Venezia
Il procuratore militare Sergio Dini ha posto i sigilli a
Forte Tron di Marghera. È aperto al pubblico malgrado sia ancora pieno di
materiale esplosivo. Mine conservate un po' ovunque senza particolare cura. Il
magistrato ha trasmesso al gip la lunga lista di esplosivi tuttora conservati
nel forte. La richiesta del procuratore militare è stata accolta. Difficile
ricostruire le responsabilità della gestione del forte. Di recente due mine di
notevoli dimensioni sarebbero state rubate dal forte che fa parte del Demanio
militare, ma è in dismissione. Dovrebbe acquisirlo il Comune di Venezia.
Il provvedimento spiccato dalla Procura militare in seguito
ad un sopralluogo che ha rilevato la presenza di vario materiale esplosivo.
A Forte Tron rischio bombe: sequestrato
Adesso la possibilità di una ripresa delle operazioni di
sminamento appare piuttosto remota
Mestre
Mine conservate un po' ovunque senza particolare cura. E il
rischio dunque per chi transita in zona sarebbe grande. Così Forte Tron è finito
sotto sequestro. A stabilirlo, la Procura militare che ha spiccato il
provvedimento nei confronti di uno dei baluardi del campo trincerato di Mestre,
quello che sorge, dal 1890, in via Colombara, tra Marghera e Malcontenta.
Si apre così un nuovo capitolo, di carattere giudiziario,
in una vicenda, seguita, con particolare attenzione, nella città giardino, dal
momento che l'oasi naturalistica, in cui è inserito il forte, rappresenta, dagli
anni '90, un punto di riferimento per gite fuori porta, ma anche un luogo dove
migliaia di bambini e ragazzi, coinvolti in laboratori, hanno scoperto la fauna
locale.
Tutto questo fino allo scorso giugno quando Forte Tron ,
che era stato assegnato in concessione temporanea al Comune, nel 1991, è
diventato zona off-limits, delimitata da un nastro bianco e rosso. Vietato
avvicinarsi. Il 20 giugno, infatti, sono cominciati i lavori di bonifica,
necessari a "riconvertire" ad un uso civile un'infrastruttura, come il forte di
via Colombara, adibita, fino agli anni '80, a deposito esplosivi.Bonifica,
curata dal 5. Reparto Infrastrutture dell'Esercito di stanza a Padova ed
eseguita dalla So.gel.ma. srl. Ed è stato lo stesso comandante del reparto, il
Tenente Colonnello, Luca Bombonato a confermare, il mese scorso, al nostro
giornale, la battuta d'arresto, nei lavori di sminamento. Sospensione, avvenuta
il 17 gennaio scorso, "in attesa - spiegava il comandante, in una nota, - di
completare il brillamento degli innumerevoli ordigni, rivenuti sia in terra che
in acqua e oggetto di denuncia, in data 7 settembre 2005, alle Forze di Pubblica
Sicurezza per le rispettive incombenze". Ma questa era solo una delle
motivazioni, addotte da Bombonato. Le operazioni, spiegava, erano state
interrotte anche, in attesa di un sopralluogo, che avrebbe dovuto tenersi entro
il 10 maggio, "da parte della Soprintendenza per l'accertamento delle
problematiche, oggetto di esposto del "Gruppo Verdi"."
Lo scorso novembre, Gianfranco Bettin e Alberto Piovan,
rispettivamente capigruppo dei Verdi in Comune e in Municipalità a Marghera,
infatti, avevano inviato una lettera al Sindaco e al presidente della Provincia
per denunciare "la parziale modifica dell'inclinazione dei terreni, di sponda al
fossato che circonda il Forte, cosa che, sicuramente, avrà il suo impatto sul
corretto deflusso delle acque". Lo stesso ponticello di accesso all'ex-presidio
militare presentava, secondo gli ambientalisti, che avevano allegato una decina
di foto, dei masegni divelti.
Di qui, il coinvolgimento, da parte della autorità
militari, della Soprintendenza che ha individuato dei funzionari per verificare
l'esistenza di un "caso Forte Tron ". E per stabilire la possibilità - che, ora,
appare remota -, di una ripresa delle operazioni di sminamento. Va detto,
inoltre, che, lo scorso aprile, lo stesso presidente della Municipalità di
Marghera, Renato Panciera, preoccupato per un allungamento dei tempi di
restituzione della struttura alla città, aveva denunciato lo stato di degrado in
cui versa la struttura, divenuta meta di vandali, incuranti delle strisce
bianche e rosse, poste a delimitazione di un forte...Ora, sotto sequestro. Giacinta Gimma