Comune e circoli Auser: il presidente della Comunità montana del Centro Cadore,
Flaminio Da Deppo, esperto e appassionato dell’argomento, presenterà (Casa
Barnabò, dalle 15 alle 17) un suo contributo sulla “Storia dell’arte moderna”.
VIGO. Anche il Coro Oltrepiave di Vigo protagonista delle manifestazioni
natalizie cadorine: dopo il debutto di qualche giorno fa a Prou, alla casa di
riposo di Lozzo e a Pelos, il sodalizio si esibirà per l’intera settimana nel
tradizionale canto della “Bella Stella”: innanzitutto oggi a Vigo e domani a
Laggio nelle località Agorgo e Villanuova, sempre con inizio alle 18. LAGGIO DI
VIGO. Laggio di Vigo si appresta ad ospitare, come ogni periodo natalizio, il
suo tradizionale e noto presepe animato, che sarà allestito a cura del locale
gruppo presepisti alle ex-scuole elementari: sarà visitabile tutti i giorni da
sabato 24 dicembre a martedì 17 gennaio (oltre che nel fine settimana di sabato
21 e domenica 22 gennaio), con orario 14.30-17 e 20.30-22. Maggiori informazioni
al numero 0435 77225. (a.b.) PIEVE DI CADORE. Consiglio comunale natalizio,
giovedì a Pieve. Il sindaco Roberto Granzotto ha infatti convocato tutti alle
18,30 per l’approvazione del bilancio di previsione, delle relazioni
previsionale e programmatica 2006 e del bilancio pluriennale. Sarà così
possibile conoscere quale sarà l’attività che l’Amministrazione svolgerà nel
prossimo anno, ultimo del mandato di questo consiglio. Le elezioni per il
rinnovo del consiglio e del sindaco dovrebbero svolgersi, infatti, nella
primavera 2007. Questo che inizierà tra pochi giorni, per il sindaco Granzotto,
sarà l’ultimo come primo cittadino di Pieve; si tratta infatti del suo secondo
mandato, anche se a questi anni sono da sommare sia quelli passati come
vicesindaco di Roberto Faccin e sia come sindaco nella seconda parte di quella
amministrazione. Perciò, in totale, un periodo piuttosto lungo, nettamente
superiore ai 10 anni. Questo bilancio, pertanto, sarà come la conclusione di un
lungo lavoro. Nella stessa seduta, oltre al bilancio, sarà preso in esame anche
l’accordo di programma con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il
paesaggio inerente ai lavori di recupero del Forte di Montericco e di Batteria
Castello. Si tratta di un progetto in ballo già da anni, e che prevede il
recupero e la riutilizzazione dei manufatti per fini turistici e culturali. (v.d.)
il Corriere delle Alpi — 05 gennaio 2006 pagina 25
sezione: PROVINCIA
Da forti in rovina a musei
PIEVE. I forti di Montericco e Batteria Castello, costruiti sul colle omonimo
che sovrasta Pieve, saranno recuperati e i loro locali verranno adibiti a musei,
sale d’arte e per l’accoglienza dei visitatori. Un altro passo in questo senso è
stato fatto dal consiglio comunale di Pieve, che ha approvato un accordo di
programma con la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio.
Grazie a questo accordo, il soprintendente Guglielmo Monti ha incaricato
l’architetto Luigi Gerardini di occuparsi della progettazione. Gerardini
coordinerà l’operato dei collaboratori esterni, l’architetto Alberto Torsello
(per i rilievi tipografici), l’architetto Marcello Modesti, gli ingegneri Carlo
Khere e Siro Andrich (per le verifiche statiche e la progettazione delle
strutture), l’architetto Adriano Lagrecacolonna (per la parte tecnologica),
l’ingegner Diego Olivotto, responsabile dell’Ufficio tecnico comunale.
Il Comune di Pieve dovrà garantire la visitabilità del complesso e la gestione
degli spazi museali. La spesa prevista per la progettazione è di 220mila euro,
Pieve ne metterà a disposizione 120mila, mentre gli altri 100mila spettano alla
soprintendenza e saranno erogati quando il ministero dei beni culturali ne avrà
la disponibilità. Il progetto preliminare dovrebbe essere disponibile dal 31
gennaio.
Fu Antonio “Tonin” Bergamo a parlare per primo di un museo da costruire sulle
rovine del Forte di Montericco, recuperando a fini turistici i ruderi. Secondo
il suo progetto, nel forte avrebbe dovuto nascere il «Museo dell’Emigrazione».
