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MONTE LONZA |
Rassegna stampa dedicata
Messaggero Veneto — 31 luglio 2003 pagina 09 sezione: CULTURA - SPETTACOLO
Festa della pace a Sedilis
Altri tre giorni consacrati ai sogni di pace, mentre continuano a
imperversare i pensieri di guerra. Per la tredicesima volta l'associazione
culturale La Siele e la parrocchia di Sedilis, in collaborazione con il Comune
di Tarcento, daranno vita alla Festa della pace che porta come sottotitolo,
appunto, Sogni di pace. Pensieri di guerra. Domani e sabato, alle 21, il forte
della Bernadia ospiterà Anima belli, con drammaturgia e regia di Rita Maffei, a
cura del Centro servizi e spettacoli di Udine, mentre domenica, alle 11, nel
santuario della Madonna della Pace vi sarà una celebrazione solenne, presieduta
dal vescovo di Nazareth monsignor Marcuzzo, alla quale seguiranno esibizioni di
cori sloveni e friulani e della banda di Coja, il pranzo sociale, altri canti
corali e, alle 18, il concerto di pace con i Zuf de Zur. La scelta del forte
della Bernadia come sede dello spettacolo vuole essere fortemente simbolica, ma
si sbaglierebbe, per spiegarne la scelta, a limitarsi alla storia di questo
baluardo che, quando arrivò il nemico, fu conquistato senza colpo ferire perché
ancora disarmato e già abbandonato dalla guarnigione che vi si doveva
asserragliare. Le fortezze intatte, infatti, non testimoniano della vittoria
della pace sulla guerra, ma, anzi, dello specializzarsi, dell'incrudelirsi della
guerra stessa: come le trincee che diventano inutili con l'avvento della
mitragliatrici e le fortezze, come la Maginot, che sono superate – in tutti i
sensi – dalla Blitzkrieg e dagli aerei che ne sono la spina dorsale. In un
orripilante crescendo che ha portato a vedere uccisi molti più civili che
militari. Celebrare una fortezza abbandonata, insomma, sarebbe come celebrare
allo stesso scopo una frombola, un gladio, un moschetto ad avancarica realizzati
mentre stavano per diventare anticaglie e quindi mai usati.Il vero salto logico
immaginato e realizzato dalla parrocchia di Tarcento con monsignor Duilio
Corgnali, dal Comune con il sindaco Lucio Tollis, da La Siele con Paolo Senci,
dal Css con Rita Maffei e dai tanti che hanno lavorato a questo progetto, è
stato quello di immaginare un'occupazione della fortezza per mutarne
drasticamente la destinazione d'uso, di effettuare una profanazione della
sanguinosa sacralità della guerra per riconsacrare il luogo alla festosità della
pace. E questo non soltanto con la sfida teatrale immaginata quest'anno, ma
anche con l'obbiettivo di utilizzarne le massicce strutture per realizzare
dapprima un laboratorio teatrale e, in futuro, un laboratorio internazionale
dedicato proprio all'idea della pace con la convinzione che la conoscenza
reciproca non può che favorire l'integrazione.Anima belli è un evento teatrale
itinerante che coinvolgerà l'intero forte della Bernadia. Rita Maffei l'ha
realizzato su testi tratti da Euripide, Beppe Fenoglio, Gino Strada, Tiziano
Terzani, Lev Tolstoj, Heiner Muller, Nedzad Maksumic, la Costituzione Italiana,
Crimini di guerra a cura di Roy Gutman e David Rieff, Jonathan Schell, Angelo
Beolco detto Il Ruzante, la Dichiarazione universale dei diritti umani, Karl
Kraus e molti altri. Il tutto è realizzato con la collaborazione de L'Impasto –
Comunità teatrale nomade, Alessandro Berti, Michela Lucenti e delle Donne in
nero di Udine. Coreografìe e canti sono di Michela Lucenti, interventi pittorici
e installazioni di Luigina Tusini; l'assistente alla scenografa è Cristina Del
Zotto, il disegno luci di Alberto Bevilacqua e la direzione tecnica di Massimo
Teruzzi. In scena saranno gli attori guida Giovanni Boni, Fabiano Fantini,
Emanuele Carucci Viterbi, Stefano Rizzardi, Giovanni Battista Storti e
Alessandro Berti nell'abbecedario della guerra. La voce che legge l'articolo 11
della Costituzione Italiana è di Tommaso Romanelli. Le Troiane sono Elena
Bonanno, Francesca Brizzolara, Elisa Dall'Arche, Alessia Dozzi, Desy Gialuz,
Michela Lucenti, Fabiana Ricca, Nicoletta Sedrani, Emanuela Serra. Gli uomini in
attesa sono Emanuele Braga, Maurizio Camilli, Renato Cravero, Yuri Ferrero,
Francesco Gabrielli, Valbona Korini, Patrizia Piantanida. Le donne in nero sono
Laura Adotti, Teodora Boldini, Laura Calò, Giovanna Cipolla, Annalisa Comuzzi,
Marina Giovannelli, Anna Gottardo, Magda Gregorat, Mariolina Meiorin e Roberta
Spizzamiglio. (g.p.c.)
Messaggero Veneto — 06 agosto 2003 pagina 11 sezione:
UDINE
Tarcento, cambia il piano regolatore
TARCENTO. Una variante urbanistica, dai connotati di vero e proprio nuovo
Piano regolatore generale, è stata assunta, l’altra sera, dal consiglio comunale
di Tarcento. Si tratta di uno strumento che, adottando particolari accorgimenti
concessi dalla legge, delinea margini di flessibilità al Prgc tali da consentire
all’amministrazione comunale un’operatività autonoma e discrezionale, tale da
facilitare la gestione delle pratiche di carattere urbanistico, nel generale
interesse della popolazione.Una enunciazione di fondo che prevede, nello
specifico, di favorire la residenzialità, attraverso il recupero degli immobili
esistenti, anche di tipo rurale, di convertire le dismesse caserme Angeli e Urli
a centri polifunzionali, sia di tipo residenziale che commerciale e turistico,
di utilizzare il forte della Bernadia e le aree attigue, inserite nel contesto
di un parco territoriale, con l’installazione di attrezzature per stages
storici, culturali o semplicemente per soggiorni turistici en plain air, di
realizzare un’autostazione per le corriere funzionale al flusso
studentesco.Introdurre nel Piano regolatore comunale i limiti di flessiblità
rappresenta, a tutti gli effetti, la possibilità di modificare sostanzialmente
lo strumento urbanistico in vigore, senza il benestare della Regione.Su questa
linea si è innestata l’azione del Comune che, in tal modo, ha inteso ripianare
le pecche di uno strumento urbanistico apparso oltremodo lacunoso già
all’indomani della sua assunzione. L’architetto Giovanni Mauro ha presentato i
contenuti del nuovo documento. Partendo dall’analisi demografica e urbanistica
di Tarcento e frazioni, il professionista ha indicato come consequenziali i
correttivi che costituiscono il palinsesto della variante urbanistica. Una
carrellata a tutto tondo che, partendo dal consolidato, ha delineato nuovi
scenari per Tarcento, dove sarà possibile non soltanto l’incremento della
residenzialità, grazie al pregevole plafond di servizi, ma anche di nuova
occupazione. Bene ha riassunto i contenuti del nuovo strumento urbanistoco il
consigliere di maggioranza Adriano Micossi, accompagnato dall’alone dei suoi
illustri trascorsi di assessore all’urbanistica nel periodo postsismico.«La
variante - ha detto in aula - consentirà al Comune di gestire lo sviluppo e la
crescita del territorio, avvalendosi di uno strumento di pianificazione snello
ed efficace, rispondente alle reali necessità degli abitanti. In questa ottica,
l’amministrazione comunale intende rafforzare il patrimonio insediativo
esistente, qualificare le aree di pregio ambientale e paesaggistico, agricolo e
turistico, razionalizzare il sistema della viabilità primaria, urbana e di
relazione, rivitalizzare e potenziare la struttura produttiva del
comprensorio».Nonostante sperticati elogi sia al professionista che
all’amministrazione comunale, «per aver prodotto uno strumento urbanistico
innovativo», i consiglieri di minoranza hanno poi deciso di astenersi dal voto,
adducendo motivazioni del tutto marginali rispetto alla globale pontenzialità
del documento.Gianpietro Carniato
Messaggero Veneto — 06 agosto 2003 pagina 10 sezione:
CULTURA - SPETTACOLO
Guerra, discesa agli inferi
di MARIO BRANDOLINUn forte e la sua storia per raccontare la guerra. Il
forte è quello della Bernadia sul Monte Colzo sopra Sedilis di Tarcento, la
guerra: tutte le guerre, quelle di ieri ormai consegnate alla storia e le troppe
di oggi. L’evento: Anima belli, un collage di azioni sceniche coordinato dalla
regista Rita Maffei per la Festa della pace 2003 negli spazi inquietanti del
Bernadia. È una costruzione imponente il forte della Bernadia, un Moloch di
cemento armato costruito nei primi anni del ‘900 lungo una linea strategica di
fortificazioni che dai monti arrivava al mare a difesa da eventuali aggressori
dal Nord. Ma quando nel 1917 la disfatta di Caporetto riversò attraverso le
valli nella pianura friulana centinaia di migliaia di soldati austro-ungarici,
il Bernadia era già fuori uso, consegnati i suoi armamenti al fronte, più a sud
lungo il Piave. Una storia singolare, se non fosse che essa sta a dire
l’assurdità dei pensieri che guidano gli uomini quando pensano alla guerra,
anche solo preventiva o di pacificazione. E su questa assurdità, con tutte le
tragedie e sofferenze che essa però comporta, ha comportato e comporterà, si è
sviluppata l’azione di Anima belli.Diviso il pubblico in cinque gruppi, dopo che
sul piazzale antistante il forte gli è stata illustrata la storia, comincia una
sorta di discesa agli inferi: cinque tappe in cui la guerra viene raccontata nei
suoi “effetti collaterali”. Che sono il senso di spaesamento, lo choc, il
terrore di chi l’ha vista da vicino, incapace di afferarne un briciolo di senso,
come il Ruzante vegnù da la guera, in cui il villano creato dal Beolco,
interpretato da Giovanni Boni, racconta nel fossato del Bernadia al compare
Menato, Fabiano Fantini che si esprime in friulano, le cose terribili che gli è
capitato di vedere durante una delle tante scorribande guerresche nella Padania
del Cinquecento. “Effetto collaterali” come la disperazione delle donne di
Troia, che con le parole antiche di Euripide raccontano la presa e la caduta
della città e il loro destino di schiave: un coro dolente di giovani donne,
guidato da Michela Lucenti in un lungo canto schiacciato lungo i possenti muri
settentrionali del fortilizio in accenni di una smarrita danza di morte. O
ancora il macabro gioco condotto da Alessandro Berti ne L’abecedario della
guerra, in cui su richiesta degli spettatori si dà lettura di alcune voci di
Crimini di guerra, una sorta di vademecum sulle mille facce tragiche della
guerra curato dai giornalisti Roy Gutman e David Rieff: F come “fosse comuni”,
con la descrizione di uno di questi santuari della ferocia umana durante il
recente conflitto balcanico, M come “malati e feriti”, spesso usati come cavie
per esperimenti, I come “incitamento al genocidio” sulle trasmissioni di radio
RTLM che in Rowanda incitava gli Hutu a sterminare i Tutsi... E poi, lungo il
corridoio centrale al primo piano nella fortezza alcune scene da Il partigiano
Johnny di Fenoglio e poi sotto, nelle umide celle dello scantinato, le
testimonianze delle Donne in nero, sui crimini e sulle violenze patite dalle
donne nei conflitti che ancora numerosissimi insanguinano il pianeta. Infine,
sul piazzale d’armi, usciti a rivedere le stelle, un grido e un monito Non nel
mio nome e Mai più. Un’esperienza più che uno spettacolo, un invito a non
dimenticare, che la suggestione del luogo ha reso ancor più palpitanti ed
emozionanti: un percorso di tensione e attenzione che alla fine si è sciolto
nella condivisione di un lungo e commosso applauso.
