DOSSACCIO

Provincia di Trento

Il frontale del forte nostri giorni

(Umberto Zoppelletto)

 

Opera facente parte dello sbarramento di Panaveggio e situato sulla sponda destra della Valle di Travignolo a quota 1838 m. nel territorio del comune di Predazzo (Val di Fiemme), da cui dista km. 13 e km. 66 da Trento.

Fu iniziato nel luglio 1890 è finito il 31 ottobre 1895.

 

ARMAMENTO PRINCIPALE:

Quattro obici da 100 mm. su scudo corazzato.

 

ARMAMENTO SECONDARIO:

Quattro cannoni da 120 mm. Mod.80 in feritoie ad apertura minima piazzati in casematte di pietra con scudo corazzato e dodici mitragliatrici calibro 8 mm. Mod. 93 (due in postazione frontale corazzata; due in breccia corazzata; otto in cofano blindato).

CENNI STORICI:

Il Forte Dossaccio (Werk Dossaccio) è un opera fortificata per combattimenti a lunga distanza facente parte del cosiddetto Sperre Paneveggio. L'opera costituiva il perno fra il sistema della Val di Travignolo e quello dell'adiacente Passo di San Pellegrino.

Il suo compito era di sbarrare la strada e la valle del torrente Travignolo.

 

Le cupole del forte oggi in cemento

 

Negli anni 1915/17 il forte si trovò vicino al fronte, ciononostante non presenta danni di rilievo.

Già nel 1916 ( secondo il Servizio Informazioni della Ia Armata italiana ) fu disarmato e trasformato in deposito, i cannoni furono spostati nel bosco vicino. Due degli obici furono collocati in gallerie blindate e gli altri due all'aperto.

Un particolare interessante: durante le operazioni di disarmo, le cupole blindate furono sostituite con delle simili in calcestruzzo e furono posizionati dei tronchi d'albero al posto delle canne degli obici per ingannare il nemico (vedi foto).

Fu radiato dal Demanio militare italiano negli anni trenta, è ora di proprietà del Demanio provinciale.

Qualche lavoro di mantenimento dell'opera, è stato eseguito dalla Direzione del Parco Naturale di Paneveggio.

NOTIZIE SULL'OPERA:

Opera in casamatta, costruita in conci di porfido e calcestruzzo, aveva come base, un'ampia piattaforma prativa. Ha un fronte spezzato con cofano nel fossato frontale. Il corpo principale è a pianta pentagonale. Dall'angolo di nord/est parte un corpo a linea spezzata lungo circa 200 metri: casamatte e baluardi.

Presenta una formula architettonica simile a quella del forte Buso (del quale è coevo e aveva in comune anche gli stessi progettisti. Una lapide nel muro di sostegno del fossato est, documenta la data d’inizio e di conclusione dei lavori di costruzione: BEGONNEN JULI 1890 - BEENDET 31 OKTOBER 1895.

Il fossato frontale era protetto da un cofano di calcestruzzo, che accoglieva un gruppo di mitragliatrici. Un campo esterno di reticolati con profondità di 12 m. serviva per la difesa ravvicinata. Era dotato di tre osservatori corazzati.

Un gruppo elettrogeno a benzina forniva elettricità per l’illuminazione interna e ad un riflettore da 90 cm. e due da 21 cm.

Esisteva un collegamento telefonico e con il telegrafo ottico con il forte Buso e Moena. Era collegato con la centrale telefonica di Predazzo e S. Martino.

Nel 1912 fu sottoposto a revisione e ammodernamento. In occasione del suo disarmo, vennero piazzati due pezzi da 77 mm. a Palù dei Mugheri e trincee, tunnel e reticolati, collegavano il tutto. All’interno del forte c’era la cucina e i servizi vari. Condotti di aerazione permettevano il ricambio dell’aria all’interno. Ampi magazzini per le munizioni erano posizionati non lontano dai pozzi dei cannoni. Sulla destra del fronte di gola si vede ancora una specie di bacino naturale che serviva a raccogliere l'acqua piovana capace di 52,5 mc.

Particolare delle cannoniere ai nostri giorni

Nel 1912 fu costruita una tubazione che prelevava l’acqua dalla base del ghiacciaio e la portava in una cisterna della capacità di 64,8 mc.

La guarnigione era composta da 7 ufficiali e 253 soldati (secondo altre fonti 6 ufficiali e 160 soldati di truppa ). Usando una certa precauzione si può visitare l'interno del blocco delle casematte. Il complesso si trova in uno stato di conservazione relativamente buono è un esempio tipico di architettura militare austriaca della fine del secolo scorso. Anche il tetto è facilmente raggiungibile.

Dal forte si diparte una postierla coperta e murata che conduce al fortino avanzato e alla torre dei riflettori. Già durante la guerra, lo spionaggio italiano era a conoscenza di tutti i particolari del forte.

Le rocce circostanti sono traforate da ricoveri, tunnel, collegamenti, feritoie, ecc. Lungo tutto il ciglio N.E. del colle del Dossaccio corre per circa 1 km. dalla quota 1836 (quella del forte) a quota 1777, e fino alla piccola sella delle Carigole (m. 1864 ) una linea di trincee blindate con antistanti reticolati ed abbattute. Il forte era stato dipinto in grigio-verdognolo onde mimetizzarlo.

VIE D'ACCESSO ALL'OPERA:

Da Predazzo m.1014 si risale la strada che porta al Passo Rolle e che entra nella Val Travignolo fino a raggiungere il ridente pianoro di Bellamonte posizionato a m.1372 ( km.5,5). Quando si raggiunge il bacino artificiale si prende a sinistra ( parcheggiare nei pressi della pensione Alpina). Con una salita continua si arriva all'opera proprio davanti all'ingresso della fortificazione.