La notizia
Il segretario di Stato americano Colin Powell è
giunto stamane al quartier generale della Nato per partecipare a un
consiglio atlantico dell' Alleanza a livello di ministri degli Esteri e
ad un pranzo di lavoro con i capi della diplomazia dei 15 paesi dell' Ue
per discutere sul conflitto in Iraq. Powell all' entrata non ha
rilasciato dichiarazioni. (Ansa, 3 aprile, ore 9.09)
L'approfondimento
La guerra in Kosovo, nel 1999, fu un'operazione della
Nato (anche se non fu mai autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu).
La guerra in Afghanistan, nel 2001, fu un'operazione autorizzata dalla
Nato e dall'Onu, condotta da una coalizione a guida americana ma di cui
facevano parte moltissimi Paesi. L'operazione Iraqi Freedom invece è
un'operazione militare anglo-americana senza autorizzazione Onu e che
non è stata preceduta da alcuna discussione specifica in sede Nato.
Forse anche per questo l'Alleanza atlantica ha convocato per oggi una
riunione straordinaria. Anche perché, occorre ricordarlo, molte delle
basi Nato in Europa sono già, di fatto, parte integrante delle
operazioni militari. Molti militari e mezzi americani sono partiti da
queste basi e vi fanno ritorno per esigenze di approvvigionamento o
anche di cure mediche. Jessica Lynch, la soldatessa di 19 anni data per
dispersa il 23 marzo, ritrovata e tratta in salvo dai Marines due giorni
fa nei pressi di Nassirya, per esempio, è atterrata ieri sera nella base
Nato di Ramstein, in Germania. Ma come è organizzata la Nato e
soprattutto, quanti basi o strutture Nato ci sono nel nostro Paese? Il 4
aprile del 1949 Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Paesi
Bassi, Lussemburgo, Danimarca, Norvegia, Islanda, Portogallo, Italia
sottoscrivono a Washington il Trattato del Nord Atlantico e –
soprattutto – il documento che dà vita alla North Atlantic Treaty
Organization (Nato), l’organizzazione militare che sottostà al trattato
e che in qualche modo ne è la spina dorsale.
Assistenza militare e sostegno politico
L’alleanza nasce in contrapposizione alla creazione
del blocco sovietico (e del successivo "Patto di Varsavia") e nei 14
articoli del patto Atlantico si prevede assistenza militare reciproca e
sostegno politico ed economico tra tutti i paesi firmatari. Che col
passare degli anni sono aumentati: Grecia e Turchia nel 1952, Germania
Occidentale nel 1955 e Spagna (1982). E dopo il crollo del muro di
Berlino e del blocco sovietico, alla Nato aderiscono Ungheria, Polonia e
Repubblica Ceca nel 1999, mentre dal 2004 entreranno nell’organizzazione
Bulgaria, Estonia, Lettonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.
La Russia, da "nemico" a "partner strategico" La
Russia, il vecchio "nemico mortale", è diventata dal 2002 un “partner
strategico”, anche se non un membro a tutti gli effetti. Unica defezione
la Francia, che nel 1966 ha abbandonato la struttura militare ma non
quella politica.
Di fatto, l'alleanza è guidata dagli Usa Questo vale
però soprattutto per il lato politico dell’alleanza. Quello militare ha
avuto uno sviluppo un po’ diverso: fino alla guerra di Corea (1950-53)
ci si limitò al mantenimento delle truppe americane che si trovavano
ancora sul suolo europeo a 5 anni dalla fine della Seconda guerra
mondiale. Quel conflitto però cambiò le carte in tavola e rese più
aggressiva la politica militare dei due blocchi: la Nato nasce
concretamente in quegli anni e in quel clima (il clima da "guerra
fredda"), finanziata (e quindi governata) dagli Usa. Esattamente come il
Patto di Varsavia fu finanziato e governato dall'Urss, finché esistette.
In tutti i paesi della Nato vennero perciò create e costruite basi
militari, depositi di armi, centri radar, stazioni radio e di
trasmissione dati. Strutture che sono state spesso al centro anche di
forti contrasti politici e di grandi proteste.
La Nato in Italia: 116 strutture in tutto
L’Italia - un po’ per la sua posizione geografica, e
un po’ perché per moltissimi anni ebbe uno dei più forti partiti
comunisti di tutto l’Occidente – ospita sul suo territorio tantissime
basi: Aviano, Sigonella, Ederle, Ghedi sono quelle che conoscono tutti,
perché sono le più grandi e le più attive in caso di conflitti. Ma sul
nostro territorio le strutture riconducibili alla NATO o anche
esclusivamente all’esercito statunitense sono ben 116. Si tratta
soprattutto di depositi, piccoli centri di comunicazione o soltanto di
antenne. In alcuni casi non esiste nessuna guarnigione, e manutenzione e
sicurezza sono garantite da personale italiano.
NORD
Delle regioni settentrionali l’unica a non ospitare
nessuna base è la Valle d’Aosta, mentre la concentrazione maggiore la si
trova in Veneto.
