La Piazzaforte di Ancona |
Il Campo Trincerato di Ancona |
Il 29 settembre 1860 le truppe piemontesi, dopo 11 giorni di assedio, entrarono trionfalmente in Ancona e presero possesso del porto e delle strutture militari. Subito si resero conto che le difese costruite in epoche diverse dai papalini, dai francesi e dagli austriaci non erano adeguate al ruolo strategico che la città avrebbe assunto nell’ambito della difesa del nuovo Regno.
La città fu subito dichiarata “Piazzaforte di 1^ classe” in quanto, essendo ancora il Veneto sotto l’Impero Austriaco, Ancona rappresentava l’unico porto dell’Adriatico centro-settentrionale idoneo ad accogliere una flotta che potesse porre ostacolo ad eventuali sbarchi di truppe nemiche sulla costa marchigiano-romagnola e contrastare la flotta austriaca di stanza a Pola che dista solo 70 miglia dal porto dorico.
Si procedette quindi alla stesura di un piano che prevedeva la difesa della città su tre linee nel fronte terrestre e il rafforzamento della difesa marittima.
Il campo trincerato di Ancona
Per dare attuazione al progetto di difesa terrestre, nel periodo 1861/1868 furono realizzati ex- novo 3 forti della 1^linea, 3 della 2^ e la nuova cinta muraria, mentre il fronte a mare fu rafforzato con la realizzazione di nuove batterie d’artiglieria e con il potenziamento/rafforzamento di quelle già esistenti. Nello stesso periodo furono realizzate opere di supporto che comportarono la costruzione di una grande caserma da 1.400 posti, due polveriere della capacità di 250.000 Kg. di polvere cadauna, di magazzini per l’artiglieria e per le maestranze, un laboratorio artificieri e una grande piazza d’armi.
Il tutto si andava a collegare/integrare con le istallazioni preesistenti e precisamente con la cittadella (opera del Sangallo il giovane della seconda metà del XVI secolo) e il Forte Cardeto ( costruito dai francesi durante l’occupazione del periodo napoleonico).
Veniva a crearsi quindi un imponente sistema difensivo del tipo “Campo Trincerato” il cui obbiettivo era di impedire che il porto di Ancona potesse cadere in mano nemica.
Nel 1866 Venezia e il Veneto, in seguito alla “vittoriosa” 3° Guerra d’Indipendenza, venivano unite al Regno d’Italia. Subito gli interessi militari navali italiani in Adriatico si spostarono verso la città lagunare in quanto meglio difendibile e più vicina al confine con l’Austria.
Ancona perse immediatamente la sede del 3° Dipartimento Militare Marittimo, l’Arsenale e progressivamente tutti le più importanti sedi di distaccamento militare.
La firma della Triplice Alleanza avvenuta nel 1882 tra Italia, Austria-Ungheria e Germania spostò l’interesse difensivo italiano verso il “nuovo nemico” la Francia riducendo ulteriormente il ruolo strategico di Ancona.
Si giunse pertanto ad una progressiva costante diminuzione della presenza militare fino a che, con Regio Decreto del 28 dicembre 1899, la città fu “radiata dal novero delle piazze forti dello Stato”. Come se questo non bastasse le poche difese rimaste furono ulteriormente ridotte e con Regio Decreto del 31 dicembre 1914 la città fu dichiarata “indifesa”.
Dopo solo quattro mesi e ventiquattro giorni l’Italia dichiarò guerra all’Austria ed esattamente 4 ore dopo l’inizio delle ostilità, la flotta nemica composta da 9 corazzate, 4 caccia, 20 torpediniere e 4 idrovolanti, bombardò la città provocando notevoli danni materiali e la morte di 68 persone senza che neanche un colpo di cannone si potesse levare dalla piazza inerme.
Miopia politica e ristrettezze di bilancio, unite a scarsa visione strategica da parte militare avevano fatto si che il Campo Trincerato di Ancona, realizzato con tanta solerzia e costato svariate decine di milioni di lire dell’epoca, a nulla fosse valso nel momento del bisogno.
La successiva “rimilitarizzazione” non portò alla realizzazione di nuove opere, ma durante la 1^ ed anche la 2^ guerra mondiale furono usate le vecchie strutture ma con fini diversi. Solo dopo l’ultimo conflitto la città vide un ritorno di interesse militare che portò la Marina a spostare ad Ancona la sede del Dipartimento Militare Marittimo dell’Adriatico a scapito di Venezia. Sempre la Marina realizzerà nuovi importanti impianti finalizzati a rendere moderna e razionale la presenza militare in città ( Sede del Comando in Capo, sedi sotterranee per stazione radio e deposito munizioni, postazioni radar, infermeria ed altro). Ma anche questo, in seguito al notevole ridimensionamento subito delle nostre FF.AA in tempi recenti, è stato parzialmente smobilitato e la città si appresta a ritornare “indifesa” come sembra abbiano deciso i “corsi e ricorsi “ della storia.
Ma cosa rimane del vecchio Campo Trincerato? Molto è ancor oggi visibile sia delle strutture più antiche che di quelle post-unitarie e precisamente:
il tratto di cinta muraria ottocentesca sul lato sud con la porta di accesso, il fossato, la caponiera e la lunetta
la cittadella cinquecentesca
la caserma Villarey
la polveriera Castelfidardo
le batterie costiere Savio, S.Giuseppe, S. Teresa, del Semaforo e della Lanterna
tratti di mura di difesa del porto