Successivamente, si pensò di utilizzare la struttura anche per il museo della
Resistenza e della Prima Guerra mondiale. Il recupero del forte è un progetto
che finalmente avanza. Prima del 22 dicembre si trattava solo di uno studio di
massima che il Comune di Pieve aveva inserito nel Patto territoriale di
coordinamento. Nel progetto, data la panoramicità della zona sulla quale è stato
costruito il forte, è prevista anche la realizzazione di strutture ricettive e
per la ristorazione. Inoltre, sarà necessario ricostruire una parte della strada
di accesso. Il complesso fortificato è suddiviso in due parti: il forte vero e
proprio e la batteria Castello. Sono da recuperare tutti e due. Il progetto
prevede anche la costruzione di un albergo ristorante sulla piazzola dove
c’erano le cupole dei cannoni.
Il forte fu costruito all’inizio del secolo scorso e faceva parte della cinta
fortificata alla quale era stato demandato il compito di impedire la discesa
degli austriaci in Italia. Questa struttura si trova sopra l’abitato del centro
di Pieve ed è stata costruita proprio sulle rovine del vecchio castello romano.
Con l’invasione susseguente alla rotta di Caporetto, i forti vennero occupati
dagli austriaci e, al termine della guerra, vennero distrutti. In alcuni locali
diroccati, da oltre una decina d’anni vive Romano Tabacchi, un valente pittore e
scultore locale che, con il suo lavoro e con un autofinanziamento, è ha
recuperato una parte del forte, adibendolo a bottega d’arte. Nel progetto del
recupero del complesso, anche questa attività artistica dovrebbe trovare una
collocazione.- Vittore Doro
il Corriere delle Alpi — 07 aprile 2006 pagina 32
sezione: PROVINCIA
Montericco, recupero al via
PIEVE DI CADORE. «Il recupero del forte di Montericco», ha esordito Flaminio Da
Deppo, presidente della Comunità Montana del Centro Cadore, intervenendo durante
la presentazione del progetto di restauro, «è una grande vittoria per tutto il
Cadore».
«Questo forte, infatti, è il simbolo stesso della grandezza di questa nostra
terra, posto com’è al centro del territorio, e per il fatto stesso che ha sempre
rappresentato il suo principale centro di potere, anche militare. Questo
recupero non nasce dal nulla ma fa parte di un programma decennale che sta
prendendo forma. L’attuazione di questo programma è stata possibile perchè
abbiamo trovato tanta collaborazione tra i comuni della zona, e dobbiamo dire un
grazie ai sindaci per il lavoro. Il complesso dei forti di Montericco e Batteria
Castello non sarà però una cattedrale nel deserto, ma farà parte del sistema
museale centro-cadorino, al quale stiamo lavorando da circa 10 anni. Come ben sa
chi si occupa di turismo e di cultura, non esiste nessuno che percorra migliaia
di chilometri per venire in Cadore a visitare uno dei musei esistenti: sono
troppo piccoli. Noi avevamo solo una chance per far arrivare i turisti a
visitare i nostri musei: “metterli in rete” in modo da costituire un insieme di
interessi tali da rendere appetibile un viaggio anche da lontano per visitarli.
La rete museale può rappresentare una risorsa per lo sviluppo del Centro Cadore.