Piemonte: sono due, entrambe della Nato, e si
trovano a Cameri (Novara) e a Candelo-Masazza (Vercelli).
Lombardia: due in provincia di Brescia (a
Ghedi e a Montichiari), una in provincia di Pavia (a Remondò), e
soprattutto il comando Nato di Solbiate Olona in provincia di Varese. In
una frazione di Castiglione delle Stiviere e di Cavriana (Mantova), e a
Sorico (Como) si trovano delle antenne utilizzate per le
telecomunicazioni.
Veneto: le truppe Nato dell’Europa Meridionale
hanno il loro quartier generale presso la "Caserma Carlo Ederle" a
Vicenza. Nella stesso distretto si trovano basi anche a Longare, a
Tormeno e a Vicenza stessa. La provincia di Verona è “fornita” di 5
basi: Bovolone, Affi, Erbezzo, Lunghezzano e il Comando Nato delle Forze
di Terra dell’Europa del Sud nella città di Giulietta e Romeo. In
provincia di Padova si possono trovare truppe Usa/Nato a S.Anna di
Alfaedo, a Conselve e sul Monte Venda. Numerose anche le basi in
provincia di Treviso (Istrana, Ciano, Oderzo e Condogné) e Venezia (Ceggia,
Scorzè, Lame di Concordia, Venezia, Boscomantivo).
Trentino-Alto Adige: due centri-radio sul
Monte Paganella (Trento) e sulla Cima Gallina (Bolzano).
Friuli Venezia-Giulia: ovviamente Aviano
(Pordenone), Roveredo (sempre Pordenone), Trieste e tre in provincia di
Udine (Maniago, Rivolto e San Bernardo).
Liguria: a Finale Ligure a a S.Bartolomeo, in
provincia di La Spezia.
Emilia-Romagna: Parma, Bologna, Rimini (due),
Piacenza. Ma anche a Pisignano (Ravenna), Poggio Renatico (Ferrara)
S.Damiano (Piacenza) e sul Monte Cimone (Modena).
CENTRO
Umbria, Abruzzo e Molise non vedono la
presenza di nessuna base.
Toscana: la conosciutissima Camp Darby si
trova in provincia di Pisa, e anche la città della torre pendente ospita
un aeroporto militare utilizzabile da velivoli a stelle e strisce. E poi
Coltano (ancora Pisa), Livorno, Monte Giogo (Massa Carrara) e Poggio
Ballone (Grosseto)
Marche: soltanto una, a Potenza Picena in
provincia di Macerata.
Lazio: Roma, Rocca di Papa (Roma), Gaeta e Casale
delle Palme (Latina). All’occorrenza può essere utilizzato come scalo
militare anche l’aeroporto di Ciampino.
SUD
Basi e – soprattutto – centri di comunicazioni sono
presenti in tutte le regioni di questa area a cavallo tra Balcani,
Africa, Mediterraneo orientale ed Europa continentale.
Campania: il porto e l’aeroporto di Napoli
hanno aree militari riservate, tanto che una portaerei americana nel
golfo del capoluogo campano è uno spettacolo piuttosto abituale. In
provincia di Napoli ci sono anche le basi di Bagnoli, Ischia, Nisida,
Agnano, Giugliano, Monte Camaldoli e Licola. Una base anche in provincia
di Avellino (Montevergine) e due in provincia di Caserta (Mondragone e
Lago Patria).
Basilicata: due, a Cirigliano e a
Pietraficcata, entrambe in provincia di Matera.
Puglia: Brindisi, Taranto, Otranto (Lecce),
Gioia del Colle (Bari), Amendola (Foggia), Monte Iacotenente (Foggia),
Punta della Contessa (Brindisi), Martina Franca (Taranto) e San Vito dei
Normanni (Brindisi).
Calabria: tre stazioni di comunicazione a
Crotone, Monte Mancuso e Sellia Marina (entrambi in provincia di
Catanzaro).
ISOLE
Sicilia e Sardegna hanno entrambe moltissime
basi. Sicilia: la notissima Sigonella in provincia di Catania, al centro
di un vivacissimo scontro politicodiplomatico a metà degli anni Ottanta,
è soltanto la più famosa. Sempre in provincia di Catania basi si trovano
a Caltagirone, Vizzini e Motta S.Anastasia. E poi Marina di Marza
(Ragusa), Monte Lauro (Siracusa), Niscemi (Caltanissetta), Trapani,
Centuripe (Enna), Augusta (Siracusa). Infine tre isole: Lampedusa,
Pantelleria e l’Isola delle Femmine.
Sardegna: Capo Teulada (Cagliari)
Oristano, Isola della Maddalena (Sassari), Sinis di Cabras (Oristano),
Perdasdefogu (Nuoro), Tempio (Sassari), Cagliari, Isola di Tavolara
(Sassari), Monte Arci (Oristano), Monte Limbara (Sassari),
Santulussurgiu (Oristano) e Capo Frasca (Oristano). Infine queste sono
le basi in provincia di Cagliari: Elmas, Decimomannu, Capo di San
Lorenzo, Monte Urpino, Salto di Quirra.
giulia.crivelli@ilsole24ore.com |