MONTE LONZA

Rassegna stampa dedicata

 

Messaggero Veneto — 31 luglio 2003 pagina 09 sezione: CULTURA - SPETTACOLO

Festa della pace a Sedilis

Altri tre giorni consacrati ai sogni di pace, mentre continuano a imperversare i pensieri di guerra. Per la tredicesima volta l'associazione culturale La Siele e la parrocchia di Sedilis, in collaborazione con il Comune di Tarcento, daranno vita alla Festa della pace che porta come sottotitolo, appunto, Sogni di pace. Pensieri di guerra. Domani e sabato, alle 21, il forte della Bernadia ospiterà Anima belli, con drammaturgia e regia di Rita Maffei, a cura del Centro servizi e spettacoli di Udine, mentre domenica, alle 11, nel santuario della Madonna della Pace vi sarà una celebrazione solenne, presieduta dal vescovo di Nazareth monsignor Marcuzzo, alla quale seguiranno esibizioni di cori sloveni e friulani e della banda di Coja, il pranzo sociale, altri canti corali e, alle 18, il concerto di pace con i Zuf de Zur. La scelta del forte della Bernadia come sede dello spettacolo vuole essere fortemente simbolica, ma si sbaglierebbe, per spiegarne la scelta, a limitarsi alla storia di questo baluardo che, quando arrivò il nemico, fu conquistato senza colpo ferire perché ancora disarmato e già abbandonato dalla guarnigione che vi si doveva asserragliare. Le fortezze intatte, infatti, non testimoniano della vittoria della pace sulla guerra, ma, anzi, dello specializzarsi, dell'incrudelirsi della guerra stessa: come le trincee che diventano inutili con l'avvento della mitragliatrici e le fortezze, come la Maginot, che sono superate – in tutti i sensi – dalla Blitzkrieg e dagli aerei che ne sono la spina dorsale. In un orripilante crescendo che ha portato a vedere uccisi molti più civili che militari. Celebrare una fortezza abbandonata, insomma, sarebbe come celebrare allo stesso scopo una frombola, un gladio, un moschetto ad avancarica realizzati mentre stavano per diventare anticaglie e quindi mai usati.Il vero salto logico immaginato e realizzato dalla parrocchia di Tarcento con monsignor Duilio Corgnali, dal Comune con il sindaco Lucio Tollis, da La Siele con Paolo Senci, dal Css con Rita Maffei e dai tanti che hanno lavorato a questo progetto, è stato quello di immaginare un'occupazione della fortezza per mutarne drasticamente la destinazione d'uso, di effettuare una profanazione della sanguinosa sacralità della guerra per riconsacrare il luogo alla festosità della pace. E questo non soltanto con la sfida teatrale immaginata quest'anno, ma anche con l'obbiettivo di utilizzarne le massicce strutture per realizzare dapprima un laboratorio teatrale e, in futuro, un laboratorio internazionale dedicato proprio all'idea della pace con la convinzione che la conoscenza reciproca non può che favorire l'integrazione.Anima belli è un evento teatrale itinerante che coinvolgerà l'intero forte della Bernadia. Rita Maffei l'ha realizzato su testi tratti da Euripide, Beppe Fenoglio, Gino Strada, Tiziano Terzani, Lev Tolstoj, Heiner Muller, Nedzad Maksumic, la Costituzione Italiana, Crimini di guerra a cura di Roy Gutman e David Rieff, Jonathan Schell, Angelo Beolco detto Il Ruzante, la Dichiarazione universale dei diritti umani, Karl Kraus e molti altri. Il tutto è realizzato con la collaborazione de L'Impasto – Comunità teatrale nomade, Alessandro Berti, Michela Lucenti e delle Donne in nero di Udine. Coreografìe e canti sono di Michela Lucenti, interventi pittorici e installazioni di Luigina Tusini; l'assistente alla scenografa è Cristina Del Zotto, il disegno luci di Alberto Bevilacqua e la direzione tecnica di Massimo Teruzzi. In scena saranno gli attori guida Giovanni Boni, Fabiano Fantini, Emanuele Carucci Viterbi, Stefano Rizzardi, Giovanni Battista Storti e Alessandro Berti nell'abbecedario della guerra. La voce che legge l'articolo 11 della Costituzione Italiana è di Tommaso Romanelli. Le Troiane sono Elena Bonanno, Francesca Brizzolara, Elisa Dall'Arche, Alessia Dozzi, Desy Gialuz, Michela Lucenti, Fabiana Ricca, Nicoletta Sedrani, Emanuela Serra. Gli uomini in attesa sono Emanuele Braga, Maurizio Camilli, Renato Cravero, Yuri Ferrero, Francesco Gabrielli, Valbona Korini, Patrizia Piantanida. Le donne in nero sono Laura Adotti, Teodora Boldini, Laura Calò, Giovanna Cipolla, Annalisa Comuzzi, Marina Giovannelli, Anna Gottardo, Magda Gregorat, Mariolina Meiorin e Roberta Spizzamiglio. (g.p.c.)

Messaggero Veneto — 06 agosto 2003 pagina 11 sezione: UDINE

Tarcento, cambia il piano regolatore

TARCENTO. Una variante urbanistica, dai connotati di vero e proprio nuovo Piano regolatore generale, è stata assunta, l’altra sera, dal consiglio comunale di Tarcento. Si tratta di uno strumento che, adottando particolari accorgimenti concessi dalla legge, delinea margini di flessibilità al Prgc tali da consentire all’amministrazione comunale un’operatività autonoma e discrezionale, tale da facilitare la gestione delle pratiche di carattere urbanistico, nel generale interesse della popolazione.Una enunciazione di fondo che prevede, nello specifico, di favorire la residenzialità, attraverso il recupero degli immobili esistenti, anche di tipo rurale, di convertire le dismesse caserme Angeli e Urli a centri polifunzionali, sia di tipo residenziale che commerciale e turistico, di utilizzare il forte della Bernadia e le aree attigue, inserite nel contesto di un parco territoriale, con l’installazione di attrezzature per stages storici, culturali o semplicemente per soggiorni turistici en plain air, di realizzare un’autostazione per le corriere funzionale al flusso studentesco.Introdurre nel Piano regolatore comunale i limiti di flessiblità rappresenta, a tutti gli effetti, la possibilità di modificare sostanzialmente lo strumento urbanistico in vigore, senza il benestare della Regione.Su questa linea si è innestata l’azione del Comune che, in tal modo, ha inteso ripianare le pecche di uno strumento urbanistico apparso oltremodo lacunoso già all’indomani della sua assunzione. L’architetto Giovanni Mauro ha presentato i contenuti del nuovo documento. Partendo dall’analisi demografica e urbanistica di Tarcento e frazioni, il professionista ha indicato come consequenziali i correttivi che costituiscono il palinsesto della variante urbanistica. Una carrellata a tutto tondo che, partendo dal consolidato, ha delineato nuovi scenari per Tarcento, dove sarà possibile non soltanto l’incremento della residenzialità, grazie al pregevole plafond di servizi, ma anche di nuova occupazione. Bene ha riassunto i contenuti del nuovo strumento urbanistoco il consigliere di maggioranza Adriano Micossi, accompagnato dall’alone dei suoi illustri trascorsi di assessore all’urbanistica nel periodo postsismico.«La variante - ha detto in aula - consentirà al Comune di gestire lo sviluppo e la crescita del territorio, avvalendosi di uno strumento di pianificazione snello ed efficace, rispondente alle reali necessità degli abitanti. In questa ottica, l’amministrazione comunale intende rafforzare il patrimonio insediativo esistente, qualificare le aree di pregio ambientale e paesaggistico, agricolo e turistico, razionalizzare il sistema della viabilità primaria, urbana e di relazione, rivitalizzare e potenziare la struttura produttiva del comprensorio».Nonostante sperticati elogi sia al professionista che all’amministrazione comunale, «per aver prodotto uno strumento urbanistico innovativo», i consiglieri di minoranza hanno poi deciso di astenersi dal voto, adducendo motivazioni del tutto marginali rispetto alla globale pontenzialità del documento.Gianpietro Carniato

Messaggero Veneto — 06 agosto 2003 pagina 10 sezione: CULTURA - SPETTACOLO

Guerra, discesa agli inferi

di MARIO BRANDOLINUn forte e la sua storia per raccontare la guerra. Il forte è quello della Bernadia sul Monte Colzo sopra Sedilis di Tarcento, la guerra: tutte le guerre, quelle di ieri ormai consegnate alla storia e le troppe di oggi. L’evento: Anima belli, un collage di azioni sceniche coordinato dalla regista Rita Maffei per la Festa della pace 2003 negli spazi inquietanti del Bernadia. È una costruzione imponente il forte della Bernadia, un Moloch di cemento armato costruito nei primi anni del ‘900 lungo una linea strategica di fortificazioni che dai monti arrivava al mare a difesa da eventuali aggressori dal Nord. Ma quando nel 1917 la disfatta di Caporetto riversò attraverso le valli nella pianura friulana centinaia di migliaia di soldati austro-ungarici, il Bernadia era già fuori uso, consegnati i suoi armamenti al fronte, più a sud lungo il Piave. Una storia singolare, se non fosse che essa sta a dire l’assurdità dei pensieri che guidano gli uomini quando pensano alla guerra, anche solo preventiva o di pacificazione. E su questa assurdità, con tutte le tragedie e sofferenze che essa però comporta, ha comportato e comporterà, si è sviluppata l’azione di Anima belli.Diviso il pubblico in cinque gruppi, dopo che sul piazzale antistante il forte gli è stata illustrata la storia, comincia una sorta di discesa agli inferi: cinque tappe in cui la guerra viene raccontata nei suoi “effetti collaterali”. Che sono il senso di spaesamento, lo choc, il terrore di chi l’ha vista da vicino, incapace di afferarne un briciolo di senso, come il Ruzante vegnù da la guera, in cui il villano creato dal Beolco, interpretato da Giovanni Boni, racconta nel fossato del Bernadia al compare Menato, Fabiano Fantini che si esprime in friulano, le cose terribili che gli è capitato di vedere durante una delle tante scorribande guerresche nella Padania del Cinquecento. “Effetto collaterali” come la disperazione delle donne di Troia, che con le parole antiche di Euripide raccontano la presa e la caduta della città e il loro destino di schiave: un coro dolente di giovani donne, guidato da Michela Lucenti in un lungo canto schiacciato lungo i possenti muri settentrionali del fortilizio in accenni di una smarrita danza di morte. O ancora il macabro gioco condotto da Alessandro Berti ne L’abecedario della guerra, in cui su richiesta degli spettatori si dà lettura di alcune voci di Crimini di guerra, una sorta di vademecum sulle mille facce tragiche della guerra curato dai giornalisti Roy Gutman e David Rieff: F come “fosse comuni”, con la descrizione di uno di questi santuari della ferocia umana durante il recente conflitto balcanico, M come “malati e feriti”, spesso usati come cavie per esperimenti, I come “incitamento al genocidio” sulle trasmissioni di radio RTLM che in Rowanda incitava gli Hutu a sterminare i Tutsi... E poi, lungo il corridoio centrale al primo piano nella fortezza alcune scene da Il partigiano Johnny di Fenoglio e poi sotto, nelle umide celle dello scantinato, le testimonianze delle Donne in nero, sui crimini e sulle violenze patite dalle donne nei conflitti che ancora numerosissimi insanguinano il pianeta. Infine, sul piazzale d’armi, usciti a rivedere le stelle, un grido e un monito Non nel mio nome e Mai più. Un’esperienza più che uno spettacolo, un invito a non dimenticare, che la suggestione del luogo ha reso ancor più palpitanti ed emozionanti: un percorso di tensione e attenzione che alla fine si è sciolto nella condivisione di un lungo e commosso applauso.

