Lo Forte

Ufficiale superiore dell'esercito italiano. Nel suo studio dal titolo: Il ferro nella fortificazione (Rivista d'Artiglieria e Genio, anno 1887, Vol. II) scrive:"Avranno bisogno di ridotto quelle opere, il cui presidio, se si difende bene, non potrebbe più ritirarsi. Il ridotto sarebbe in questo caso un estremo rifugio, dal quale trattare col nemico già padrone del forte, e venire a patti onorevoli: ma tale condizione di cose, che potrebbe aver luogo in opere isolate (ad esempio in un forte di sbarramento)".

Il calcestruzzo, da lui indicato per le coperture a volta delle fortificazioni era quello detto al quarto così composto:

1 volume di cemento Portland, 1 volume e mezzo di sabbia e 4 volumi di pietrisco - parte lapidea. Questo dà, messo in opera e battuto, 4 volumi di muratura; è a presa alquanto meno rapida ma acquista una durezza considerevole e conviene per tutte le parti che possono venire direttamente colpite, come volte, pozzi delle cupole, torri e torrette, coronamenti dei parapetti e simili.

Fu fautore (assieme al Crainicianu, Cool e Welitschko) dei campi trincerati di carattere misto. Secondo lui, uno dei principali elementi di superiorità della difesa, consiste nel poter spostare facilmente le batterie e per conseguenza, poter concentrare in poco tempo numerosa artiglieria in un punto qualunque della linea d'attacco.

Con simile organizzazione, fa notare il Lo Forte, è inutile che i forti siano armati di bocche da fuoco, per fare il tiro di controbatteria; per questa azione debbono bastare le artiglierie mobili degli intervalli; e basterà che i forti siano dei potenti punti di appoggio della linea di difesa,  e presentino grande resistenza individuale. Dovranno di più concorrere con le artiglierie esterne nei tiri arcati dai 4000 m. in giù.

Un forte staccato, per soddisfare alle accennate esigenze, dovrebbe secondo il Lo Forte, essere circondato da largo fosso fiancheggiato; avere parapetto per fanteria e cannoni a tiro rapido, di cui qualcuno in torretta a scomparsa; avere alla gola una potente caponiera per il fiancheggiamento degli intervalli; contenere una riserva di obici e di mortai per il tiro arcato, riparati in ricoveri alla prova, e da portarsi fuori, al bisogno, mediante binari.