Messaggero Veneto — 14 agosto 2003 pagina 10 sezione:
UDINE
Alpini sulla Bernadia Raduno anticipato
TARCENTO. E’ stata operata, per così dire, una manomissione alla tradizione
alpina delle Valli del Torre che da oltre quattro decenni, la prima domenica di
settembre, trovava la sua massima espressione sulla Bernadia, la montagna che
sovrasta Tarcento e dalla quale il faro del monumento alla mitica Julia irradia
il tricolore sulla pianura friulana. Appuntamento al quale l’Ana assegna la
qualifica nazionale, il raduno alpino della Bernadia, giunto quest’anno alla
45ma edizione, si celebrerà, invece, domenica 31 agosto, con sette giorni di
anticipo su un calendario ormai consolidato. Ne ha dato comunicazione il
presidente del Comitato faro, Luciano Trusgnach, preoccupato che la variazione
possa incidere negativamente su un appuntamento che ha sempre rappresentato un
forte momento di riflessione sull’entità alpina in armi, ma anche una tappa
significativa nella vita delle penne nere delle Valli del Torre, alle quali
abitualmente si aggregano numerose entità del Triveneto e rappresentanze
nazionali ed estere. La cerimonia prenderà avvio, alle 10.30, con l’alzabandiera
e, alle 10.40, sarà celebrata la messa sulla scalinata che dal piazzale sale al
monumento-faro alla Julia.
Messaggero Veneto — 13 dicembre 2003 pagina 09 sezione:
REGIONE
Restauro di beni artistici: fondi per 17
milioni
TRIESTE. La giunta ha adottato una delibera sull’accordo di programma con il
governo per interventi su beni e attività di natura artistica e culturale: 17
milioni e 287 mila euro. Gli interventi sono riferiti all'Alto Friuli, che
riceverà 5 milioni e 600 mila euro, e al sistema Grado-Monfalcone-Aquileia, che
avrà 6 milioni e 700 mila euro. Quasi cinque milioni andranno inoltre a
interventi puntuali a Gorizia, Tarcento e in Valcellina. Questa la lista
completa: Zuglio, area archeologica (644 mila euro); Moggio, complesso
dell'abbazia (un milione e 133 mila); Chiesa di San Floriano a Dordolla (180
mila); Cesclans, Pieve di Santo Stefano (552 mila); Tolmezzo, pieve di San
Foriano e chiese di San Vito e San Paolo (187 mila); Ovaro, area archeologica
chiesa di San Martino (170 mila); Ovaro, pieve di Santa Maria di Gorto (186
mila); Socchieve, pieve di Castoia (30 mila); Zuglio, Santa Maria del Monte (145
mila); Tolmezzo, museo del duomo (260 mila); Paularo, centro culturale (495
mila); Zuglio, pieve di San Pietro (941 mila); Tarvisio, chiesa di San Nicolò
(129 mila); Treppo Carnico, galleria d'arte moderna (155 mila); Chiusaforte,
chiesa di Sant'Antonio (103 mila); Tolmezzo, Teatro Candoni (520 mila); Grado,
museo di archeologia subacquea (854 mila); Monfalcone, biblioteca civica (4
milioni e 483 mila); Monfalcone, museo civico sezione paleontologica (un milione
e 500 mila); Montereale, palazzo Toffoli (969 mila); Tarcento, forte Bernadia (2
milioni e 418 mila); Gorizia, biblioteca statale isontina (un milione e 549
mila).
Messaggero Veneto — 11 marzo 2004 pagina 11 sezione: UDINE
Bernadia: Fi critica l'investimento
TARCENTO. Il Comune di Tarcento intende recuperare l’area del forte del
Bernadia e garantire una nuova destinazione alla struttura, ma il recupero del
forte, solo per le opere di messa in sicurezza, secondo gli esponenti di Forza
Italia, comporterà costi troppo elevati investimenti. L’amministrazione comunale
avrebbe già progettato di investire oltre un milione e 200 mila euro, ma
serviranno altri fondi per completare l’opera, cui andranno sommate le spese di
manutenzione e gestione.A segnalare gli eccessivi costi per il recupero del
forte sono Michela Gasparutti (nella foto), capogruppo di Fi a Tarcento, e il
consigliere azzurro Silvano Nonino. Il forte del Bernadia è tra le costruzioni
più caratteristiche della zona. Il tempo ha reso fatiscente la struttura e
l’accesso oggi è difficile e pericoloso. L’amministrazione comunale ha
annunciato un progetto di recupero dell’area al fine di destinare la costruzione
a scuola internazionale per la pace.Michela Gasparutti e Silvano Nonino
esprimono però forti perplessità: «Non ci è consentito capire e sapere cosa
l’amministrazione intenda realizzare nel forte. Inizialmente si parlava con
insistenza di realizzare un’opera, un’Università per la Pace, ma a seguito di
alcuni evidenti malumori del paese improvvisamente l’amministrazione cambia
rotta e dichiara che 255 mila euro di finanziamento comunale e 955 mila euro di
finanziamento europeo e non si sa quanti altri milioni di euro per completare
l’opera, serviranno per mettere in sicurezza il forte del Bernadia. Ci paiono
cifre veramente astronomiche solo per una messa in sicurezza. Non vorremmo ci
fosse dell’altro o per lo meno gradiremmo essere informati, visto che l’impegno
finanziario peserà sulle future amministrazioni e su ciascun cittadino». Fi si
preoccupa non solo delle spese per le opere iniziali, ma anche di quelle
prevedibili per la manutenzione della struttura e per pagare un custode, impegno
necessario visto che il forte sorge in una zona isolata. Anche le due strade di
accesso sono giudicate insufficienti: per Fi andranno almeno raddoppiate, con
alti costi visto che si tratta di strade di montagna, per alcuni tratti scavate
nella roccia. «Non vorrei fosse una cattedrale nel deserto» conclude Nonino.Barbara
Cimbaro
Messaggero Veneto — 31 luglio 2004 pagina 14 sezione:
UDINE
Via libera al recupero del forte
TARCENTO. E' stato approvato il progetto preliminare per il recupero del
forte del monte Bernadia. La struttura diventerà un centro culturale di livello
europeo, condividendo e concretizzando cosi il programma della parrocchia di
Sedilis, portato avanti da monsignor Duilio Corgnali, per la realizzazione di
una "Scuola europea sperimentale permanente della pace". É dalle attrattive
paesaggistiche del luogo, nonchè dalle iniziative della festa per la pace, dallo
studio infine del piano di settore per i vigneti e la frutticultura, che si è
sviluppata l’idea del progetto per la Bernadia. La riflessione sull´istituzione
di un parco intercomunale ha portato infine al progetto "Forte Bernadia scuola
europea per l´ambiente e la pace". Costruito alla vigilia della prima guerra
mondiale a scopo difensivo, disarmato prima di Caporetto per fornire pezzi al
fronte, e in seguito abbandonato e saccheggiato, il forte del Bernadia oggi è di
proprietà comunale. La struttura non presenta problemi statici, il non
recuperarlo porterebbe però a un inarrestabile degrado; l'asse di finaziamento
europeo individuato quindi allo scopo dall'amministrazione comunale è Docup
Obiettivo 2. Il forte, dal cui spiazzo si domina tutta la pianura friulana,
consiste in un corpo principale in calcestruzzo e in vari ambienti di servizio
come casematte, batterie, polveriere. Si tratta di una grande costruzione
rettangolare in cemento su due livelli un tempo collegati da una scala. E'
circondato da due fossati e ornato da stipiti, feritoie, portali, basamenti
scalpellati e murature bugnate. Il forte non conserva però nè l'armamento nè i
suoi sistemi di funzionamento. Per quanto riguarda il suo stato di
conservazione, nelle principali strutture è giudicato soddisfacente, la
pellicola in calcestruzzo in grosse porzioni è però rigonfiata, ci sono
fessurazioni e infiltrazioni, manca l'originale solaio per l'accesso alle
postazioni del primo piano, gli elementi decorativi sono deteriorati e sono
stati infine asportati porte, portali e infissi. La progettazione preliminare
generale riguarda quindi gli interventi urgenti per il recupero della struttura,
dell'architettura e dell'immagine originaria del forte. Sono previsti anche
interventi sugli spazi aperti, compresa la realizzazione di un fabbricato di
servizio. Nel forte saranno quindi realizzati pavimenti, gradini, intonaci
cementizi interni ed esterni e tutti gli elementi decorativi di facciata, oltre
ai serramenti e agli impianti tecnologici. Il progetto preliminare prevede
quindi il recupero di tutti gli spazi interni ed esterni del forte per attivita´culturali
e turistiche. Si prevede di destinare la sale le sale del primo livello a
laboratori didattici, mentre il secondo livello e il livello interrato potranno
essere utilizzati per un percorso didattico multimediale. Nel nuovo fabbricato
servizi potranno invece collocarsi i servizi di bar e ristorazione,
incompatibili con l´architettura del forte. . Il recupero si inserisce, secondo
l´amministrazione comunale, in un progetto di sviluppo economico basato sulla
valorizzazione dell’ambiente naturale e sull’utilizzo di strutture di prestigio,
nell´ottica dell´apertura internazionale cui il territorio tende grazie anche
alle sue manifestazioni.Man mano che il progetto si concretizzerà dal punto di
vista didattico espositivo, la gestione sarà necessariamente più
professionalizzata e potrà essere mista, pubblico e privati. Verrebbero
incrementate le manifestazioni storico-culturali, di educazione ambientale,
ricreative, il forte recuperato verrà anche messo in rete con le strutture
similari e sarà oggetto di promozione e di grandi manifestazioni. L'intenzione
dell'amministrazione è di sviluppare quindi un progetto complessivo con nuove
opportunità per lo sviluppo del territorio: al progetto di recupero si
affiancheranno infatti interventi di educazione multimediale, con risorse
tecnologiche avanzat.(b.c.)