Messaggero Veneto — 14 agosto 2003 pagina 10 sezione: UDINE

Alpini sulla Bernadia Raduno anticipato


TARCENTO. E’ stata operata, per così dire, una manomissione alla tradizione alpina delle Valli del Torre che da oltre quattro decenni, la prima domenica di settembre, trovava la sua massima espressione sulla Bernadia, la montagna che sovrasta Tarcento e dalla quale il faro del monumento alla mitica Julia irradia il tricolore sulla pianura friulana. Appuntamento al quale l’Ana assegna la qualifica nazionale, il raduno alpino della Bernadia, giunto quest’anno alla 45ma edizione, si celebrerà, invece, domenica 31 agosto, con sette giorni di anticipo su un calendario ormai consolidato. Ne ha dato comunicazione il presidente del Comitato faro, Luciano Trusgnach, preoccupato che la variazione possa incidere negativamente su un appuntamento che ha sempre rappresentato un forte momento di riflessione sull’entità alpina in armi, ma anche una tappa significativa nella vita delle penne nere delle Valli del Torre, alle quali abitualmente si aggregano numerose entità del Triveneto e rappresentanze nazionali ed estere. La cerimonia prenderà avvio, alle 10.30, con l’alzabandiera e, alle 10.40, sarà celebrata la messa sulla scalinata che dal piazzale sale al monumento-faro alla Julia.

Messaggero Veneto — 13 dicembre 2003 pagina 09 sezione: REGIONE

Restauro di beni artistici: fondi per 17 milioni

TRIESTE. La giunta ha adottato una delibera sull’accordo di programma con il governo per interventi su beni e attività di natura artistica e culturale: 17 milioni e 287 mila euro. Gli interventi sono riferiti all'Alto Friuli, che riceverà 5 milioni e 600 mila euro, e al sistema Grado-Monfalcone-Aquileia, che avrà 6 milioni e 700 mila euro. Quasi cinque milioni andranno inoltre a interventi puntuali a Gorizia, Tarcento e in Valcellina. Questa la lista completa: Zuglio, area archeologica (644 mila euro); Moggio, complesso dell'abbazia (un milione e 133 mila); Chiesa di San Floriano a Dordolla (180 mila); Cesclans, Pieve di Santo Stefano (552 mila); Tolmezzo, pieve di San Foriano e chiese di San Vito e San Paolo (187 mila); Ovaro, area archeologica chiesa di San Martino (170 mila); Ovaro, pieve di Santa Maria di Gorto (186 mila); Socchieve, pieve di Castoia (30 mila); Zuglio, Santa Maria del Monte (145 mila); Tolmezzo, museo del duomo (260 mila); Paularo, centro culturale (495 mila); Zuglio, pieve di San Pietro (941 mila); Tarvisio, chiesa di San Nicolò (129 mila); Treppo Carnico, galleria d'arte moderna (155 mila); Chiusaforte, chiesa di Sant'Antonio (103 mila); Tolmezzo, Teatro Candoni (520 mila); Grado, museo di archeologia subacquea (854 mila); Monfalcone, biblioteca civica (4 milioni e 483 mila); Monfalcone, museo civico sezione paleontologica (un milione e 500 mila); Montereale, palazzo Toffoli (969 mila); Tarcento, forte Bernadia (2 milioni e 418 mila); Gorizia, biblioteca statale isontina (un milione e 549 mila).

Messaggero Veneto — 11 marzo 2004 pagina 11 sezione: UDINE

Bernadia: Fi critica l'investimento

TARCENTO. Il Comune di Tarcento intende recuperare l’area del forte del Bernadia e garantire una nuova destinazione alla struttura, ma il recupero del forte, solo per le opere di messa in sicurezza, secondo gli esponenti di Forza Italia, comporterà costi troppo elevati investimenti. L’amministrazione comunale avrebbe già progettato di investire oltre un milione e 200 mila euro, ma serviranno altri fondi per completare l’opera, cui andranno sommate le spese di manutenzione e gestione.A segnalare gli eccessivi costi per il recupero del forte sono Michela Gasparutti (nella foto), capogruppo di Fi a Tarcento, e il consigliere azzurro Silvano Nonino. Il forte del Bernadia è tra le costruzioni più caratteristiche della zona. Il tempo ha reso fatiscente la struttura e l’accesso oggi è difficile e pericoloso. L’amministrazione comunale ha annunciato un progetto di recupero dell’area al fine di destinare la costruzione a scuola internazionale per la pace.Michela Gasparutti e Silvano Nonino esprimono però forti perplessità: «Non ci è consentito capire e sapere cosa l’amministrazione intenda realizzare nel forte. Inizialmente si parlava con insistenza di realizzare un’opera, un’Università per la Pace, ma a seguito di alcuni evidenti malumori del paese improvvisamente l’amministrazione cambia rotta e dichiara che 255 mila euro di finanziamento comunale e 955 mila euro di finanziamento europeo e non si sa quanti altri milioni di euro per completare l’opera, serviranno per mettere in sicurezza il forte del Bernadia. Ci paiono cifre veramente astronomiche solo per una messa in sicurezza. Non vorremmo ci fosse dell’altro o per lo meno gradiremmo essere informati, visto che l’impegno finanziario peserà sulle future amministrazioni e su ciascun cittadino». Fi si preoccupa non solo delle spese per le opere iniziali, ma anche di quelle prevedibili per la manutenzione della struttura e per pagare un custode, impegno necessario visto che il forte sorge in una zona isolata. Anche le due strade di accesso sono giudicate insufficienti: per Fi andranno almeno raddoppiate, con alti costi visto che si tratta di strade di montagna, per alcuni tratti scavate nella roccia. «Non vorrei fosse una cattedrale nel deserto» conclude Nonino.Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 31 luglio 2004 pagina 14 sezione: UDINE

Via libera al recupero del forte

TARCENTO. E' stato approvato il progetto preliminare per il recupero del forte del monte Bernadia. La struttura diventerà un centro culturale di livello europeo, condividendo e concretizzando cosi il programma della parrocchia di Sedilis, portato avanti da monsignor Duilio Corgnali, per la realizzazione di una "Scuola europea sperimentale permanente della pace". É dalle attrattive paesaggistiche del luogo, nonchè dalle iniziative della festa per la pace, dallo studio infine del piano di settore per i vigneti e la frutticultura, che si è sviluppata l’idea del progetto per la Bernadia. La riflessione sull´istituzione di un parco intercomunale ha portato infine al progetto "Forte Bernadia scuola europea per l´ambiente e la pace". Costruito alla vigilia della prima guerra mondiale a scopo difensivo, disarmato prima di Caporetto per fornire pezzi al fronte, e in seguito abbandonato e saccheggiato, il forte del Bernadia oggi è di proprietà comunale. La struttura non presenta problemi statici, il non recuperarlo porterebbe però a un inarrestabile degrado; l'asse di finaziamento europeo individuato quindi allo scopo dall'amministrazione comunale è Docup Obiettivo 2. Il forte, dal cui spiazzo si domina tutta la pianura friulana, consiste in un corpo principale in calcestruzzo e in vari ambienti di servizio come casematte, batterie, polveriere. Si tratta di una grande costruzione rettangolare in cemento su due livelli un tempo collegati da una scala. E' circondato da due fossati e ornato da stipiti, feritoie, portali, basamenti scalpellati e murature bugnate. Il forte non conserva però nè l'armamento nè i suoi sistemi di funzionamento. Per quanto riguarda il suo stato di conservazione, nelle principali strutture è giudicato soddisfacente, la pellicola in calcestruzzo in grosse porzioni è però rigonfiata, ci sono fessurazioni e infiltrazioni, manca l'originale solaio per l'accesso alle postazioni del primo piano, gli elementi decorativi sono deteriorati e sono stati infine asportati porte, portali e infissi. La progettazione preliminare generale riguarda quindi gli interventi urgenti per il recupero della struttura, dell'architettura e dell'immagine originaria del forte. Sono previsti anche interventi sugli spazi aperti, compresa la realizzazione di un fabbricato di servizio. Nel forte saranno quindi realizzati pavimenti, gradini, intonaci cementizi interni ed esterni e tutti gli elementi decorativi di facciata, oltre ai serramenti e agli impianti tecnologici. Il progetto preliminare prevede quindi il recupero di tutti gli spazi interni ed esterni del forte per attivita´culturali e turistiche. Si prevede di destinare la sale le sale del primo livello a laboratori didattici, mentre il secondo livello e il livello interrato potranno essere utilizzati per un percorso didattico multimediale. Nel nuovo fabbricato servizi potranno invece collocarsi i servizi di bar e ristorazione, incompatibili con l´architettura del forte. . Il recupero si inserisce, secondo l´amministrazione comunale, in un progetto di sviluppo economico basato sulla valorizzazione dell’ambiente naturale e sull’utilizzo di strutture di prestigio, nell´ottica dell´apertura internazionale cui il territorio tende grazie anche alle sue manifestazioni.Man mano che il progetto si concretizzerà dal punto di vista didattico espositivo, la gestione sarà necessariamente più professionalizzata e potrà essere mista, pubblico e privati. Verrebbero incrementate le manifestazioni storico-culturali, di educazione ambientale, ricreative, il forte recuperato verrà anche messo in rete con le strutture similari e sarà oggetto di promozione e di grandi manifestazioni. L'intenzione dell'amministrazione è di sviluppare quindi un progetto complessivo con nuove opportunità per lo sviluppo del territorio: al progetto di recupero si affiancheranno infatti interventi di educazione multimediale, con risorse tecnologiche avanzat.(b.c.)

