di
Lamberto Bartolucci
Il
momento aviatorio che viviamo, ed ancor più quello che si affaccia alla
nostra immaginazione o alla prevista realtà dell'immediato futuro, non
può prescindere dal disporre di un servizio del traffico aereo
efficiente, che sia cioè in grado di fornire alle utenze, siano esse
rappresentate dal trasporto aereo commerciale, dall'aviazione generale e
da quella militare, sicurezza, regolarità e rapidità dei voli, nella più
ampia possibile libertà di azione.
Si
tratta di un servizio che, oltre tutto, si inserisce in maniera
determinante fra le componenti economiche e sociali di un paese, non
solo per il suo impatto diretto nella regolarità e rapidità dei voli e
quindi per esempio sui consumi, ma anche come sorgente di attività
industriali ad elevato livello tecnologico e, quindi, valore aggiunto;
basti pensare ai sistemi automatizzati, ai radar, ai radioaiuti di
navigazione ed atterraggio, ai complessi apparati di rilevamento
meteorologico anche a mezzo satelliti, ai sistemi di telecomunicazione.
Il solo
accenno a tali sistemi, tuttavia, indica quanto sia improprio e
superficialmente riduttivo riferire le problematiche della sicurezza e
regolarità dei voli al solo controllo del traffico aereo. Più
propriamente ci si deve riferire ai “Servizi di assistenza al volo”, di
cui quello del controllo del T.A. è solo la parte appariscente di un
grosso iceberg.
Nel
trattare pertanto delle prospettive del controllo del T.A. in Italia, mi
riferirò di qui in avanti a tali servizi nel loro complesso,
ripromettendomi di tratteggiarne la situazione e le prospettive in
relazione sia alla pianificazione già prevista sia agli immancabili
problemi ancora da risolvere. Mi riprometto infine di accennare agli
studi già avviati nei vari settori relativamente ai futuri indirizzi.
Parlando
di prospettive non potrò fare a meno di fare un cenno anche alla ipotesi
di una civilizzazione dei servizi di assistenza al volo, di cui spesso
si è tanto parlato in questi ultimi tempi.
Quadro introduttivo
Prima di
addentrarmi negli elementi di situazione, tuttavia, ritengo opportuno
ricapitolare sinteticamente le finalità dei quattro servizi, fra loro
interoperanti e che costituiscono, come, noto, il sistema dei servizi di
assistenza al volo.
I
Servizi del traffico aereo
(ATS), comprensivi del servizio di
controllo del traffico aereo, costituiscono la parte operativa attiva
del sistema e hanno lo scopo di garantire il rapido, sicuro ed economico
flusso del T.A. nonché l'intervento in caso di emergenza del servizio di
allarme: ciò attraverso l'azione diretta di controllo e di informazione
sui velivoli, siano essi in sorvolo, in avvicinamento, in atterraggio,
partenza e addirittura in rullaggio, in condizioni di volo a vista ed in
quelle di volo strumentale.
Il
Servizio delle telecomunicazioni aeronautiche,
ha lo scopo di assicurare la trasmissione di segnali e messaggi
concernenti la navigazione aerea. Questa definizione semplice e
lapidaria nasconde un'organizzazione complessa che va dai servizi
aeronautici fra punti fissi, per la trasmissione telegrafonica e dei
dati, a quello “mobile aeronautico”, per le comunicazioni
terra-bordo-terra, per finire al sistema di aeronavigazione, che spazia
dai semplici radiofari (NDB), al VOR, ai vari tipi di radars, ai sistemi
di atterraggio nonché alla organizzazione per il controllo in volo delle
radioassistenze.
Altro fondamentale perno dei servizi
di assistenza al volo è costituito dal
Servizio meteorologico,
che ha lo scopo di contribuire al sicuro, economico e regolare esercizio
del volo attraverso le informazioni meteorologiche. E' ben nota a tutti
o facilmente immaginabile, l'entità, la complessità e la capillarità
dell'organizzazione di questo vitale e benemerito servizio.
Ricordo infine il
Servizio delle informazioni aeronautiche
che ha lo scopo di raccogliere, pubblicare e diramare tutte le
informazioni necessarie alla condotta della navigazione aerea, i cui
strumenti sono, come noto, gli avvisi ai naviganti e le pubblicazioni
aeronautiche.
I citati
servizi di assistenza al volo sono sempre interoperanti e presenti nelle
attività e nell'organizzazione ad ogni livello. A quello di aeroporto
vediamo infatti la torre di controllo (TWR) ed i servizi di
avvicinamento (APP), attraverso i quali viene esplicato il controllo del
traffico locale. Il Servizio delle telecomunicazioni aeronautiche (TLC)
è presente con tutte le sue branche nell'ambito aeroportuale, per
assicurare il funzionamento dei mezzi di telecomunicazione e di quelli
per le comunicazioni terra-bordo-terra e per l'aiuto alla navigazione.
Il
Servizio meteo è presente con le sue componenti di rilevamento, di
previsione, di informazione, di ricezione e di diffusione. Il Servizio
informazioni aeronautiche (AIS), infine, è presente nei controllo di
aerodromo (C.D.A.) per fornire ai piloti ogni utile e necessaria
informazione.
