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ARMAMENTI IMPIEGATI NELLE FORTIFICAZIONI |
Queste nuove pagine di approfondimento, vanno ad esaudire alcuni visitatori del sito che, volevano avere maggiori informazioni sul tipo di armi che venivano impiegate all'interno delle fortificazioni.
Giࠡll'interno delle pagine del sito potete trovare delle sezioni o delle foto di alcune cupole corazzate e di altre armi, in queste pagine troverete anche alcuni dati tecnici specifici ed altre notizie interessanti. g.t.
Come giࠤetto nelle pagine dedicate all'Evoluzione delle fortificazioni, lo sviluppo degli armamenti, dovuto soprattutto alla granata torpedine, continu੮ maniera inarrestabile.
Nelle vecchie fortificazioni, le artiglierie erano poste in barbetta protette solo dalle traverse di terra. In queste situazioni si usavano bocche da fuoco nei diversi calibri su affusti campali, tali artiglierie erano in pianta stabile oppure venivano messe in opera solo all'occorrenza. Quando non servivano erano collocate nei magazzini della fortificazione. In molte opere, il posizionamento dei pezzi fino alle piazzole di tiro avveniva tramite delle rampe. Tali rampe, permettevano il superamento del dislivello tra i magazzini e le piazzole stesse.
Nello stesso periodo, alcune artiglierie, venivano usate in casamatte di pietra e la volata del pezzo veniva inserita nella cannoniera. Tale cannoniera non offriva certo una grande protezione al pezzo e tantomeno evitava che un proiettile nemico potesse entrare e scoppiare all'interno della fortificazione.
Ci furono quindi dei tentativi per ovviare a questo inconveniente e mantenere le fortificazioni al passo con i tempi. L'esempio pi곩gnificativo di tale tentativo lo possiamo vedere sul Forte di Vinadio in Valle Stura. In tale opera, si adott൮o speciale affusto a sfera costruita dalla ditta tedesca Krupp. Tuttavia, tale applicazione, risultava limitativa per il campo di tiro, molto costosa (Mauro Minola e Beppe Ronco, nel loro libro Fortificazioni nell'arco alpino, Priuli & Verlucca, parlano di oltre 350.000 lire cadauna) e non ebbe cos젳eguito in altre opere.
Il passo successivo, fu quello di posizionare le artiglierie in casamatte corazzate. Si trattava di inserire delle piastre di ghisa indurita di forma tondeggiante nella struttura della fortificazione e ricoprirla poi di calcestruzzo e terra. Tale soluzione permetteva una protezione superiore del pezzo ma, non mancavano certo i lati negativi. Il principale era senz'altro quello ereditato dall'affusto a sfera: un campo di tiro limitato; tale difetto era compensato da una buona protezione contro i tiri diretti e frontali.
Il problema che sembrava risolto (almeno momentaneamente per le opere giࠩn costruzione o esistenti) ricomparve subito nelle nuove costruzioni, dove si volevano trovare delle soluzioni migliori. La risposta a tale necessitࠦu la cupola corazzata e la torretta a scomparsa.
In questa fase, si costruivano ancora le fortificazioni di pietra mentre si usava il calcestruzzo per assicurare la necessaria protezione alla copertura. Dopo alcune installazioni in cupola corazzata Gruson da 120/21, si decise di usare in prevalenza il cannone da 149. Ci furono diverse varianti di tali cupole corazzate girevoli:
(AM) Armstrong per cannone da 149 A |
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(A) Armstrong per cannone da 120/40 |
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Lo spessore della corazza variava da un mimino di pochi centimetri per l'installazione AM (Armstrong Montagna adottata solo nel forte Chaberton) ai 14 -16 centimetri per gli altri modelli.
La gittata di queste artiglierie poteva variare in base al tipo di munizionamento (granata o shrapnel), da un minimo di 7.400 m per quella da 120 G ad un massimo di 12.900 m per la 120/40 caricata a shrapnel, ad un minimo di 7.100 m sempre per la 120 G e un massimo di 12.800 sempre per la 120/40 in questo caso a granata.
Malgrado la quasi standardizzazione delle cupole da 120 e 149, ci furono dei casi dove si installarono altre tipologie di armamento. Nei anni precedenti a questa standardizzazione, si videro delle torrette a scomparsa Gruson per cannoni da 57 mm a tiro rapido.
Particolare situazione si verific੮ particolare nelle fortificazione della Piazzaforte di Venezia, dove ci furono delle installazioni per cannoni da 152/50 in cupola corazzata girevole ( Batteria Radaelli ); installazioni scudate per cannone da 152/50 vennero usate alla Batteria Venier; in tre batterie corazzate vennero installate delle torri da 305, la San Marco, la Emo e la Dandolo.