Messaggero Veneto — 03 agosto 2004 pagina 11 sezione: UDINE

«Non stravolgere il forte»

TARCENTO.«Indipendentemente dal progetto della parrocchia di Sedilis, non si può fare a meno di sottolineare che a Tarcento si continuano a realizzare e promuovere strutture con destinazione simile, rischiando così che alla fine partano tutte e nessuna funzioni». Così si esprime Barbara Anzil, consigliere comunale della Lega Nord a Tarcento, sul tema del recupero del forte del monte Bernadia, di cui recentemente l'amministrazione comunale ha approvato il progetto preliminare. «Il fortino della Bernadia – continua Anzil – è un simbolo per gli abitanti di Tarcento e non solo. E' altrettanto vero che la struttura necessita di una riqualificazione. Credo però di interpretare i dubbi di molti sul progetto esposto dall'amministrazione: come si intende portare lassù acquedotto, fognature e luce? Come si pensa di risolvere il problema della viabilità, dato che per ogni manifestazione bisogna ricorrere al senso unico e come si pensa, su quel tipo di strada, di far passare macchine operatrici? Quale sarà poi l'impatto ambientale di tutti questi lavori e quale sarà la destinazione della tradizionale adunata degli alpini di fine estate che, tra l'altro, portava un certo introito economico al paese ed era la più legata alla storia del fortini, e quale sarà anche la destinazione del più recente motoraduno che veniva organizzato sul piazzale che riscuote un notevole successo tra i bikers?». «Mi permetto alla fine di sottolineare, conclude la Anzil, l'importanza affettiva che ricopre quel luogo per i tarcentini: fin da piccoli tutti sono stati portati dai genitori all'adunata degli alpini e, in età adolescenziale, sono andati a vedere le stelle cadenti o il mare. Il luogo è uno dei più suggestivi di Tarcento: non vorrei che venisse stravolto».Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 06 agosto 2004 pagina 12 sezione: CULTURA - SPETTACOLO

Il soldato Pulcinella apre questa sera la Festa della pace

TARCENTO. Inizia oggi, a Sedilis di Tarcento, la XIVª Edizione della Festa della pace. L’apertura è affidata allo spettacolo Woyzeck soldato Pulcinella, una produzione del teatro d’estate di Zsámbék, in Ungheria, e di Cultura 2000 dell’Unione Europea con la collaborazione dell’Associazione Pantakin di Venezia e del CSS di Udine. Lo spettacolo andrà in scena oggi e domani, alle 21 nel forte della Bernadia, ed è tratto dal Woyzeck, capolavoro di Georg Büchner. La rappresentazione è firmata dal regista ungherese Simon Balázs, mentre protagonista nel ruolo del soldato è l’attore friulano Andrea Collavino, originario di San Daniele del Friuli e da anni tra i giovani protagonisti della scena italiana ed europea.Il fascino e la forza della cultura mitteleuropea, la lucida analisi psicologica ungherese e la poetica simbolica romena uniti al divertimento tipico della commedia dell'arte italiana: queste le caratteristiche più innovative ed accattivanti di Woyzeck soldato Pulcinella. Significativamente, all'insegna del dialogo e della cooperazione tra culture, sarà una compagnia internazionale composta da attori ungheresi, romeni e italiani a portare in scena lo spettacolo.Con una scelta fortemente simbolica però, prima ancora dell'avvio del progetto che lo vedrà trasformarsi in una scuola internazionale per la pace, il forte della Bernadia si ripopolerà durante due serate della Festa della Pace, veicolando messaggi di armonia e accordo fra le genti. Lo spettacolo Woyzeck soldato Pulcinella è stato concepito, e ha debuttato, in una ex-base missilistica antiaerea russa sulla montagna di Nyakas: un edificio, considerato obiettivo militare fino al 1996, che nella sua funzione originale evocava gli orrori della guerra e oggi invece è divenuto fonte di ispirazione lirica. La Festa della Pace, organizzata dalla parrocchia di Sedilis-Tarcento, dall'associazione culturale La Siele, e dall’associazione I Colonos, continua domenica alle 11.00, al santuario della Madonna della Pace sul monte Bernadia a Useunt, con la concelebrazione presieduta da monsignor Juri Biziak, vescovo ausiliare di Capodistria, celebrazione accompagnata da cori e dalla banda di Coia. Seguirà il pranzo sociale, il concerto della banda di Coia alle 16.00, e alle 20.00 Sotto le stelle, un suggestivo incontro con la musica e i canti da La solitudine del mitilo di Stefano Montello, con i Mitili Flk, Pierluigi Cappello e Claudia Grimaz. (b.c.)

Messaggero Veneto — 07 agosto 2004 pagina 13 sezione: UDINE

Tarcento, in autunno un incontro per il forte

TARCENTO. Una riunione aperta con la popolazione sul futuro del forte del Bernadia: questo è quanto ha annunciato, per l'autunno, il vicesindaco di Tarcento, Loris Agosto. «Si fa un gran parlare del progetto del forte Bernadia a Tarcento, ha spiegato, da quando l'amministrazione comunale ha partecipato, prima in graduatoria, al bando regionale europeo "Obiettivo 2 ", finanziato con una spesa di 1.209.600 euro di cui 995.584 a finanziamento Ue e la parte rimanente a cofinanziamento comunale. Si nota anche una certa preoccupazione sulla destinazione, su come arrivarci e sulla tutela ambientale, per un luogo caro ai tarcentini, e a tanti friulani: lo capiamo e quindi l'amministrazione, come ha fatto a suo tempo con la passerella sul Torre, intende, in autunno, presentare il progetto in un'assemblea pubblica».«In quella occasione – continua Agosto – i professionisti che prima di tutto hanno a cuore la questione della valorizzazione delle risorse ambientali del luogo, potranno presentare il piano di lavoro del progetto ed ascoltare i cittadini per raccogliere ulteriori consigli e proposte. L'amministrazione intende portare avanti l' istituzione di una scuola internazionale per la pace, dove la struttura del forte con i laboratori multimediali, diventa il simbolo e punto di incontro di tutta la proposta». «Negli incontri che si faranno anche con le associazioni che sul Bernadia svolgono la loro attività – con alcune abbiamo gia parlato – potranno essere un ulteriore momento per migliorare la strada da percorrere insieme con un progetto condiviso. Queste associazioni insieme ai comuni di Tarcento, Magnano e Lusevera e con il Consorzio dolce Nord-Est potrebbero costituire di un organismo per la gestione del luogo in termini di organizzazione delle manifestazioni in un sistema inserito in un circuito più ampio». Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 31 agosto 2004 pagina 15 sezione: UDINE

«Per il Forte fondi europei» Il sindaco difende il piano

TARCENTO. «Questa amministrazione ha avviato una serie di progetti che condurranno Tarcento verso un futuro di sviluppo economico, sociale e turistico. voglio ricordare il progetto relativo il Forte della Bernadia». Il sindaco di Tarcento, Lucio Tollis, spiega così i disegni dell’amministrazione per il futuro del comune, comprendenti il recupero del Forte, tema “caldo” nel dibattito politico di questi giorni. «Per fare questo ci vuole coraggio - continua il sindaco - l’abbiamo dimostrato nel caso dell’edificazione del ponte pedonale del centro Ceschia, che qualcuno voleva smontato e ridotto a ferro vecchio: oggi, invece, tutti l’apprezzano. Analoga operazione per la realizzazione del Pip di Collalto, che sta dando risultati positivi: stiamo assegnando infatti gli ultimi lotti. Siamo convinti che lo stesso avverrà per l’ex cinema Margherita e il Forte del Bernadia. Va sottolineato - puntualizza - che in tutta Europa gli itinerari sulla prima guerra mondiale sono valorizzati e inseriti nel circuito turistico, ad esempio sullo Stelvio e il Falzarego. Non lo stiamo certo inventando noi». «Non bisogna continuare a ragionare sulle briciole - rincara sul tema il vicesindaco Loris Agosto - ma bisogna avere il coraggio di pensare in grande e credere nelle cose che si fanno. Il progetto del Forte - spiega - è risultato primo nella graduatoria di progetti del bando europeo a cui abbiamo partecipato. Ha ottenuto il finanziamento più alto ed è stato accettato dalla giunta regionale precedente e sostenuto dall’attuale. E’ evidente, dunque, che ha un valore intrinseco. Per chiarire, è bene spiegare che se questi soldi non fossero stati ottenuti dal Comune di Tarcento, sarebbero andati ad altri enti per progetti analoghi». «Noi - prosegue Agosto - investiamo un quinto di ciò che investe il Fondo sociale europeo, sostenuto dalla Regione, e quelli che investiamo sono soldi che che comunque andrebbero spesi per non lasciare nel degrado la struttura la cui manutenzione, a oggi, è garantita solo dai volontari dell’Ana, cui siamo riconoscenti».Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 30 settembre 2004 pagina 12 sezione: UDINE

Recupero del Forte: 80 anni fa un piano

TARCENTO. Il nuovo progetto per il recupero del forte del Bernadia, per un investimento di circa un milione e 200 mila euro, è da mesi al centro dell’attenzione dei tarcentini. Una nuova scoperta è arrivata dal noto storico e saggista Paolo Montina: già ottant’anni fa, a Tarcento, esisteva una pratica per il recupero del forte, testimoniata da una lettera datata dicembre 1928, scritta dall’allora ispettore regionale onorario ai monumenti, Giuseppe Biasutti, e indirizzata al commissario prefettizio di Tarcento. Già all’epoca era quindi stata avviata la cessione dell’area al Comune, per provvedere poi al recupero del fortilizio. «Ritengo superfluo far presente l’importanza, sotto l’aspetto turistico, che l’area sulla sommità del Bernadia potrà assumere» si legge sul documento ritrovato. La proposta di Biasutti era di insediare nel forte una famiglia, a scopo di vigilanza, e poi di provvedere, in un secondo momento, a un piano di recupero e valorizzazione dell’area. «Non sappiamo come andò la pratica, commenta Montina, evidentemente non bene se il forte è rimasto abbandonato e nella seconda guerra mondiale fu ricovero dei partigiani della banda di "Carlo". La documentazione riscoperta da Montina è stata consegnata all’amministrazione comunale di Tarcento. «Ci fa piacere quindi questa scoperta - commenta il vicesindaco Loris Agosto - che indica una nostra unità d’intenti e una coerenza con gli antichi amministratori. Il recupero del forte, ricorda ancora Agosto, si lega ai progetti per il recupero di aree militari dismesse a Tarcento, come il ripristino dell'ex caserma Talentino e, in prospettiva, quello dell'ex caserma Urli». (b.ci.)