Messaggero Veneto — 03 agosto 2004 pagina 11 sezione:
UDINE
«Non stravolgere il forte»
TARCENTO.«Indipendentemente dal progetto della parrocchia di Sedilis, non si
può fare a meno di sottolineare che a Tarcento si continuano a realizzare e
promuovere strutture con destinazione simile, rischiando così che alla fine
partano tutte e nessuna funzioni». Così si esprime Barbara Anzil, consigliere
comunale della Lega Nord a Tarcento, sul tema del recupero del forte del monte
Bernadia, di cui recentemente l'amministrazione comunale ha approvato il
progetto preliminare. «Il fortino della Bernadia – continua Anzil – è un simbolo
per gli abitanti di Tarcento e non solo. E' altrettanto vero che la struttura
necessita di una riqualificazione. Credo però di interpretare i dubbi di molti
sul progetto esposto dall'amministrazione: come si intende portare lassù
acquedotto, fognature e luce? Come si pensa di risolvere il problema della
viabilità, dato che per ogni manifestazione bisogna ricorrere al senso unico e
come si pensa, su quel tipo di strada, di far passare macchine operatrici? Quale
sarà poi l'impatto ambientale di tutti questi lavori e quale sarà la
destinazione della tradizionale adunata degli alpini di fine estate che, tra
l'altro, portava un certo introito economico al paese ed era la più legata alla
storia del fortini, e quale sarà anche la destinazione del più recente
motoraduno che veniva organizzato sul piazzale che riscuote un notevole successo
tra i bikers?». «Mi permetto alla fine di sottolineare, conclude la Anzil,
l'importanza affettiva che ricopre quel luogo per i tarcentini: fin da piccoli
tutti sono stati portati dai genitori all'adunata degli alpini e, in età
adolescenziale, sono andati a vedere le stelle cadenti o il mare. Il luogo è uno
dei più suggestivi di Tarcento: non vorrei che venisse stravolto».Barbara
Cimbaro
Messaggero Veneto — 06 agosto 2004 pagina 12 sezione:
CULTURA - SPETTACOLO
Il soldato Pulcinella apre questa sera la
Festa della pace
TARCENTO. Inizia oggi, a Sedilis di Tarcento, la XIVª Edizione della Festa
della pace. L’apertura è affidata allo spettacolo Woyzeck soldato Pulcinella,
una produzione del teatro d’estate di Zsámbék, in Ungheria, e di Cultura 2000
dell’Unione Europea con la collaborazione dell’Associazione Pantakin di Venezia
e del CSS di Udine. Lo spettacolo andrà in scena oggi e domani, alle 21 nel
forte della Bernadia, ed è tratto dal Woyzeck, capolavoro di Georg Büchner. La
rappresentazione è firmata dal regista ungherese Simon Balázs, mentre
protagonista nel ruolo del soldato è l’attore friulano Andrea Collavino,
originario di San Daniele del Friuli e da anni tra i giovani protagonisti della
scena italiana ed europea.Il fascino e la forza della cultura mitteleuropea, la
lucida analisi psicologica ungherese e la poetica simbolica romena uniti al
divertimento tipico della commedia dell'arte italiana: queste le caratteristiche
più innovative ed accattivanti di Woyzeck soldato Pulcinella.
Significativamente, all'insegna del dialogo e della cooperazione tra culture,
sarà una compagnia internazionale composta da attori ungheresi, romeni e
italiani a portare in scena lo spettacolo.Con una scelta fortemente simbolica
però, prima ancora dell'avvio del progetto che lo vedrà trasformarsi in una
scuola internazionale per la pace, il forte della Bernadia si ripopolerà durante
due serate della Festa della Pace, veicolando messaggi di armonia e accordo fra
le genti. Lo spettacolo Woyzeck soldato Pulcinella è stato concepito, e ha
debuttato, in una ex-base missilistica antiaerea russa sulla montagna di Nyakas:
un edificio, considerato obiettivo militare fino al 1996, che nella sua funzione
originale evocava gli orrori della guerra e oggi invece è divenuto fonte di
ispirazione lirica. La Festa della Pace, organizzata dalla parrocchia di
Sedilis-Tarcento, dall'associazione culturale La Siele, e dall’associazione I
Colonos, continua domenica alle 11.00, al santuario della Madonna della Pace sul
monte Bernadia a Useunt, con la concelebrazione presieduta da monsignor Juri
Biziak, vescovo ausiliare di Capodistria, celebrazione accompagnata da cori e
dalla banda di Coia. Seguirà il pranzo sociale, il concerto della banda di Coia
alle 16.00, e alle 20.00 Sotto le stelle, un suggestivo incontro con la musica e
i canti da La solitudine del mitilo di Stefano Montello, con i Mitili Flk,
Pierluigi Cappello e Claudia Grimaz. (b.c.)
Messaggero Veneto — 07 agosto 2004 pagina 13 sezione:
UDINE
Tarcento, in autunno un incontro per il
forte
TARCENTO. Una riunione aperta con la popolazione sul futuro del forte del
Bernadia: questo è quanto ha annunciato, per l'autunno, il vicesindaco di
Tarcento, Loris Agosto. «Si fa un gran parlare del progetto del forte Bernadia a
Tarcento, ha spiegato, da quando l'amministrazione comunale ha partecipato,
prima in graduatoria, al bando regionale europeo "Obiettivo 2 ", finanziato con
una spesa di 1.209.600 euro di cui 995.584 a finanziamento Ue e la parte
rimanente a cofinanziamento comunale. Si nota anche una certa preoccupazione
sulla destinazione, su come arrivarci e sulla tutela ambientale, per un luogo
caro ai tarcentini, e a tanti friulani: lo capiamo e quindi l'amministrazione,
come ha fatto a suo tempo con la passerella sul Torre, intende, in autunno,
presentare il progetto in un'assemblea pubblica».«In quella occasione – continua
Agosto – i professionisti che prima di tutto hanno a cuore la questione della
valorizzazione delle risorse ambientali del luogo, potranno presentare il piano
di lavoro del progetto ed ascoltare i cittadini per raccogliere ulteriori
consigli e proposte. L'amministrazione intende portare avanti l' istituzione di
una scuola internazionale per la pace, dove la struttura del forte con i
laboratori multimediali, diventa il simbolo e punto di incontro di tutta la
proposta». «Negli incontri che si faranno anche con le associazioni che sul
Bernadia svolgono la loro attività – con alcune abbiamo gia parlato – potranno
essere un ulteriore momento per migliorare la strada da percorrere insieme con
un progetto condiviso. Queste associazioni insieme ai comuni di Tarcento,
Magnano e Lusevera e con il Consorzio dolce Nord-Est potrebbero costituire di un
organismo per la gestione del luogo in termini di organizzazione delle
manifestazioni in un sistema inserito in un circuito più ampio». Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 31 agosto 2004 pagina 15 sezione:
UDINE
«Per il Forte fondi europei» Il sindaco
difende il piano
TARCENTO. «Questa amministrazione ha avviato una serie di progetti che
condurranno Tarcento verso un futuro di sviluppo economico, sociale e turistico.
voglio ricordare il progetto relativo il Forte della Bernadia». Il sindaco di
Tarcento, Lucio Tollis, spiega così i disegni dell’amministrazione per il futuro
del comune, comprendenti il recupero del Forte, tema “caldo” nel dibattito
politico di questi giorni. «Per fare questo ci vuole coraggio - continua il
sindaco - l’abbiamo dimostrato nel caso dell’edificazione del ponte pedonale del
centro Ceschia, che qualcuno voleva smontato e ridotto a ferro vecchio: oggi,
invece, tutti l’apprezzano. Analoga operazione per la realizzazione del Pip di
Collalto, che sta dando risultati positivi: stiamo assegnando infatti gli ultimi
lotti. Siamo convinti che lo stesso avverrà per l’ex cinema Margherita e il
Forte del Bernadia. Va sottolineato - puntualizza - che in tutta Europa gli
itinerari sulla prima guerra mondiale sono valorizzati e inseriti nel circuito
turistico, ad esempio sullo Stelvio e il Falzarego. Non lo stiamo certo
inventando noi». «Non bisogna continuare a ragionare sulle briciole - rincara
sul tema il vicesindaco Loris Agosto - ma bisogna avere il coraggio di pensare
in grande e credere nelle cose che si fanno. Il progetto del Forte - spiega - è
risultato primo nella graduatoria di progetti del bando europeo a cui abbiamo
partecipato. Ha ottenuto il finanziamento più alto ed è stato accettato dalla
giunta regionale precedente e sostenuto dall’attuale. E’ evidente, dunque, che
ha un valore intrinseco. Per chiarire, è bene spiegare che se questi soldi non
fossero stati ottenuti dal Comune di Tarcento, sarebbero andati ad altri enti
per progetti analoghi». «Noi - prosegue Agosto - investiamo un quinto di ciò che
investe il Fondo sociale europeo, sostenuto dalla Regione, e quelli che
investiamo sono soldi che che comunque andrebbero spesi per non lasciare nel
degrado la struttura la cui manutenzione, a oggi, è garantita solo dai volontari
dell’Ana, cui siamo riconoscenti».Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 30 settembre 2004 pagina 12 sezione:
UDINE
Recupero del Forte: 80 anni fa un piano
TARCENTO. Il nuovo progetto per il recupero del forte del Bernadia, per un
investimento di circa un milione e 200 mila euro, è da mesi al centro
dell’attenzione dei tarcentini. Una nuova scoperta è arrivata dal noto storico e
saggista Paolo Montina: già ottant’anni fa, a Tarcento, esisteva una pratica per
il recupero del forte, testimoniata da una lettera datata dicembre 1928, scritta
dall’allora ispettore regionale onorario ai monumenti, Giuseppe Biasutti, e
indirizzata al commissario prefettizio di Tarcento. Già all’epoca era quindi
stata avviata la cessione dell’area al Comune, per provvedere poi al recupero
del fortilizio. «Ritengo superfluo far presente l’importanza, sotto l’aspetto
turistico, che l’area sulla sommità del Bernadia potrà assumere» si legge sul
documento ritrovato. La proposta di Biasutti era di insediare nel forte una
famiglia, a scopo di vigilanza, e poi di provvedere, in un secondo momento, a un
piano di recupero e valorizzazione dell’area. «Non sappiamo come andò la
pratica, commenta Montina, evidentemente non bene se il forte è rimasto
abbandonato e nella seconda guerra mondiale fu ricovero dei partigiani della
banda di "Carlo". La documentazione riscoperta da Montina è stata consegnata
all’amministrazione comunale di Tarcento. «Ci fa piacere quindi questa scoperta
- commenta il vicesindaco Loris Agosto - che indica una nostra unità d’intenti e
una coerenza con gli antichi amministratori. Il recupero del forte, ricorda
ancora Agosto, si lega ai progetti per il recupero di aree militari dismesse a
Tarcento, come il ripristino dell'ex caserma Talentino e, in prospettiva, quello
dell'ex caserma Urli». (b.ci.)