Nel rispetto delle singole realtà museali, si può realizzare un’identità visiva
percepibile efficacemente da parte della domanda culturale. Un principio che è
stato accettato da tutti i sindaci, che stanno già operando per realizzare il
progetto. Il primo museo realizzato è quello del Cidolo e del Legname, aperto lo
scorso agosto a Perarolo. E’ in corso di realizzazione anche il “Museo
multitematico di Palazzo Corte Metto”, ad Auronzo, che sarà aperto tra pochi
mesi. Sempre nella prossima estate cambierà sede il museo dell’Occhiale. Altra
cellula di questa rete museale il “museo della latteria” di Lozzo che, pur
essendo già in attività, sarà ampliato. Ci saranno poi il restauro del Romito di
Domegge, la realizzazione della nuova cellula museale di Arte sacra a Lorenzago
ed il nuovo Museo d’Arte di Valle. Sono tutti segni positivi», ha concluso Da
Deppo, «che dimostrano come il territorio si stia riprendendo dalla crisi, anche
con l’aiuto della Fondazione Cariverona, che sta contribuendo concretamente ai
nostri progetti. Da parte sua la Comunità si è data dei programmi precisi, ed ha
stabilito delle strade da seguire. Ha previsto il Centro per i Servizi e la
Formazione di Piccole e medie imprese (il “multiphisic lab”, collegato
all’Università, ndr, che sorgerà a Vallesella, ed ha avviato lo studio per la
fruizione di Pian dei Buoi in funzione turistica. Il Cadore può dunque dare
ancora molto; resta solo da vedere se riusciremo a lavorare di squadra».-
Vittore Doro
il Corriere delle Alpi — 07 aprile 2006 pagina 32
sezione: PROVINCIA
«L operazione più costosa mai fatta»
PIEVE DI CADORE. Restauro, consolidamento e valorizzazione del complesso
architettonico dei forti di Montericco e Batteria Castello costeranno
complessivamente 7.500.000 euro. «In definitiva», ha affermato il sindaco
Granzotto, «è l’intervento più consistente che sia stato fatto sinora in Cadore
nel campo della cultura e del recupero delle strutture degradate». Il primo
intervento, del costo di 4.290.000 euro, riguarderà il consolidamento urgente di
Batteria Castello e la ricostruzione di Montericco. I due forti, dopo il
restauro, saranno adibiti a centro culturale poliespositivo. Non tutto sarà
rimesso a nuovo, le parti più interessanti saranno recuperate com’erano
all’origine. Il nuovo forte non sarà collegato solo attraverso la strada attuale
con il centro di Pieve, ma sarà servito anche da una specie di scala mobile a
cremagliera (i cui dettagli sono ancora in fase di studio). «In passato», ha
affermato il Soprintendente Monti, «la nostra azione non era vista con molto
favore in montagna, dato che bloccava spesso la realizzazione di opere. Ma
c’erano troppe speculazioni edilizie, troppe seconde case, un uso non razionale
del territorio. Da qualche tempo le cose sono cambiate», ha proseguito Monti, «e
tra la Soprintendenza e i comuni è iniziato un periodo di collaborazione.
L’operazione Montericco è un esempio di tutto ciò. Per questo siamo stati ben
contenti di collaborare in questa operazione di recupero di una autentica opera
d’arte. Per questo abbiamo sottoscritto l’acordo di programma che ha dato
l’avvio all’importante progetto». L’intervento del soprintendente ha aperto le
porte alla presentazione vera e propria del progetto per il recupero del
complesso fortificato. Una descrizione accurata, partita dalle origini del
vecchio castello romano, molto più grande dell’attuale forte. «Alcune
fondamenta», ha spiegato il progettista Luigi Girardini, «sono di chiara fattura
romana. Noi, analizzando tutto il complesso, abbiamo trovato varie testimonianze
di questa presenza. Con il restauro non saranno distrutte ma valorizzate». (v.d.)
il Corriere delle Alpi — 15 aprile 2006 pagina 29
sezione: PROVINCIA
«Sette giorni che ci hanno riempiti d
orgoglio»
PIEVE DI CADORE. Si è appena conclusa l’ottava edizione della “settimana della
cultura”, che ha coinvolto tutti i comuni cadorini. Come al solito la maggiore
attività si è concentrata a Pieve, e per questo una valutazione sull’evento non
può che essere fatta dall’assessore competente e vicepresidente della Fondazione
Centro Studi Tiziano-Cadore, Maria Giovanna Coletti. «Quest’anno», spiega,
«all’iniziativa hanno aderito tutti i ventidue Comuni del Cadore, ovviamente
coordinati dalla Magnifica».
