San Giuliano |
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Si trovava nella zona che confina con la laguna di Venezia nell'isoletta omonima.
Fu costruito nei primi anni del 1800.
Armamento principale:
Durante i fatti del 1847-48 lo armavano sedici bocche da fuoco.
Cenni storici:
Il suo scopo era quello di difendere il canale militare e quello dell'Anconetta, fiancheggiare il forte Manin, e guardare il margine di terraferma che, presso Campalto, lambe la laguna. Nell'11 maggio del 1949, gli Austriaci smascherarono presso Campalto una batteria che aperse il fuoco contro il forte San Giuliano. Il giorno 12 terminarono una seconda batteria parimenti diretta contro San Giuliano e le piroghe che si trovavano nel canale di Campalto. I proiettili arrivavano fino alla testa di fronte della Laguna e minacciavano le comunicazioni fra Marghera e Venezia. Nulladimeno le due batterie nemiche non tiravano sufficientemente per resistere al fuoco dei forti Manin e San Giuliano, e in poche ore furono ridotte al silenzio.
Nella notte tra il 25 e il 26 maggio il maggiore Sirtori prese il comando del forte. Accompagnato dal maggiore Cosenz, perlustrò il forte e fece raccogliere tutti i feriti. Dopo essersi assicurato che la retroguardia aveva fatta la ritirata, si diresse verso la batteria del Piazzale, quindi fece dare il fuoco alle mine. Quattro ufficiali austriaci morirono nell'esplosione e un'altro rimase ferito, oltre ai molti soldati morti. Gli austriaci scoprirono anche un'altra mina, ma poterono levare la miccia prima che scoppiasse.
Dopo la ritirata, gli Austriaci posizionarono le loro batterie a San Giuliano per colpire la batteria del Piazzale. Nel mese di luglio gli Austriaci costruirono due batterie per sei pezzi da 24, e due da 30 alla Paixans con lo scopo di bombardare la città di Venezia. Queste avevano grandissimi e altissimi parapetti formati di sacchi con terra; e poterono farli tanto alti, perocchè tiravano con pezzi posti con la massima elevazione. E per vero così i cannoni come gli obici erano usati, a guisa di mortai, con elevazione di quarantadue gradi, e con carica metà del peso della palla, e collocati sopra solide slitte, le quali posavano su di paiuoli costruiti sulla scarpa interna del parapetto, che anch'essa aveva lo stesso declivio di quarantadue gradi. Del pari i tiri dei mortai erano fatti con carica quasi doppia. Il 28 luglio le batterie erano pronte, ma non incominciarono il fuoco che alla mezzanotte. I proiettili iniziarono a cadere nella città e gli abitanti si svegliarono impauriti e raccogliendo in tutta fretta le loro cose, si spostarono nelle zone più sicure. Tali bombardamenti durarono oltre venti giorni e provocarono danni alla città. I cannoni da 24 riuscivano a lanciare le palle a 5200 metri di distanza
Notizie sull'opera:
L'isoletta omonima è lunga 350 metri e larga al massimo 60 metri. Nella estrema punta, che è la più larga e guarda Marghera, aveva un ridotto di terra cinto da stecconata orizzontale e coperto alla gola da una caserma difensiva.
Vie d'accesso all'opera:
E' raggiungibile da Mestre con mezzi propri. Si seguono le indicazioni per Treviso - parco San Giuliano. E' conveniente parcheggiare al parco e una volta all'interno portarsi in direzione del canile (è sufficiente ascoltare).