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SAN  FELICE

Foto attuale dell'interno del forte

 

 

 

Si trova in provincia di Venezia in località S. Felice nel territorio comunale di Chioggia.

Fu costruito dal 1538.

 

Armamento principale:

Nel 1848-49 era armato da venti cannoni, dei quali due da 36, quattro da 24, di bronzo, sei da 18, di ferro, due da 12, di bonzo, due da 6 di ferro, quattro da 8, e quattro mortai pure da 8.

Durante il primo conflitto mondiale era armato da quattro cannoni antiaereo da 102/35.

Erano costruiti dagli Stabilimenti Militari di Terni, avevano una gittata max. di 11.700 m.

 

Armamento secondario:

Durante il primo conflitto mondiale era armata con quattro cannoni antiaereo da 37.

Pianta austriaca del forte

 

Cenni storici:

Nel quadro del potenziamento del sistema fortificato sulle bocche da porto si iniziarono nel 1538 i lavori di costruzione del forte.

Ancora nel 1806, secondo il piano di difesa francese, si provvedeva ad alcuni lavori di miglioramento e dei lavori di potenziamento del forte.

Altri lavori di restauro si intrapresero tra il 1831 ed il 1848. Vennero sistemati soprattutto i terrapieni.

Nel 1856 vennero costruite le fornaci per arroventare i proiettili d'artiglieria.

"Alla fronte rivolta verso mezzodì ha un bastione che guarda il mare: a quella di levante sono due denti di sega e una tenaglia, che difendono la bocca del porto; all'altro di settentrione è una tenaglia costruita per modo che da essa si può battere un legno che passasse oltre la bocca; al lato occidente ha due denti di sega e una tenaglia che guardano la laguna. I Parapetti vi furono ingrossati; vi furono costruite bastevoli traverse. Il magazzino di polveri fu coperto di ferro a botta di bomba, vi fu apprestata una porta di soccorso. Vi furono posti alcuni pezzi in cannoniera.

A cagione dei molti banchi di sabbia che dalla foce del Brenta a Pellestrina e Lido sono sul mare, i bastimenti, per appressarsi alla spiaggia, o entrare in uno di quei porti, devono seguire un noto cammino, assai limitato e sinuoso e uno dietro l'altro passare sotto il tiro delle artiglierie del litorale, in particolare quelle del forte San Felice. E' infatti costutto per modo che le sue batterie possono offendere un bastimento in tutte le guravolte che deve fare per entrare nel porto di Chioggia. Oltre all'obbietto di tener sicura l'entrata del porto San Felice aveva pure l'altro di accogliere in se i presidi delle altre fortificazioni della zona se il nemico se ne fosse fatto padrone e fosse venuto a Chioggia".

In tempi moderni, fu presidiato dai militari della Marina Militare e fu poi abbandonato (vive all'interno solo il custode del faro e la sua famiglia) prima della fine del secolo scorso.  Per un breve periodo fu reso visitabile ai civili ma, venne poi revocato il permesso di ingresso e ritorno zona militare invalicabile.

Non è attualmente visitabile internamente essendo ufficialmente ancora in uso alla Marina Militare. Sono sul tavolo da molti anni, progetti di recupero più o meno invasivi. Uno degli ultimi di questi progetti, meriterebbe di essere portato avanti. Stiamo parlando del progetto di recupero nato dalla tesi di laurea in architettura di Alessia Boscolo Nata ed Elisa Antico (da cui è nata poi una pubblicazione da noi recensita).

Il progetto è ben articolato è prevede:

  1. una serie di indagini preliminari atte ad inquadrare al meglio gli interventi specifici;

  2. interventi di consolidamento atti ad assicurare che i materiali non siano alterati durante le fasi successive;

  3. pulitura di tutti i depositi superficiali presenti nei laterizi e nei marmi;

  4. consolidamento delle parti in muratura e di quelle metalliche;

  5. integrazioni di parti mancanti;

  6. protezione con l'applicazione di materiali appositi di protezione;

  7. interventi diserbo per evitare i rampicanti;

  8. rimozioni di tutte quelle parti in muratura o metalliche improprie;

  9. demolizione di parti murarie aggiuntive.

Da questa apertura, che sembra a prima vista una cannoniera, veniva tirata una catena che, attraversava il braccio di mare tra il forte San Felice e l'opposto forte Caroman, ed impediva il passaggio e il conseguente ingresso al porto di Chioggia e alla laguna, ad imbarcazioni nemiche o comunque non desiderate

 

 

Nel progetto, viene ipotizzata l'istituzione all'interno dell'edificio principale chiamato "Castello della Luppa", del  "Museo delle fortificazioni della laguna sud" così strutturato:

Piano terra- L'evoluzione e lo sviluppo della laguna di Venezia;

Primo piano - Il campo trincerato di Sottomarina;

Secondo piano - La storia di Chioggia;

Tutte le altre costruzioni esistenti all'interno dell'area del forte San Felice, potranno essere adibite a funzioni di ristoro, ricreative e a spazi di aggregazione culturali da definirsi.

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Purtroppo da anni non viene fatta alcuna manutenzione alle strutture (interne ed esterne e le murature dei bastioni mostrano segni di degrado avanzato Le costruzioni presenti nel perimetro del forte, sono tutte pericolanti; i soffitti sono crollati e le mura sono in stato di collasso.  Il rivestimento in mattoni cade nel fossato, a causa delle ondate e degli agenti atmosferici.

 

Il forte di San Felice visto dall'alto oggi

dal "Giornale Economico" di Venezia

 

Vie d'accesso all'opera:

Dopo essere giunti a Sottomarina, ci si dirige verso la diga. All'altezza dell'Hotel Mosella, si lascia la strada principale sulla destra e si prende una stradina tra il mare e il murazzo. Dopo alcune centinaia di metri si giunge alla diga e sulla sinistra si vede il forte San Felice.

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Dal sito Betasom