Gli stessi servizi li ritroviamo con
tutte le componenti a livello di regione Informazioni Volo (R.I.V.) ed
infine a quello organizzativo centrale, che in Italia si può dire
rappresentato dall'Ispettorato delle Telecomunicazioni ed Assistenza al
Volo (I.T.A.V.) che è l'organizzazione nazionale preposta per legge alla
pianificazione, direzione ed esercizio dei servizi di assistenza al volo
istituiti per lo spazio aereo assegnato alla giurisdizione italiana,
secondo le norme e le raccomandazioni derivanti dall'adesione
dell'Italia all'ICAO.
Nell'organizzazione dell'Ispettorato vediamo infatti una branca ATS cui,
in coordinamento con l'Aviazione civile, fanno capo le direttive, le
normative e lo sviluppo dei programmi nel campo del traffico aereo; la
stessa branca è peraltro responsabile del servizio AIS. Tutto il
Servizio meteorologico fa capo ad un'altra branca dell'I.T.A.V., mentre
un altro reparto è responsabile della pianificazione, programmazione ed
esercizio dei sistemi di telecomunicazione, di radio e radar aiuto alla
navigazione, nonché del controllo delle radio-radar-assistenze a mezzo
del Reparto radiomisure dell'A.M. e dei servizi radiomisure forniti
dalla società ATI.
I campi
di attività del Reparto TLC dell'I.T.A.V., sono peraltro estesi a tutta
l'organizzazione TLC dell'A.M. ed anche ai radar ed ai sistemi di
“riporto e controllo” della difesa aerea, che fanno capo all'Ispettorato
delle telecomunicazioni ed A.V., responsabile anche dell'addestramento e
controllo sull'impiego del personale delle varie branche.
Visto
che si è accennato all'organizzazione centrale, ritengo a questo punto
interessante fare un cenno sintetico alla genesi dell'assistenza al volo
in Italia ed ai fatti salienti degli ultimi anni, al fine di comprendere
meglio la situazione attuale e di accostarci con giudizio sereno a
quella che potrebbe essere l'organizzazione futura. Come noto, in Italia
i compiti dell'assistenza al volo sono assegnati per legge
all'Aeronautica Militare. Ciò fu confermato con apposita legge allorché
fu deciso di scorporare la Direzione generale dell'Aviazione civile dal
Ministero della Difesa-Aeronautica, per transitarla a quello più
connaturale dei trasporti.
In
quella occasione (1963), la nuova direzione assumeva per legge tutte le
prerogative esercitate precedentemente dall'A.M. in materia di Aviazione
civile, fatta eccezione per i servizi di assistenza al volo che
“dovevano continuare ad essere forniti all'Ispettorato generale
dell'Aviazione civile dall'Ispettorato delle telecomunicazioni ed
assistenza al volo del Ministero Difesa”.
Due anni
dopo, con il riordinamento del Ministero della Difesa, le funzioni
dell'I.T.A.V. furono scisse in due branche: quella
tecnico-amministrativa andò a far parte di una nuova Direzione
interforze (Telecomdife) mentre quella operativa e, sia pure
limitatamente, quella di gestione, restarono all'I.T.A.V. E' da
notare che tali mutamenti avvenivano in un momento di accentuata,
crescente espansione del traffico aereo ed i problemi di crescita di un
nuovo organismo quale la Direzione generale Aviazione civile, nonché i
cambiamenti di struttura dell'organo dell'A.M. preposto all'assistenza
al volo, non erano certo le premesse migliori per far fronte alle
esigenze crescenti del traffico aereo, non solo per le difficoltà di
coordinamento indotte da tali mutamenti, ma anche a causa di una
persistente cronica mancanza di finanziamenti.
I
programmi sino ad allora formulati, in una visione previdente e chiara
delle esigenze, stentavano infatti ad uscire dall'alea delle buone
intenzioni in quanto non onorati da adeguati finanziamenti. L'A.M. Si
trovava pertanto nella triste condizione di dover essere responsabile
verso l'Aviazione civile di un servizio non istituzionale per lei, ma
vitale per il Paese, nell'ambito di un bilancio striminzito.
Tale
diffuso stato di difficoltà dette presto i suoi frutti negativi e le
carenze non tardarono ad affacciarsi, malgrado la diligenza,
l'iniziativa e la buona volontà di coloro che si trovavano a
fronteggiare drammaticamente situazioni di crescente difficoltà.
Una
dura, spietata, ma provvidenziale campagna di stampa (mi riferisco agli
anni 1968-69) contribuì a portare alla ribalta dell'opinione pubblica i
problemi dell'assistenza al volo ed a sensibilizzare le classi
politiche.
Alla
campagna di stampa fecero eco le rimostranze dei piloti civili, che
denunciavano la carenza di alcuni scali, le varie utenze italiane e
straniere ed anche l'Aeronautica Militare e l'Aviazione civile, che
fecero sentire la loro voce perché chiamate in causa, chi per un verso
chi per l'altro. Le conseguenze furono che i capitoli di bilancio
normali della Difesa per l'Aviazione civile cominciarono a vedere
affluire fondi adeguati. Furono varate anche alcune leggi particolari
per sanare la precaria situazione infrastrutturale e dei servizi di A.V.
Degli aeroporti, di quelli già esistenti e di quelli nuovi e numerosi
nel frattempo aperti al traffico. Si trattò di un finanziamento congruo
ed adeguato alla vastità dei programmi avviati.
Il
momento attuale ci trova nello sviluppo di tale programma, onestamente
un po' in ritardo nelle sue realizzazioni, soprattutto per la difficoltà
di <digerire> in fretta un pasto così sostanzioso. La molteplicità dei
programmi ha infatti sovrastato e sommerso inizialmente le capacità
direttive, tecniche ed amministrative di un apparato organizzativo non
strutturato per subire un tale colpo d'ariete.
