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OSPEDALETTO |
Rassegna stampa dedicata
Messaggero Veneto — 13 luglio 2004 pagina 07 sezione: UDINE
Dare una nuova opportunità di sviluppo
turistico a Gemona
di GIANFRANCESCO GUBIANI Recentemente, il presidente Illy ha dichiarato che
la Regione deve raddoppiare l’attività turistica aggiungendo alle località
balneari e montane la zona centrale e pedemontana della regione. La
dichiarazione del presidente, molto probabilmente, è una risposta alla crescente
domanda di turismo rivolto alla ricerca di un’identità agreste e di
comunicazione con la natura, dedito alla scoperta di piccoli siti archeologici,
di particolari ambienti lacustri, di preziosi ambiti faunistici o botanici, di
antichi percorsi commerciali, militari, dell’arte e delle tradizioni culturali,
gastronomiche, ludiche. In definitiva, un tipo di turismo che ben si adatta alle
caratteristiche del nostro territorio ancora così ricco di preziosi luoghi
incontaminati e di località storiche da riscoprire. Il Centro pedemontano del
Friuli, con al centro Gemona, è particolarmente adatto a rispondere alle
esigenze di questa nuova corrente di turismo in quanto dispone d’importanti
ambiti naturali e storici che possono rappresentare una concreta occasione per
lo sviluppo turistico della zona. Per avviare questo sviluppo occorre realizzare
strutture e infrastrutture capaci di rispondere a queste nuove esigenze. Non
soltanto, quindi, valorizzazione della gastronomia locale, una sufficiente
presenza di posti letto, la strategica opportunità dell’“albergo diffuso”, ma
anche e soprattutto interventi pubblici idonei come la creazione di piste
ciclabili, l’accessibilità ai vecchi manieri, ai siti archeologici, alle antiche
fortificazioni. Nel comune di Gemona, per esempio, si potrebbe rendere subito
accessibili, anche con percorsi ciclabili, il forte di Ospedaletto, la strada di
Silans, Sella Sant’Agnese, ambienti lacustri come il laghetto di Ospedaletto, le
risorgive del Ledra eccetera. Gemona, però, come riporta il «sito Web ufficiale
della città e del territorio di Gemona», non ha un proprio assessore al turismo
e alla cultura. Il sindaco Marini, infatti, non ha ritenuto importante disporre
di un assessore con delega alla cultura. «Tutto quanto non previsto nelle
deleghe assegnate ai vari assessori – ha detto Marini – fa capo al sindaco». Ma
il fatto che la nuova giunta si sia impegnata a trovare specifiche e dettagliate
deleghe “agli espropri”, “all’università della terza età”, al “coordinamento
delle associazioni d’arma”, alla “segnaletica stradale” eccetera tradisce la
mancanza di sensibilità e d’impegno culturale di questa maggioranza. Le
dichiarazioni del sindaco, in occasione della presentazione della giunta,
lasciano comunque uno spiraglio, in quanto, avendo annunciato il coinvolgimento
della minoranza in consiglio comunale, si auspica possa cogliere quest’occasione
per iniziare un proficuo rapporto di collaborazione con la stessa minoranza per
dare a Gemona una nuova opportunità di sviluppo turistico. Consigliere comunale
di “Glemone vive”
Messaggero Veneto — 31 luglio 2005 pagina 06 sezione:
UDINE
Rivoli bianchi, il poligono non è un'area
naturale
È doveroso un commento alla lettera del signor Venturini di Gemona, il quale
con grande enfasi vorrebbe risolvere problemi che a volte non lo sono,
dimenticando qualche passaggio essenziale. Il poligono di tiro presso la zona
denominata “Rivoli bianchi” esiste da oltre 50 anni e rappresenta un territorio
di ghiaie, sterpaglie e rari arbusti, insomma tipico cono di deiezione di
montagne in disfacimento meteorico, perciò tipico nell’ospitare attività di
addestramento militare sia della vicina caserma di alpini sia di altri corpi
militari. In quanto poi al ritrovamento di residuati bellici, beh!, signor
Venturini se i bossoli (cartucce), non pallottole, sono residuati bellici,
lascio il commento ad altri. Esistono comunque cartelli che limitano la zona