Messaggero Veneto — 03 dicembre 2004 pagina 12 sezione:
UDINE
Bernadia: lavori per 1,2 milioni
TARCENTO. Un milione e 209 emila euro per la seconda fase di lavori sul
forte del monte Bernadia: questo l’investimento per la seconda fase dei lavori,
di cui l’assemblea civica tarcentina ha approvato, in una vivace riunione, il
progetto preliminare. Ma il progetto ha trovato una forte opposizione, domani
partirà una raccolta di firme.Sul Bernadia sorgerà un nuovo edificio per i
servizi, destinato soprattutto a scolaresche e ai visitatori, che servirà le due
strutture del fortino del Bernadia e del vicino faro della Julia. Si tratterà di
una struttura interrata, progettata così per non avere un forte impatto
ambientale e che avrà un’estensione totale di circa 350 mq. Sono previsti
quindi, al suo interno, diversi vani, destinati a locali di servizio, come punti
informazioni, book shop, bar, bagni, e una sala più grande, per meeting che
potrà ospitare all’incirca due scolaresche. Il nuovo edificio interrato sorgerà
proprio di fronte al forte, nel piazzale antistante e sarà collegato con un
corridoio all’edificio principale. Il progetto prevede inoltre la realizzazione
di un ascensore per raggiungere i locali interrati, che sorgerà in
corrispondenza dell’attuale fossato e che servirà quindi contemporaneamente
anche il piano superiore del forte. Tra le opere previste, va segnalata poi la
sistemazione del piazzale e una nuova pavimentazione. Il finanziamento del
secondo lotto, completamente a carico dello stato, prevede quindi un importo di
1.209.000 euro finanziati con fondi Cipe. Si tratta di un finanziamento
"gemello" rispetto a quello della prima parte dei lavori del forte: per quella
parte dei lavori infatti l’investimento totale era di 1.209.600 euro, finanziati
per 965.584 euro da fondi Ue e per il 20% dal Comune.Il progetto è passato coi
voti favorevoli della maggioranza, contraria l’opposizione, che non ha però
circoscritto la sua azione alle mura di palazzo Frangipane. Domani parte infatti
la raccolta di firme che la Lega tarcentina avvia per dire no al progetto di
recupero del forte del Bernadia: anche la sezione tarcentina di An ha annunciato
una raccolta di firme, con modalità però ancora da definire. Per chi fosse
interessato, sarà possibile firmare ogni sabato mattina dalle 9 alle 12.30 e al
pomeriggio dalle 17 alle 19 presso la sede della Lega, in via Morgante. Così la
Lega motiva la decisione di avviare questa iniziativa: «Il progetto del Comune
relativo al ripristino del fortino della Bernadia è scandaloso e denota che gli
amministratori sono fuori dal tempo: la gente chiede strade sicure e con
maggiore manutenzione e loro decidono di imbarcarsi nell’ennesima cattedrale nel
deserto da realizzare con quasi 4 miliardi e mezzo delle vecchie lire. Certo,
sono finanziamenti europei, ma il Comune comparteciperà per circa 250.000 euro
per la realizzazione del progetto. E sicuramente, dato che un piano gestionale
non esiste e l’amministrazione non ha le idee chiare sul futuro della struttura,
ci toccherà poi mantenere tutte le spese che uno stabile del genere comporta,
come si sta già facendo per il centro Ceschia, per la villa Moretti e per l’ex
cinema Margherita».Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 12 dicembre 2004 pagina 12 sezione:
UDINE
Polemica sul recupero del Forte
TARCENTO. «Il primo sabato di raccolta firme ci ha dato grande
soddisfazione: 80 cittadini sono venuti a firmare nella sede della Lega contro
il progetto del Comune sul recupero del Forte sul Bernadia». Così la capogruppo
della Lega, Barbara Anzil, commenta l’andamento dell’iniziativa avviata da poco.
«Questo interessamento è sintomatico di un reale scollamento tra amministrazione
e cittadini: da una parte la giunta spende milioni di euro per un progetto
faraonico senza un piano gestionale e senza un’idea precisa di come fare per
risolvere i problemi logistici del luogo, dall’altra i tarcentini chiedono
strade sicure e una viabilità più curata. La Lega, insieme alle altre forze di
minoranza, intende opporsi con varie iniziative. La raccolta firme è il primo
segnale, che intendiamo dare insieme, ai cittadini di Tarcento,
indipendentemente dal loro colore politico: non è possibile continuare a
costruire strutture col medesimo fine culturale ma senza prospettive
occupazionali e gestionali. È giusto che i cittadini siano portati a conoscenza
di quello che il loro Comune intende realizzare, anche perché il sindaco non si
è preoccupato di farlo. Chiedo quindi ai cittadini di Tarcento di impegnarsi
contro questo ennesimo spreco di denaro pubblico che andrà seriamente a
compromettere e impegnare le casse del nostro Comune».Anche il dibattito
consilare sul recupero del forte era stato articolato: l’opposizione aveva
puntato il dito soprattutto contro i costi di gestione che potrebbero derivare
dal progetto. «E’ come comprare una Ferrari e non avere i soldi per mantenerla»,
aveva commentato la stessa Anzil. «Questo progetto comporterà per le
amministrazioni future problemi più grandi di loro» rincarava Giancarlo Cruder
di Amare Tarcento. La struttura poi, per Michela Gasparutti (Fi), è troppo
decentrata per poter avere ricadute convincenti sul territorio.«Questi sono
discorsi legittimi ma piccoli, ha ribattuto il vicesindaco Loris Agosto, noi ne
vogliamo fare di grandi: prima infatti a Tarcento non si erano mai affrontati
progetti europei con coraggio».Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 21 gennaio 2005 pagina 13 sezione:
PORDENONE
Bernadia, più collaborazione per il
recupero del forte
In relazione ai continui (spesso polemici) interventi sul ventilato recupero
del forte del monte Lonza (Bernadia) che l’amministrazione comunale tarcentina
sta portando avanti da qualche tempo, vorrei ricordare alcuni precedenti casi di
recupero di immobili che a suo tempo furono fortemente osteggiati, ma che oggi
sono vanto della nostra comunità. Verso il 1920 alcuni tarcentini si riunirono
in comitato per recuperare ciò che restava del rudere del castello inferiore (il
Ciscielat): in pochi contro tanti (che consideravano il rudere solo un odioso
ricordo del passato feudale) che alla fine prevalsero, permettendoci oggi di
ammirare quell’avanzo di torre, simbolo ormai consolidato dell’Epifania
tarcentina. Lo stesso discorso si potrebbe fare per la vicina villa Moretti, da
molti considerata un accessorio del nostro panorama, di cui oggi però andiamo
fieri, seppur con qualche sacrificio economico. Stessa considerazione per il
complesso della ex filanda-caserma Ferruccio Talentino in Oltretorre: molte
critiche e tanta fatica, ma alla fine essa è tornata al suo antico splendore
(forse meglio di prima) a significare un indubbio (seppur oneroso) vanto per la
comunità. Lo stesso discorso si potrebbe già anticipare per il recupero del
forte del Bernadia, che (gaudio per i pacifisti) conservò intatta la verginità
bellica, dal momento che i suoi quattro cannoni da 149 G non spararono un solo
colpo in tutta la guerra. Se c’è la possibilità di un recupero strutturale di
quest’opera, non si comprende il motivo di osteggiarla in partenza, considerando
tra l’altro che quest’idea non è di oggi, ma di ottant’anni fa, come già
riportato su queste pagine poco tempo fa; non possiamo peraltro nemmeno negare
che la comunità tarcentina non possa alla fine trarne vantaggio, non fosse altro
se oltre al forte, venisse sistemata anche la strada da Sedilis al monte Lonza.
