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Il Piemonte apre le porte delle fortificazioni: via all’iniziativa ‘Forti Fortissimi!’
Da ttgitalia.com del 19 settembre 2023

Una tre giorni che vedrà protagonisti in Piemonte i forti di Exilles, Fenestrelle, Gavi, Vinadio e la Cittadella di Alessandria, con un ricco calendario di appuntamenti che si dipanerà da venerdì 29 settembre a domenica 1° ottobre.

Si chiama ‘Forti Fortissimi!’ l’iniziativa di valorizzazione turistico-culturale del territorio che vede uniti la Regione Piemonte e la Fondazione Compagnia di San Paolo. “Le fortificazioni rappresentano la nostra identità - ha sottolineato l’assessore alla cultura, turismo e commercio Vittoria Poggio -. E oltre all’imponente bellezza che offrono ai visitatori, sono capsule del tempo, luoghi pedagogici che attraggono migliaia di turisti e studiosi ogni anno. Il programma unisce momenti di formazione e svago per un pubblico ampio. Per questo abbiamo messo a disposizione il meglio per arricchire l’offerta culturale della nostra regione, che già oggi si attesta tra le migliori per la varietà dei progetti”.

Le attività

La manifestazione coniuga aperture straordinarie e visite guidate ai siti, spettacoli teatrali e attività outdoor. Per un week-end le cinque fortezze piemontesi si uniranno in un unico circuito museale e culturale diffuso con proposte pensate per un target diversificato di visitatori e turisti, che include appassionati di storia, cultura, natura, ma anche giovani e famiglie. In particolare, proprio per il pubblico di famiglie con bambini è stata prodotta una serie di podcast, disponibili su tutte le piattaforme audio, che invitano alla scoperta dei forti piemontesi attraverso il linguaggio fantastico delle fiabe della buonanotte.

Saranno previste, inoltre, per ognuno dei cinque forti, visite guidate con servizio di bus andata-ritorno da Torino. A coordinare l’intera iniziativa è la Fondazione Artea, già protagonista della valorizzazione e gestione degli spazi espositivi del Forte di Vinadio, in partenariato con Associazione Abbonamento Musei, Fondazione Piemonte dal Vivo, Visit Piemonte, e in collaborazione con enti, associazioni e stakeholder locali, direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione e animazione dei forti.

Il piano di valorizzazione

L’iniziativa Forti Fortissimi! rappresenta una prima azione di un più ampio piano di valorizzazione culturale e di promozione turistica del sistema delle fortificazioni piemontesi, sul quale la Regione Piemonte e la Fondazione Compagnia di San Paolo hanno convenuto di agire congiuntamente in una prospettiva di crescita e sviluppo sostenibile dei territori. Partendo da uno studio di fattibilità sui forti regionali, commissionato dalla Regione Piemonte alla Fondazione Artea e sostenuto dalla Compagnia, si è potuto evidenziare lo stato dell’arte di alcuni dei molteplici presidi di origine militare disseminati sul territorio regionale e si è delineato un piano pluriennale di sviluppo.

 

Le Giornate dei Castelli riscoprono un patrimonio che unisce tutto il Paese
Da corriere.it del 19 settembre 2023

L’iniziativa, che va da Trento a Messina, offre visite, approfondimenti e passeggiate

Di PEPPE AQUARO

Un personaggio che l’Italia l’ha fatta davvero, Camillo Benso conte di Cavour, un giorno — stanco e probabilmente pessimista — pronunciò una di quelle frasi da regalare ai posteri — «L’Italia è la terra dei cento campanili» — nella quale c’era un po’ tutto: disuguaglianze, mancanza di identità e principi feudali ancora dominanti. Ma questo Paese, quando il senso di una unità d’Italia era lontanissimo anni luce, un suo ideale e unitario skyline ce l’aveva già, eccome.
Fatto di fortezze, lunghi camminamenti con torri d’avvistamento e cucuzzoli dai quali osservare valli e nemici. Si chiamavano castelli. Finiti nell’immaginario dei disegni dei bambini e ripescati dalle favole.