Messaggero Veneto — 03 dicembre 2004 pagina 12 sezione: UDINE


Bernadia: lavori per 1,2 milioni

TARCENTO. Un milione e 209 emila euro per la seconda fase di lavori sul forte del monte Bernadia: questo l’investimento per la seconda fase dei lavori, di cui l’assemblea civica tarcentina ha approvato, in una vivace riunione, il progetto preliminare. Ma il progetto ha trovato una forte opposizione, domani partirà una raccolta di firme.Sul Bernadia sorgerà un nuovo edificio per i servizi, destinato soprattutto a scolaresche e ai visitatori, che servirà le due strutture del fortino del Bernadia e del vicino faro della Julia. Si tratterà di una struttura interrata, progettata così per non avere un forte impatto ambientale e che avrà un’estensione totale di circa 350 mq. Sono previsti quindi, al suo interno, diversi vani, destinati a locali di servizio, come punti informazioni, book shop, bar, bagni, e una sala più grande, per meeting che potrà ospitare all’incirca due scolaresche. Il nuovo edificio interrato sorgerà proprio di fronte al forte, nel piazzale antistante e sarà collegato con un corridoio all’edificio principale. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un ascensore per raggiungere i locali interrati, che sorgerà in corrispondenza dell’attuale fossato e che servirà quindi contemporaneamente anche il piano superiore del forte. Tra le opere previste, va segnalata poi la sistemazione del piazzale e una nuova pavimentazione. Il finanziamento del secondo lotto, completamente a carico dello stato, prevede quindi un importo di 1.209.000 euro finanziati con fondi Cipe. Si tratta di un finanziamento "gemello" rispetto a quello della prima parte dei lavori del forte: per quella parte dei lavori infatti l’investimento totale era di 1.209.600 euro, finanziati per 965.584 euro da fondi Ue e per il 20% dal Comune.Il progetto è passato coi voti favorevoli della maggioranza, contraria l’opposizione, che non ha però circoscritto la sua azione alle mura di palazzo Frangipane. Domani parte infatti la raccolta di firme che la Lega tarcentina avvia per dire no al progetto di recupero del forte del Bernadia: anche la sezione tarcentina di An ha annunciato una raccolta di firme, con modalità però ancora da definire. Per chi fosse interessato, sarà possibile firmare ogni sabato mattina dalle 9 alle 12.30 e al pomeriggio dalle 17 alle 19 presso la sede della Lega, in via Morgante. Così la Lega motiva la decisione di avviare questa iniziativa: «Il progetto del Comune relativo al ripristino del fortino della Bernadia è scandaloso e denota che gli amministratori sono fuori dal tempo: la gente chiede strade sicure e con maggiore manutenzione e loro decidono di imbarcarsi nell’ennesima cattedrale nel deserto da realizzare con quasi 4 miliardi e mezzo delle vecchie lire. Certo, sono finanziamenti europei, ma il Comune comparteciperà per circa 250.000 euro per la realizzazione del progetto. E sicuramente, dato che un piano gestionale non esiste e l’amministrazione non ha le idee chiare sul futuro della struttura, ci toccherà poi mantenere tutte le spese che uno stabile del genere comporta, come si sta già facendo per il centro Ceschia, per la villa Moretti e per l’ex cinema Margherita».Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 12 dicembre 2004 pagina 12 sezione: UDINE

Polemica sul recupero del Forte

TARCENTO. «Il primo sabato di raccolta firme ci ha dato grande soddisfazione: 80 cittadini sono venuti a firmare nella sede della Lega contro il progetto del Comune sul recupero del Forte sul Bernadia». Così la capogruppo della Lega, Barbara Anzil, commenta l’andamento dell’iniziativa avviata da poco. «Questo interessamento è sintomatico di un reale scollamento tra amministrazione e cittadini: da una parte la giunta spende milioni di euro per un progetto faraonico senza un piano gestionale e senza un’idea precisa di come fare per risolvere i problemi logistici del luogo, dall’altra i tarcentini chiedono strade sicure e una viabilità più curata. La Lega, insieme alle altre forze di minoranza, intende opporsi con varie iniziative. La raccolta firme è il primo segnale, che intendiamo dare insieme, ai cittadini di Tarcento, indipendentemente dal loro colore politico: non è possibile continuare a costruire strutture col medesimo fine culturale ma senza prospettive occupazionali e gestionali. È giusto che i cittadini siano portati a conoscenza di quello che il loro Comune intende realizzare, anche perché il sindaco non si è preoccupato di farlo. Chiedo quindi ai cittadini di Tarcento di impegnarsi contro questo ennesimo spreco di denaro pubblico che andrà seriamente a compromettere e impegnare le casse del nostro Comune».Anche il dibattito consilare sul recupero del forte era stato articolato: l’opposizione aveva puntato il dito soprattutto contro i costi di gestione che potrebbero derivare dal progetto. «E’ come comprare una Ferrari e non avere i soldi per mantenerla», aveva commentato la stessa Anzil. «Questo progetto comporterà per le amministrazioni future problemi più grandi di loro» rincarava Giancarlo Cruder di Amare Tarcento. La struttura poi, per Michela Gasparutti (Fi), è troppo decentrata per poter avere ricadute convincenti sul territorio.«Questi sono discorsi legittimi ma piccoli, ha ribattuto il vicesindaco Loris Agosto, noi ne vogliamo fare di grandi: prima infatti a Tarcento non si erano mai affrontati progetti europei con coraggio».Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 21 gennaio 2005 pagina 13 sezione: PORDENONE

Bernadia, più collaborazione per il recupero del forte

In relazione ai continui (spesso polemici) interventi sul ventilato recupero del forte del monte Lonza (Bernadia) che l’amministrazione comunale tarcentina sta portando avanti da qualche tempo, vorrei ricordare alcuni precedenti casi di recupero di immobili che a suo tempo furono fortemente osteggiati, ma che oggi sono vanto della nostra comunità. Verso il 1920 alcuni tarcentini si riunirono in comitato per recuperare ciò che restava del rudere del castello inferiore (il Ciscielat): in pochi contro tanti (che consideravano il rudere solo un odioso ricordo del passato feudale) che alla fine prevalsero, permettendoci oggi di ammirare quell’avanzo di torre, simbolo ormai consolidato dell’Epifania tarcentina. Lo stesso discorso si potrebbe fare per la vicina villa Moretti, da molti considerata un accessorio del nostro panorama, di cui oggi però andiamo fieri, seppur con qualche sacrificio economico. Stessa considerazione per il complesso della ex filanda-caserma Ferruccio Talentino in Oltretorre: molte critiche e tanta fatica, ma alla fine essa è tornata al suo antico splendore (forse meglio di prima) a significare un indubbio (seppur oneroso) vanto per la comunità. Lo stesso discorso si potrebbe già anticipare per il recupero del forte del Bernadia, che (gaudio per i pacifisti) conservò intatta la verginità bellica, dal momento che i suoi quattro cannoni da 149 G non spararono un solo colpo in tutta la guerra. Se c’è la possibilità di un recupero strutturale di quest’opera, non si comprende il motivo di osteggiarla in partenza, considerando tra l’altro che quest’idea non è di oggi, ma di ottant’anni fa, come già riportato su queste pagine poco tempo fa; non possiamo peraltro nemmeno negare che la comunità tarcentina non possa alla fine trarne vantaggio, non fosse altro se oltre al forte, venisse sistemata anche la strada da Sedilis al monte Lonza. In conclusione io credo che maggior collaborazione e minor faziosità potrebbero alla fine giovare al recupero di un altro pezzo della nostra storia, senza oggettivamente scordare che purtroppo i recuperi storico-culturali costano sempre cari in termini economici e di contro ci lasciano solo la soddisfazione di poter tramandare ai posteri una parte della nostra storia che bene o male merita di essere conservata. Paolo MontinaVillafredda

Messaggero Veneto — 19 marzo 2005 pagina 12 sezione: UDINE

Bernadia, no ai lavori

TARCENTO. «Abbiamo organizzato due giorni di gazebo, venerdì e domenica, per la raccolta firme per chiedere un referendum sull’entrata della Turchia nell’Ue e per esprimere il nostro dissenso al progetto di recupero e riqualificazione del fortino della Bernadia: così Barbara Anzil, capogruppo della Lega a Tarcento, spiega l’iniziativa: «la posizione della Lega Nord su questo tema è molto chiara - continua - siamo favorevoli alla messa in sicurezza del forte, quindi al primo lotto dei lavori, perché è giusto e corretto sistemarlo. Non condividiamo invece il secondo lotto, quello cioè che prevede la trasformazione del fortino in un non ben identificato “Centro europeo per la Pace”, non si sa gestito in che modo e da chi. Situato poi in una zona che da anni chiede la sistemazione delle strade, è davvero un’assurdità spendere tutti quei soldi. Non è poi per niente da sottovalutare l’aspetto del mantenimento di queste opere e della attivazione di tutti i servizi che le supportano. Chi pagherà tutto questo? Devo dire che i cittadini di Tarcento hanno risposto bene alla nostra iniziativa. Per ora abbiamo raccolto 500 firme, ma ci siamo ripromessi di continuare a raccoglierle dopo Pasqua. Come sempre le persone si avvicinano volentieri ai nostri gazebo, che diventano così occasione di discussione e confronto. E, dal nostro punto di vista, servono anche a incentivare la partecipazione della cittadinanza alla vita del paese». La Lega, nella raccolta di firme, è supportata anche dalle altre forze all’opposizione: i punti di raccolta firme ufficiali sono la sede della Lega e il panificio di Silvano Nonino, da qualche mese eletto nuovo coordinatore di Fi per TarcentoBarbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 04 maggio 2005 pagina 16 sezione: UDINE