Per
completare il quadro introduttivo non si possono ignorare i problemi del
personale, anch'essi indotti dalla crescita delle esigenze. Con
l'incremento del traffico aereo, con la proliferazione degli aeroporti e
la realizzazione di tutti i programmi di assistenza al volo ad essi
connessi, infatti, sono vertiginosamente aumentate anche le esigenze di
personale qualificato: dai controllori del T.A., ai tecnici addetti alla
manutenzione, al personale meteo ed infine a tutto il personale di
supporto. Ma, contraddittoriamente, mentre da una parte le esigenze
crescenti del trasporto aereo venivano recepite e si cercava di
soddisfarle con adeguati provvedimenti legislativi e finanziari,
dall'altra non si dava ascolto alle richieste dell' A.M. In materia.
Di fatto
l'A.M., in mancanza di appositi strumenti legislativi volti ad
assicurare adeguati ampliamenti organici di legge in fase con le opere
di ammodernamento e potenziamento a favore dell’Aviazione civile, è
stata costretta a ricorrere al reclutamento di personale senza rapporto
stabile di impiego, sia per gli ufficiali che per i sottufficiali,. Allo
stato attuale l'A.M. ha in servizio cerca 8000 ufficiali, a fronte di un
volume organico previsto di sole 5090 unità, e circa 35.000
sottufficiali su un organico di 26.200 unità. La conseguenza di ciò è il
diffuso malessere per la precarietà di stato del personale, in
particolare del settore del a costituito in prevalenza da il
completamento.
Situazione
attuale e prospettive a breve-medio termine
Le
premesse storiche cui ho accennato non sono certo incoraggianti e
sarebbero ampiamente giustificative di una situazione ai limiti della
precarietà. Ma non è proprio così. La situazione dell’assistenza al volo
in Italia e attualmente soddisfacente, di gran lunga superiore ai
livelli di tutti gli altri servizi nazionali e mantiene il passo con
quelli europei. Ciò grazie alla capacità, diligenza e caparbietà nel
lavoro del personale direttivo ed esecutivo della emme ed ai funzionari
dell’Aviazione civile interessati a tali servizi. In questi ultimi tempi
la sicurezza e la regolarità dei voli sono stati sempre assicurati ed è
stato ampiamente dimostrato, in ogni occasione, come i ritardi
denunciati non siano attribuibili di massima alla organizzazione e il
controllo del traffico aereo italiano.
Ciò
premesso, affrontiamo la situazione attuale dell'A.V. e le sue
prospettive nell’immediato futuro, riferite all’obiettivo di perseguire
sicurezza e regolarità attraverso l’ammodernamento ed il potenziamento
delle infrastrutture radio elettriche, la semi automazione del controllo
del T.A., la ristrutturazione degli spazi aerei, la massima estensione
del controllo radar. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante
ai fini della sicurezza e regolarità. infatti l’impiego del radar
primario del soprattutto quello secondario (1), consente di visualizzare
direttamente le tracce degli aeromobili, identificandoli chiaramente con
il proprio nominativo e quota. Attraverso il controllo radar è quindi
possibile risolvere rapidamente i problemi statici, evitare con maggior
sicurezza le collisioni ed infine è possibile separare longitudinalmente
i velivoli sino alla minima distanza di sole cinque miglia nautiche. In
definitiva il controllo radar consente maggiori coefficienti di
sicurezza e maggiore densità di traffico. Per meglio illustrare la
situazione relazione agli obiettivi preposti, è necessario fare un cenno
sulla geografia operativa italiana costituita da:
3
Regioni Informazioni Volo (R.I.V.) ;
3
Regioni terminali di controllo (quattro sale operative di controllo e
relativa avrebbe ferroviaria che consente il loro collegamento);
24 zone di controllo di avvicinamento;
48 aeroporti controllati;
16 aeroporti assistiti.
Tale organizzazione comporta l’impiego a livello operativo e tecnico,
direttivo e di supporto di circa 13.000 uomini di cui circa 3000 addetti
al controllo del T.A. Per quanto riguarda i programmi di
ammodernamento e potenziamento delle radio assistenze, in questi ultimi
anni è stato attivato il 70% di quelle programmate, come nuova
installazione o sostituzione. Il rimanente 30% sarà completato nell’arco
di tempo tra il 1979 e il 1981.
La media annuale di efficienza delle radio e se assistenze è stata ed è
elevata. Nel 1978 si sono infatti a volte le seguenti percentuali per
categoria di apparati: ILS = 90,2; VOR = 96,5; DME = 97,1; NDB = 97,8.
Tali percentuali sono comprensive anche dei tempi in cui gli apparati
sono rimasti in attivi per chiusura degli aeroporti o per lavori di
sostituzione: casi questi particolarmente numerosi negli ultimi tempi
per l’accelerato sviluppo del programma di ammodernamento.
Ciò conferma che si è giunti a livelli molto elevati di efficienza,
ulteriormente incrementabile con il proseguire del programma che prevede
l’istallazione di apparati doppi, allo stato solido e più affidabili. Il
controllo delle radio assistenze si è svolto con regolarità e senza
ritardi. Nel campo delle comunicazioni terra-bordo-terra, invece, si
riesce con fatica a mantenere un accettabile grado di efficienza in un
parco di apparati vecchi, antiquati e di tipo differenziato. Tuttavia è
finalmente in corso di approvvigionamento il primo lotto di apparati in
modo tipo di concezione moderna ed in grado quindi di assicurare la
massima affidabilità sotto tutti i punti di vista. Le sostituzioni
dovrebbero iniziare a partire da quest’anno per esaurirsi nel 1981.