«E’ stata una partecipazione importante, indice della volontà di far conoscere
il nostro patrimonio culturale, che è poi la nostra stessa identità, nella
consapevolezza delle sue potenzialità di attrazione turistica. Comuni,
istituzioni culturali, associazioni, volontariato e scuola hanno collaborato
dando vita per una settimana a un sistema integrato dell’offerta culturale e
garantendo l’apertura dei musei, delle chiese, delle mostre. Generazioni diverse
si sono affiancate», aggiunge, «come nel caso dei pensionati che hanno
collaborato con gli studenti del Fermi o con il Gruppo Archeologico cadorino,
uniti in uno stesso progetto di accoglienza e di guida per il visitatore. La
Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore è stata presente con due eventi di
prestigio. In primis l’esposizione dell’unico manoscritto appartenuto alla
Biblioteca di Odorico Piloni e decorato sui piatti da Cesare Vecellio. Si tratta
di uno stemmario veneziano quattrocentesco mai esposto prima d’ora e concesso
dal proprietario in modo del tutto eccezionale alla città natale di Tiziano. La
mostra diviene inoltre una preziosa occasione di studio per coloro che si
occupano della famosa biblioteca, i cui volumi sono stati decorati sul taglio da
Cesare Vecellio. L’altro evento è stato il convegno sulla “Bottega di Tiziano”,
che ha riunito i principali studiosi europei che stanno curando la ricerca
triennale promossa dalla Fondazione. Hanno seguito i lavori un’ottantina di
studenti provenienti dalle Università di Verona, Venezia, Udine che, in
conclusione, hanno potuto partecipare alla discussione. La qualità degli
interventi, nonché l’organizzazione dell’ospitalità, hanno soddisfatto tutti.
L’auspicio è che il convegno tizianesco divenga una tradizione. E’ stata una
dimostrazione», conclude l’assessore, «come un’altra volta il Cadore non è stato
solo “periferia”, ma “centro” vero e proprio, così segnando la strada della sua
valorizzazione nel nome del grande pittore. Purtroppo la collocazione della
“settimana della cultura” così a ridosso delle elezioni e le condizioni
metereologiche sfavorevoli non hanno favorito quell’affluenza di visitatori che
si sperava; comunque questa esperienza ha dimostrato un’altra volta che i tempi
sono più che maturi per realizzare il sistema museale cadorino».
Proprio su questo argomento, nell’ambito della “settimana della cultura”, c’è
stata la significativa presentazione del progetto sul restauro del forte di
Montericco, preceduta da un importante intervento del presidente della Comunità
Montana del Centro Cadore, Flaminio Da Deppo. «Il recupero del forte di
Montericco», ha esordito Flaminio Da Deppo, «è una grande vittoria per il Cadore.
Questo forte, infatti, rappresenta il simbolo stesso della grandezza di questa
terra, posto com’è al centro del comprensorio, e per il fatto stesso che ha
sempre rappresentato il suo principale centro di potere, anche militare. Questo
recupero non nasce dal nulla, ma fa parte di un programma decennale, che oggi
sta prendendo forma: il complesso dei forti di Montericco e Batteria Castello
non sarà una cattedrale nel deserto, ma farà parte del sistema museale
centro-cadorino, al quale stiamo lavorando da circa 10 anni. Come ben sa chi si
occupa di turismo e di cultura, non esiste nessuno che percorra migliaia di
chilometri per venire in Cadore a visitare uno dei musei esistenti: sono troppo
piccoli e chi abita nelle città può benissimo trovarne di più grandi e più
famosi. Noi avevamo solo una chance per far arrivare i turisti nei nostri musei:
metterli in rete, in modo da costituire un insieme di interessi tali da rendere
appetibile un viaggio anche da lontano per visitarli, come se fossero un unico
complesso».
- Vittore Doro
il Corriere delle Alpi — 23 marzo 2007 pagina 29
sezione: PROVINCIA
«La soluzione che darà fiato all' economia»
PIEVE. «Qualsiasi opera pubblica, specialmente se importante come il recupero
dei Forti di Montericco e di Batteria Castello, contribuirà a far ripartire
l’economia del comune di Pieve». Lo ha affermato Sandro Zanardo, titolare
dell’enoteca Al Chech, dopo la presentazione del progetto fatta ieri sera nella
sala consiliare.
La valorizzazione del forte costruito dove una volta c’era il castello di Pieve
«creerà un movimento di persone», continua l’operatore, «di cui abbiamo bisogno.
Un movimento che sarà tanto maggiore quanto meglio utilizzata sarà la nuova
struttura. Speriamo solo che i lavori non si protraggano per troppo tempo. Per
un paese che vuole essere turistico, come Pieve, pur avendo già molti motivi di
attrazione (vedi casa di Tiziano, Museo archeologico, Fondazione Centro Studi,
una bellissima chiesa), qualsiasi opera contribuisce al miglioramento del
livello di vita. Mi auguro che, una volta completata la struttura dei locali del
forte, trovi collocazione anche il “Museo delle Genti di Montagna” progettato da
Andrea Gracis, per il quale è già stato raccolto molto materiale, tanto da farne
una collezione che racconta la vita della gente di montagna nel mondo, in
particolare nella zona dell’Himalaya. Gracis è un commerciante di mobili e
articoli esotici, e, durante i suoi viaggi alla ricerca di novità da portare in
Italia, ha raccolto molto materiale dei paesi visitati. Sono convinto che, se
questo museo vedrà la luce, attorno ad esso si muoveranno migliaia di persone, e
questo per noi vorrebbe dire un ritorno economico interessante. Sul recupero del
forte, penso che tutti gli operatori economici del centro Cadore siano tutti
d’accordo e si augurino che sia completato al più presto». (v.d.)