Cominciati i lavori sul Forte

TARCENTO. Sono partiti, sul monte Bernadia, i lavori del primo lotto della complessa operazione che prevede il recupero del forte, manufatto bellico risalente alla prima guerra mondiale, costruito fra il 1908 e il 1913, come parte del gigantesco sistema difensivo del medio Tagliamento. La prima parte di lavori prevede un investimento di 1,2 milioni di euro, provenienti per l’80% da fondi dell’Unione europea e per il 20% da impegno diretto del Comune. L’appalto è stato aggiudicato da qualche mese, i lavori sono partiti in questi giorni. «E’ un’operazione – commenta il sindaco Lucio Tollis –, che rientra in un sistema di sviluppo più generale del territorio: siamo convinti infatti che l’area del Bernadia abbia opportunità notevoli, potrebbe diventare quello che il Carso è per Trieste».«L’area infatti - spiega il sindaco - è molto importante dal punto di vista naturalistico, e parlando di Bernadia mi riferisco all’anello che comprende anche Villanova e Ramandolo. Non abbiamo ancora imparato che queste cose hanno un loro valore turistico. C’è poi un altro sistema che da Sedilis e Useunt arriva a borgo Coceano, un luogo molto interessante, dove oggi ci sono una decina di abitazioni, con un microclima e un panorama davvero eccezionali. Se dobbiamo sviluppare il turismo, dobbiamo mettere insieme più piccole cose e il sistema del Bernadia, in quest’ottica, ha le sue carte da giocare. Del resto, l’intento dell’Unione europea, nell’erogare i fondi che abbiamo investito nel recupero del forte, è proprio quello di trovare sul territorio delle occasioni da valorizzare. Il turismo di domani non sarà infatti più quello del mare o dell’alta quota, poter raggiungere una montagna come il Bernadia, con particolarità storiche e naturalistiche importanti, sarà sempre più fondamentale. Ormai tutti concordano che il futuro del turismo in Italia sarà imperniato sulla valorizzazione degli aspetti culturali». «Abbiamo poi – conclude Tollis –, molti laureati in ambiti affini ai beni culturali e all’organizzazione di eventi culturali, cosa gli facciamo fare? Questa potrebbe rivelarsi un’importante opportunità anche per loro». (b.c.)

Messaggero Veneto — 14 giugno 2005 pagina 12 sezione: UDINE

Tollis: recupero del forte con fondi Ue

TARCENTO. E’ stato recentemente presentato a Lardaro, in Trentino, nel corso di un convegno sulle esperienza di recupero dei luoghi storici della prima guerra mondiale intitolato "Progetto grande guerra", il progetto recentemente avviato, che prevedere il recupero del forte del monte Bernadia a Tarcento. Al convegno sono state portate diverse esperienze, su tre regioni: Trentino, Piemonte e Friuli. Per la nostra regione quello del Bernadia è stato l’unico progetto illustrato al convegno. «La cosa che ci ha colpito – spiega il sindaco Lucio Tollis –, è l’alta qualità del convegno. Sono stati presentati in tutto otto forti: su questi temi c’è oggi grossa attenzione, la Sovrintenedenza alle belle arti di Trento sta lavorando in questo periodo quasi solo sui forti. Questo ci conforta nel pensare che la nostra intuizione sul recupero del forte del Bernadia è interessante: abbiamo visitato infatti il forte Larino, in comune di Lardaro, un piccolo Comune di circa 186 abitanti, che ha acquistato il forte con 300 milioni di vecchie lire. Anche il forte Corno, nel comune di Praso, è stato acquistato con fondi propri. Oggi se ne sta risanando la copertura con un lavoro difficile, un cantiere in alta montagna quasi sospeso nel vuoto. Rispetto al caso di Tarcento, su cui non mancano le polemiche, questi Comuni, più piccoli, si sono impegnati con somme ben maggiori, impegnando i Comuni e la Provincia, quando noi abbiamo beneficiato invece dei fondi Ue. Se due comuni così piccoli hanno pensato che i due forti potrebbero essere importanti per il loro turismo, a maggior ragione noi saremmo rinunciatari se non dovessimo tentare oggi questa impresa. Abbiamo preso poi diversi contatti: a fine settembre, con la collaborazione della sovrintendenza e della Regione, Tarcento intende organizzare un evento di questo tipo anche a Tarcento, incentrato sul forte del Bernadia, ma portando anche diverse altre esperienze significative di recupero di forti storici».Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 25 settembre 2005 pagina 10 sezione: UDINE

Forte Bernadia, i lavori saranno conclusi nel 2007

TARCENTO. È in fase di ultimazione la procedura d’appalto per i lavori relativi alla fase di completamento dei lavori sul forte del Bernadia a Tarcento. A darne notizia è il sindaco Lucio Tollis che spiega: «Entro ottobre i lavori dovrebbero essere appaltati, è prevedibile quindi che, terminato il primo lotto entro la primavera del 2006, il forte possa essere pronto nell’autunno 2007, in tempo per il tradizionale raduno alpino di settembre». «Nella gestione della struttura recuperata sarà coinvolto il Comune assieme agli alpini e ad altri enti tra cui - continua Tollis-, per il progetto culturale, l’Università di Udine e le scuole». Il progetto Forte è stato oggetto, la scorsa settimana, di una presentazione destinata ai gruppi Ana, alle Pro loco del territorio e alle associazioni, nonché agli esercenti di Sedilis.La presentazione, curata dal sindaco Tollis, il vicesindaco Loris Agosto e l’architetto Battaino, leader del team di tecnici all’opera per il forte, ha presentato il restauro del manufatto, che seguirà criteri conservativi. «Il forte continuerà - ha spiegato il vicesindaco Loris Agosto - a presentare i segni del tempo e della sua lunga storia, la sua destinazione finale è di ospitare un percorso multimediale sulla prima guerra mondiale. A servizio del forte sarà realizzato un punto di ristoro interrato, anche sala polifunzionale, con una trentina di posti e una vetrata panoramica. Sarà poi sistemato anche il piazzale antistante, con materiali in linea con quelli usati per il forte e inserti in pietra piasentina. Questo servirà anche a collegare il forte e il faro, conservando il senso di rispetto del luogo e dei caduti che il monumento Faro rappresenta». «Oggi - continua Agosto-, c’è grande interesse sul recupero dei percorsi di guerra. Il forte del Bernadia può inserirsi quindi in un sistema che comprende già anche altri percorsi esistenti. Ogni anno poi, va considerato che sull’autostrada passano 20 milioni di auto, si potrà pensare di attrarre nuovo turismo a Tarcento segnalando il nuovo complesso del forte. Per quanto concerne infine le strade e la viabilità verso il monte Bernadia, prevediamo di poter reperire senz’altro i fondi necessari per allargare la via e creare piazzole di scambio nei tre chilometri che separano Useunt al forte». Il forte del Bernadia viene recuperato con due distinte fasi di lavori, il primo lotto, che sta terminando, ha previsto un investimento di 1 milione e 200 mila euro provenienti da fondi Ue e dal Comune per il 20%, il completamento dei lavori viene realizzato grazie a un finanziamento di importo analogo stanziato invece dal Cipe.Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 16 dicembre 2005 pagina 14 sezione: UDINE

Bernadia, si restaura il forte

TARCENTO. Saranno terminati entro la primavera i lavori del primo lotto del forte del Bernadia, opere volte al consolidamento strutturale del manufatto bellico, quindi in linea con le tempistiche già previste. A buon punto quindi il lavoro nel cantiere, che ha già perfezionato la realizzazione della nuova linea elettrica, la prima ad aver raggiunto il forte del Bernadia e che potrà ora servire anche il monumento faro della Julia, alimentato ora con una linea dedicata costruita dagli alpini. A dare l’annuncio e a fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori è il sindaco di Tarcento, Lucio Tollis: «Fino a oggi - spiega Tollis - su questo cantiere, sono stati effettivamente spesi 500 mila euro circa, entro fine gennaio è prevista anche la posa dei serramenti e quindi la consegna dei lavori potrà avvenire già con la primavera, in linea con quanto previsto. Tra le opere già terminate, mi sembra importante segnalare che è stata completata la nuova linea elettrica: il monte Bernadia è infatti attraversato da un piccolo elettrodotto che arriva fino a circa 300 metri dal forte. È stata quindi sistemata una piccola cabina di derivazione - precisa il primo cittadino - con impatto ambientale pressoché nullo, ed è stata quindi interrata la nuova linea fino al forte. Questa nuova linea non avrà quindi impatto visivo sgradevole e non avrà, nel contempo, problemi in inverno poiché è interrata. A questa nuova linea potrà quindi attaccarsi ora anche il monumento faro, che è servito da una linea elettrica fatta dagli alpini solo per questo, linea che però richiedeva prima dei lavori di manutenzione costanti ed era anche un po’ più precaria». Le altre opere già finite, nei lavori del forte, comprendono la pulitura profonda, mediante sabbiatura, di tutte le superfici interne ed esterne, la ricostruzione delle pareti mancanti, in accordo chiaramente con la Soprintendenza, il consolidamento dei parapetti in calcestruzzo della terrazza, la pulizia dei serbatoi di accumulo e raccolta dell’acqua piovana. Ancora, è stato terminato il rifacimento di tutto l’impianto esterno e interno di raccolta delle acque meteoriche, sono state asportate le murature posticce, è stata completata la messa in sicurezza del fossato con una recinzione. Le opere più visibili nella struttura sono comunque la copertura dei quattro fori delle torrette con strutture in acciaio e rivestimento in zinco-titanio, nonché, importante opera a livello statico, sono state consolidate, bonificate e sigillate le macro-fessure sulle superifici esterne, interne e sulla copertura, con malte speciali. Ricordiamo infine che l’investimento complessivo per la prima parte dei lavori del forte del monte Bernadia è di circa 1.200.000 euro, provenienti da fondi Ue e comunali, altrettanti sono i fondi già destinati al secondo lotto dei lavori, con fondi questa volta statali.Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 10 febbraio 2006 pagina 15 sezione: UDINE