Anche per il settore delle comunicazioni tra punti fissi la situazione
attuale è caratterizzata da uno stato di difficoltà. I ponti radio ed i
sistemi trasmissivi dell'A.M. sono insufficienti, antiquati, di
laboriosa ed onerosa manutenzione. I mezzi di comunicazione del Servizio
di Stato ai quali si ricorre ampiamente per integrare i circuiti dell'A.M.,
non possono fornire sempre quel grado di continuità ed accettabilità
richiesto per i delicati servizi di assistenza al volo.
Due anni fa l’efficienza delle comunicazioni, soprattutto telefoniche,
creava serie difficoltà ai servizi di A.V., specie per quanto riguarda
il rilancio delle comunicazioni terra-bordo-terra ed i coordinamenti fra
i centri di controllo aereo (ACC) e fra ACC ed aeroporti. Interventi
operati sulla linea A.M. ed il ricorso all’affitto di linea alternative
diversificate, ha consentito di migliorare sensibilmente la continuità e
la qualità delle comunicazioni. Oggi la situazione generale in questo
settore si può definire accettabile e comunque a livello di altri paesi.
Un deciso il salto di qualità, tuttavia, sarà fatto progressivamente nei
prossimi anni, mano a mano che saranno attivate le tratte della rete
ponti radio della difesa a 960 canali. Essa si irradia era su tutto il
territorio nazionale con dorsali, bretelle trasversali e centri nodali
di re instradamento, consentendo di soddisfare ampiamente sotto ogni
profilo sia alle esigenze della difesa in generale sia quelle dei
servizi di A.V. In definitiva le prospettive finali nel settore delle
comunicazioni fra punti fissi si possono considerare completamente
soddisfacenti.
Non si tratta di un obiettivo avveniristico: i lavori per alcune delle
tratte più importanti sono già stati avviati e si potranno accogliere a
breve termine i primi frutti di questo vasto programma, che dovrebbe
concludersi entro il 1982-83 e che, comunque, sarà affiancato da ogni
possibile iniziativa della a emme volta a portare l’efficienza delle
comunicazioni a livelli sempre più elevati. Per quanto riguarda
gli spazi aerei, in questi ultimi anni l’ambiente operativo del
controllo del TIA è stato oggetto di una vasta ristrutturazione. Le zone
di controllo sono state ridimensionate in funzione della progressiva
apertura dei nuovi avvicinamenti radar, al fine di commisurare le
esigenze di sicurezza con quelle di fluidità del traffico. Analogamente
si è proceduto a revisionare le rotte di uscita, entrata e sorvolo sulle
aree terminali (TMA). Sono state aggiornate e ridimensionate molte zone
proibite, pericolose e regolamentate, specie a media e bassa quota, al
fine di rendere lo spazio aereo più permeabile a tutti.
Sono state ristrutturate molte aerovie, per rendere la loro percorrenza
più economica, ne sono state aperte altre ed inoltre sono state
realizzate rotte a servizio consultivo. Tale ristrutturazione, tuttavia,
non si ferma alle azioni già fatte: essa continua, ed inoltre sono in
corso vedi menti per il raddoppio completo dell’asse di scorrimento
tirrenico, con lo scopo di realizzare flussi paralleli UNI direzionali,
attraverso la istituzione di una nuova aerovia (Torino-Pianosa-Ponza-Reggio
Calabria) e la trasformazione e reistradamento di quelle attuali. Ciò
dovrebbe consentire di affrontare con serenità le punte di traffico
Europa degli degli anni post 1985.
Il vero salto di qualità, tutta via, per il traffico aereo italiano si
avrà con la progressiva estensione del controllo radar a tutto lo spazio
aereo nazionale. D’accordo con l’Aviazione civile è stato infatti
approntato un piano radar che è stato sottoposto di recente a
verifica ed aggiornamento. Tale piano è nel pieno del suo sviluppo ed è
seguito da un apposito comitato di coordinamento finalizzato al rispetto
degli impegni e dei tempi programmati. Per quanto riguarda i radar
d'area, la situazione attuale è ancora ferma alla sola disponibilità dei
radar della TMA di Roma e Milano, peraltro non saldate fra di loro e
quindi il controllo può essere esercitato solo dentro le TMA ma non fra
le stesse.
Già nel 1979 tuttavia sarà allacciato alla ACC automatizzato di Roma (ATCAS)
il radar di Monte Codi (Sardegna), per il controllo della zona ovest
dell’Italia, e sarà inoltre installato quello di Monte Orimini, per il
controllo della parte sud est, cioè della TMA di Brindisi. Le opere
infrastrutturali dei radar appenninici di Monte Stella e Poggio Leccetta
sono in “corto finale”, seguirà la installazione dei radar ed il loro
allacciamento all’ATCAS. Finalmente nel 1980 avremo la saldatura radar
fra Roma e Milano nonché la proiezione del controllo radar nella parte
centro-meridionale. Nel 1981-82, infine, la copertura radar sarà estesa
a tutto il territorio con l’entrata in funzione dei radar della parte
orientale e di Ustica.