avvertendo anche che la raccolta o il ritrovamento di “residuati bellici”, come
li appella il signor Venturini, non deve essere effettuata. Inoltre quando i
militari attivano un’esercitazione, perfettamente legittima, per la Repubblica
italiana, vengono piazzate regolarmente le sentinelle a vigilanza
dell’operazione. Detto ciò, non capisco cosa c’entri il luogo come ambiente
protetto per ospitare flora e fauna. Quale? Sassi, pietrame o cos’altro? Siccome
si accenna anche al laghetto Minisini di Ospedaletto, va chiarito
preliminarmente che trattasi di una piccola palude in fase di riempimento lento
con interramento delle acque ancora stagnanti e i cui dintorni, rappresentati da
collinette e da resti di un forte della prima guerra mondiale, erano funestati
fino a poco tempo da motorette rombanti che disturbavano e la flora e la fauna
locale. Se poi ci mettiamo senza pignoleria alcuna a osservare fossi, bordi di
mulattiere o piste rileviamo ogni tipo di rifiuto: bottiglie in polietilene,
fogli di plastica, piastrelle, ferraglia varia eccetera. Forse più dannosi a
vedersi delle “pallottole” dei Rivoli Bianchi. In quanto alla definitiva
costruzione del “castello di Gemona”, i vari mah o perché andrebbero ricercati
nelle volontà politiche della zona e nelle indiscusse capacità delle imprese
edili per altro, locali, fallite; chi ha pagato mai? Mario Bertossi Udine
Messaggero Veneto — 02 marzo 2006 pagina 12 sezione: UDINE
Si recupera monte Ercole
GEMONA. Prosegue a Gemona l’opera di recupero e valorizzazione dei siti
d’interesse storico, archeologico e ambientale. Naturalmente in attesa che si
concludano, tutti sperano in tempi brevi, i lavori di ricostruzione del
castello. E’ stato infatti approvato dall’amministrazione comunale il progetto
definitivo-esecutivo - commissionato all’ufficio tecnico della Comunità montana
- riguardante la sistemazione delle fortificazioni di monte Ercole a Ospedaletto
e delle aree circostanti. «A breve - annuncia l’assessore Davis Goi - il Comune
provvederà all’affido diretto dei lavori a una ditta specializzata in modo che i
lavori possano essere conclusi entro il mese di maggio. L’importo di questi
primi interventi ammonta a poco più di 11 mila euro. E’ prevista la sistemazione
della strada di accesso partendo dalla porta inferiore, anche per favorire lo
sgrondo delle acque meteoriche; una parte di questa avrà il rivestimento
superiore in acciottolato; per impedire il transito di autoveicoli verranno
inoltre inseriti due dissuasori; sono anche previste alcune cancellate in ferro
in corrispondenza delle aperture delle gallerie (in modo da garantire
un’adeguata sicurezza impedendovi l’accesso sino alla realizzazione dei prossimi
interventi), nonché la messa in sicurezza e la pulizia dei principali
camminamenti. E sarà indispensabile prevedere negli anni successivi delle
minimali operazioni di manutenzione sia per le opere a verde sia per i manufatti
realizzati, in attesa dell’esecuzione degli ulteriori lotti».A proposito di
questi ultimi, l’assessore Goi precisa che è stata presentata anche quest’anno
la relativa domanda di finanziamento alla Regione, con l’obiettivo finale di
creare sul forte un centro visite. «Il progetto generale - spiega - è molto
ambizioso. Prevede di mettere in sicurezza il resto della fortificazione
rendendo possibile la fruizione dei luoghi a fini turistici. Vogliamo dotare le
strutture esistenti dei servizi necessari, idonei ad ospitare percorsi didattici
sulla Prima guerra mondiale con particolare riferimento al ruolo delle opere
fortificate. Il forte fu costruito all’inizio del secolo scorso sulla pendice
del monte Cumieli, essendo considerata una zona di rilevante importanza
strategica, sia per il presidio sui Rivoli Bianchi, sia perché faceva parte di
quella linea difensiva di fortificazioni, tutte in comunicazione tra loro, che
partivano dal Passo di Monte Croce e raggiungevano la pianura friulana. La
realizzazione dell’intero progetto comporterà una spesa di quasi due milioni di
euro». (n.d.p.)
Messaggero Veneto — 21 gennaio 2007 pagina 13 sezione:
UDINE
Nel 2007 cantieri per 7 milioni
GEMONA. Buone notizie per diversi lavori pubblici molto attesi dalla
popolazione e che potranno presto essere realizzati. Infatti grazie al
consistente intervento finanziario regionale, che complessivamente ha destinato
a Gemona circa 7 milioni di euro nel corso dell’ultimo anno, la cittadina
pedemontana potrà mettere in cantiere le opere. «Si tratta di una cifra di
grande rilievo - commenta con soddisfazione il consigliere regionale Virgilio
Disetti - che testimonia la vicinanza della Regione a Gemona».Una vicinanza che
é anche frutto dell’impegno profuso in prima persona dal consigliere che si dice
soddisfatto, ma cova una speranza, presto tramutata in punzecchiata verso gli
amministratori del Comune, che proprio in queste settimane sta vivendo momenti
difficili, con ipotesi di rimpasto o addirittura di commissariamento.«Ora che i
soldi ci sono - dichiara Disetti - spero di poter veder partire i cantieri».
Iniziando da quelli del castello, opera per la quale la Regione si é impegnata
direttamente nella nuova Finanziaria. Nell’importante documento é stato infatti
inserito un capitolo puntuale sulla ricostruzione del maniero gemonese «per la
quale - ricorda il consigliere con una punta di orgoglio - sono stati destinati
ben 2 milioni». Tornando al 2006 ci si imbatte in una vera e propria pioggia di
contributi. A ricordarli nel dettaglio é lo stesso Disetti. «La Regione ha
deliberato un contributo di un milione e 568 mila euro per la costruzione della
nuova scuola dell’infanzia - ricorda il consigliere regionale -, mentre 840 mila
sono stati destinati per la costruzione del nuovo palazzetto dello sport e 440
mila per la sistemazione della piazzetta Silans in Godo. Un milione 213 mila
euro serviranno alla riqualificazione e all’arredo del centro storico della
nostra cittadina - prosegue - e ancora 150 mila per il primo lotto di
sistemazione di via Buja e 140 mila per gli interventi di ripristino della cinta
muraria».Non é ancora finita. «Vanno infatti ricordati i 37 mila euro per i
lavori di sistemazione sul forte di Ospedaletto, 50 mila per la realizzazione
della pista di skateboard e infine 234 mila alla parrocchia di Ospedaletto per
la sistemazione del campanile e della casa canonica del Priorato, altri 163 mila
per interventi di manutenzione sulla chiesa di San Marco». «Si tratta - conclude
Disetti - solo degli interventi finanziari che raggiungono la ragguardevole
cifra di oltre 7 mila euro. Ma non si può dimenticare che sono arrivati anche
altri supporti regionali consistenti. Due per tutti - conclude Disetti - sono i
contributi per la sede del Museo del Duomo e per la nuova sede della Cineteca,
oltre ai finanziamenti in favore di rilevanti iniziative e manifestazioni che si
tengono a Gemona». (m.d.c.)
Messaggero Veneto — 10 febbraio 2009 pagina 18 sezione:
UDINE
Costruito nel 1904 resse anche al terremoto
GEMONA. Fu fatto saltare in aria all’indomani della rotta di Caporetto, ma
né le cariche del 1917 né le violente scosse telluriche del sisma nel 1976 hanno
avuto la meglio sul Forte di monte Ercole che, sebbene provato, oggi resta a
testimoniare una pagina significativa della Grande Guerra. Costruito nel 1904
sulla pendice di ponente del monte Cumieli, la fortezza corazzata ha
rappresentato un punto di importanza strategica, sia per il presidio sui Rivoli
Bianchi, sia perché si inseriva nella “Fortezza dell’Alto Tagliamento”, quella
linea difensiva che metteva in comunicazione i forti di Chiusaforte, monte
Festa, monte Ercole e Osoppo. La fortezza costruita sopra Ospedaletto era stata
dotata di cannoni a lunga gittata così come di sistemi per la difesa
ravvicinata, opere che ancora oggi sono rintracciabili in particolare nei
muraglioni e in una rete di gallerie che ben si è conservata. Come detto, la
fine del forte fu scritta dopo la rotta di Caporetto, quando il generale
italiano che comandava l’intero Corpo d’armata speciale ordinò di far saltare le
maggiori opere del Forte, che in vista di tale fine, nei giorni precedenti
l’esecuzione, venne appositamente svuotato dei pezzi di artiglieria più pesante.
Quelli rimasti garantirono ugualmente un’esplosione degna di nota, tanto che per
sicurezza, prima di dar fuoco alle cariche, il drappello di uomini rimasto a
presidio del manufatto, provvide a sgomberare il vicino abitato di Ospedaletto.
Alle 16 del 29 ottobre 1917 il Forte saltava in aria, con tutte le munizioni
presenti, ma non veniva cancellato. Una parte, fortunatamente, ha infatti
resistito. (m.d.c.)
Messaggero Veneto — 10 febbraio 2009 pagina 18 sezione:
UDINE
Il Forte di Monte Ercole sarà restaurato
GEMONA. Con un nuovo intervento progettato dalla Comunità montana
l’amministrazione comunale di Gemona si propone di riqualificare il sito del
Forte di Monte Ercole, fortificazione risalente a prima della Grande Guerra,
costruita nel 1904 e distrutta nel 1917 all’indomani della rotta di Caporetto.
Gli interventi per lo più manutentivi, avranno un costo di circa 90 mila euro.
Il Forte sarà ripulito dalla vegetazione, laddove necessario messo in sicurezza
e ripristinato in corrispondenza delle opere idrauliche di regimazione e sgrondo
delle acque per la salvaguardia dei manufatti. A fine cantieri diverrà dunque in
parte visitabile dai turisti, che alla bellezza dell’ambiente naturale – è bene
ricordare che il Forte ricade all’interno del Sic (Sito di importanza
comunitaria) Lago Minisini-Rivoli Bianchi – vorranno abbinare un’escursione
storico-culturale. «Ed è proprio questo il nostro obiettivo» spiega il sindaco
di Gemona, Gabriele Marini, che ricevuto il progetto esecutivo redatto dalla
Comunità montana del gemonese a firma del dottor Lorenzo Beltrame dovrà ora
assieme alla sua giunta dargli il via libera. Ok che stando al cronoprogramma
stimato dal progetto dovrebbe arrivare al massimo entro il mese di aprile, così
da consentire l’affidamento lavori entro giugno e l’apertura dei cantieri per il
mese di luglio. «Dopo un primo intervento che aveva permesso di ripulire la zona
dalla vegetazione, oggi, con questo secondo lotto, che costerà 90 mila euro
equamente sostenuti da Comune e Regione, ci proponiamo di intervenire con
ulteriori opere di pulizia – dichiara Marini -, oltre che di manutenzione e
messa in sicurezza dell’intera area fortificata allo scopo di rendere agibili
tutte i fabbricati che offrono sufficienti garanzie per l’incolumità dei
fruitori». Tra questi degna di nota è senza dubbio la galleria dotata di
feritoie per i fucili che, grazie al suo buono stato di conservazione, potrà
essere percorsa dai visitatori. «Con questo progetto – prosegue il sindaco –
intendiamo innanzitutto salvaguardare un’importante testimonianza della Grande
Guerra qual è il Forte, ma anche integrare la fruizione della struttura nonché
il suo portato storico-documentario con le impareggiabili flora e fauna della
zona». Con una facile passeggiata di circa 20 minuti dal priorato di Ospedaletto
si può infatti arrivare al lago Minisini e alla fortificazione e da qui
proseguire per Sella Sant’Agnese, godendo di una vegetazione ricca quanto varia
e con un po’ di fortuna anche delle incursioni di caprioli, marmotte e puzzole.
Il tutto, a un passo dalla città. Maura Delle Case