TRA I SASSI

Provincia di Belluno

L'opera dopo la guerra

 

Si trova a  Nord del Passo di Valparola a quota 2183 m.

Fu costruito tra il 1898 e il 1901.

Armamento principale:

Due cannoni da 60 mm. in casamatta puntati verso il Passo del Falzarego (probabilmente doveva essere stata in origine prevista l’installazione di due cupole armate con obici).

Armamento secondario:

Due cannoni da 80 mm. mod.98 puntati verso Sud.

Cenni storici:

Il forte, era di vecchia costruzione e fu disarmato subito dopo l'inizio delle ostilità con l'Italia. Il suo compito principale era di fronteggiare eventuali attacchi in direzione nord, verso la Val Pusteria e la Valle dell'Isarco, da parte del neonato Stato Italiano, e quindi la difesa della Valparola.

La sua costruzione fu successiva a quelli di Landro, Haideck, Mitterberg e Prato Piazza. All'inizio del conflitto, si capì subito che l'opera era obsoleta ma, prima che fosse portata a termine l'operazione di disarmo, il 5 luglio 1915 una granata italiana da 210 mm. (sparata dall'artiglieria italiana in postazione alle Cinque Torri) sfondò una parete e il soffitto fra il primo piano e il pianterreno ed esplose poi nel corridoio della batteria. E’ da far notare, anche in questo caso, lo stato d’usura delle artiglierie italiane; per centrare il forte vennero sparati ben 76 colpi nel giro di una decina di ore. Malgrado tutto, venne completamente sfondata la copertura.

Gli austriaci fecero credere agli italiani che il forte fosse ancora presidiato ancora per alcuni giorni, illuminandolo di notte e il disarmo completo si ebbe il giorno 10 luglio.
Vi persero la vita due ufficiali ed un soldato mentre altri soldati rimasero feriti e la metà della guarnigione fu sotto choc. 

Il Forte rimane oggi un monumento dall'architettura militare. Dopo una fase di restauro è stato allestito proprio all'interno  il Museo della Grande Guerra sulle Dolomiti.

 

Suggestiva foto del forte in notturna

 

Notizie sull'opera:

Opera costruita su tre piani in muratura a pianta rettangolare. I lati verso la Valparola e il Passo Falzarego erano dotati di feritoie (che potevano inoltre essere chiuse con pesanti imposte d'acciaio) e cannoniere.

Le stanze erano riscaldate con stufe di ghisa ed illuminate con lampade a petrolio. Per coprire il fabbisogno d'acqua si ricorreva in parte alla raccolta dell'acqua piovana dal tetto ed in parte pompandola dal Lago di Valparola. Nello scantinato vi era una piccola cripta con tre loculi.
Il forte e l'annesso "magazzino vettovagliamento" potevano ospitare complessivamente oltre 100 militari.

Nelle vicinanze venne costruita ( 1897-1898 ) una caserma difensiva in muratura con tetto in legno a pianta rettangolare. Era dotata di feritoie e due caponiere. Dall'esterno dell'opera si può vedere il punto in cui entrò la granata italiana da 260 mm. Il territorio attorno al forte è pieno di crateri provocati dalle granate a dimostrazione quindi di quali fossero le conseguenze dei bombardamenti italiani nella zona dolomitica. 

Veduta invernale oggi

Via d'accesso all'opera:

Dal Passo del Falzarego si procede in direzione Passo di Valparola - San Cassiano e si arriva a breve ad avvistare sulla sinistra i resti dell'opera in questione.  

 

 

 

Foto di Umberto Zoppelletto

Fasi del recupero dell'opera