Per quanto riguarda la realizzazione degli avvicinamenti radar sugli
aeroporti, sinora sono stati installati o realizzati in servizi radar
sui seguenti aeroporti: Genova – Catania – Napoli – Cagliari - Reggio
Calabria – Rimini – Venezia – Bari – Malpensa - Palermo. Per quest’ultimo
è in corso la sostituzione del vecchio apparato con uno di
caratteristiche migliori. Nel 1979 verranno realizzati quelli di Alghero
– Olbia - Ronchi dei Legionari – Bologna – Brindisi – Villafranca -
Istrana. Il 1981 vedrà la realizzazione completa del piano.
In sintesi la situazione, per i radar di avvicinamento, è notevolmente
migliorata soprattutto rispetto a qualche tempo fa e le prospettive per
l’immediato futuro (inizio anni 80) sono perfettamente aderente alle
richieste crescenti del traffico aereo. In tale prospettiva possiamo
guardare pertanto con fiducia al cammino verso gli anni 90. L’ultimo
fattore importante, ai fini del perseguimento degli obiettivi di
sicurezza, fluidità ed economicità del trasporto aereo è, come già
accennato, l’automazione, la quale diventa indispensabile oltre una
certa densità di traffico e, quindi, di impegno del personale
controllore.
Nonostante l’elevata adattabilità dell’uomo al variare delle situazioni,
sussistono infatti limiti di capacità oltre i quali un incremento di
carico di lavoro può essere gestito solo suddividendo i compiti a
livello di singolo controllore e settorizzando le aree di responsabilità
a livello di ente di controllo. Procedendo in tal senso emergono
complessi problemi di coordinamento Inter settoriale che inficiano la
capacità di trattamento delle informazioni, saturano la capacità del
sistema fonetico-manuale, implicano un limite alle possibilità di
gestire determinati volume di traffico. Di qui l’esigenza di ricorrere
all’automazione.
L’introduzione dell’automazione nel sistema, specialmente realizzata per
le funzioni a carattere ripetitivo, svincolare infatti l’operatore dai
compiti di routine, restituendogli la capacità di valutazione e di
decisione senza sovraccarico di lavoro. Poiché il Centro di controllo di
Roma era già da annoverare tra quei centri per i quali il volume di
traffico stava per toccare punte di saturazione, l’Aeronautica Militare,
d’accordo con l'Aviazione civile, ritenne necessario avviare il processo
di introduzione dell’automazione nel servizio di controllo del traffico
aereo iniziando, appunto, da quest’aria, polo operativo principale del
sistema C.T.A. italiano.
Gli studi, iniziati nel 1964-65, si concretizzarono in un progetto di
sistema iniziale, prototipo, la cui realizzazione fu, a seguito di gara,
affidata al consorzio ATCAS (Selenia-IBM). L’ATCAS, come noto, è entrato
in funzione esattamente un anno fa, dopo un intenso lavoro di
allestimento e valutazione è durato oltre due anni. Tale sistema è
costituito da complesse e sofisticate apparecchiature ed è così
schematizzabile: le informazioni provenienti dei sensori radar
affluiscono alle unità centrale di elaborazione, qui vengono
opportunamente elaborate ed inviate, tramite le unità centrale di
presentazione, agli schermi radar ed alle consoles.
Il sistema è il risultato di studi tenuti costantemente aggiornati.
Realizzato secondo le più avanzate tecnologie, esso presenta inoltre
caratteristiche di modularità, flessibilità ed aggiorna abilità tali,
che è possibile intervenire in ogni momento per adeguare sia la
struttura sia la tecnologia. Attualmente sta funzionando non al massimo
livello di operatività perché ancora non sono state attivate tutte le
previste funzioni automatizzate, che vengono introdotte gradualmente
mano a mano che si dispone di mezzi tecnici (per esempio nuove unità
centrale di calcolo) e mano a mano che le funzioni vengono sperimentate
dalla apposita commissione di valutazione in linea.
Come per tutti gli altri programmi sinora citati, l’ATCAS arriverà
all’obiettivo della sua piena produttività con l’inizio degli anni 80
allorché, fra l’altro, potrà usufruire dei segnali di tutti i radar
d’area non ancora installati. In definitiva la situazione attuale dei
servizi di assistenza al volo nel loro complesso si può dire
soddisfacente e comunque adeguata alle esigenze del momento ed a quelle
dell’immediato futuro. Le prospettive a breve scadenza (1981-82),
infatti, si possono definire soddisfacenti nei confronti del traffico
prevedibile anche nel caso di un ipotetico, ma non è realistico,
incremento delle capacità aeroportuali.
Le realizzazioni, inoltre, non dovrebbero essere penalizzate
ulteriormente dalle pastoie burocratiche, in quanto i programmi ne
tengono già conto. Rimane invece e comunque drammatica la necessità di
disporre di strumenti tecnici-amministrativi più agile, soprattutto per
far fronte alle esigenze non programmabili e non realizzabile con i soli
mezzi A.M., quali per esempio le imprevedibili sostituzione di apparati
ed impianti di rilevante complessità. Nelle pieghe delle rose
prospettive programmatiche, tuttavia, si annida non solo pericolo: il
personale.
