FORTE PARONA ERZHERZOG ALBRECTH |
Forti seconda cerchia |
Nella seconda cerchia di forti staccati del " campo trincerato ". In prossimità della riva destra dellAdige poco a monte del ponte ferroviario di Parona.
Costruito attorno al 1861.
Armamento principale:
Poteva ospitare fino a trenta pezzi dartiglieria.
Cenni storici:
Dopo il 1866 fu chiamato Forte Parona. Al tempo della campagna del 1866 arrivò a superare i 500 uomini di presidio e 28 bocche da fuoco di vario calibro di cui 4 rigate a lunga gittata ed avrebbe potuto battere lintero giro dorizzonte.
Era indubbiamente unopera molto complessa e interessante nonché ben eseguita: ciò appare ancora solo in qualche particolare, essendo stata abbandonata alla rovina da molti anni.
La vegetazione si è impadronita della zona e risulta molto difficile riconoscere le varie parti anche perché sono crollate molte parti.
Sezioni dell'opera
Notizie sull'opera:
Questo forte si differenzia nettamente da quelli dello stesso periodo a base trapezoidale. Possiede infatti una poligonale di base ottagonale regolare circondata da fosso e da muro staccato " alla Carnot " con quattro caponiere fornite di quattro pezzi ciascuna destinate a battere le otto facce del poligono.
Sotto i rampari corrono tutto intorno le gallerie protette e sulla grande piazza sorge un vasto ridotto circolare a prova di bomba. Dal piazzale partono quattro rampe a lieve pendenza per far salire le artiglierie sui rampari.
Nel grande ridotto centrale, che aveva un diametro esterno di 60 metri, trovavano posto tutti i servizi inerenti alla guarnigione che aveva una certa autonomia distando notevolmente dal corpo di piazza. La riservetta principale era situata in prossimità del doppio ingresso al forte cui si accedeva attraverso due ponti levatoi, mentre altre riservette, una ogni due postazioni, erano ubicate sotto il ramparo al piede del quale erano ricavati anche i ricoveri per i serventi delle artiglierie.
Posizionamento dell'opera (Decca)
Vie d'accesso all'opera:
Dal centro di Verona ci si porta nell'abitato di Chievo, da qui si imbocca via Turbina e subito dopo si gira a destra in via Boscomantico.
La si percorre per un paio di chilometri costeggiando il fiume Adige fino ad arrivare ad un area recintato con l'indicazione Demanio Forestale.
Da qui si può accedere all'opera attraverso i vari passaggi che esistono più avanti in quel che resta della recinzione.