Sistemi difensivi e forti: un convegno il 18 a Tarcento

TARCENTO. Assieme al cantiere per il recupero del forte del Bernadia, si avvia la riflessione sui possibili percorsi di valorizzazione della struttura una volta terminati i lavori che lo renderanno nuovamente fruibile: è in quest’ottica che il sindaco Lucio Tollis, ha introdotto il convegno sui forti e i sistemi difensivi che si terrà il 18 febbraio a palazzo Frangipane. Il convegno presenterà le esperienze dei comuni trentini di Lardaro e Praso, con cui Tarcento aveva già preso contatti in occasione di un precedente incontro in Trentino, sempre durante un convegno sui forti e la loro valorizzazione. Il convegno si svilupperà quindi in due parti: la presentazione delle esperienze già maturate in Trentino, con la presenza, tra gli altri, dell’architetto Michela Favero, della soprintendenza di Trento. Saranno però coinvolti anche relatori tarcentini, come lo storico e ricercatore Paolo Montina, il naturalista Alberto Candolini e due neolaureate tarcentine, Sandi Petrossi e Giulia lo Piccolo, che hanno sviluppato due tesi di laurea relative proprio al forte del monte Bernadia e alle sue prospettive. E’ previsto infine anche l’intervento dei progettisti che hanno curato il recupero del manufatto bellico del Bernadia, infine l’architetto Anselmi della direzione regionale per i beni culturali. (b.c.)

Messaggero Veneto — 29 aprile 2006 pagina 13 sezione: UDINE

Bernadia, si sistema il parco

TARCENTO. Tra le prime iniziative della nuova amministrazione comunale tarcentina, va segnalato che è partita la fase ricognitiva per un nuovo progetto di risistemazione delle aree limitrofe al forte del Bernadia, da adibire a servizio delle due manifestazioni più importanti sul monte Bernadia ma anche del turismo ambientale del parco naturale comprensoriale del Bernadia. Si avviano a essere aumentate quindi le aree di sosta sul monte Bernadia mentre, per quanto riguarda il cantiere del forte, ricordiamo che sono già stati appaltati il primo, quasi concluso, e il secondo lotto di lavori; le opere stanno proseguendo secondo le tempistiche previste. È in fase avanzata inoltre lo scavo che ospiterà la nuova struttura sotterranea posta sotto il piazzale del forte. «Approfitteremo dei lavori – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Giancarlo Cruder – anche per sistemare le aree vicine al forte, tramite degli specifici progetti, in modo da poterle utilizzare come aree di sosta per le manifestazioni più importanti del Bernadia: il motoraduno e il raduno degli alpini. Sono diverse aree, di circa un centinaio di metri quadrati ciascuna. Abbiamo detto che in questo momento il forte è un’eredità pesante: questo progetto lo inquadriamo però in un inizio di sistemazione di tutta l’area destinata a parco, area che ha una valenza ambientale da tutelare. Intendiamo inoltre rendere meglio fruibile la zona a coloro che sono particolarmente attratti dalle bellezze naturali del territorio e che praticano il turismo ambientale. Le aree che intendiamo recuperare potrebbero essere infatti attrezzate anche per altri scopi, oltre alla sosta, legati alle bellezze del parco. Mi riferisco anche a esempi di sfruttamento già noti e redditizi, come gli esempi, gestiti dalle Pro loco, a Claut e Barcis. Questo per mettere la prima pietra di un progetto turistico-ambientale che costruiremo assieme alle associazioni, come la Pro loco, l’associazione culturale “La siele”, i Comuni di Nimis e Lusevera. Si tratta di un progetto “in fieri”, su cui inizieremo a lavorare a breve, e dove l’assessore Andrea Premoselli curerà tutti gli aspetti legati al suo referato».Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 02 novembre 2006 pagina 11 sezione: UDINE

Monte Bernadia: mine per ultimare gli scavi

TARCENTO. Si procederà con le mine per completare l’ultima parte degli scavi previsti per l’edificazione del secondo lotto dei lavori di recupero del forte del monte Bernadia, a Tarcento: questo è quanto ha comunicato il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Giancarlo Cruder, in sede di consiglio comunale. Il cantiere del monte Bernadia, uno tra i più importanti oggi in attività nella zona, prosegue, quindi, con il completamento degli scavi. In seguito, lo ricordiamo, sotto il piazzale del forte sarà edificato un complesso sotterraneo polifunzionale che sarà collegato al forte esistente. Proprio nella fase degli scavi per il collegamento al forte, si è scoperto che la roccia del Bernadia è troppo dura per essere asportata con i metodi tradizionali e si è preferito quindi procedere con il metodo delle mine, che richiede però dei tempi tecnici per ottenere tutte le necessarie autorizzazioni. A servizio del forte con il secondo e ultimo lotto dei lavori, tuttora in corso di esecuzione, sarà costruito un punto di ristoro interrato, anche sala polifunzionale, con una trentina di posti e una vetrata panoramica. Sarà poi sistemato anche il piazzale antistante, con materiali in linea con quelli usati per il forte e inserti in pietra piasentina. Questo servirà anche a collegare il forte e il faro, lasciando liberi gli spazi che ogni anno servono a importanti e seguite manifestazioni come il motoraduno e il raduno nazionale degli aplini. Va ricordato che si attendono anche le necessarie autorizzazioni per poter rimuovere dal piazzale del forte il grande cumulo di detriti che lo ingombra. «I detriti - spiega ancora Giancarlo Cruder - dovranno essere utilizzati per creare nuove piazzole di scambio lungo la strada, ma anche per risistemare alcune stradine della zona, che diventeranno così più gradevoli per il passeggio». Presto, quindi, anche la viabilità locale e quella verso il Bernadia saranno migliorate. Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 05 maggio 2007 pagina 12 sezione: UDINE

Forte, al via lo smaltimento dei detriti

TARCENTO. Dopo un’attesa di sei mesi è finalmente arrivata, al Comune, l’autorizzazione regionale per rimuovere gli oltre 2500 metri cubi di detriti edili frutto del cantiere del forte del monte Bernadia, i cui due lotti sono in fase avanzata di completamento. A dare notizia di questo nuovo impulso ai lavori del forte, è il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Giancarlo Cruder. Chiaramente, una volta che l’opera di sgombero del piazzale sarà conclusa, sarà un elemento importante, che restituirà spazi di parcheggio per le manifestazioni che tradizionalmente si svolgono nell’area, come il raduno nazionale Ana e il motoraduno invernale, un po’ "sacrificati" negli spazi, nelle ultime edizioni, proprio per il grande cumulo di detriti che occupa quasi tutta l’estensione del piazzale. «Speriamo che il piazzale possa essere pronto per settembre», spiega ancora, in questo senso, Cruder. L’opera che ora sarà avviata quindi sarà quella di utilizzare una parte del materiale per ricoprire gli scavi effettuati, mentre una parte consistente, di circa 2500 mc, sarà destinata alla creazione di nuove piazzole di scambio che migliorino l’accessibilità del forte, raggiungibile solo attraverso due strette vie di montagna, ma anche per migliorare la rete sentieristica in loco. Verranno create quindi due nuove piazzole di scambio nella salita da Useunt, vicino alla tettoia degli alpini, sulla cima del monte, verrà inoltre ampliato lo spazio solitamente adibito a parcheggio.«Intendiamo – spiega ancora Cruder – allargare i sentieri, chiaramente però con tutte le precauzioni del caso, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle norme vigenti. Vogliamo quindi "approfittare" dell’occasione per un intervento di manutenzione sulla sentieristica, stando molto attenti però alla piena salvaguardia delle peculiarità di questo luogo. Si tratta di apportare materiali inerti su piste già esistenti e di rendere così il luogo meglio fruibile». Intanto, nonostante lo stop imposto allo smaltimento del cumulo di detriti, il cantiere del forte è sempre andato avanti: il primo lotto è infatti quasi terminato, seguono a ruota i lavori del secondo, in vista della consegna unica di entrambe le parti del lavoro. «Il primo lotto – conclude Cruder – quello che interessava la parte storica del forte è completo per oltre l’80%, mancano solo poche finiture interne, mentre per la parte nuova, quella interrata, l’opera è a buon punto ed è stata completata, al grezzo, per circa il 70%».Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 09 agosto 2007 pagina 11 sezione: UDINE

Bernadia, riprendono i lavori

TARCENTO. E' stato smaltito completamente, sul piazzale del forte del monte Bernadia, a Tarcento, l'ingombrante cumulo di detriti edili, di circa 3500 metri cubi, che aveva rallentato, nelle tempistiche necessarie all'ottenimento delle autorizzazioni di smaltimento, il completamento delle opere di recupero del forte stesso. Il completamento dello smaltimento dei detriti è un passo molto atteso soprattutto dalla associazioni, come quella motociclistica e quella degli alpini, che utilizzano proprio il piazzale del forte per organizzare, rispettivamente, il motoraduno invernale e l'adunata nazionale delle penne nere di settembre, manifestazioni che, lo scorso anno, avevano dovuto “adattarsi” agli spazi ridotti lasciati liberi dall'ingombrante cantiere del forte. Oggi invece questi materiali di scarto sono stati utilizzati per il rinforzo della rete sentieristica esistente sulla cima del monte, ma anche per la creazione di utilissime piazzole di scambio, che permettano l'incrocio dei veicoli, lungo la strada che sale al forte da Useunt, che è molto ripida e davvero stretta. E' prevista proprio per questa settimana, inoltre, la riunione dell'amministrazione comunale, rappresentata dal vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Giancarlo Cruder, con la direzione dei lavori, per fare il punto della situazione. E' già possibile anticipare, però, che entrambi i lotti che compongono il progetto complessivo del forte sono in avanzato stato di completamento. «Il primo lotto – spiega infatti il vicesindaco Cruder – è in via di consegna. Si può stimare che le opere siano state completate al 90%. Si sta però terminando ancora qualche opera di scavo, anche con l'uso di esplosivo, per il collegamento tra i due lotti. La consegna del secondo lotto dei lavori, anche questo a buon punto, è da prevedere il prossimo anno». Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 23 novembre 2007 pagina 12 sezione: CULTURA - SPETTACOLO