È noto infatti che l'A.M. e grado di fronteggiare le esigenze attuali
con quadri appena sufficienti, soprattutto per quanto riguarda i
controllori e gli assistenti controllori. Ci troviamo in altri termini
in una situazione di difficoltà che nel giro di due-tre anni potrebbe
rilevarsi drammatica, se la emme non sarà messa al più presto in
condizione di soddisfare le proprie esigenze quantitative e qualitative
di personale. Ho già accennato alle difficoltà della situazione del
personale createsi A seguito, soprattutto, dello sviluppo dei servizi di
assistenza al volo civile. In sintesi si tratta di accogliere i vari
provvedimenti legislativi già da tempo proposti dalla forza armata,
volti ad adeguare i volumi organici della emme agli organi c’è già
esistenti ed a quelli ulteriormente necessari per far fronte agli
impegni. Se l’A.M. non sarà messa subito in grado di poter agevolare il
personale necessario nei settori di assistenza al volo ed in particolare
in quello del C.T.A., le difficoltà attuali sfoceranno immancabilmente
in una serie strozzatura dei servizi, con inaccettabili penalizzazioni
del traffico.
Prospettive a medio-lungo termine
Sinora abbiamo parlato delle prospettive a breve termine, legate cioè
allo sviluppo delle pianificazioni in atto. Diamo ora un rapido sguardo
al di là della collina degli anni 90. Le prospettive a medio e lungo
termine sono legate indubbiamente al piano di sviluppo degli aeroporti e
quindi alle conseguenti programmazioni ed ai relativi strumenti
legislativi e finanziari, analoghi a quelli sinora promulgati. Tali
piani dovranno trovare origine nell’area dei trasporti ed essere
coordinati con l'A.M. Essi, sia ben chiaro sin da ora, dovranno anche
tener conto non solo delle esigenze tecniche e finanziari ma anche di
quelle organiche, al fine di non cadere nuovamente gli inconvenienti del
passato.
Le prospettive future, oltre che allo sviluppo di tali piani nazionali,
sono comunque legate a due fattori fondamentali: lo sviluppo tecnologico
e la cooperazione internazionale. I sistemi di controllo, di
comunicazione le radio assistenze e tutti i sistemi impiegati nei vari
servizi, dovranno essere immancabilmente sostituiti con altri di
tecnologia più avanzata, non solo per obsolescenza tecnica, ma anche e
soprattutto operativa, in quanto si dovrà adeguare il futuro sistema del
traffico aereo alle nuove esigenze. Poiché il traffico aereo si svolge
in un contesto internazionale, lo sviluppo di tali sistemi non può che
avvenire, sotto leggi da dell’ICAO, in stretto coordinamento di studio
ed anche di sviluppo industriale con altre nazioni.
La collaborazione ed il coordinamento internazionale peraltro saranno
necessari soprattutto in Europa per sviluppare la parte strategica del
controllo del traffico aereo, con l’intento di regolare economicamente
il flusso del traffico. Non si tratta di creare organismi internazionali
di super controllo quale è per esempio l’Eurocontrol, che è fallito
d’altra parte in questa sua veste istituzionale dimostrando invece
proprio la sua validità nel campo dello studio dello sviluppo dei
sistemi e nell’addestramento. Si tratta di trovare un sistema
organizzativo o di coordinamento degli spazi aerei, a livello europeo
che, nulla togliendo alla sovranità delle singole nazioni, consenta di
far fronte in maniera adeguata agli sviluppi futuri del traffico aereo
in Europa. In altri termini tutti gli orientamenti e le attività
nazionali dovrebbero essere coordinate e concordate almeno in sede
europea.
Per la verità il cammino in questa direzione è già stato avviato. Lo
scopo dell’ European Air Navigation Planning Group (EANPG) è appunto
quello di realizzare una più stretto coordinamento fra gli Stati della
regione europea. In tale gruppo la partecipazione italiana e massiccia
ed attiva, a cominciare dal “chairman” che è, appunto, un funzionario
della direzione generale dell’aviazione civile. Alla base, tuttavia, di
un coordinamento internazionale, c’è e ci deve essere una iniziativa ed
un orientamento di base nazionale. A tal riguardo l'A.M. e l'A.C.,
seguono da vicino gli orientamenti e gli studi a livello internazionale.
L'A.M. peraltro conduce studi e sperimentazioni a livello proprio,
specie nel campo della meteorologia.
Ma il fatto più rilevante è rappresentato dal progetto finalizzato per
gli aiuti alla navigazione ed al controllo del traffico aereo che il
consiglio nazionale delle ricerche (CNR) sta sviluppando attraverso la
direzione tecnica della Fondazione Bordoni. Tale progetto si articola su
attività tecnico-scientifiche ripartite su base nazionale, volte a
fornire agli enti decisionali ed operativi italiani suggerimenti per
interventi a medio termine, rivolti all’incremento della sicurezza e
dell’efficienza, non che strumenti metodologici per la pianificazione e
lo sviluppo a lungo termine del sistema C.T.A. italiano. Il progetto
consta di quattro sotto progetti: uno interessa in particolare lo studio
di un modello di simulazione del sistema C.T.A. Ciò allo scopo di vedere
quali miglioramenti a portare nella gestione e di introdurre nuove
metodologie e architetture di sistemi, nell’intento di ottimizzare lo
spazio aereo nazionale.