FORTE AURELIA, IL FUTURO MUSEO Di fatto, siamo in presenza, oggi come ieri, di veri e propri monumenti da preservare e ai quali val bene dedicare uno o due weekend all’anno. Per farli sentire ancora vivi. Ed è ciò che accade con «Le Giornate nazionali dei castelli», promosse dall’Istituto italiano castelli, in collaborazione con le Giornate europee del Patrimonio, giunte alla 24esima edizione e pronte a riabbassare il ponte levatoio il 23 e 24 settembre prossimi. Per la verità, gli eventi dedicati a fortezze, torri, cinte murarie ed edifici fortificati delle dodici regioni che hanno risposto all’appello, sono iniziate lo scorso 16 settembre, quando, per esempio, a Roma, è stato aperto per la prima volta al pubblico Forte Aurelia, costruito nella seconda metà dell’800, attualmente in restauro e che sarà definitamente fruibile da parte del pubblico tra due anni nella nuova veste museale, essendo già la propaggine estrema della Valle dei Casali. Ma il clou, da nord a sud del Paese, ci sarà in questo weekend. ABRUZZO, TRA CASTELLI E TERME ROMANE Spostandoci in Abruzzo, a Vasto, sabato 23 (ritrovo in piazza Rossetti, dalle 10.00), dopo una passeggiata nel centro storico sulle tracce dell’antica cinta muraria, alzando la testa ci si ritroverà davanti all’imponente Torre Bassano, sviluppata su pianta circolare e su quattro piani. Ma al di là dell’imponente progetto difensivo fatto erigere nel XVI secolo dal capitano di ventura Giacomo Caldora, il sabato a Vasto è l’esempio perfetto per comprendere come le Giornate siano anche l’occasione per conoscere siti collaterali e itinerari turistici da percorrere a piedi. A Vasto, infatti, le Giornate dei Castelli condurranno fino al complesso archeologico delle terme romane di Histonium.

BERGAMO E BRESCIA AL TEMPO DELLA SERENISSIMA Dal Sud Italia al Nord lombardo, a Bergamo, per passeggiare e conoscere meglio la città fortificata, ovvero le opere di difesa veneziane edificate tra il 1500 e il 1600. Il ritrovo per sabato e domenica prossimi (dalle 10 alle 13.00) è davanti all’Orto botanico, che si inserisce nel bastione più settentrionale delle mura, sorte a a difesa della parte più antica della città, tagliando fuori i borghi che si erano sviluppati al suo esterno verso la pianura,incontrando non poche difficoltà per la conformazione orografica del terreno. E dopo aver superato porta Sant’Alessandro e il suo vano superiore, arriveremo a porta San Giacomo ai piedi della quale sono presenti degli orti in uso a una cooperativa sociale. E dopo Bergamo, non potevamo che raggiungere Brescia, essendo le due città unite dal titolo di capitale italiana della cultura, dove, questa domenica, si potrà visitare (alle 14.30 e alle 16.00) il Castello di Brescia, un’imponente struttura fortificata costruita sul colle Cidneo che domina la città.

UNA TESI IN «CASTELLOLOGIA» C’è poi chi li studia i castelli, scegliendoli come tesi di laurea. Potremmo farcene una idea, questo sabato, dalle 10.00, se ci trovassimo a Messina, all’Accademia Peloritana dei Pericolanti, dove saranno esposte le migliori tesi di laurea (degli ultimi 20 anni) sui castelli, alle quali è andato il premio «Salvatore Boscarino». Il giorno dopo, le tesi saranno esposte nel (alle porte di Messina e tappa della Giornata dei castelli in Sicilia), un fortilizio di origine medievale, di epoca normanna, sorto sui resti di architetture di origine romana e islamica, e localizzato in Val Demone. Ma è con i Branciforti che diviene un luogo di rappresentanza politico-amministrativa. Ed è proprio in questo periodo che la cappella del XV secolo viene decorata pur mantenendo una certa sobrietà e raccoglimento, mentre la grande sala di rappresentanza al piano nobile, forse già iniziata dai precedenti baroni, venne completata o realizzata ex novo. La grande sala venne quindi ingentilita e ampliata, in modo da rappresentare il prestigio e la ricchezza raggiunti.

BELLI DA VEDERE, MA COMPLICATI DA GESTIRE Le Giornate dei castelli in Sicilia prevedono anche una visita al castello di Serravalle, a Mineo, nel Catanese (sabato 23, dalle 10 alle 14.00): parliamo di posto in cima ad un’altura, arroccato su un banco roccioso, Poggio Pizzuto, di forma allungata che emerge dalle circostanti colline argillose. Il Castello è tuttora punto di riferimento e di orientamento per il territorio circostante, caratterizzato da altri due castelli, Mineo e Mongialino, a difesa della sottostante Valle dei Margi. Intendiamoci, girar per castelli è già una bella avventura, ma è nel Dna delle «Giornate» occuparsi anche di altri aspetti legati alle antiche roccaforti: per esempio, sabato 23, a Trento, oltre a visitare Castel Belasi Campodenno, in Val di Non (documentato per la prima volta nel 1291, in posizione strategica rispetto alla viabilità antica. La sua fondazione è verosimilmente legata alla politica di affermazione della famiglia tirolese di Mainardo in Val di Non, a scapito dei conti di Flavon), dalle 9.30 alle 11.30 assisteremo a una conversazione sul tema della gestione culturale dei castelli da parte di fondazioni private, con Alessandro Armani e Manuela Dalmeri, i quali illustreranno due diverse esperienze sul ruolo delle fondazioni (F.A.I. e Fondazione CastelPergine Onlus) nella gestione e valorizzazione di due castelli in Trentino.