In conclusione io credo che maggior collaborazione e minor faziosità potrebbero
alla fine giovare al recupero di un altro pezzo della nostra storia, senza
oggettivamente scordare che purtroppo i recuperi storico-culturali costano
sempre cari in termini economici e di contro ci lasciano solo la soddisfazione
di poter tramandare ai posteri una parte della nostra storia che bene o male
merita di essere conservata. Paolo MontinaVillafredda
Messaggero Veneto — 19 marzo 2005 pagina 12 sezione: UDINE
Bernadia, no ai lavori
TARCENTO. «Abbiamo organizzato due giorni di gazebo, venerdì e domenica, per
la raccolta firme per chiedere un referendum sull’entrata della Turchia nell’Ue
e per esprimere il nostro dissenso al progetto di recupero e riqualificazione
del fortino della Bernadia: così Barbara Anzil, capogruppo della Lega a Tarcento,
spiega l’iniziativa: «la posizione della Lega Nord su questo tema è molto chiara
- continua - siamo favorevoli alla messa in sicurezza del forte, quindi al primo
lotto dei lavori, perché è giusto e corretto sistemarlo. Non condividiamo invece
il secondo lotto, quello cioè che prevede la trasformazione del fortino in un
non ben identificato “Centro europeo per la Pace”, non si sa gestito in che modo
e da chi. Situato poi in una zona che da anni chiede la sistemazione delle
strade, è davvero un’assurdità spendere tutti quei soldi. Non è poi per niente
da sottovalutare l’aspetto del mantenimento di queste opere e della attivazione
di tutti i servizi che le supportano. Chi pagherà tutto questo? Devo dire che i
cittadini di Tarcento hanno risposto bene alla nostra iniziativa. Per ora
abbiamo raccolto 500 firme, ma ci siamo ripromessi di continuare a raccoglierle
dopo Pasqua. Come sempre le persone si avvicinano volentieri ai nostri gazebo,
che diventano così occasione di discussione e confronto. E, dal nostro punto di
vista, servono anche a incentivare la partecipazione della cittadinanza alla
vita del paese». La Lega, nella raccolta di firme, è supportata anche dalle
altre forze all’opposizione: i punti di raccolta firme ufficiali sono la sede
della Lega e il panificio di Silvano Nonino, da qualche mese eletto nuovo
coordinatore di Fi per TarcentoBarbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 04 maggio 2005 pagina 16 sezione:
UDINE
Cominciati i lavori sul Forte
TARCENTO. Sono partiti, sul monte Bernadia, i lavori del primo lotto della
complessa operazione che prevede il recupero del forte, manufatto bellico
risalente alla prima guerra mondiale, costruito fra il 1908 e il 1913, come
parte del gigantesco sistema difensivo del medio Tagliamento. La prima parte di
lavori prevede un investimento di 1,2 milioni di euro, provenienti per l’80% da
fondi dell’Unione europea e per il 20% da impegno diretto del Comune. L’appalto
è stato aggiudicato da qualche mese, i lavori sono partiti in questi giorni. «E’
un’operazione – commenta il sindaco Lucio Tollis –, che rientra in un sistema di
sviluppo più generale del territorio: siamo convinti infatti che l’area del
Bernadia abbia opportunità notevoli, potrebbe diventare quello che il Carso è
per Trieste».«L’area infatti - spiega il sindaco - è molto importante dal punto
di vista naturalistico, e parlando di Bernadia mi riferisco all’anello che
comprende anche Villanova e Ramandolo. Non abbiamo ancora imparato che queste
cose hanno un loro valore turistico. C’è poi un altro sistema che da Sedilis e
Useunt arriva a borgo Coceano, un luogo molto interessante, dove oggi ci sono
una decina di abitazioni, con un microclima e un panorama davvero eccezionali.
Se dobbiamo sviluppare il turismo, dobbiamo mettere insieme più piccole cose e
il sistema del Bernadia, in quest’ottica, ha le sue carte da giocare. Del resto,
l’intento dell’Unione europea, nell’erogare i fondi che abbiamo investito nel
recupero del forte, è proprio quello di trovare sul territorio delle occasioni
da valorizzare. Il turismo di domani non sarà infatti più quello del mare o
dell’alta quota, poter raggiungere una montagna come il Bernadia, con
particolarità storiche e naturalistiche importanti, sarà sempre più
fondamentale. Ormai tutti concordano che il futuro del turismo in Italia sarà
imperniato sulla valorizzazione degli aspetti culturali». «Abbiamo poi –
conclude Tollis –, molti laureati in ambiti affini ai beni culturali e
all’organizzazione di eventi culturali, cosa gli facciamo fare? Questa potrebbe
rivelarsi un’importante opportunità anche per loro». (b.c.)
Messaggero Veneto — 14 giugno 2005 pagina 12 sezione:
UDINE
Tollis: recupero del forte con fondi Ue
TARCENTO. E’ stato recentemente presentato a Lardaro, in Trentino, nel corso
di un convegno sulle esperienza di recupero dei luoghi storici della prima
guerra mondiale intitolato "Progetto grande guerra", il progetto recentemente
avviato, che prevedere il recupero del forte del monte Bernadia a Tarcento. Al
convegno sono state portate diverse esperienze, su tre regioni: Trentino,
Piemonte e Friuli. Per la nostra regione quello del Bernadia è stato l’unico
progetto illustrato al convegno. «La cosa che ci ha colpito – spiega il sindaco
Lucio Tollis –, è l’alta qualità del convegno. Sono stati presentati in tutto
otto forti: su questi temi c’è oggi grossa attenzione, la Sovrintenedenza alle
belle arti di Trento sta lavorando in questo periodo quasi solo sui forti.
Questo ci conforta nel pensare che la nostra intuizione sul recupero del forte
del Bernadia è interessante: abbiamo visitato infatti il forte Larino, in comune
di Lardaro, un piccolo Comune di circa 186 abitanti, che ha acquistato il forte
con 300 milioni di vecchie lire. Anche il forte Corno, nel comune di Praso, è
stato acquistato con fondi propri. Oggi se ne sta risanando la copertura con un
lavoro difficile, un cantiere in alta montagna quasi sospeso nel vuoto. Rispetto
al caso di Tarcento, su cui non mancano le polemiche, questi Comuni, più
piccoli, si sono impegnati con somme ben maggiori, impegnando i Comuni e la
Provincia, quando noi abbiamo beneficiato invece dei fondi Ue. Se due comuni
così piccoli hanno pensato che i due forti potrebbero essere importanti per il
loro turismo, a maggior ragione noi saremmo rinunciatari se non dovessimo
tentare oggi questa impresa. Abbiamo preso poi diversi contatti: a fine
settembre, con la collaborazione della sovrintendenza e della Regione, Tarcento
intende organizzare un evento di questo tipo anche a Tarcento, incentrato sul
forte del Bernadia, ma portando anche diverse altre esperienze significative di
recupero di forti storici».Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 25 settembre 2005 pagina 10 sezione:
UDINE
Forte Bernadia, i lavori saranno conclusi
nel 2007
TARCENTO. È in fase di ultimazione la procedura d’appalto per i lavori
relativi alla fase di completamento dei lavori sul forte del Bernadia a Tarcento.
A darne notizia è il sindaco Lucio Tollis che spiega: «Entro ottobre i lavori
dovrebbero essere appaltati, è prevedibile quindi che, terminato il primo lotto
entro la primavera del 2006, il forte possa essere pronto nell’autunno 2007, in
tempo per il tradizionale raduno alpino di settembre». «Nella gestione della
struttura recuperata sarà coinvolto il Comune assieme agli alpini e ad altri
enti tra cui - continua Tollis-, per il progetto culturale, l’Università di
Udine e le scuole». Il progetto Forte è stato oggetto, la scorsa settimana, di
una presentazione destinata ai gruppi Ana, alle Pro loco del territorio e alle
associazioni, nonché agli esercenti di Sedilis.La presentazione, curata dal
sindaco Tollis, il vicesindaco Loris Agosto e l’architetto Battaino, leader del
team di tecnici all’opera per il forte, ha presentato il restauro del manufatto,
che seguirà criteri conservativi. «Il forte continuerà - ha spiegato il
vicesindaco Loris Agosto - a presentare i segni del tempo e della sua lunga
storia, la sua destinazione finale è di ospitare un percorso multimediale sulla
prima guerra mondiale. A servizio del forte sarà realizzato un punto di ristoro
interrato, anche sala polifunzionale, con una trentina di posti e una vetrata
panoramica. Sarà poi sistemato anche il piazzale antistante, con materiali in
linea con quelli usati per il forte e inserti in pietra piasentina. Questo
servirà anche a collegare il forte e il faro, conservando il senso di rispetto
del luogo e dei caduti che il monumento Faro rappresenta». «Oggi - continua
Agosto-, c’è grande interesse sul recupero dei percorsi di guerra. Il forte del
Bernadia può inserirsi quindi in un sistema che comprende già anche altri
percorsi esistenti. Ogni anno poi, va considerato che sull’autostrada passano 20
milioni di auto, si potrà pensare di attrarre nuovo turismo a Tarcento
segnalando il nuovo complesso del forte. Per quanto concerne infine le strade e
la viabilità verso il monte Bernadia, prevediamo di poter reperire senz’altro i
fondi necessari per allargare la via e creare piazzole di scambio nei tre
chilometri che separano Useunt al forte». Il forte del Bernadia viene recuperato
con due distinte fasi di lavori, il primo lotto, che sta terminando, ha previsto
un investimento di 1 milione e 200 mila euro provenienti da fondi Ue e dal
Comune per il 20%, il completamento dei lavori viene realizzato grazie a un
finanziamento di importo analogo stanziato invece dal Cipe.Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 16 dicembre 2005 pagina 14 sezione:
UDINE
Bernadia, si restaura il forte
TARCENTO. Saranno terminati entro la primavera i lavori del primo lotto del
forte del Bernadia, opere volte al consolidamento strutturale del manufatto
bellico, quindi in linea con le tempistiche già previste. A buon punto quindi il
lavoro nel cantiere, che ha già perfezionato la realizzazione della nuova linea
elettrica, la prima ad aver raggiunto il forte del Bernadia e che potrà ora
servire anche il monumento faro della Julia, alimentato ora con una linea
dedicata costruita dagli alpini. A dare l’annuncio e a fare il punto sullo stato
di avanzamento dei lavori è il sindaco di Tarcento, Lucio Tollis: «Fino a oggi -
spiega Tollis - su questo cantiere, sono stati effettivamente spesi 500 mila
euro circa, entro fine gennaio è prevista anche la posa dei serramenti e quindi
la consegna dei lavori potrà avvenire già con la primavera, in linea con quanto
previsto. Tra le opere già terminate, mi sembra importante segnalare che è stata
completata la nuova linea elettrica: il monte Bernadia è infatti attraversato da
un piccolo elettrodotto che arriva fino a circa 300 metri dal forte. È stata
quindi sistemata una piccola cabina di derivazione - precisa il primo cittadino
- con impatto ambientale pressoché nullo, ed è stata quindi interrata la nuova
linea fino al forte. Questa nuova linea non avrà quindi impatto visivo
sgradevole e non avrà, nel contempo, problemi in inverno poiché è interrata. A
questa nuova linea potrà quindi attaccarsi ora anche il monumento faro, che è
servito da una linea elettrica fatta dagli alpini solo per questo, linea che
però richiedeva prima dei lavori di manutenzione costanti ed era anche un po’
più precaria». Le altre opere già finite, nei lavori del forte, comprendono la
pulitura profonda, mediante sabbiatura, di tutte le superfici interne ed
esterne, la ricostruzione delle pareti mancanti, in accordo chiaramente con la
Soprintendenza, il consolidamento dei parapetti in calcestruzzo della terrazza,
la pulizia dei serbatoi di accumulo e raccolta dell’acqua piovana. Ancora, è
stato terminato il rifacimento di tutto l’impianto esterno e interno di raccolta
delle acque meteoriche, sono state asportate le murature posticce, è stata
completata la messa in sicurezza del fossato con una recinzione. Le opere più
visibili nella struttura sono comunque la copertura dei quattro fori delle
torrette con strutture in acciaio e rivestimento in zinco-titanio, nonché,
importante opera a livello statico, sono state consolidate, bonificate e
sigillate le macro-fessure sulle superifici esterne, interne e sulla copertura,
con malte speciali. Ricordiamo infine che l’investimento complessivo per la
prima parte dei lavori del forte del monte Bernadia è di circa 1.200.000 euro,
provenienti da fondi Ue e comunali, altrettanti sono i fondi già destinati al
secondo lotto dei lavori, con fondi questa volta statali.Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 10 febbraio 2006 pagina 15 sezione:
UDINE
Sistemi difensivi e forti: un convegno il
18 a Tarcento
TARCENTO. Assieme al cantiere per il recupero del forte del Bernadia, si
avvia la riflessione sui possibili percorsi di valorizzazione della struttura
una volta terminati i lavori che lo renderanno nuovamente fruibile: è in
quest’ottica che il sindaco Lucio Tollis, ha introdotto il convegno sui forti e
i sistemi difensivi che si terrà il 18 febbraio a palazzo Frangipane. Il
convegno presenterà le esperienze dei comuni trentini di Lardaro e Praso, con
cui Tarcento aveva già preso contatti in occasione di un precedente incontro in
Trentino, sempre durante un convegno sui forti e la loro valorizzazione. Il
convegno si svilupperà quindi in due parti: la presentazione delle esperienze
già maturate in Trentino, con la presenza, tra gli altri, dell’architetto
Michela Favero, della soprintendenza di Trento. Saranno però coinvolti anche
relatori tarcentini, come lo storico e ricercatore Paolo Montina, il naturalista
Alberto Candolini e due neolaureate tarcentine, Sandi Petrossi e Giulia lo
Piccolo, che hanno sviluppato due tesi di laurea relative proprio al forte del
monte Bernadia e alle sue prospettive. E’ previsto infine anche l’intervento dei
progettisti che hanno curato il recupero del manufatto bellico del Bernadia,
infine l’architetto Anselmi della direzione regionale per i beni culturali. (b.c.)