La stima dei vantaggi relativi all’introduzione dei radar secondari ad
indirizzo discreto (DABS) e gli studi sui perfezionamenti introducibili
nei radar primari sono l’oggetto del secondo e terzo sotto progetto. Gli
studi del quarto sotto progetto “Incremento della sicurezza
nell’atterraggio e decollo“ sono relativi sia al campo meteorologico,
con particolare riferimento ai fenomeni della turbolenza, dei wind e
shear e delle misure di visibilità obliqua, Sia a quello delle radio
assistenze, per un misuratore di distanza di precisione da integrare nel
sistemi di atterraggio a microonde ( MLS), che nel futuro saranno
destinati a sostituire gli attuali sistemi di atterraggio ILS.
Tali studi sono condotti dalla Fondazione Bordoni stretto coordinamento
con l'A.M. e proprio recentemente, in sede di esame annuale dei
programmi svolti, slittata e la direzione tecnica del progetto, hanno
concordemente auspicato di indirizzare alcuni degli studi in maniera più
applicativa, con particolare riferimento al lavoro di definizione e di
specifica delle funzioni e della struttura di un nuovo centro
automatizzato di controllo. L’I.T.A.V. ha da poco concluso, infatti, uno
studio preliminare relativo alle esigenze di automazione degli altri
centri di controllo. Qualunque sia la struttura degli spazi aerei
italiani che scaturisca dall’approfondimento di tale studio, e certo
comunque che l’ACC di Milano dovrà essere automatizzato analogamente a
quanto si è fatto con l’ATCAS per Roma.
Da qui la necessità di stabilire al più presto la struttura e le
caratteristiche del nuovo ACC di Milano, sulla base delle esperienze
ATCAS ed in funzione degli studi da sviluppare in tempi brevi. Lo studio
del nuovo sistema automatizzato è il lavoro più importante che ci
attende sul piano nazionale.
Riforma dei servizi di assistenza al volo
Sinora ho cercato di tracciare il quadro delle prospettive del traffico
aereo in Italia riferito, a breve termine, al processo di sviluppo in
corso e, a lungo termine, al fermento degli studi e delle iniziative in
atto. Tale quadro generale non potrà e non dovrà montare anche nella
prospettiva di mutamenti dovuti ad un ipotetico trasferimento delle
responsabilità dell’assistenza al volo civile dell’Aeronautica Militare
ad altro ente. Alcuni motivi di disagio e la situazione di precarietà
del personale dell’Aeronautica Militare, fra cui quello adibito al
controllo del traffico aereo, hanno di nuovo, recentemente, fornito
l’occasione per riproporre e pubblicizzare la civilizzazione del
controllo del traffico aereo.
Tale problema, del resto, è stato dibattuto e periodicamente riproposto
sindaco quando fu decretato il passaggio dell’Aviazione civile all’area
del ministero dei trasporti. A prescindere dagli spunti occasionali che
di volta in volta hanno costituito il cavallo di Troia per riproporre
tale tema, il motivo di fondo per cui se vorrebbe la civilizzazione è
rappresentato dal criterio, teoricamente accettabile, secondo il quale i
servizi di assistenza al volo dovrebbero svilupparsi in armonia a tutto
il contesto del trasporto aereo e, quindi, sotto leggi da del ministro
dei trasporti; ciò anche per evitare che l’appartenenza a dicasteri
diversi possa creare degli squilibri funzionali.
Nei riguardi di tale ipotesi l’Aeronautica Militare, sin dal 1972,
assunto un atteggiamento di non contrasto, dichiarandosi sempre disposta
a collaborar e all’approfondimento del problema. Tale atteggiamento e
peraltro oggi giustificato dalla constatata indisponibilità a risolvere
le problematiche che nascono dall’incremento di energie, che la forza
armata deve dedicare alle crescenti esigenze del trasporto aereo civile,
cui non corrisponde un adeguato dimensionamento della forza armata
stessa. Il gran parlare che si è fatto in questi ultimi tempi sul
problema del controllo del traffico aereo e te lo ordinamento del
personale addetto a tali servizi a condotto ad innumerevoli
interpellanza parlamentare e, successivamente, ad una rapida indagine
conoscitiva da parte delle commissioni trasporti e difesa della camera.
Tale indagine, pur non pervenendo alla individuazione dei possibili
nuovi aspetti istituzionali, a messo in evidenza la necessità di una
urgente riforma del sistema. A seguito di ciò delle raccomandazioni
formulato dai presidenti delle commissioni difesa e trasporti, il
ministro della difesa, nell’annunciare al ministro dei trasporti che
sono già state promosse alcune iniziative di legge in tese a soddisfare
le principali di stanze del personale, ha proposto riunioni a livello di
esperti qualificati dei due dicasteri, per valutare il problema in tutte
le sue componenti. Dopo tanto parlare, spesso con critiche di poco
costrutto, sembra giunto il momento di affrontare costruttivamente, una
volta per tutte, il problema dei servizi di assistenza al volo.
Desidero sottolineare “servizi di assistenza al volo“ e non solo,
riduttivamente, servizi del controllo del traffico aereo, in quanto
pensare esclusivamente alla riforma di tale servizio rappresenterebbe,
oltretutto, una contraddizione allo spirito informatore della auspicata
trasformazione.L’A.M. è pronta a discutere tali ipotesi ed a portare il
proprio contributo, non solo a salvaguardia delle esigenze della difesa,
ma in relazione anche alle esperienze maturate ed agli studi
introduttivi, che ha già intrapreso a riguardo, al lo scopo di fornire
una prima indicazione sulle possibili linee di azione da seguire per
approfondire i vari aspetti del problema.
