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Provincia di Vicenza |
Quel che resta della batteria superiore
Si trovano sul monte omonimo in Val Posina dopo Arsiero.
Armamento principale:
Due cannoni da 149mm in ogni batteria
Anche in questo caso si tratta di batterie costruite alla fine del 1800. Nella prima guerra mondiale appartenevano al II Settore (Arsiero) dello Sbarramento Agno-Assa. Veniva considerata "un opera antiquata ma non trascurabile". Sembra che il gen. Dankl, durante la Strafexpedition avesse sopravvalutato le possibilità di resistenza delle batterie dell'Aralta. Dal giorno 22 al 25 maggio, la 2a compagnia del 1° TJR compie delle esplorazioni proprio nella zona dell'Aralta e del monte Gamonda allo scopo di saggiare la consistenza della difesa degli Italiani. Il 26 maggio, alla 9a divisione italiana non resta altro che appoggiarsi disperatamente alla linea che passa dalle pendici basali del Cengio al Ponte degli Schiri e di qui a Velo d'Astico, e da qui alle falde del Priaforà e circuirle fino a collegarsi con l'Aralta.
Probabile sito di una delle batterie
Il 27 maggio vengono distribuiti (agli austriaci) gli ordini per l'avvicinamento e l'attacco all'Aralta e allo stesso Priaforà. Sotto una pioggia scrosciante, il feldmaresciallo Ignaz von Verdross, comanda il gruppo d'attacco formato da tutto il 1° TJR e dai battaglioni II e IV del 4° TJR. Il primo obiettivo era l'assedio del monte Aralta (Arlta per gli austriaci).
Il 29 maggio 1916 il monte Aralta, tenuto dal 209° fanteria fu investito da ben sei battaglioni austriaci e soverchiato. Il risultato di tali combattimenti fu la cattura di circa 1000 italiani da parte degli austriaci oltre alla cattura di alcuni pezzi da montagna e un cannoncino da trincea.
Passerà quasi un mese prima che gli italiani possano tornare sul monte Aralta, e precisamente il giorno 27 giugno, anche questa volta con un tempo pessimo (pioggia mista a grandine) ma, invece del fragore della battaglia ritrovarono il silenzio che caratterizza queste valli. Queste posizioni resteranno tali sino alla fine della guerra nel 1918.
Lo spazio per creare le batterie fu ricavato spianando delle zone del monte e costruendo poi, con il materiale ricavato, i muri a secco di contenimento. Non c'è dubbio che il lavoro più difficile fu la costruzione della strada d'accesso. Si tratta infatti di una lunga strada (oltre 10 km) a pendenza costante con molti tornanti oltre ad alcuni ponti nella parte iniziale.
Vie d'accesso all'opera:
Dall'abitato di Arsiero si prende la strada che porta a Posina. Dopo circa un chilometro si passa una galleria e dopo circa un altro chilometro si trova sulla sinistra un piccolo ponticello (Ponte della Strenta). Da qui parte la strada del monte Aralta che, in oltre dieci chilometri conduce in cima al monte Aralta. Il transito su tale strada è vietato ai mezzi motorizzati non autorizzati. Per informazioni a riguardo potete contattare la Comunità Montana Alto Astico e Posina al n° 0445-740529.
Altre foto disponibili: