MARGHERA - HAYNAU |
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Vista complessiva delle caserme nel 2012
Si trova nella località omonima in provincia di Venezia.
Fu costruito tra il 1803 ed il 1813.
Armamento principale:
Non era presente nel forte nessun pezzo alla Paixans come invece scritto nella Gazzetta d'Augusta.
Cenni storici:
La costruzione del forte fu iniziata dai francesi nel 1803 e portata a termine nel 1813 dopo molte traversie politiche e tecniche. Dopo pochi anni, nel 1827 si iniziano i lavori per il consolidamento dei bastioni del forte con la posa in opera di masselli di pietra d'Istria; termineranno nel 1840.
Pianta austriaca dell'opera
Nel 1836 viene costruito il deposito delle polveri ad est del ridotto e completato quello ad ovest con l' aggiunta di un'anticamera avente l'ingresso laterale.
Nel 1849 il forte era sotto assedio da parte degli Austriaci ed era presidiato (comprese le opere adiacenti) da millequattrocento militi, ducento di fanteria della marina, già soldati italiani d'Austria, quattrocento artiglieri ed altri trecento, tolti all'occasione dei battaglioni di volontari e cento zappatori comandati dal generale Antonio Paolucci, veneto. Nove erano gli ufficiali che componevano lo Stato Maggiore del forte. Venti gli ufficiali d'artiglieria; dieci quelli del Genio. Il generale Paolucci si impegnava oltre il limite umano per trovare miglioramenti possibili alla situazione del forte. A tal scopo, creo un cammino coperto con il forte Rizzardi e vi posizionò una batteria che chiamo Batteria della Speranza; utilissima per aiutare il forte Rizzardi, che alquanto indietro e molto basso, era debole assai. Gli artiglieri erano occupati in lavori di gabbioni e salsiccioni, nei trasporti dei proiettili ed il altri bisogni. Fece rialzare i parapetti, e ridurre in miglior forma le scarpe interne, e aprire le cannoniere nella fronte che giudicavasi verrebbe disegnata di attacco dal nemico; minare le lunette XII e XIII poste innanzi la fronte medesima, elevare non poche traverse, costruire travate alla prova etc.
Gli artiglieri Bandiera e Moro, che difendevano la prima cinta, non è a dirsi con che ardore provvedessero ai loro bastioni, sapendo che contro quelli sarebbe volto l'attacco nemico. Occorrendo prontamente di traverse i loro bastioni, per proteggerli dall'infilato, essi stessi fecero da zappatori e ingegneri, trattando, per molti giorni, il badile e la cazzuola; uffici ben lontani dalle loro abitudini, prolungando il lavoro anche nella notte.
Il Paolucci fece eseguire una serie di lavori per contrastare i lavori di trincea degli Austriaci. Ma questi ultimi, eseguirono dei lanci di razzi come contromisura e, uno di questi uccise un soldato del forte. Ben ottomila austriaci erano impiegati di notte a tali lavori. Per motivi di salute, Paolucci fu sostituito con il napoletano colonnello Ulloa. Era stato nominato a Napoli capo dello Stato Maggiore dell'esercito condotto da Guglielmo Pepe. Ogni notte venivano fatte delle ricognizioni esterne per controllare i lavori di trincea del nemico e le perdite erano frequenti. Tra i lavori eseguiti dagli Austriaci all'esterno del forte, va ricordato quello di prosciugamento della spianata dinanzi al forte sulla riva destra del canale di Mestre. I controlavori eseguiti dagli uomini del Genio ottennero l'allagamento della prima e della seconda parallela con tutti i cannoni e le munizioni. Dopo tale episodio, gli austriaci abbandonarono i lavori in quella direzione e si impegnarono all'ala destra oltre la strada ferrata, chiudendo il forte Rizzardi e la Batteria dei Cinque Archi entro una larga curva. Dal forte Marghera e da barche armate di cannoni si cercava di disturbare questi lavori ma, gli austriaci costruirono delle batterie dall'altra estremità di terraferma, alla destra del forte, contro il forte Manin o quello di San Giuliano, e per molestare la comunicazione con Venezia.
Il mattino del 24 maggio iniziò l'attacco al forte da parte degli Austriaci. Alle cinque la prima bomba! Il nemico aveva posizionato tre formidabili batterie principali sulla sua ala destra oltre la strada ferrata, delle quali una di Paixans da 80, una al di qua della strada ferrata ugualmente sulla seconda parallela che scagliava grossa mitraglia, un'altra sulla destra del canale di Mestre, un'altra a Campalto, oltre alle batterie della prima parallela e quelle dei mortai. In tutto il nemico spiegò una forza superiore di molto alla nostra per quantità e calibro. senza intervalli, egli tirava con novantasei cannoni di grosso calibro, nove paixans da 80, quindici obusieri, trentuno mortai, in tutto centocinquantuno bocche da fuoco. Vantaggio ulteriore era quello di aver la possibilità di approvvigionarsi di tutto il materiale di cui poteva aver bisogno (munizioni, ricambi, etc).
Dopo il lungo assedio il forte fu occupato dagli Austriaci. Il nuovo comandante era il generale Wolter.
Nel 1860 ci furono notevoli lavori di rifacimento delle strutture del forte parzialmente distrutto dal potente bombardamento austriaco del 1848-49.
Nel 1866 il forte passò in mano all'Italia.
Nel 1908 vennero eliminate le batterie in barbetta e venne edificata sui bastioni a nord-est, una batteria corazzata.
Notizie sull'opera:
E' da tutti conosciuto con il nome italiano di Forte Marghera. La struttura dell'opera si presenta con un ridotto centrale bastionato a forma di pentagono irregolare; un largo fossato alimentato direttamente dalla laguna chiude il ridotto centrale dagli spalti esterni; una cinta esterna formata da quattro bastioni, e due controguardie verso sud; una secondo ampio fossato con il compito di ostacolare l'accesso al forte da ogni parte, anche in questo caso alimentato dalla laguna; tre lunette bastionate poste a circa 100 m dai bastioni a nord-ovest, nord e nord-est e collegate con camminamenti e ponti alla cinta esterna.
Gli ampi fossati, in particolare quello interno, sono ora seminterrati e diventano delle zone paludose durante le basse maree.
"Il forte Marghera è come una testa di ponte permanente di Venezia, buona, secondochè sopra io diceva, precipuamente a ritorni offensivi, e anche a difesa. E' situato sul terreno paludoso al margine del continente che un 2000 metri lungi da Mestre costeggia il canale dello stesso nome. E' posto fra settentrione e occidente 5600 metri da Venezia. Questo forte in fra gli anni 1808 e 10 per comando di Napoleone fu quivi costruito come al presente si trova; innanzi a quel tempo essendo nel medesimo sito un semplice ridotto formato da quella parte dell'opera che ora è la cinta interna del forte medesimo. Componesi di due cinte, l'una interna, esterna l'altra.
La cinta interna è costruita su di un pentagono, di cui il lato minore, rivolto a Mestre e perpendicolare al canale dello stesso nome, è di un 100 metri; i due lati contigui al minore sono ciascuno della lunghezza di un 240 metri; e i rimanenti rivolti alla laguna sono ciascuno di 200 metri. Sul lato minore è costruita una tenaglia, e su i rimanenti sono costruiti quattro fronti bastionati. Le cortine dei fronti rivolti alla laguna sono interrotte dal canale militare, per modo che un bastione, che è quello opposto alla tenaglia, rimane staccato. Questa prima cinta adunque contiene cinque bastioni, i quali da sinistra a dritta erano denominati I, II, III, IV, e il bastione staccato volgarmente appellavasi lunetta X. Tutta la cinta è circondata da fosso pieno d'acqua.
La seconda cinta, o esterna che dir si voglia, è formata di un'opera a corona che ha quattro bastioni denominati V, VI, VII, VIII, con tre corrispondenti cortine: essa copre tutta la cinta interna dall'angolo alla spalla del suo primo bastione all'angolo alla spalla del quarto, i quali due estremi bastioni sono coperti da due controguardie, segnate con i numeri XI e IX: una delle controguardie, quella di sinistra, XI, ha una taglio con fosso nella faccia dritta. La seconda cinta anch'essa tutta circondata da spazioso fosso pieno di acqua. Innanzi a questa di molto salienti inverso la campagna sono tre lunette, ciascuna al centro di ciascuna delle tre cortine, distanti dalla controscarpa del fosso un 90 metri, circondate esse pure da buon fosso pieno di acqua. Esse da sinistra a dritta sono denominate con i numeri XII, XIII, XIV. Tutta la cinta esterna, il cui sviluppo è di un migliaio di metri, vien circondata da cammino coperto, difeso da palizzata con spalto; come del pari le due lunette XII e XIII hanno cammino coperto, palizzata e spalto; la lunetta XIV non ne ha, dacchè il terreno innanzi ad essa è assai basso e tutto paludoso. Dalla prima alla seconda cinta si va per due porte con ponti levatoi, e per altrettante dalla seconda cinta alle lunette.
In mezzo tra lo scolo Cunetta e il canale di Mestre passa la strada ferrata un 1400 metri da Mestre, costeggiando Marghera poco men che 100 metri dallo spalto. Per la costruzione di questa strada di molto fu bonificato l'adiacente terreno; oltrechè essa avendo un bastevole rilievo bene valeva a nascondere alle artiglierie di Marghera il nemico che pel terreno alla sua destra fosse venuto innanzi. E però fu uopo costruire un'opera fortificata a sinistra un 500 metri da Marghera, che battesse il succennato terreno bonificato e di rovescio la strada ferrata. Da Marghera vi si va per ponte mobile posto sul fosso che è a piè della controguardia XI, e più innanzi per un taglio fatto nella strada ferrata cui segue un cammino coperto.
In Marghera gli edifizi a botta di bomba erano due caserme difenseve, due grandi magazzini da polvere, una scuderia e sei piccoli sotterranei cistrutti sotto i terrapieni presso le porte: eranvi altri quattro edifizi di fabbrica atti meno a ricovero che a danno delle genti. Inoltre ogni bastione e ciscuna lunetta, e ognuna delle opere distaccate avevano un piccolo magazzini da polveri a prova di bombe
L'ingresso all'area del forte
Vie d'accesso all'opera:
Si esce dal casello autostradale dell'A4 a Mestre. Ci si porta nella zona di Marghera, da qui si trova subito il forte che è posizionato sulla sinistra delle strada che porta a Venezia.
Immagini altri edifici nell'area
Immagini parti esterne all'area
Esposizione artiglierie ed altro