il Corriere delle Alpi — 23 marzo 2007 pagina 29
sezione: PROVINCIA
«Il recupero dei forti rilancerà il Cadore»
PIEVE. Il sindaco di Pieve Roberto Granzotto ha presentato il progetto di
consolidamento del complesso architettonico dei forti di Montericco e Batteria
Castello, illustrato insieme all’intervento di copertura dello stadio del
ghiaccio di Tai e a quello di valorizzazione del nuovo palazzo Cos-Mo. Si tratta
delle tre opere pubbliche, ha detto Granzotto, «in grado di far ripartire
l’economia non solo del comune di Pieve, ma di tutto il Centro Cadore. Credo nel
recupero dei forti e perciò il Comune ha impegnato gli ingenti capitali che sono
necessari. La pensa come me anche la Fondazione della Cassa di Risparmio di
Verona Vicenza Belluno e l’architetto Agostinetto, rappresentante cadorino nella
fondazione, lo può confermare».
«Sono convinto», ha detto ancora Granzotto, «che, una volta completati i lavori
e insediate le attività economico- culturali previste (fra le quali il Museo
della gente di montagna che raccoglierà la collezione Gracis), il centro di
Pieve diventerà un grande polo di attrazione per il turismo. Entrando sul
territorio comunale di Pieve dopo l’uscita dall’autostrada, il turista vedrà
risaltare sullo sfondo delle Marmarole la struttura di Montericco tutta
illuminata e ne sarà fatalmente attratto e stimolato a una visita. Una volta
terminata, questa struttura sarà uno stupendo biglietto da visita per l’intero
Cadore».
L’incontro che ha illustrato il progetto ai commercianti e ai gestori di
attività di bar e ristorante, ospitato nella sala consiliare del municipio, è
stato voluto dallo stesso sindaco di Pieve di Cadore, sia per fare il punto
sull’andamento dei lavori ai forti, che per illustrare l’ultima trance dei
lavori necessari per il completamento di piazza Tiziano (il cantiere è stato
riaperto proprio ieri) e le altre opere pubbliche già appaltate.
Il progetto per il restauro del complesso dei Forti di Monte Ricco e Batteria
Castello, edificati alla fine dell’Ottocento sui resti dell’antico maniero che
sovrastava il paese di Pieve, costerà complessivamente 7 milioni e mezzo di
euro. «In pratica», ha affermato il sindaco Granzotto, «questo è l’intervento
più consistente che sia stato fatto finora in Cadore nel campo della cultura e
del recupero delle strutture degradate. Una volta restaurato, il complesso sarà
adibito a centro culturale poliespositivo, dove ci saranno molteplici spazi,
tutti dotati dei servizi adeguati. Non tutto sarà rimesso a nuovo: le parti più
interessanti verranno recuperate, soprattutto quelle di origine romana. Il nuovo
forte non sarà collegato col centro di Pieve solo attraverso la strada attuale,
ma sarà servito anche da una scala mobile a cremagliera, che dovrebbe salire
dalla parte di Vallina. Ospiterà anche un centro di ristoro e altri servizi per
i turisti. L’inizio dei lavori è stato anticipato allo scorso novembre, perché
alcune parti della struttura più degradata sembravano sul punto di crollare.
