Enrico Rocchi

Maggiore dell'esercito italiano. Fu fautore (assieme al Brialmont, Voorduin, Laurent, Schott, Deguise e Leithner) dei campi trincerati con cintura di opere staccate permanenti grandi e piccole, e batterie permanenti ed occasionali negli intervalli.

In molti suoi apprezzati scritti ha esposto le sue idee sulle organizzazioni dei campi trincerati permanenti con elementi moderni, e specialmente nello studio: La fortificazione attuale, considerazioni generali ed elementi principali di un ordinamento difensivo, ha dato un esempio di organizzazione complessa.

Ecco come è costituito il campo trincerato proposto dal Rocchi:

a) Opere permanenti, detti punti d'appoggio del campo trincerato, armate di poche e potenti bocche da fuoco, disposte in condizioni da ritenersi indistruttibili;

b) Batterie intermedie, saranno preparate già in tempo di pace:

c) Magazzini di munizioni, di viveri e di materiali, e ricoveri per guarnigione, alla prova e non alla prova, fuori dalle opere;

d) Comunicazioni permanenti;

e) Osservatori, dispositivi per comunicare con l'esterno;

f) la cinta attorno il nucleo che deve avere carattere di sicurezza, meno per alcune circostanze speciali di località che potrà ammettersi di assedio.

 

 

 

Il tipo di forte punto d'appoggio principale è a nucleo di calcestruzzo per artiglieria in cupola, linee di fucileria ed artiglierie leggere, fosso fiancheggiato. Il tracciato è poligonale: un fronte rettilineo, due fianchi, una gola. Il corpo di calcestruzzo ha forma di banchina rilevata non più di 2 m. sul terreno, larga da 10 a 12 m., nella quale sono disposte le bocche da fuoco (cannoni da 12 cm in torre a scomparsa, sistema Schumann) a distanza fra di loro in media di 20-30 m., quattro o sei cannoni.

All'interno del corpo di calcestruzzo sono presenti tutti i locali alla prova necessari per il disimpegno dei servizi  indispensabili al presidio senza che esso debba abbandonare l'opera.

I punti d'appoggio secondari potranno essere simili ma con dimensioni inferiori e con un  armamento di 2-4 cannoni oltre a due torrette a scomparsa per cannoni a tiro rapido.

La batterie annesse e quelle intermedie sono formate in gran parte di terra e si dovrebbero armare con cannoni da 90 e da 120 mm., ed obici da 150 mm. su affusto da assedio e sott'affusto carreggiabile.

E' vantaggiosa nell'opera Rocchi la disposizione delle cupole su una sola linea; in tal modo ognuna di esse deve essere presa come bersaglio dall'avversario, ne può accadere che colpi lunghi o corti diretti ad una cupola, siano egualmente dannosi, come nelle opere ove le cupole sono raggruppate in un nucleo centrale; ma non è da approvare l'aver portato sulla linea delle casamatte metalliche, anzi fra esse, i ricoveri per il personale, giacchè sarà impossibile che i serventi non di servizio possano riposare in ricoveri esposti al bombardamento avversario; e ciò condurrà ad un rapido logoramento della difesa.

La spesa di costruzione di un'opera Rocchi è notevolmente minore di quella di un'opera del Brialmont, ma è anche minore il numero delle bocche da fuoco in batteria, e probabilmente il costo unitario per bocca da fuoco riesce uguale, o di poco diverso.

 Nelle opere Rocchi non vi sono bocche da fuoco per il tiro curvo, tanto efficace per tormentare i lavori dell'assediante, ed i suoi ricoveri, magazzini e trincee.

Ed infine, è forse da rimproverare all'opera che qui si considera la disposizione dei rivestimenti del fosso. la scarpa e gli organi di fiancheggiamento sono, senza alcun dubbio, soggetti a facili e dannosissimi tiri di breccia per poco che venga screstata, con granate-mina, la controscarpa; ed una volta demoliti detti organi di fiancheggiamento, il fosso diventa un insidia per l'opera, non più un ostacolo, essendo tutto il piede della scarpa in angolo morto rispetto al ciglio di fuoco, e facilmente accessibile per la controscarpa, costituita a dolce pendenza. Cosicchè ivi possono radunarsi nemici per tentare la scalata all'opera al momento opportuno.