Messaggero Veneto — 29 aprile 2006 pagina 13 sezione:
UDINE
Bernadia, si sistema il parco
TARCENTO. Tra le prime iniziative della nuova amministrazione comunale
tarcentina, va segnalato che è partita la fase ricognitiva per un nuovo progetto
di risistemazione delle aree limitrofe al forte del Bernadia, da adibire a
servizio delle due manifestazioni più importanti sul monte Bernadia ma anche del
turismo ambientale del parco naturale comprensoriale del Bernadia. Si avviano a
essere aumentate quindi le aree di sosta sul monte Bernadia mentre, per quanto
riguarda il cantiere del forte, ricordiamo che sono già stati appaltati il
primo, quasi concluso, e il secondo lotto di lavori; le opere stanno proseguendo
secondo le tempistiche previste. È in fase avanzata inoltre lo scavo che
ospiterà la nuova struttura sotterranea posta sotto il piazzale del forte.
«Approfitteremo dei lavori – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori
pubblici Giancarlo Cruder – anche per sistemare le aree vicine al forte, tramite
degli specifici progetti, in modo da poterle utilizzare come aree di sosta per
le manifestazioni più importanti del Bernadia: il motoraduno e il raduno degli
alpini. Sono diverse aree, di circa un centinaio di metri quadrati ciascuna.
Abbiamo detto che in questo momento il forte è un’eredità pesante: questo
progetto lo inquadriamo però in un inizio di sistemazione di tutta l’area
destinata a parco, area che ha una valenza ambientale da tutelare. Intendiamo
inoltre rendere meglio fruibile la zona a coloro che sono particolarmente
attratti dalle bellezze naturali del territorio e che praticano il turismo
ambientale. Le aree che intendiamo recuperare potrebbero essere infatti
attrezzate anche per altri scopi, oltre alla sosta, legati alle bellezze del
parco. Mi riferisco anche a esempi di sfruttamento già noti e redditizi, come
gli esempi, gestiti dalle Pro loco, a Claut e Barcis. Questo per mettere la
prima pietra di un progetto turistico-ambientale che costruiremo assieme alle
associazioni, come la Pro loco, l’associazione culturale “La siele”, i Comuni di
Nimis e Lusevera. Si tratta di un progetto “in fieri”, su cui inizieremo a
lavorare a breve, e dove l’assessore Andrea Premoselli curerà tutti gli aspetti
legati al suo referato».Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 02 novembre 2006 pagina 11 sezione:
UDINE
Monte Bernadia: mine per ultimare gli scavi
TARCENTO. Si procederà con le mine per completare l’ultima parte degli scavi
previsti per l’edificazione del secondo lotto dei lavori di recupero del forte
del monte Bernadia, a Tarcento: questo è quanto ha comunicato il vicesindaco e
assessore ai lavori pubblici, Giancarlo Cruder, in sede di consiglio comunale.
Il cantiere del monte Bernadia, uno tra i più importanti oggi in attività nella
zona, prosegue, quindi, con il completamento degli scavi. In seguito, lo
ricordiamo, sotto il piazzale del forte sarà edificato un complesso sotterraneo
polifunzionale che sarà collegato al forte esistente. Proprio nella fase degli
scavi per il collegamento al forte, si è scoperto che la roccia del Bernadia è
troppo dura per essere asportata con i metodi tradizionali e si è preferito
quindi procedere con il metodo delle mine, che richiede però dei tempi tecnici
per ottenere tutte le necessarie autorizzazioni. A servizio del forte con il
secondo e ultimo lotto dei lavori, tuttora in corso di esecuzione, sarà
costruito un punto di ristoro interrato, anche sala polifunzionale, con una
trentina di posti e una vetrata panoramica. Sarà poi sistemato anche il piazzale
antistante, con materiali in linea con quelli usati per il forte e inserti in
pietra piasentina. Questo servirà anche a collegare il forte e il faro,
lasciando liberi gli spazi che ogni anno servono a importanti e seguite
manifestazioni come il motoraduno e il raduno nazionale degli aplini. Va
ricordato che si attendono anche le necessarie autorizzazioni per poter
rimuovere dal piazzale del forte il grande cumulo di detriti che lo ingombra. «I
detriti - spiega ancora Giancarlo Cruder - dovranno essere utilizzati per creare
nuove piazzole di scambio lungo la strada, ma anche per risistemare alcune
stradine della zona, che diventeranno così più gradevoli per il passeggio».
Presto, quindi, anche la viabilità locale e quella verso il Bernadia saranno
migliorate. Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 05 maggio 2007 pagina 12 sezione:
UDINE
Forte, al via lo smaltimento dei detriti
TARCENTO. Dopo un’attesa di sei mesi è finalmente arrivata, al Comune,
l’autorizzazione regionale per rimuovere gli oltre 2500 metri cubi di detriti
edili frutto del cantiere del forte del monte Bernadia, i cui due lotti sono in
fase avanzata di completamento. A dare notizia di questo nuovo impulso ai lavori
del forte, è il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Giancarlo Cruder.
Chiaramente, una volta che l’opera di sgombero del piazzale sarà conclusa, sarà
un elemento importante, che restituirà spazi di parcheggio per le manifestazioni
che tradizionalmente si svolgono nell’area, come il raduno nazionale Ana e il
motoraduno invernale, un po’ "sacrificati" negli spazi, nelle ultime edizioni,
proprio per il grande cumulo di detriti che occupa quasi tutta l’estensione del
piazzale. «Speriamo che il piazzale possa essere pronto per settembre», spiega
ancora, in questo senso, Cruder. L’opera che ora sarà avviata quindi sarà quella
di utilizzare una parte del materiale per ricoprire gli scavi effettuati, mentre
una parte consistente, di circa 2500 mc, sarà destinata alla creazione di nuove
piazzole di scambio che migliorino l’accessibilità del forte, raggiungibile solo
attraverso due strette vie di montagna, ma anche per migliorare la rete
sentieristica in loco. Verranno create quindi due nuove piazzole di scambio
nella salita da Useunt, vicino alla tettoia degli alpini, sulla cima del monte,
verrà inoltre ampliato lo spazio solitamente adibito a parcheggio.«Intendiamo –
spiega ancora Cruder – allargare i sentieri, chiaramente però con tutte le
precauzioni del caso, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle norme vigenti.