Quindi, per evitare ulteriori aggravi nella spesa, è stato opportuno aprire
subito il cantiere.
il Corriere delle Alpi — 28 settembre 2007 pagina 31
sezione: PROVINCIA
Montericco: confermati 3 milioni di
contributi
PIEVE DI CADORE. «Nel corso di un recente incontro, il dottor Fausto Sinagra,
ossia il presidente della Fondazione Cariverona», ha affermato il sindaco di
Pieve, Maria Antonia Ciotti, «ha confermato da parte del suo ente un contributo
di oltre 3 milioni di euro, indispensabile per portare molto avanti il recupero
e la trasformazione del forte di Montericco». «Sono molto contenta di questo»,
ha aggiunto il sindaco, «perché, con il recupero del forte, sarà colmato anche
il deficit di spazi espositivi del quale soffre il centro di Pieve. Una carenza
emersa anche in questi mesi quando si parlava dell’ubicazione della mostra di
Tiziano». Riprende vigore, dunque, il recupero della grande struttura e la sua
trasformazione nel nuovo complesso che sta sorgendo sul colle di Montericco,
dove ci sono i ruderi del forte militare che prende questo nome e di Batteria
Castello, l’altra costruzione che fa parte dello stesso complesso fortificato.
Negli ultimi mesi i lavori di restauro della parte più pericolante del grande
edificio avevano infatti prosciugato le disponibilità finanziarie messe a
disposizione per il progetto. Il progetto di restauro è stato elaborato
dall’architetto Gerardini, e prevede il recupero di tutti e due gli edifici; ma,
date le diverse condizioni di conservazione, i lavori più urgenti sono iniziati
proprio alle strutture del forte principale. Per completare il progetto, saranno
necessari almeno 7 milioni e i 3 garantiti dalla Fondazione Cariverona, aggiunti
ai precedenti della stessa Fondazione e del comune di Pieve, avvicineranno di
molto il raggiungimento dell’obiettivo. Nell’edificio recuperato troveranno
posto sale espositive, ristorante con bar ed anche un museo. Il comune di Pieve
non aveva in programma di dare l’avvio ai lavori lo scorso autunno, ma alcuni
muri perimetrali del forte di Montericco, cioè quello più in alto, erano in
condizioni tali da richiedere un immediato intervento risanatorio. La situazione
di Batteria Castello è senz’altro migliore, anche perché gli interventi fatti
dal pittore Romano Tabacchi, che vi abita, hanno consentito una migliore
conservazione. Per la realizzazione di questo restauro saranno impiegate
tecniche nuove, sempre sotto il controllo strettissimo della Soprintendenza di
Venezia, della quale il progettista fa parte, principalmente impiegate del
recupero delle parti più antiche del complesso fortificato. Il primo castello
sul colle di Montericco fu edificato dai romani negli anni 70 d.c.; insieme al
forte, i romani costruirono anche la prima chiesa di Pieve. Il castello, dopo il
periodo romano, progressivamente decadde, fino alla seconda metà del 1800. Dopo
l’unità d’Italia, il ministero della guerra decise di trasformare i ruderi del
vecchio castello in un forte del “ridotto fortificato Cadore-Maè”.
il Corriere delle Alpi — 07 giugno 2008 pagina 30
sezione: PROVINCIA
Montericco, il bando per il restauro
PIEVE DI CADORE. Il Comune di Pieve di Cadore ha emesso il bando di gara per
l’appalto dei lavori di primo stralcio per il “restauro consolidamento e
valorizzazione del complesso storico architettonico del Forte di Montericco e
della Batteria Castello”. L’apertura dell’asta si terrà nell’ufficio tecnico
comunale, in Piazza Municipio, alle 9 del 2 luglio, mentre le offerte dovranno
pervenire entro le 12 del 30 giugno all’ufficio protocollo del municipio. Si
tratta di un bando che prevede l’aggiudicazione anche in caso di unica offerta
valida. L’esecuzione dell’opera sarà affidata alla ditta che proporrà l’offerta
economicamente più vantaggiosa. L’appalto ha per oggetto l’esecuzione di tutte
le opere necessarie al consolidamento e al restauro conservativo del complesso
architettonico Forte di Montericco, posto sul colle omonimo nel comune di Pieve
di Cadore. L’importo dei lavori è di 1,4 milioni di euro. La durata del recupero
è stabilita in 450 giorni, che saranno conteggiati dalla data di consegna dei
lavori. Responsabile del procedimento è l’ing. Diego Olivotto. Il forte di
Montericco e la Batteria Castello facevano parte del “Ridotto fortificato Cadore
- Maè” insieme con i forti di Col Vaccher, di Landro, di Monte Rite, di Col
Vidal e del Monte Tudaio. Il forte è stato costruito sull’area dove dall’inizio
del primo secolo i Romani avevano costruito il Castello di Pieve, conglobando
dentro le sue mura anche le costruzioni realizzate dai Caturigi. Alla fine della
prima guerra mondiale, il forte fu distrutto dagli austriaci in fuga ed è
rimasto un rudere fino ai giorni nostri. Da tre anni a questa parte, grazie ad
un progetto elaborato dall’architetto Girardini della Sovrintendenza di Venezia,
è nata la possibilità di salvare la vecchia struttura, ed utilizzare i suoi ampi
spazi per usi culturali e turistici. Già lo scorso anno, grazie ad un
finanziamento della Fondazione Cariverona, fu possibile fermare il degrado del
forte. (v.d.)
