Forte Santa CATERINA - Werk Hess |
Forti prima cerchia |
La parte interna del ridotto (settembre 2011)
Nella prima cerchia di forti staccati del " campo trincerato ". Sorge vicino all’Adige in località Pestrino.
Fu costruito tra il 1850 e il 1852.
Armamento principale:
Fino a 31 cannoni di vario calibro.
Armamento secondario:
Due mortai da 24 cm.
Cenni storici:
Inizialmente era dedicato alla Santa Caterina ma venne poi ufficialmente intitolato al barone Heinrich von Hess (1788-1870), generale d'artiglieria, Capo di Stato Maggiore nell'armata di Radetzky e sottoscrittore dell'Armistizio di Salasco. Dopo il 1866 tornò ad essere chiamato Forte S. Caterina. La costruzione di questo forte si era resa necessaria, oltre che per allontanare l’azione di controbatteria dal corpo di piazza, quando il rilevato della nuova strada ferrata per Venezia era venuto a turbare il profilo del terreno proprio nella zona antistante il forte Scholl, rendendo in parte inefficace il tiro di questo. Per la campagna del 1866 era stato armato complessivamente con 33 bocche da fuoco, di cui 2 a canna rigata, alcune delle quali battevano l’Adige e il terreno tra il fiume e S. Michele; altre battevano il terreno davanti a Tombetta, la strada di S. Giovanni Lupatoto e quella di accesso al forte di Cà Vecchia. Incrociava inoltre il tiro con i forti Kaiserin Elisabeth e Cà Vecchia. Attualmente questo forte esiste solo in parte avendo subito molte demolizioni e manomissioni nelle opere in muratura specie dopo l’ultima guerra e un completo sconvolgimento nelle adiacenti opere in terra essendo stato circondato in buona parte da capannoni ad uso militare ed essendo stato in uso come pista da motocross.
Le varie parti del forte sono state manomesse da usi impropri ma, le sezioni rimaste, permettono di analizzare la tecnica costruttiva usata all'epoca dagli austriaci.
Ora (2011) il forte è recintato e ripulito. Sono stati posti degli adesivi da parte dell'Associazione "I forti" e sembra che tale associazione curi le visite e la pulizia stessa.
Pianta austriaca dell'opera
Notizie sull'opera:
Oltre che il più munito è certamente il più vasto dei forti veronesi ed uno dei più interessanti tra quelli tuttora esistenti della cinta staccata costruita in questo decennio. Non si conosce il nome dell’ingegnere militare che lo progettò, ma da varie caratteristiche e da alcuni particolari si potrebbe ritenere che sia stato il Tunkler. L’opera ha un tracciato a base trapezoidale di linea molto simile al forte Kaiser Franz Joseph, ma anziché avere due caponiere agli angoli tra facce e fianchi, ne ha una al centro del fronte e due batterie coperte agli angoli tra fianchi e gola. Questa è chiusa da muro con grande tamburo centrale a due piani con otto cannoniere protette; sul ramparo trovano postazione 17 pezzi in barbetta, mentre altre 10 artiglierie potevano essere issate, attraverso apposita rampa centrale in muro, sulla copertura del ridotto sistemata a " cavaliere ".
E’ questo uno dei pochi esempi di forti austriaci dotati di doppia linea di fuoco. In quest’opera è stata particolarmente studiata la distribuzione dei locali, tutti a prova di bomba, coperti da perfette volte in muratura di mattoni da spesso strato di asfalto contro le infiltrazioni di acqua e da uno strato di circa due metri e mezzo di terra. Al centro si eleva un grande ridotto ed una polveriera protetta, ambedue in collegamento attraverso comode gallerie ai vari elementi del forte.
Ampi e ben arieggiati locali destinati a dormitori per la truppa ( poteva ospitare fino a 600 uomini ) e per gli ufficiali, a laboratori per riparazioni, a uffici, a depositi di materiali non esplodenti, a magazzini per pane e viveri di rispetto, a cucine, a scuderie, nonché a quanto può servire, sono ricavati nel ridotto e nelle opere murate verso la gola. Fuori dell’opera principale, tra il fronte di gola e il fiume, erano inoltre ricavate due batterie protette da parapetto e munite di proprie riservette e ricoveri che potevano battere l’alveo dell’Adige e la strada d’accesso al forte. Opera molto curata esteticamente nei particolari delle architravature, delle mensole e delle cornici nonché nell’esecuzione delle scale in pietra viva e nei paramani delle murature, sempre in elementi di tufo ad " opus incertum " ben lavorati ed assestati. La massa muraria interna, a prova di proiettili scoppianti anche di grosso calibro, è costituita da pietrame informe ben legato, quasi ovunque, con malta di calce spenta in sito.
Particolare del forte (settembre 2011)
Vie d'accesso all'opera:
Dal centro di Verona ci si porta nella zona intermedia tra Tombetta e Porto San pancrazio, in Via Pestrino. Si arriva quindi ad una curva dove si vede una zona militare (parcheggiare nel piazzale all'interno della curva). Prendere la stradina sterrata che affianca l'area e dopo un centinaia di metri si arriva all'ingresso del forte,