Lo studio dovrebbe partire da una ipotesi di civilizzazione, o meglio di
“bipartizione integrata“ dei servizi di assistenza al volo (bipartizione
perché, sia ben chiaro, l'A.M. dovrà seguitare ad avere il proprio
servizio di assistenza al volo). Nella prima fase dello studio si
dovrebbe, prima di tutto, approfondire l’analisi dei singoli servizi
allo scopo di individuare nei dettagli modalità, tempi e procedure di
separazione, per poi concepire gli organi direttivi centrali
dell’Aviazione civile, paritetici a quelli A.M., nonché le possibili
strutture di un ente di assistenza al volo civile e degli organi di
coordinamento A.M. - A.C.
Dopo aver valutato gli oneri di questa soluzione e di altre fattibile ed
idonee che potranno scaturire dallo studio ivi compresa quella attuale,
si dovrà procedere in sede politica alla scelta della soluzione ritenuto
più conveniente nell’interesse generale del paese.Qualora il risultato
degli studi porti a decidere per una civilizzazione dei servizi, cioè
una per “bipartizione“ della organizzazione dell’assistenza al volo, è
assolutamente indispensabile che venga evitato un avvio prematuro ed
affrettato della trasformazione, che possa compromettere l’ordinato e
sicuro sviluppo delle attività di volo. Sarà necessario quindi che la
fase decisionale comprenda anche l’approvazione di un piano di
attuazione graduale della soluzione adottata.
I tempi in gioco non saranno certamente è breve e poiché l’A.M.,
comunque, dovrà nel frattempo continuare ad affrontare i problemi già
esistenti e pressanti, nell’assolvimento dei compiti che continueranno
ad esserle assegnate è evidente la necessità che essa sia messa in ogni
caso in condizioni di operare.
Conclusioni
Con l’accenno alla civilizzazione ho concluso la mia rapida panoramica
sulle prospettive attuali e future dei servizi di assistenza al volo in
Italia. Ho trattato l’assistenza al volo nel suo complesso in quanto
ritengo in proprio ed ingiusto ridurre il tutto al proprio ai problemi
del controllo del traffico aereo e dei controllori; ho ricapitolato le
finalità dei quattro servizi fondamentali per mettere in risalto,
appunto, la loro interoperatività e la necessità di considerarli tutti
insieme. Per quanto riguarda lo stato dell’assistenza al volo in Italia,
ho cercato di mettere in evidenza come la situazione sia oggi adeguata
alle esigenze del presente e dell’immediato futuro e come lo sviluppo
dei programmi in corso si possa considerare una confortante garanzia per
il futuro a medio termine del traffico aereo in Italia, sempreché
vengano presto sciolti i nodi degli organici del personale.
Tali programmi costituiscono peraltro la base dalla quale si potrà
transitare progressivamente agli assetti futuri, non ancora delineati,
degli anni post 90. Le prospettive di questo futuro, non tanto lontano,
sono legate agli sviluppi tecnologici, ma soprattutto alla
collaborazione internazionale ed europea. In tale contesto, infatti, si
dovrà comunemente decidere l’assetto e lo sviluppo del trasporto aereo
civile nella regione Europa. Da lì trarranno spunto le pianificazioni
dell’Aviazione civile e dell’assistenza al volo. Il momento che viviamo
è pieno di questi fermenti di studio, di ricerche e di contatti; a tal
riguardo riterrei opportuno che alcune di tali studi e ricerche, non che
l’operato sinora poco conosciuto dell’EANPG, sia portato più
marcatamente a conoscenza di quanti nell’industria, nella stessa
Fondazione Bordoni, nell’Aeronautica Militare e nella direzione
dell’Aviazione civile siano direttamente interessati alla loro
trattazione.
Per ultimo ho accennato alla ipotesi della “civilizzazione“, ho
sottolineato la necessità di bandire le chiacchiere inutili e spesso
poco veritiere per procedere, come ha proposto il ministro della difesa,
alla valutazione dei problemi della riforma dei servizi di assistenza al
volo in tutte le sue componenti; ciò al fine di definire le soluzioni
più convenienti per lo Stato. L’esame completo ed approfondito dovrà
portare alla individuazione e valutazione delle varie soluzioni, da
quella del “bipartizione integrata“ dei servizi a quella attualmente in
vigore. Se dovesse essere confermata all’Aviazione militare la
responsabilità dei servizi di A.V., la forza armata ne sarà onorata, ma
dovrà essere anche messa in condizione di assolvere adeguatamente i
propri compiti una volta per tutte.
Qualora invece fosse prescelta una soluzione che te mandi ad altro ente
tale responsabilità, i tempi di progressiva attuazione non saranno
brevi. Nel frattempo se continuerà a volare e del trasporto aereo
continuerà a crescere. L'Aeronautica Militare, quindi, dovrà comunque
essere messa in condizioni di continuare ad operare. I vari
provvedimenti legislativi proposti da tempo dall’Aeronautica Militare
sugli organici, sulla tutela giuridica dei controllori, sull’indennità
sulla risoluzione del problema del personale di completamento, dovranno
trovare rapida soluzione se non se vorrà vedere seriamente penalizzato,
nel giro di 2 o 3 anni lo sviluppo del traffico aereo.
1) Radar
primario = radar nel quale la rilevazione dell'obiettivo si ottiene a
mezzo della sola energia e.m. reirradiata (o riflessa) dall'obiettivo
stesso; radar secondario = radar nel quale la rilevazione si ottiene a
mezzo di risponditore ubicato nell'obiettivo stesso.
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