CARIOLA

Provincia di Trento

Quel che resta dell'opera oggi

 

E' a sud della strada delle Giudicarie sul fianco sinistro della valle su di un cocuzzolo a m. 850 sopra il paese di Por ( frazione di Pieve di Bono ).

Fu eretto nel periodo compreso tra i1 1909 ed il 1914.

Armamento principale:

Quattro obici da 100 mm. sistemati in cupole corazzate girevoli.

Armamento secondario:

Cinque mitragliatrici scudate per la difesa ravvicinata.

Cenni storici:

L’ufficiale italiano De Rossi, durante una sua missione di spionaggio nel 1912 in Val di Ledro, afferma che " scopersi il segreto scopo delle manovre, l’esecuzioni di tiri a proiettile da Val di Ledro, attraverso il colle di Giumella, verso una posizione detta < della Carriola > ove, in attesa di costruire un forte in cemento, ne avevano elevato uno in cartelloni da bersaglio ".

Come osservò l’ufficiale, gli austriaci volevano assicurarsi, prima di costruire l’opera, che se gli italiani scendendo in Val di Ledro non avessero potuto colpirlo attraverso la sella di Giumella. All'epoca della sua costruzione, era stata abbandonata in parte l'idea delle singole opere sugli assi stradali, ed era già subentrata quella di un intervento più ampio, realizzato da una linea difensiva ininterrotta, che avesse nei forti i punti di forza.

Vista di una delle parti del forte oggi

 

Il Cariola, era quindi, il forte di collegamento tra le difese delle Giudicarie e quelle dell'Alto Garda e il più moderno ed efficace contro un eventuale tentativo di avanzata italiana in Giudicarie. Era il più a sud di tutti i forti costruiti nelle Giudicarie. Esistevano infatti tra i due punti, diverse opere campali e campi trincerati. Fu costruito dalla ditta Zontini di Lardaro. Progettista e direttore dei lavori fu il capitano Lippmann già autore della batteria Bellavista e di alcuni lavori effettuati alla tagliata del Ponale. Il capitano Karl Bothe collaborò nella direzione dei lavori del forte Carriola, come in quelli della batteria Bellavista. Il capitano Oskar Benda, dopo una breve parentesi a Klagenfurt ritorna a Riva del Garda dove si occuperà del trasporto delle corazze al forte Carriola.

Era comandato da un tenente colonnello d’artiglieria. L’allora capitano Tullio Marchetti, dell’Ufficio Informazioni della I Armata Italiana, riuscì nel 1911 ad avvicinarsi talmente all’opera, da poter esaminare minutamente i lavori già in stato avanzato.

Nel novembre del 1915 nei giorni 20-21 fu bombardato sia da velivoli che dall’artiglieria. All’inizio della primavera del 1916 fu bersagliato e per tre quarti circondato dall’artiglieria italiana che non causo danni di rilievo o vittime. Ciononostante il forte fu occupato solo dopo il 2 novembre 1918.

Nel dopoguerra subì anch’esso l’umiliazione di essere saccheggiato dai recuperanti che lo fecero saltare.

 

Attualmente il forte è proprietà privata e non è possibile visitarlo all'interno

 

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Foto del forte in guerra

 

Notizie sull'opera:

Apparteneva ai forti della IV fase. Era chiamato anche forte Por, dal nome dell' omonimo paese che sovrasta. Essendo tra gli ultimi costruiti nel trentino, fu costruito seguendo le nuove tecniche ed usando tutti i ritrovati tecnologici dell'epoca, poteva quindi essere definito un’opera modernissima.  Abbondante fu l'uso di calcestruzzo armato con putrelle di ferro di 50 cm. d'altezza, annegate in maniera molto fitta, quasi da formare un piano continuo. Altre due cupole corazzate avevano la funzione di osservatorio. Attorno al forte esisteva perimetralmente, un campo minato di protezione. Nelle vicinanze sue, furono costruiti altri due edifici (su due piani, con una superficie di circa 10 m. x 20 m.) con compiti di caserma per un migliaio di uomini e una scuderia per una cinquantina di quadrupedi. Era dotato di un proprio acquedotto, di una stazione fotoelettrica e di due potenti riflettori.

Malgrado l’opera di distruzione al quale è stato sottoposto, i ruderi, danno ancor oggi un impressione di robustezza, anche se è quasi impossibile farsi un’idea globale dell’opera stessa senza vedere una sua pianta .

Vie d'accesso all'opera:

Da Trento si prende la strada delle Giudicarie in direzione Storo. Dall’abitato di Pieve di Bono si entra nella frazione di Por, e da qui basta seguire le indicazioni che conducono al forte.

 

Immagini degli esterni del forte nel 2012

Immagini degli interni del forte nel 2012