SARDEGNA, IL MISTERO DELLA MEDUSA Anche in Sardegna si parlerà di castelli come occasione per riscoprire il territorio: il castello di Medusa, a Samugheo (Oristano) avvolto dal mistero (oltre che dalla natura) sarà (sabato 23, dalle 16.30 alle 19.00: al Museo unico regionale dell’arte tessile sarda, sempre a Samugheo) l’oggetto d’indagine per riscoprire «Un monumento da vivere: tra storia e natura» e del quale si conservano soprattutto le possenti mura della corte centrale. Sulla stessa lunghezza d’onda il Veneto, che risponde all’appello delle Giornate con il sistema bastionato di Treviso, risalente alla prima metà del 1500 e realizzato dalla Serenissima Repubblica di Venezia in risposta alla costituzione della Lega di Cambrai il 10 dicembre 1508.

TORRI E MURA BELLI DA POSTARE E anche qui, come già accennato, ci sarà un convegno, sabato, dalle 9.30, all’auditorium della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, avente per tema, «Le strutture fortificate nell’evoluzione delle città venete». Il giorno dopo, visita al monumento (dal torrione di Santa Sofia al bastione di San Tomaso) che ha da poco compiuto 500 anni. Ma tutto questo era solo un assaggio del tour per castelli: perché, sono tante altre le regioni che li ospitano e le storie da raccontare: torre dopo torre e mura dopo mura. A proposito, «Le Giornate nazionali del castelli» sono un’opera aperta, un cantiere in costruzione: ecco perché non sarebbe male, comportandoci da dame e cavalieri del Terzo millennio, aggiungere il nome di un maniero sconosciuto o di una cinta muraria dimenticata dalla storia, semplicemente postandolo su https://www.instagram.com/istituto_italiano_dei_castelli.

 

Sospesa la vendita dei bunker militari svizzeri
Da tvsvizzera.it del 18 settembre 2023

Il In un'intervista, il capo dell'esercito ha rivelato che nell'ambito di un nuovo piano difensivo, si preferisce conservarli.

Di serena Tinari

Era diventata ormai una tradizione. Da oltre un decennio, l'esercito svizzero metteva in vendita i suoi bunker militari inutilizzati. Secondo le dichiarazioni che il comandante di corpo Thomas Süssli ha rilasciato al quotidiano svizzero di lingua tedesca TagesAnzeiger, la prassi è stata ora interrotta.
Dietro la decisione ci sarebbe un nuovo orientamento strategico provocato dal conflitto in Ucraina. "Decentralizziamo sempre di più" per evitare che un avversario possa mettere fuori uso le forze armate con un bombardamento, ha dichiarato Süssli. Aggiungendo che non sarebbe un problema, il fatto che è ormai ben nota la posizione geografica di molte delle infrastrutture. "Dobbiamo lavorare con quello che c'è", ha spiegato.

Torna la guerra fredda?

L'intervista ha creato un certo scalpore nella Confederazione. La rete di bunker militari svizzeri è infatti una vestigia di altri tempi. Il primo fu costruito nel 1886, seguito da molti altri nei successivi decenni. A partire dal 1937, si deve al generale Henri Guisan la strategia nota come " Ridotto nazionale": strutture di difesa fortificate, dove possibile invisibili all'occhio umano, che avrebbero dovuto garantire il controllo del territorio negli anni di tensione fra le due guerre mondiali. I bunker furono poi ampliati, e costantemente ristrutturati, negli anni della Guerra Fredda.

In seguito a successive riforme dell'esercito, dal 1995 in poi le fortezze sono per lo più state evacuate e la loro collocazione geografica è stata desecretata. A partire dai primi anni del Duemila, l'esercito ha cominciato a metterli in vendita. Un'iniziativa che ha suscitato curiosità, e in qualche caso ilarità, nel Paese ma anche all'estero. "Un bunker tutto per te", una delle battute ricorrenti. Spesso privi di finestre e collocati in zone impervie del Paese, sono stati trasformati nelle infrastrutture più disparate: da musei, a depositi per banche dati, ma anche alberghi, locali notturni, fino a cantine private per conservare il vino o gli oggetti che non trovano più spazio fra le mura domestiche.