Vogliamo quindi "approfittare" dell’occasione per un intervento di manutenzione
sulla sentieristica, stando molto attenti però alla piena salvaguardia delle
peculiarità di questo luogo. Si tratta di apportare materiali inerti su piste
già esistenti e di rendere così il luogo meglio fruibile». Intanto, nonostante
lo stop imposto allo smaltimento del cumulo di detriti, il cantiere del forte è
sempre andato avanti: il primo lotto è infatti quasi terminato, seguono a ruota
i lavori del secondo, in vista della consegna unica di entrambe le parti del
lavoro. «Il primo lotto – conclude Cruder – quello che interessava la parte
storica del forte è completo per oltre l’80%, mancano solo poche finiture
interne, mentre per la parte nuova, quella interrata, l’opera è a buon punto ed
è stata completata, al grezzo, per circa il 70%».Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 09 agosto 2007 pagina 11 sezione:
UDINE
Bernadia, riprendono i lavori
TARCENTO. E' stato smaltito completamente, sul piazzale del forte del monte
Bernadia, a Tarcento, l'ingombrante cumulo di detriti edili, di circa 3500 metri
cubi, che aveva rallentato, nelle tempistiche necessarie all'ottenimento delle
autorizzazioni di smaltimento, il completamento delle opere di recupero del
forte stesso. Il completamento dello smaltimento dei detriti è un passo molto
atteso soprattutto dalla associazioni, come quella motociclistica e quella degli
alpini, che utilizzano proprio il piazzale del forte per organizzare,
rispettivamente, il motoraduno invernale e l'adunata nazionale delle penne nere
di settembre, manifestazioni che, lo scorso anno, avevano dovuto “adattarsi”
agli spazi ridotti lasciati liberi dall'ingombrante cantiere del forte. Oggi
invece questi materiali di scarto sono stati utilizzati per il rinforzo della
rete sentieristica esistente sulla cima del monte, ma anche per la creazione di
utilissime piazzole di scambio, che permettano l'incrocio dei veicoli, lungo la
strada che sale al forte da Useunt, che è molto ripida e davvero stretta. E'
prevista proprio per questa settimana, inoltre, la riunione dell'amministrazione
comunale, rappresentata dal vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Giancarlo
Cruder, con la direzione dei lavori, per fare il punto della situazione. E' già
possibile anticipare, però, che entrambi i lotti che compongono il progetto
complessivo del forte sono in avanzato stato di completamento. «Il primo lotto –
spiega infatti il vicesindaco Cruder – è in via di consegna. Si può stimare che
le opere siano state completate al 90%. Si sta però terminando ancora qualche
opera di scavo, anche con l'uso di esplosivo, per il collegamento tra i due
lotti. La consegna del secondo lotto dei lavori, anche questo a buon punto, è da
prevedere il prossimo anno». Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 23 novembre 2007 pagina 12 sezione:
CULTURA - SPETTACOLO
Una guida sulle tracce dei combattenti
della Grande Guerra
di LUCIANO SANTIN Da parecchi anni Marco Mantini, con il suo Gruppo di
ricerche e studi, porta avanti un sistematico lavoro di catalogazione e
ripristino delle vestigia della Grande guerra sul territorio regionale. Frutto
di questa azione, una serie di volumi, l’ultimo dei quali, denso e accattivante,
è appena uscito in libreria.Viaggiare nella storia dall’Adriatico al passo di
Monte Croce Carnico, pubblicato nella collana Guide Gaspari (234 pagine 13
euro), è un libro da zaino, silloge di proposte per conoscere alcuni punti
chiave nel teatro dell’“inutile strage”.Una ventina gli itinerari descritti,
accessibili a tutti (la difficoltà è al massimo E), e talvolta anche
automobilistici: quattro sono sul Carso (Ermada, Parco tematico della Grande
Guerra di Monfalcone, monte Sei Busi e Dolina dei 500, San Michele); otto nella
zona tra la pianura e le colline del Friuli (Sabotino, asse Cividale-Caporetto,
Colovrat, Punta di Montemaggiore, Bernadia, Forte di Osoppo, Monte di Ragogna,
Forte di Col Roncone); sette nelle Alpi (Forte di Chiusaforte, linea trincerata
dei Plans, Jôf di Sompdogna e di Miezegnot, Piccolo Miezegnot, Cuelat e Pal
Piccolo).L’opera, spiega l’autore, non è rivolta agli specialisti, semmai
«all’ospite di passaggio» (il settore bellico è una voce tutt’altro che
trascurabile nel bilancio del turismo culturale); in realtà può servire bene
anche a quelli che qui vivono. Ai più non solo rimangono in genere ignoti i
segmenti del fronte e i dettagli dello scontro, ma non di rado sfugge il senso
complessivo della tragedia ’15-18, troppo a lungo circonfusa da un artefatto
alone di gloria e leggenda.L’attuale nord-est della penisola italiana, poco meno
di un secolo fa, «divenne per 29 lunghi mesi il terreno di scontro tra gli
eserciti italiano e austro-ungarico»; il Carso e lo spartiacque sulla destra
Isonzo videro susseguirsi dodici sanguinosissime offensive; la piana friulana fu
trasformata in un’unica immensa retrovia. Poi venne Caporetto.Quel periodo
preparò tutti i mali del “secolo breve”, normalizzazioni imposte dalla creazione
di un nuovo confine destinato presto a cambiare per effetto di un altro,
terribile conflitto. Altri orrori bellici, strascichi di sofferenza, la lunga,
vigile diffidenza di una frontiera armata come nessun’altra in Italia.Si
dissolve in questi giorni quella che era stata per un periodo parte della
“cortina di ferro”, e si diffonde sempre più la consapevolezza che è la stessa
esistenza di una barriera a essere sbagliata in una terra da sempre portata
all’incontro e alla mescolanza. Circostanza felice è la coincidenza con i
novant’anni dalla fragile pace del ’18, che stimola le ricerche senza timore di
avvicinarsi troppo al territorio del “nemico”, e la stesura congiunta, sul
campo, di progetti operativi per percorsi di memoria storica.Dall’Adriatico al
passo di Monte Croce Carnico dà spiegazioni ragionate, ricche di aneddoti, ma
anche di indicazioni essenziali sulle linee strategiche e operative dei due
eserciti. Affiancando loro un ampio corredo iconografico: immagini d’epoca che
illustrano in modo diretto la realtà del fronte, e foto dell’oggi che fanno
capire la grande suggestione dell’ambiente.Luoghi devastati dalla guerra, le cui
ferite vennero lentamente lenite e quasi rimarginate dalla natura, e che poi
proprio la condizione confinaria mantenne nella loro integrità. Oggi sono una
risorsa in più, da usare con intelligenza, preservandola da scempi.
Messaggero Veneto — 09 maggio 2008 pagina 15 sezione:
UDINE
Lavori al forte conclusi entro giugno
TARCENTO. Saranno terminati entro il mese di giugno i lavori di recupero del
forte del monte Bernadia: questa è infatti la tempistica prevista per la
consegna di una delle più importanti opere pubbliche oggi in cantiere a Tarcento.
Il 30 giugno è dunque il termine perchè siano consegnati e rendicontati i lavori
del primo e del secondo lotto di opere che hanno interessato lo storico edificio
bellico. L’amministrazione comunale tarcentina sta in questo periodo riflettendo
su quale sia la destinazione più consona dell’edificio che riceverà in consegna
tra poche settimane. «Come amministrazione comunale – spiega il vicesindaco e
assessore ai lavori pubblici, Giancarlo Cruder – stiamo da tempo cercando di
trovare una destinazione di quella struttura compatibile con i decreti di
finanziamento. Le idee di utilizzo sono tante, però tutte costose». L’idea di
partenza, lo ricordiamo, prevedeva la creazione di una scuola per la pace,
ricordando anche il mancato utilizzo bellico del forte stesso. «Tra gli elementi
principali di cui questa decisione terrà conto – continua Cruder - ci saranno,
inevitabilmente, le questioni legate al discorso viabilistico verso la cima del
monte, la custodia, il riscaldamento, nonché la cura del piazzale e
dell’ambiente circostante, che comprende anche un importante edificio come il
monumento faro della Julia, ma anche una zona di grande interesse ambientale».
Le opere di recupero del forte, lo ricordiamo, si sono composte di due distinti
lotti, finanziati in tempi successivi, con un investimento complessivo di circa
due milioni e mezzo di euro. Il primo lotto di lavori, che ha interessato la
messa in sicurezza della struttura storica del forte, ha previsto un
investimento dell’ordine di 1,2 milioni di euro provenienti da fondi Ue e
comunali, il completamento dei lavori, con la realizzazione di una struttura
interrata, viene realizzato poi grazie a un finanziamento di importo analogo
stanziato invece dal Cipe. A opere concluse, è prevedibile che la reception sia
ubicata nella struttura ipogea, che potrà fungere anche da sala multimediale e
dove potrà trovare spazio anche un piccolo punto di ristoro, da qui si procederà
poi per la visita vera e propria allo storico fortilizio. Va ricordato che
contemporaneamente alle opere di recupero è stato realizzato anche un progetto
di adeguamento e miglioramento della rete sentieristica, che oggi si presenta
quindi rinnovata, a completamento delle attrattive di una zona come quella del
Bernadia, ricca di storia ma anche di bellezze naturali. Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 17 luglio 2008 pagina 11 sezione:
UDINE
Quasi completato il restauro del forte
TARCENTO. Sono in dirittura d’arrivo, sul monte Bernadia, i lavori che
porteranno alla definitiva ristrutturazione dello storico forte risalente alla
prima guerra mondiale. Come si ricorderà, i lavori sono divisi in due lotti, che
sono stati avviati uno di seguito all’altro, per un finanziamento complessivo di
circa due milioni e mezzo di euro, che il Comune di Tarcento ha ricevuto da
diverse fonti. Lo storico fortilizio bellico del Bernadia viene infatti
recuperato in due distinte fasi di lavori, il primo lotto ha previsto un
investimento di 1,2 milioni euro provenienti da fondi Ue e da fondi propri di
bilancio stanziati dal Comune per il 20%. Il completamento dei lavori, mediante
il secondo lotto di opere, viene realizzato invece grazie a un finanziamento di
importo analogo stanziato invece dal Cipe. L’opera complessiva, lo ricordiamo,
promette di restituire all’originaria bellezza il forte, che non era ormai più
utilizzato da diversi decenni, attraverso un’attenta opera di messa in sicurezza
e restauro. Con il secondo lotto di opere ci si propone invece di creare un
ulteriore spazio, a servizio della storica struttura principale, interrato per
non rovinare l’aspetto ormai classico e apprezzato del forte che si affaccia
sull’antistante piazzale. I due ambienti vengono comunque collegati tra loro,
per permettere una continuità nella fruizione dei diversi spazi che si vanno a
recuperare. Con la fine dello scorso mese si è effettuato quindi, da parte del
Comune di Tarcento, un un importante passo amministrativo che porta verso la
conclusione del cantiere oggi più “importante” in termini di investimento, a
Tarcento, ovvero la rendicontazione delle opere del primo lotto all’ente che
aveva finanziato la prima “tranche” dei lavori sul forte del monte Bernadia. Nel
complesso i due lotti sono in avanzato stato di completamento: la stima
complessiva, che prende in esame entrambe le “tranche” dei lavori, attesta ormai
le opere al 91% dell’avanzamento. La consegna definitiva del rinnovato forte del
Bernadia dovrebbe quindi avvenire, prevedibilmente, tra settembre e novembre di
quest’anno. Ricordiamo che il cantiere aveva registrato anche alcuni “stop”
dovuti alla difficoltà del completamento degli scavi per le opere interrate, ma
anche alla necessità di riposizionare le risultanze degli scavi. L’ingombrante
cumulo di detriti edili, di circa 3.500 metri cubi, aveva infatti rallentato,
nelle tempistiche necessarie all'ottenimento delle autorizzazioni di
smaltimento, il completamento delle opere di recupero del forte stesso. Barbara
Cimbaro
Messaggero Veneto — 12 agosto 2008 pagina 09 sezione:
UDINE
Sul forte Bernadia rivive la Grande guerra
TARCENTO. Una ricostruzione storica rigorosa e accurata, per ricreare dal
vero situazioni quotidiane e momenti del vissuto dei soldati in guerra sul forte
del Bernadia: questa, in sintesi, la prima idea che emerge, dagli studi che
l’amministrazione comunale tarcentina sta effettuando, in vista della consegna
del cantiere del restauro che ha visto rinascere lo stesso fortilizio.La
ristrutturazione, lo ricordiamo, ha comportato un impegno di fondi di circa 2
milioni e mezzo di euro, da finanziamenti Ue e statali. Ora, in vista della
consegna del cantiere terminato, in autunno, l’amministrazione comunale
tarcentina sta riflettendo sulla destinazione da dare allo storico edificio.Da
un primo confronto informale, avuto anche con gli alpini, era emerso l’interesse
del Comune a ricercare strutture ricettive che possano accogliere chi, tra ex
militari, appassionati, turisti e famiglie, avrà piacere di fare un tuffo nel
passato, con tutti i crismi, però, di una ricostruzione storica accurata.