In altri fortificazioni vennero impiegate, come batterie complementari, delle coppie di cannoni da 75 mm. In tre di occasioni (Penzo, Morosini e Pisani ) si prefer썊posizionare degli obici da 280 mm in piazzole esterne all'opera.
L'installazione piಥstigiosa fu quella fatta alla Batteria Amalfi sempre nella zona di Venezia, dove fu installata una torre binata da 381/40 di chiara derivazione "navale".
Per completare il repertorio delle installazioni pi鮳olite, troviamo un vecchio cannone da costa da 321 mm installato nella Batteria San Pietro a Venezia.
Hanno avuto la loro parte nell'armamento delle fortificazioni anche le mitragliatrici. All'inizio si usava la vecchia Gardner con treppiede, e successivamente nell'installazione a scomparsa. Tale mitragliatrice aveva due canne rotanti calibro 10,35 mm, gittata massima di 1.200 metri. Cadenza di tiro di oltre 300 colpi al minuto, peso dell'arma 57 kg. Fu usata anche la mitragliatrice Perino.
Evito di citare altre installazioni irrilevanti nella trattazione data la loro semplicit la loro irrilevanza nell'ambito dell'argomento trattato.
Per ulteriori informazioni sui proiettili da 149 potete consultare il sito specifico del Cannone dell'Adamello
ARMAMENTI IMPIEGATI NELLE FORTIFICAZIONI AUSTRIACHE
Anche per le fortificazioni austriache l'evoluzione ebbe uno sviluppo analogo. Nelle diverse fortificazioni della Provincia di Trento, possiamo vedere un variegato campionario di modelli di architettura militare. Giࠤal 1860 circa si realizzarono i forti San NicolॠSant'Alessandro, Nago, Tombio, Larino, Danzolino e Revegler etc. Tutti queste opere, appartenevano alla generazione che rispecchiava la tipologia di fortificazioni ottocentesche, dove la pietra era il materiale di costruzione principale. Nell'ambito di questa tipologia, troviamo dapprima, le opere con l'artiglieria in barbetta e subito dopo quelle con l'artiglieria in cannoniera di pietra (a uno o pi쩶elli).
Un miglioramento della situazione, si ottenne con l'adozione della casamatta corazzata. Con l'adozione di questo nuovo tipo di protezione delle bocche da fuoco, si cominciࡠcambiare l'estetica di alcune parti della fortificazione, come nel caso del forte Tenna. Tuttavia, l'adozione di questo tipo di casamatta, limitava di molto il campo di tiro della bocca da fuoco inserita. Si cap젰resto che anche questa soluzione non poteva essere quella definitiva.
Il passo successivo, fu l'introduzione della torre corazzata. Anche questa sub젤iverse trasformazioni e cambiऩ dimensioni e di caratteristiche nel corso degli anni. Dapprima si presentava come un ottimo bersaglio per il nemico, date le sue dimensioni rilevanti, che raggiungevano i 5 m di diametro nel caso di installazione binata (forte Hensel). Successivamente si sperimentarono diversi modelli, con caratteristiche variabili sia dal punto di vista tecnico che di protezione intrinseca ai colpi nemici sino ad arrivare alle torrette tipo M9 per obici da 10 cm installate sui forti dell'ultima generazione negli altopiani di Folgaria e Lavarone.
Nelle prime installazioni di queste torri corazzate, si vide ancora la struttura dell'opera in fase di transizione. Dovevano essere ancora costruiti i forti in calcestruzzo armato. Nelle opere intermedie, la pietra faceva ancora la parte del leone e si blindava solamente la copertura. Naturalmente, la soliditࠤella struttura, nel suo complesso, non raggiungeva certo i valori di resistenza all'impatto dei forti dell'ultima generazione, ma ci si stava avvicinando.
Nel Monte Brione (nella zona di Riva del Garda) possiamo osservare tre esempi di questa evoluzione:
Forte Sant'Alessandro opera antiquata in pietra (1860 - 1862)
Batteria di Mezzo opera intermedia con cannoniere minime e copertura in calcestruzzo (1880 circa)
Forte Garda opera moderna in calcestruzzo e cupole girevoli (1907 - 1909)
Cercher௲a di identificare i diversi modelli di artiglieria presenti nelle fortificazioni austriache nel territorio italiano.
OBICI |
Kasematthaubitze |
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CANNONI |
Kasemattkanone |
Minimalschartenkanone |
Minimalschartenkanone |
Minimalschartenkanone |
Minimalschartenkanone |
CUPOLE |
Haubitze |
Haubitze |
Kannonen |
Oltre alle sopraccitate artiglierie, erano presenti altri modelli anche antiquati.