Mentalità elvetica e geopolitica

L'approccio svizzero al bunker è d'altronde celebre in tutto il mondo. Solo in Svizzera, infatti, per l'intera popolazione sono previsti spazi appositi in cui ci si possa nascondere in caso di catastrofe. L'abitudine è da sempre al centro di reportage giornalistici e chiunque abiti nel Paese conosce a menadito le procedure di sicurezza, compreso l'annuale test delle sirene d'allarme.

Ma è l'aspetto geopolitico della questione "bunker", a sollecitare da sempre l'interesse internazionale. Per un piccolo Paese al centro del continente Europa, c'è chi sostiene esserci qualcosa di eccentrico nella convinzione che di fronte a disastri di proporzioni apocalittiche, un bunker possa rappresentare la salvifica soluzione. E in particolare in tempi di guerra ad alta tecnologia, l'approccio elvetico alla materia continua a sorprendere.

Raccontano allora le cronache, che un programma segreto di costruzione di un centinaio di nuovi fortini high-tech, dal costo di un miliardo di franchi, fosse stato completato nel 2003. Un programma tanto segreto, in effetti, da finire all'epoca su tutti i giornali. I "ministri" che nei decenni si sono succeduti a capo del dicastero federale della difesa hanno comunque continuato a difendere la strategia federale di investire in strutture fortificate, per tradizione definite "inattaccabili", perché rappresenterebbero una difesa inespugnabile in caso di "attacco nemico".

L'Ucraina, il Kosovo e la NATO

L'intervista di Thomas Süssli riapre così un'antica controversia. E se per due decenni si è insistito sulla vendita delle vecchie infrastrutture per risparmiare centinaia di milioni di franchi per la loro manutenzione, a quanto pare il conflitto in Ucraina ha portato l'esercito svizzero a ripensare la sua strategia, bunker compresi. "Puntiamo alla decentralizzazione", ha sottolineato Süssli, spiegando che in questo momento l'esercito starebbe facendo i conti di tutto il materiale a sua disposizione, dagli aerei alle infrastrutture, per prepararsi a difendere il Paese.

 

La Comunità del Parco dà l'ok per la base dei Carabinieri nell'area ex Cisam
Da pisatoday.it del 18 settembre 2023

Il progetto prevede il recupero delle volumetrie esistenti senza ulteriore consumo di suolo

Si è svolta nella mattina di lunedì 18 settembre la riunione della Comunità di Parco sull'ipotesi della realizzazione del centro addestramento dei Carabinieri nell'area Cisam, zona di proprietà demaniale che ricade all'interno della Tenuta di Tombolo nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. La Comunità di Parco è l'organo istituzionale dell'Ente formato dai sindaci dei 5 Comuni che hanno aree che ricadono nel Parco e dai 2 presidenti delle Province di Pisa e Lucca, o dai loro delegati.

Riunione valida, dato che è stato rispettato il numero legale con la presenza dei rappresentanti di 4 delle 7 istituzioni: il sindaco di Pisa Michele Conti (presidente della Comunità di Parco), il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, l'assessore del comune di Massarosa Damaso Rosi con la delega anche per la provincia di Lucca. Assenti il sindaco di Vecchiano e presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori ed il sindaco di San Giuliano Terme Sergio Di Maio. Insieme a loro il presidente della Regione Eugenio Giani, l'assessore regionale Stefano Baccelli, il presidente del Parco Lorenzo Bani che hanno introdotto la questione, ed il direttore del Parco Riccardo Gaddi. La proposta di abbandono dell'ipotesi Coltano e della realizzazione nell'area Cisam con il riuso ed il recupero delle strutture esistenti è passata con 2 voti favorevoli e 2 astenuti.

L'idea di progetto prevede la realizzazione in area Cisam di una struttura per i Carabinieri con il recupero delle volumetrie esistenti che saranno spostate senza consumo di suolo, ma con la rinaturalizzazione delle superfici ora costruite. Prevista la bonifica del vecchio reattore nucleare ed il recupero di importanti strutture nella Tenuta di Coltano: la Stazione Marconi, le Stalle del Buontalenti e la Villa Medicea. Il progetto vero e proprio, una volta presentato, sarà sottoposto alla valutazione di incidenza ambientale dagli uffici tecnici del Parco.