Ricreare quindi la condizioni di vita nel forte del Bernadia e usarlo a scopi
didattici, per riflettere assieme sul valore della pace dei nostri giorni:
questa è l’idea che viene studiata in questo periodo, e che è stata presentata
dallo stesso sindaco di Tarcento, Roberto Pinosa, il quale ha sottolineato come
si tratti di un progetto ancora da vagliare attentamente. Il primo cittadino di
Tarcento ha sottolineato che, se si deciderà di percorrere questa strada,
importantissimo sarà il rigore storico della ricostruzione che sarà effettuata
con un’attenta ricerca di quanti più possibili tra gli elementi originali
dell’epoca, nonché un’accurata predisposizione della struttura, così come si
presentava all’epoca. Il collegamento con Tarcento potrebbe essere garantito
mediante un pulmino a servizio dei visitatori.«Rivivere la guerra e le
condizioni in cui si trovarono allora i nostri uomini – spiega il sindaco Pinosa
– può costituire, per i nostri giorni, un’importante sprone verso la
pace».Questa e altre riflessioni potranno comunque essere vagliate dalla giunta
in questi mesi, in attesa della consegna definitiva dei lavori, entro l’anno,
che sarà unica per il primo e per il secondo lotto di interventi. Barbara
Cimbaro
Messaggero Veneto — 09 settembre 2008 pagina 11 sezione:
GORIZIA
A che scopo tanto attivismo per restaurare
le fortezze?
di VITTORIO BORTOLOTTI Il 2008 è il novantesimo anniversario della fine
della Grande guerra, come ogni anniversario tondo fa la gioia degli appassionati
e dei politici. Così è anche per il Friuli visto gli articoli che sono apparsi
sul Messaggero Veneto soprattutto nel corso di questa estate. Un aspetto in
particolare mi ha colpito: la frequenza di informazioni sul recupero dei vecchi
forti militari che l’Italia aveva approntato a partire dal 1908 in funzione
anti-austroungarica. Buonultima, il 3 settembre, è arrivata la notizia che il
presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, ha visitato il
forte del Monte Festa, suppongo in fuoristrada della forestale come si capisce
dall’articolo (la decina di chilometri di carrareccia che separano la cima del
monte dal fondovalle sono stati risistemati da qualche mese), accompagnato dal
consigliere Cacitti e dal sindaco di Cavazzo Carnico. «Si vuole recuperare il
forte quale sito storico mondiale», addirittura il presidente si è sbilanciato
affermando che «non esistono altre testimonianze così rilevanti della I guerra
mondiale come quelle che si trovano nel nostro territorio», a quale titolo
faccia questa affermazione non si capisce, dato che non credo sia uno storico né
quanto meno un appassionato di storia. Forse non ha fatto mente locale sulla
decina di forti presenti lungo il corso del Tagliamento, forse non è stato
informato che sono almeno tre i forti che sono stati recuperati nell’arco di
poche decine di chilometri: il forte di Col Roncone, quello del Badin e quello
del Bernadia, oltre ovviamente al forte di Osoppo. Il Messaggero Veneto ha
ospitato in diverse occasioni notizie relative allo stato dei lavori, ben sette
gli articoli da maggio ad agosto. A questo punto però è necessario fare una
riflessione sull’utilità e sulla correttezza del recupero di tali opere. Gli
amministratori pubblici dovrebbero chiedersi se sia giusto o meno finanziare
opere di questo tipo sia in relazione alla situazione economica attuale, sia
rispetto al valore storico-scientifico e alla limitatezza delle porose d’uso. I
costi sono elevatissimi: 860 mila euro per il Col Roncone, 1,2 milioni per il
Bernadia, 2 milioni per il Badin. A fronte di tali spese non sembra esserci un
minimo di attenzione per il futuro di queste ingenti operazioni. Come verranno
mantenute le spese ordinarie per il loro utilizzo? È stato previsto un uso di
queste opere? A Rive d’Arcano si pensa a esposizioni non ben definite (M.V.
15.05.08), intanto, visto che lo scopo è quello di favorire la cultura della
pace si è svolta la prima manifestazione del neonato 89º Col Roncòn,
associazione che vuol promuovere la conoscenza e la pratica del soft air (M.V.
16.06.08), cioè di quella attività che simula la guerra con armi giocattolo(!).
Il sindaco di Tarcento, Pinosa, parla di ricreare le condizioni di vita
all’interno del forte Bernadia attraverso il rigore storico della ricostruzione
per permettere a «chi, tra ex militari, appassionati, turisti e famiglie, avrà
il piacere di fare un tuffo nel passato» andando a pernottare all’interno della
struttura (M.V. 12.08.08). Infine tra le proposte di utilizzo del forte del
Badin, oltre al recupero di spazi per fini museali, ricreativi e didattici non
ben definiti spicca la possibilità «di dormire nelle camerate spartane dei
soldati... e di assaggiare le pietanze del rancio militare, servite in un punto
ristoro costruito secondo i canoni di 90 anni fa. Nessun albergo a cinque stelle
o ristorante di prestigio all’interno del forte, soltanto locali austeri per
consentire di immedesimarsi anima e corpo nell’atmosfera della prima guerra
mondiale» (M.V. 25.07.08). Che senso ha parlare di cultura di pace, come a
chiare lettere è evidenziato nella legge regionale 14 del 2000, se alla fine il
risultato è una serie di incoerenti proposte? Che cosa ce ne facciamo di tre
musei della Grande guerra distanti tra loro pochi chilometri? Saremo costretti a
finanziare il recupero di tutti i forti? E allora perché non quello delle
trincee lungo tutto il fronte? E soprattutto lo scopo di tutto questo attivismo
edilizio qual è? Forse lo sconsolato sindaco di Fagagna, D’Orlandi, che ha
presentato per conto della sua amministrazione per due volte domanda di
contributi per il recupero del forte e che ha ricevuto diverse proteste per lo
stato di degrado, ha trovato la soluzione economicamente più corretta: «Abbiamo
transennato l’area. L’accesso al forte è quindi vietato» (M.V. 27.08.08).
Messaggero Veneto — 02 ottobre 2008 pagina 14 sezione:
UDINE
Forte recuperato, tra 15 giorni la consegna
TARCENTO. E' prevista entro una quindicina di giorni, a Tarcento, la
consegna definitiva del recuperato “Forte del monte Bernadia”. Si tratta del
cantiere più importante e più impegnativo tra le opere pubbliche oggi in corso e
sicuramente questo traguardo segna un passo importante per la cittadina
collinare, anche dal punto di vista turistico. Ricordiamo che questa importante
opera pubblica era stata decisa per recuperare la struttura, che ormai risentiva
pesantemente dei segni del tempo dopo essere stata edificata a scopo difensivo
negli anni difficili della prima guerra mondiale. Si è proceduto quindi a
operare in due distinti lotti, che hanno previsto un impegno finanziario di un
milione duecentomila euro circa per ciascuno. Se con la prima parte dei lavori
l'edificio è stato messo in sicurezza, è con la seconda “tranche” che sono state
edificate anche opere di servizio, come un nuovo spazio sotterraneo che è stato
collegato con la struttura principale. La consegna dei lavori, da parte
dell'impresa che li ha eseguiti, è prevista dunque in questo periodo. Si tratta
della fine dei lavori di entrambi i lotti: un importante traguardo cui si è
giunti non senza avere prima superato difficoltà di carattere tecnico, come
l'impiego dei residui dello scavo per l'edificio interrato, ma anche la
difficoltà di scavare nella montagna per collegare i due “corpi” principali del
rinnovato forte. Va poi ricordato, ma non fa onore a nessuno, che il fortino era
stato preso di mira in alcuni episodi, fortunatamente isolati, di piccoli
vandalismi che avevano causato dei lievi danni alle finiture della struttura non
ancora completata. Presto quindi il Comune riceverà il forte... con chiavi in
mano. L'interrogativo che sorge a questo punto spontaneo è sulla futura
destinazione di questo importante spazio pubblico. Il vicesindaco e assessore i
lavori pubblici, Giancarlo Cruder, nell'annunciare l'imminenza della consegna
dei lavori, non ha fornito ancora anticipazioni sulle riflessioni che in questo
periodo sta portando avanti la giunta, assicurando però che le idee ci sono e
sono anzi molte. Per un'indicazione certa sul futuro utilizzo del forte del
monte Bernadia sarà però necessario attendere ancora. Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto — 23 dicembre 2008 pagina 16 sezione:
UDINE
Progetto Grande guerra, altri 250 mila euro
TARCENTO. Valorizzare le testimonianze storiche della grande guerra nelle
valli del Torre, del Natisone e sul Collio: questo l'intento della Comunità
montana del Torre, Natisone e Collio che ha recentemente presentato, in questo
senso, una nuova proposta progettuale alla Regione, per accedere ai fondi
Interreg. L'ente comprensoriale aveva già iniziato questo percorso, cui si
ripromette di aggiungere ora un altro importante tassello, per un investimento
previsto, nell'area servita, di circa 250mila euro. Il progetto, nel suo
complesso, prevede la partecipazione di molti partner. «Il progetto Grande
guerra – spiega l'assessore alle politiche comunitarie della comunità montana,
Gabriele Verona – vuole completare gli interventi già effettuati nella zona,
nell'ottica della valorizzazione e della messa in rete dell'esistente. Si è già
lavorato, in questo senso, sulla rete sentieristica e nell'avvio di
un'importante collaborazione con l'Istituto storico militare». Il progetto della
Comunità montana del Torre Natisone e Collio prevede, nel suo complesso, di
valorizzare testimonianze che sono ubicate per lo più nelle valli del Natisone,
come le trincee del monte Kolovrat, ma non dimentica importanti vestigia del
passato come il forte del monte Bernadia, a Tarcento, o il forte militare del
Gran Monte, in comune di Taipana. E' stato inoltre scoperto, nell'ambito delle
valli del Natisone, il sito di un altro ospedale da campo dell'epoca, finora
dimenticato e in interessante stato di conservazione, tantochè è stato possibile
individuare ancora delle fialette intatte, contenenti probabilmente della
morfina. Finora l'azione della comunità montana ha operato dunque nel senso
dell'adeguamento della sentieristica e della relativa segnaletica. Ora si
intende portare avanti anche il recupero e la comunicazione, implementando
ulteriormente il sito internet già esistente, visitabile all'indirizzo
www.grandeguerra.org. Barbara Cimbaro