La Piazzaforte di Ancona

La Cittadella

 

La Cittadella, o come viene comunemente chiamata dagli anconetani Fortezza, fu realizzata a partire dal 1532 per volere di Papa Clemente VII che ne affidò la progettazione al valente architetto militare Antonio da Sangallo il Giovane. La realizzazione dell’opera con il successivo insediamento di un Legato Pontificio pose fine alla secolare indipendenza della repubblica marinara di Ancona che cadde così sotto il diretto dominio papale.

Alla direzione lavori dell’imponente struttura, che sorse sul colle Astagno, si alternarono i più rinomati architetti dell’epoca; dopo il Sangallo, suo fratello Michele, Giovanbattista Peloro, Francesco Paciotto, Pellegrino Tibaldi ed infine Jacopo Fontana.

Durante la costruzione si manifestò l’esigenza di tenere maggiormente distanti dalle mura gli assedianti e pertanto si procedette, per volere di papa Giulio III, alla realizzazione di un campo trincerato da costruirsi a supporto del forte sul lato sud. Nel 1600 l’opera può dirsi conclusa e dall’alto del colle a quota quasi 100 metri sul mare dominava la circostante campagna, la città con le sue strade di accesso e il porto, ricordando con il suo aspetto minaccioso una presenza militare sempre vigile.

Pianta della città di Ancona del 1569 di Jacopo Fontana con sulla destra l’imponente mole della Cittadella e del relativo Campo Trincerato.

 

La Cittadella si presenta con un tracciato non simmetrico rispetto alla capitale, costituito da 5 fronti bastionati formanti un opera chiusa assai irregolare. Lo sviluppo complessivo dell’opera è di circa metri 585. Non vi sono fossati, ma l’ingresso avviene tramite un ponte levatoio sopraelevato rispetto al terreno. Questa entrata, incuneata in una forbice tra due bastioni, attraverso una lunga scalinata al cui inizio, sulla destra, si trova un magazzino casamattato munito di cannoniera a protezione dell’ingresso, dà accesso ad un piazzale interno. Tutto il complesso è dotato di passaggi sotterranei che mettono in comunicazione i vari bastioni e consentono l’accesso alle gallerie di scarpa e di contromina.

All’interno della fortificazione non esistono ricoveri propriamente detti, ma vi sono parecchi fabbricati molto alti quasi a ridosso dei fronti. Nessuno di questi edifici è alla prova; uno solo, il cosiddetto “maschio”, ha il piano terreno coperto da una volta. L’edificio centrale si eleva per ben 4 piani di cui uno interrato e comprende magazzini per materiale d’artiglieria, l’armeria e , all’ultimo piano, un vasto locale di circa 400 mq. destinato a sala d’arme arredato con i castelli in legno ad elementi per complessivi 25.000 fucili. Quasi parallela si trova la caserma collegata all’edificio precedente con un corpo ad un piano molto stretto coperto da una lunga scalinata dalla cui metà si accede al cammino di ronda che porta al maschio e alla sala d’arme. La caserma a tre piani di cui uno seminterrato, è affiancata da una costruzione destinata al Comando ed all’alloggio del Comandante la Fortezza.

Tra il Campo Trincerato e la Cittadella l’armamento era imponente e diede prova di efficienza durante gli assedi del 1799 tra i francesi che l’avevano occupata nel 1797 e gli alleati dei pontifici, del 1848 tra i difensori della Repubblica Romana e i soliti austriaci ed infine in quello che portò ad unire la città al Regno d’Italia del 1860.

Durante quest’ultimo, che si protrasse dal 19 al 29 settembre, il parco d’artiglieria posto a difesa era composta da 13 cannoni e 10 obici posizionati nel Campo Trincerato, mentre nella Cittadella vera e propria vi erano altri 7 cannoni.

Dopo l’arrivo dei Piemontesi la Fortezza entrò a far parte del grande Campo Trincerato della Piazza rappresentando il cardine sul quale incentrare tutta la difesa della terza linea.

Rimasta sempre in mano ai militari che la destinarono a vari usi, fu definitivamente abbandonata intorno agli anni ’70 del XX secolo. Acquistata dalla Regione Marche per farne la sede di rappresentanza, è stata sottoposta ad un primo stralcio di lavori di restauro che hanno riguardato l’ingresso e il cortile con la casa del custode. In quest’ultima è stata ricavata la sede del “Segretariato permanente per l’iniziativa Adriatica Jonica” del Ministero degli Esteri.

Il Campo Trincerato è invece diventato uno dei polmoni verdi della città da quando il Comune di Ancona lo ha acquisito e trasformato in parco pubblico.


 

Ancona 1886 – Veduta del porto con in alto la massiccia presenza della Cittadella

 

L’ingresso della Cittadella dopo i recenti restauri.