Il Campo Trincerato di bologna

Forte Villa Contri

Prima linea

Pianta dell'opera Villa Contri

 

Armamento principale:

Da cinque a più pezzi in barbetta.

 

 

Cenni storici:

Era considerato uno dei principali caposaldi del campo trincerato di Bologna. In seguito al raggiungimento dell'Unità d'Italia e l'affermarsi dello Stato Italiano, la gran parte del sistema difensivo venne smantellato. Non fu così per il forte di Villa Contri che si trasformò in stabilimento militare.

Nel periodo della prima guerra mondiale, il forte Villacontri e la lunetta Casaralta vennero usati per il caricamento dei proietti e per il recupero dei bossoli di proietti e di cartucce provenienti dal fronte.

Vi erano occupate un centinaio di donne (gli uomini erano tutti al fronte) adibite alla lavorazione di cartucce da fucile. L'attività continuò anche in seguito fino alla seconda guerra mondiale e il fatto che insieme a materiali bellici vi fossero depositati ingenti quantitativi di esplosivo, fece si che non venne più chiamato forte ma "Polveriera di Villa Contri". In una vasta area protetta dal terrapieno e dal filo spinato, insieme all'edificio principale, c'erano capannoni, casematte interrate ed altre strutture.

Durante la seconda guerra mondiale, alcuni partigiani della 7a GAP Gianni e altri di Casalecchio danno l'assalto al deposito di munizioni tedesco di villa Contri, situato nel forte dell'antico campo trincerato di Bologna, nei pressi di via della Barca. Si impossessano di esplosivi, fucili e proiettili. I due gappisti Dante Drusiani (Tempesta) e Vincenzo Toffano (Terremoto) fanno saltare la polveriera. Perdono la vita tre militi della GNR. Le esplosioni si susseguono per tutta la notte e il giorno successivo: schegge e frammenti vengono sbalzati fino alla palazzina del Malcantone in via Battindarno. Ideatore e organizzatore dell'impresa, già tentata invano alcuni mesi prima, è Ildebrando Brighetti (Brando), responsabile militare della Gap per la zona bazzanese.