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BEANO

UDINE

Il Forte di Beano.

Deposito di Beano (Fraz. di Codroipo)

 All'indomani della acquisizione italiana di quasi tutto il Friuli a seguito della guerra austro-prussiana del 1866 lo Stato Maggiore del Regio Esercito italiano si pose immediatamente il problema di una possibile ulteriore guerra contro l'Austria Ungheria. Nella consapevolezza che le risorse italiane non fossero eguali rispetto al possibile nemico, nonostante fosse divenuto un alleato (si ricorda che dal 1881 l'Italia firmò con la Germania e l'A.U. La Triplice Alleanza) e che in caso di guerra la mobilitazione avrebbe richiesto tempi lunghi per l'ammassamento di truppe in Friuli, per scongiurare un attacco in forze da parte austroungarica si ripensò tutta la difesa del Friuli imperniata ancora sulla fortezza di Palmanova, fortificando tutta la zona del Tagliamento con fortini in grado di alloggiare pezzi di grosso calibro e sbarrare così l'attraversamento del fiume da parte del nemico.

 Ecco che agli inizi del Novecento, su progetto e direzione del Generale Pollio si eresse una cintura di forti simili tra loro, spesso addirittura gemelli, che andavano da Precenicco fino a Sedegliano. Nei pressi del Ponte della delizia venne creata la cosiddetta piazzaforte di Codroipo che assommava diverse opere di difesa tra cui erano integrati il forte di Rivolto, quello di Varmo e pure il forte di Beano. Fin da subito tale cintura difensiva provocò le apprensioni delle autorità militari austroungariche che cercarono di entrare in possesso dei progetti direttamente dal direttore dei lavori Giuseppe Bormans.

 Il forte di Beano venne eretto tra il 1909 e il 1910 e si presentava come una bassa costruzione pressocché rettangolare a due piani, circondata da un fossato d'acqua sulla cui sommità stavano sei cupole armate con cannoni da 149 mm capaci di sparare colpi a diversi km di distanza. Il forte era poi dotato di 4 cannoni da 75 mm e 4 mitragliatrici Perino, armi italiane da 6,5 mm di calibro in grado di sparare 450 colpi al minuto.

 La struttura è attraversata da un corridoio a cui si accede da tre ingressi posti sulla fronte, che la attraversava totalmente mettendo in comunicazione le batterie con le riservette, gli alloggi con i locali comando e laboratori polveri. Ai lati due scalinate consentivano di accedere al tetto.

 Il forte fu disarmato nel 1915 e i suoi pezzi di artiglieria vennero inviati con urgenza sul Carso. Dopo Caporetto venne catturato dall'11 compagnia A.U. che lo trovò totalmente deserto.

 Ritornato nelle disponibilità del Regio Esercito dopo la Prima Mondiale fu immediatamente trasformato in polveriera, destinazione d'uso che conservò anche durante la Guerra Fredda fino agli inizi degli anni Novanta.

 Le cupole d'acciaio balistico vennero smontate e le barbette rimaste così scoperte vennero dotate di tettoie in amianto. L'intera struttura, circondata da vegetazione venne avvolta da una gabbia Faraday in funzione antifulmine. Si conservò il fossato, scavalcato da alcuni ponti lignei su struttura metallica e l'area circostante venne ampliata attraverso espropri di campi agricoli, portando le dimensioni dell'area a 270m per 210/220 m circa.

 All'interno del perimetro, di forma trapezoidale circondato su due lati da Via della Ferrovia, indizio anche della sua rilevanza strategica vista la vicinanza (circa 150m della linea ferroviaria Codroipo-Udine), si trovano due circuiti di reti metalliche vigilati agli angoli da 4 altane su tripode di vecchio tipo.

 La struttura venne dotata a partire dagli anni Cinquanta di una moderna palazzina comando e alloggi e da altre due piccole strutture di servizio, tutte addossate alla carraia di accesso posta a sud verso la base aerea di Rivolto che dista circa 500m.

 Con l'abbandono della struttura in breve tempo l'incuria e distruzione presero il sopravvento tanto che tre delle tettoie in amianto che coprivano altrettante barbette dei vecchi cannoni crollarono spargendo ovunque residui amiantiferi.

 Dopo una serie di progetti non andati a buon fine e piccoli interventi di bonifica, a partire dal 2012 il forte è stato recuperato  dal Comitato per il Centenario Prima Guerra Mondiale - Zona medio Tagliamento, con la partecipazione attiva di diverse sezioni dell'Associazione Nazionale Alpini, che hanno dapprima provveduto a ripulire la zona dalla vegetazione, che, lasciata selvaggia, aveva completamente inghiottito la struttura. Fra i gruppi ANA più attivi ricordiamo quelli di Codroipo, Beano, Grions, Gradiscutta, Varmo, Bertiolo, Virco e Sedegliano.

 Testo di Cristiano Meneghel presente su di un cartello presso il forte di Beano, Friuli-Venezia Giulia, Italy.