Una guida sulle tracce dei combattenti della Grande Guerra

di LUCIANO SANTIN Da parecchi anni Marco Mantini, con il suo Gruppo di ricerche e studi, porta avanti un sistematico lavoro di catalogazione e ripristino delle vestigia della Grande guerra sul territorio regionale. Frutto di questa azione, una serie di volumi, l’ultimo dei quali, denso e accattivante, è appena uscito in libreria.Viaggiare nella storia dall’Adriatico al passo di Monte Croce Carnico, pubblicato nella collana Guide Gaspari (234 pagine 13 euro), è un libro da zaino, silloge di proposte per conoscere alcuni punti chiave nel teatro dell’“inutile strage”.Una ventina gli itinerari descritti, accessibili a tutti (la difficoltà è al massimo E), e talvolta anche automobilistici: quattro sono sul Carso (Ermada, Parco tematico della Grande Guerra di Monfalcone, monte Sei Busi e Dolina dei 500, San Michele); otto nella zona tra la pianura e le colline del Friuli (Sabotino, asse Cividale-Caporetto, Colovrat, Punta di Montemaggiore, Bernadia, Forte di Osoppo, Monte di Ragogna, Forte di Col Roncone); sette nelle Alpi (Forte di Chiusaforte, linea trincerata dei Plans, Jôf di Sompdogna e di Miezegnot, Piccolo Miezegnot, Cuelat e Pal Piccolo).L’opera, spiega l’autore, non è rivolta agli specialisti, semmai «all’ospite di passaggio» (il settore bellico è una voce tutt’altro che trascurabile nel bilancio del turismo culturale); in realtà può servire bene anche a quelli che qui vivono. Ai più non solo rimangono in genere ignoti i segmenti del fronte e i dettagli dello scontro, ma non di rado sfugge il senso complessivo della tragedia ’15-18, troppo a lungo circonfusa da un artefatto alone di gloria e leggenda.L’attuale nord-est della penisola italiana, poco meno di un secolo fa, «divenne per 29 lunghi mesi il terreno di scontro tra gli eserciti italiano e austro-ungarico»; il Carso e lo spartiacque sulla destra Isonzo videro susseguirsi dodici sanguinosissime offensive; la piana friulana fu trasformata in un’unica immensa retrovia. Poi venne Caporetto.Quel periodo preparò tutti i mali del “secolo breve”, normalizzazioni imposte dalla creazione di un nuovo confine destinato presto a cambiare per effetto di un altro, terribile conflitto. Altri orrori bellici, strascichi di sofferenza, la lunga, vigile diffidenza di una frontiera armata come nessun’altra in Italia.Si dissolve in questi giorni quella che era stata per un periodo parte della “cortina di ferro”, e si diffonde sempre più la consapevolezza che è la stessa esistenza di una barriera a essere sbagliata in una terra da sempre portata all’incontro e alla mescolanza. Circostanza felice è la coincidenza con i novant’anni dalla fragile pace del ’18, che stimola le ricerche senza timore di avvicinarsi troppo al territorio del “nemico”, e la stesura congiunta, sul campo, di progetti operativi per percorsi di memoria storica.Dall’Adriatico al passo di Monte Croce Carnico dà spiegazioni ragionate, ricche di aneddoti, ma anche di indicazioni essenziali sulle linee strategiche e operative dei due eserciti. Affiancando loro un ampio corredo iconografico: immagini d’epoca che illustrano in modo diretto la realtà del fronte, e foto dell’oggi che fanno capire la grande suggestione dell’ambiente.Luoghi devastati dalla guerra, le cui ferite vennero lentamente lenite e quasi rimarginate dalla natura, e che poi proprio la condizione confinaria mantenne nella loro integrità. Oggi sono una risorsa in più, da usare con intelligenza, preservandola da scempi.

Messaggero Veneto — 09 maggio 2008 pagina 15 sezione: UDINE

Lavori al forte conclusi entro giugno

TARCENTO. Saranno terminati entro il mese di giugno i lavori di recupero del forte del monte Bernadia: questa è infatti la tempistica prevista per la consegna di una delle più importanti opere pubbliche oggi in cantiere a Tarcento. Il 30 giugno è dunque il termine perchè siano consegnati e rendicontati i lavori del primo e del secondo lotto di opere che hanno interessato lo storico edificio bellico. L’amministrazione comunale tarcentina sta in questo periodo riflettendo su quale sia la destinazione più consona dell’edificio che riceverà in consegna tra poche settimane. «Come amministrazione comunale – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Giancarlo Cruder – stiamo da tempo cercando di trovare una destinazione di quella struttura compatibile con i decreti di finanziamento. Le idee di utilizzo sono tante, però tutte costose». L’idea di partenza, lo ricordiamo, prevedeva la creazione di una scuola per la pace, ricordando anche il mancato utilizzo bellico del forte stesso. «Tra gli elementi principali di cui questa decisione terrà conto – continua Cruder - ci saranno, inevitabilmente, le questioni legate al discorso viabilistico verso la cima del monte, la custodia, il riscaldamento, nonché la cura del piazzale e dell’ambiente circostante, che comprende anche un importante edificio come il monumento faro della Julia, ma anche una zona di grande interesse ambientale». Le opere di recupero del forte, lo ricordiamo, si sono composte di due distinti lotti, finanziati in tempi successivi, con un investimento complessivo di circa due milioni e mezzo di euro. Il primo lotto di lavori, che ha interessato la messa in sicurezza della struttura storica del forte, ha previsto un investimento dell’ordine di 1,2 milioni di euro provenienti da fondi Ue e comunali, il completamento dei lavori, con la realizzazione di una struttura interrata, viene realizzato poi grazie a un finanziamento di importo analogo stanziato invece dal Cipe. A opere concluse, è prevedibile che la reception sia ubicata nella struttura ipogea, che potrà fungere anche da sala multimediale e dove potrà trovare spazio anche un piccolo punto di ristoro, da qui si procederà poi per la visita vera e propria allo storico fortilizio. Va ricordato che contemporaneamente alle opere di recupero è stato realizzato anche un progetto di adeguamento e miglioramento della rete sentieristica, che oggi si presenta quindi rinnovata, a completamento delle attrattive di una zona come quella del Bernadia, ricca di storia ma anche di bellezze naturali. Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 17 luglio 2008 pagina 11 sezione: UDINE

Quasi completato il restauro del forte

TARCENTO. Sono in dirittura d’arrivo, sul monte Bernadia, i lavori che porteranno alla definitiva ristrutturazione dello storico forte risalente alla prima guerra mondiale. Come si ricorderà, i lavori sono divisi in due lotti, che sono stati avviati uno di seguito all’altro, per un finanziamento complessivo di circa due milioni e mezzo di euro, che il Comune di Tarcento ha ricevuto da diverse fonti. Lo storico fortilizio bellico del Bernadia viene infatti recuperato in due distinte fasi di lavori, il primo lotto ha previsto un investimento di 1,2 milioni euro provenienti da fondi Ue e da fondi propri di bilancio stanziati dal Comune per il 20%. Il completamento dei lavori, mediante il secondo lotto di opere, viene realizzato invece grazie a un finanziamento di importo analogo stanziato invece dal Cipe. L’opera complessiva, lo ricordiamo, promette di restituire all’originaria bellezza il forte, che non era ormai più utilizzato da diversi decenni, attraverso un’attenta opera di messa in sicurezza e restauro. Con il secondo lotto di opere ci si propone invece di creare un ulteriore spazio, a servizio della storica struttura principale, interrato per non rovinare l’aspetto ormai classico e apprezzato del forte che si affaccia sull’antistante piazzale. I due ambienti vengono comunque collegati tra loro, per permettere una continuità nella fruizione dei diversi spazi che si vanno a recuperare. Con la fine dello scorso mese si è effettuato quindi, da parte del Comune di Tarcento, un un importante passo amministrativo che porta verso la conclusione del cantiere oggi più “importante” in termini di investimento, a Tarcento, ovvero la rendicontazione delle opere del primo lotto all’ente che aveva finanziato la prima “tranche” dei lavori sul forte del monte Bernadia. Nel complesso i due lotti sono in avanzato stato di completamento: la stima complessiva, che prende in esame entrambe le “tranche” dei lavori, attesta ormai le opere al 91% dell’avanzamento. La consegna definitiva del rinnovato forte del Bernadia dovrebbe quindi avvenire, prevedibilmente, tra settembre e novembre di quest’anno. Ricordiamo che il cantiere aveva registrato anche alcuni “stop” dovuti alla difficoltà del completamento degli scavi per le opere interrate, ma anche alla necessità di riposizionare le risultanze degli scavi. L’ingombrante cumulo di detriti edili, di circa 3.500 metri cubi, aveva infatti rallentato, nelle tempistiche necessarie all'ottenimento delle autorizzazioni di smaltimento, il completamento delle opere di recupero del forte stesso. Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 12 agosto 2008 pagina 09 sezione: UDINE