il Corriere delle Alpi — 28 giugno 2009 pagina 12
sezione: CRONACA
«C'è il forte di Montericco»
PIEVE DI CADORE. Immediata adesione del sindaco di Pieve all’invito del ministro
Stefania Prestigiacomo di stabilire la sede operativa delle “Dolomiti patrimonio
dell’umanità” in un immobile della Prima guerra mondiale dimesso e centrale al
territorio tutelato. «Noi», dice il sindaco Maria Antonia Ciotti, «mettiamo a
disposizione uno degli edifici più prestigiosi, ubicato a ridosso del centro
storico. Inoltre, visto che è fase di restauro, è possibile modificarne il
progetto per ottemperare a tutte le necessità che si rendano necessarie per
accogliere e rendere operativa al massimo la sede di un istituto così
prestigioso come l’Unesco: parlo del forte di Montericco e batteria Castello,
costruiti sui ruderi del “Castello di Pieve di origine romana”». La
dichiarazione di disponibilità del sindaco Ciotti, è stata a lungo applaudita
dalle autorità, dai tecnici e dai cittadini presenti ieri al convegno
ambientalista di Pieve. «Sappiamo bene», ha aggiunto Maria Antonia Ciotti, «che
la nostra non sarà l’unica proposta. Siamo però fiduciosi che, considerata la
centralità del Cadore nell’ambito dolomitico (abbiamo le Dolomiti Orientali ad
est, quelle occidentali ad ovest e le Tre cime di Lavaredo a nord), la nostra
proposta dovrà essere presa in seria considerazione».
il Corriere delle Alpi — 29 giugno 2009 pagina 09
sezione: CRONACA
«Unesco a Pieve? Bella proposta»
PIEVE DI CADORE. L’offerta del sindaco Maria Antonia Ciotti del Forte di
Montericco come sede della nascente Fondazione Unesco, ha suscitato pareri
positivi sia da parte dei cittadini, che tra i tecnici e le autorità della zona.
Ad ascoltare, con una certa sorpresa, la disponibilità del sindaco Ciotti ad
accollarsi il “fardello”, una sala piena di personaggi illustri e di autorità.
Tra le prime persone dichiaratamente favorevoli ad accogliere una sede così
prestigiosa nel paese cadorino, è il vicepresidente della Fondazione Tiziano,
Maria Giovanna Coletti: «Pieve, oltre alle sua caratteristiche ambientali,
figura tra le Città d’arte del Veneto, ed ha ottenuto il riconoscimento di
“Città della cultura” e di “Città murata”. Possiede, quindi, tutti i requisiti
per accogliere una sede prestigiosa, come la Fondazione delle “Dolomiti
patrimonio dell’umanità”. Sono convinta che nelle sedi decisionali, la scelta di
Pieve avrà buone possibilità per emergere». Anche al di fuori della politica,
l’idea piace un po’ a tutti, anche al titolare dello storico Caffè Tiziano,
Stefano Pompanin che, essendo originario di Cortina, potrebbe avere altri legami
di cuore: «Penso che se veramente arrivasse a Pieve la sede della Fondazione,
tutti ne avremo dei benefici, se non altro per il prestigio internazionale che
comporterebbe». Sempre nel comparto economico, la disponibilità di Antonia
Ciotti è piaciuta anche all’albergatore e neo consigliere provinciale Gino
Mondin: «Non posso che essere favorevole», commenta. «Si tratta di un fatto
molto importante che potrebbe condizionare il futuro del turismo e quindi
dell’economia in Cadore. Sarà difficile che la richiesta venga accolta, perché
ci sono troppi pretendenti e combattere contro corazzate come Cortina e Bolzano
non sarà facile. Certamente il fatto che il forte sia in fase di restauro,
perciò con un progetto aperto alle necessità della Fondazione, potrebbe essere
un elemento a favore di Pieve».