Sul forte Bernadia rivive la Grande guerra

TARCENTO. Una ricostruzione storica rigorosa e accurata, per ricreare dal vero situazioni quotidiane e momenti del vissuto dei soldati in guerra sul forte del Bernadia: questa, in sintesi, la prima idea che emerge, dagli studi che l’amministrazione comunale tarcentina sta effettuando, in vista della consegna del cantiere del restauro che ha visto rinascere lo stesso fortilizio.La ristrutturazione, lo ricordiamo, ha comportato un impegno di fondi di circa 2 milioni e mezzo di euro, da finanziamenti Ue e statali. Ora, in vista della consegna del cantiere terminato, in autunno, l’amministrazione comunale tarcentina sta riflettendo sulla destinazione da dare allo storico edificio.Da un primo confronto informale, avuto anche con gli alpini, era emerso l’interesse del Comune a ricercare strutture ricettive che possano accogliere chi, tra ex militari, appassionati, turisti e famiglie, avrà piacere di fare un tuffo nel passato, con tutti i crismi, però, di una ricostruzione storica accurata. Ricreare quindi la condizioni di vita nel forte del Bernadia e usarlo a scopi didattici, per riflettere assieme sul valore della pace dei nostri giorni: questa è l’idea che viene studiata in questo periodo, e che è stata presentata dallo stesso sindaco di Tarcento, Roberto Pinosa, il quale ha sottolineato come si tratti di un progetto ancora da vagliare attentamente. Il primo cittadino di Tarcento ha sottolineato che, se si deciderà di percorrere questa strada, importantissimo sarà il rigore storico della ricostruzione che sarà effettuata con un’attenta ricerca di quanti più possibili tra gli elementi originali dell’epoca, nonché un’accurata predisposizione della struttura, così come si presentava all’epoca. Il collegamento con Tarcento potrebbe essere garantito mediante un pulmino a servizio dei visitatori.«Rivivere la guerra e le condizioni in cui si trovarono allora i nostri uomini – spiega il sindaco Pinosa – può costituire, per i nostri giorni, un’importante sprone verso la pace».Questa e altre riflessioni potranno comunque essere vagliate dalla giunta in questi mesi, in attesa della consegna definitiva dei lavori, entro l’anno, che sarà unica per il primo e per il secondo lotto di interventi. Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 09 settembre 2008 pagina 11 sezione: GORIZIA

A che scopo tanto attivismo per restaurare le fortezze?

di VITTORIO BORTOLOTTI Il 2008 è il novantesimo anniversario della fine della Grande guerra, come ogni anniversario tondo fa la gioia degli appassionati e dei politici. Così è anche per il Friuli visto gli articoli che sono apparsi sul Messaggero Veneto soprattutto nel corso di questa estate. Un aspetto in particolare mi ha colpito: la frequenza di informazioni sul recupero dei vecchi forti militari che l’Italia aveva approntato a partire dal 1908 in funzione anti-austroungarica. Buonultima, il 3 settembre, è arrivata la notizia che il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, ha visitato il forte del Monte Festa, suppongo in fuoristrada della forestale come si capisce dall’articolo (la decina di chilometri di carrareccia che separano la cima del monte dal fondovalle sono stati risistemati da qualche mese), accompagnato dal consigliere Cacitti e dal sindaco di Cavazzo Carnico. «Si vuole recuperare il forte quale sito storico mondiale», addirittura il presidente si è sbilanciato affermando che «non esistono altre testimonianze così rilevanti della I guerra mondiale come quelle che si trovano nel nostro territorio», a quale titolo faccia questa affermazione non si capisce, dato che non credo sia uno storico né quanto meno un appassionato di storia. Forse non ha fatto mente locale sulla decina di forti presenti lungo il corso del Tagliamento, forse non è stato informato che sono almeno tre i forti che sono stati recuperati nell’arco di poche decine di chilometri: il forte di Col Roncone, quello del Badin e quello del Bernadia, oltre ovviamente al forte di Osoppo. Il Messaggero Veneto ha ospitato in diverse occasioni notizie relative allo stato dei lavori, ben sette gli articoli da maggio ad agosto. A questo punto però è necessario fare una riflessione sull’utilità e sulla correttezza del recupero di tali opere. Gli amministratori pubblici dovrebbero chiedersi se sia giusto o meno finanziare opere di questo tipo sia in relazione alla situazione economica attuale, sia rispetto al valore storico-scientifico e alla limitatezza delle porose d’uso. I costi sono elevatissimi: 860 mila euro per il Col Roncone, 1,2 milioni per il Bernadia, 2 milioni per il Badin. A fronte di tali spese non sembra esserci un minimo di attenzione per il futuro di queste ingenti operazioni. Come verranno mantenute le spese ordinarie per il loro utilizzo? È stato previsto un uso di queste opere? A Rive d’Arcano si pensa a esposizioni non ben definite (M.V. 15.05.08), intanto, visto che lo scopo è quello di favorire la cultura della pace si è svolta la prima manifestazione del neonato 89º Col Roncòn, associazione che vuol promuovere la conoscenza e la pratica del soft air (M.V. 16.06.08), cioè di quella attività che simula la guerra con armi giocattolo(!). Il sindaco di Tarcento, Pinosa, parla di ricreare le condizioni di vita all’interno del forte Bernadia attraverso il rigore storico della ricostruzione per permettere a «chi, tra ex militari, appassionati, turisti e famiglie, avrà il piacere di fare un tuffo nel passato» andando a pernottare all’interno della struttura (M.V. 12.08.08). Infine tra le proposte di utilizzo del forte del Badin, oltre al recupero di spazi per fini museali, ricreativi e didattici non ben definiti spicca la possibilità «di dormire nelle camerate spartane dei soldati... e di assaggiare le pietanze del rancio militare, servite in un punto ristoro costruito secondo i canoni di 90 anni fa. Nessun albergo a cinque stelle o ristorante di prestigio all’interno del forte, soltanto locali austeri per consentire di immedesimarsi anima e corpo nell’atmosfera della prima guerra mondiale» (M.V. 25.07.08). Che senso ha parlare di cultura di pace, come a chiare lettere è evidenziato nella legge regionale 14 del 2000, se alla fine il risultato è una serie di incoerenti proposte? Che cosa ce ne facciamo di tre musei della Grande guerra distanti tra loro pochi chilometri? Saremo costretti a finanziare il recupero di tutti i forti? E allora perché non quello delle trincee lungo tutto il fronte? E soprattutto lo scopo di tutto questo attivismo edilizio qual è? Forse lo sconsolato sindaco di Fagagna, D’Orlandi, che ha presentato per conto della sua amministrazione per due volte domanda di contributi per il recupero del forte e che ha ricevuto diverse proteste per lo stato di degrado, ha trovato la soluzione economicamente più corretta: «Abbiamo transennato l’area. L’accesso al forte è quindi vietato» (M.V. 27.08.08).

Messaggero Veneto — 02 ottobre 2008 pagina 14 sezione: UDINE

Forte recuperato, tra 15 giorni la consegna

TARCENTO. E' prevista entro una quindicina di giorni, a Tarcento, la consegna definitiva del recuperato “Forte del monte Bernadia”. Si tratta del cantiere più importante e più impegnativo tra le opere pubbliche oggi in corso e sicuramente questo traguardo segna un passo importante per la cittadina collinare, anche dal punto di vista turistico. Ricordiamo che questa importante opera pubblica era stata decisa per recuperare la struttura, che ormai risentiva pesantemente dei segni del tempo dopo essere stata edificata a scopo difensivo negli anni difficili della prima guerra mondiale. Si è proceduto quindi a operare in due distinti lotti, che hanno previsto un impegno finanziario di un milione duecentomila euro circa per ciascuno. Se con la prima parte dei lavori l'edificio è stato messo in sicurezza, è con la seconda “tranche” che sono state edificate anche opere di servizio, come un nuovo spazio sotterraneo che è stato collegato con la struttura principale. La consegna dei lavori, da parte dell'impresa che li ha eseguiti, è prevista dunque in questo periodo. Si tratta della fine dei lavori di entrambi i lotti: un importante traguardo cui si è giunti non senza avere prima superato difficoltà di carattere tecnico, come l'impiego dei residui dello scavo per l'edificio interrato, ma anche la difficoltà di scavare nella montagna per collegare i due “corpi” principali del rinnovato forte. Va poi ricordato, ma non fa onore a nessuno, che il fortino era stato preso di mira in alcuni episodi, fortunatamente isolati, di piccoli vandalismi che avevano causato dei lievi danni alle finiture della struttura non ancora completata. Presto quindi il Comune riceverà il forte... con chiavi in mano. L'interrogativo che sorge a questo punto spontaneo è sulla futura destinazione di questo importante spazio pubblico. Il vicesindaco e assessore i lavori pubblici, Giancarlo Cruder, nell'annunciare l'imminenza della consegna dei lavori, non ha fornito ancora anticipazioni sulle riflessioni che in questo periodo sta portando avanti la giunta, assicurando però che le idee ci sono e sono anzi molte. Per un'indicazione certa sul futuro utilizzo del forte del monte Bernadia sarà però necessario attendere ancora. Barbara Cimbaro

Messaggero Veneto — 23 dicembre 2008 pagina 16 sezione: UDINE

Progetto Grande guerra, altri 250 mila euro

TARCENTO. Valorizzare le testimonianze storiche della grande guerra nelle valli del Torre, del Natisone e sul Collio: questo l'intento della Comunità montana del Torre, Natisone e Collio che ha recentemente presentato, in questo senso, una nuova proposta progettuale alla Regione, per accedere ai fondi Interreg. L'ente comprensoriale aveva già iniziato questo percorso, cui si ripromette di aggiungere ora un altro importante tassello, per un investimento previsto, nell'area servita, di circa 250mila euro. Il progetto, nel suo complesso, prevede la partecipazione di molti partner. «Il progetto Grande guerra – spiega l'assessore alle politiche comunitarie della comunità montana, Gabriele Verona – vuole completare gli interventi già effettuati nella zona, nell'ottica della valorizzazione e della messa in rete dell'esistente. Si è già lavorato, in questo senso, sulla rete sentieristica e nell'avvio di un'importante collaborazione con l'Istituto storico militare». Il progetto della Comunità montana del Torre Natisone e Collio prevede, nel suo complesso, di valorizzare testimonianze che sono ubicate per lo più nelle valli del Natisone, come le trincee del monte Kolovrat, ma non dimentica importanti vestigia del passato come il forte del monte Bernadia, a Tarcento, o il forte militare del Gran Monte, in comune di Taipana. E' stato inoltre scoperto, nell'ambito delle valli del Natisone, il sito di un altro ospedale da campo dell'epoca, finora dimenticato e in interessante stato di conservazione, tantochè è stato possibile individuare ancora delle fialette intatte, contenenti probabilmente della morfina. Finora l'azione della comunità montana ha operato dunque nel senso dell'adeguamento della sentieristica e della relativa segnaletica. Ora si intende portare avanti anche il recupero e la comunicazione, implementando ulteriormente il sito internet già esistente, visitabile all'indirizzo www.grandeguerra.org. Barbara Cimbaro