Ecco il posto dove potrete leggere
dei fatti e delle vicende storiche vissute dal Reparto che genericamente
chiameremo "Centro Radar di Jacotenente". Questo nome ci servirà per parlare in
termini generici di un Reparto che dal 1961 anno dell'inizio dei lavori di
costruzione ad oggi ha via via cambiato denominazione, in corrispondenza delle
varie fasi di attività operativa che il Centro Radar ha svolto nell'ambito della
Difesa Aerea. Per cominciare dobbiamo comunque astrarci per un breve attimo
dalla cronologia del nostro intento per accennare alle poche (purtroppo) notizie
che riguardano l'eroe della nostra Arma che da lustro alla nostra Associazione
ed al quale è dedicato il nostro Labaro (assegnato il 10 Dicembre 2001, in
occasione della Festa della Madonna di Loreto): il Sergente Maggiore Pilota
Riccardo SPINA Medaglia d'Argento al Valor Militare. Nato a Vieste il 3 Aprile
1909 , da famiglia borghese e benestante, ultimo di 5 figli (4 maschi) il S.M.
Pil. Riccardo SPINA fu assegnato nel Gennaio 1941 al 36° Stormo di Gioia del
Colle / 259^ Squadriglia Aerosilurante, di stanza in Sardegna. Il 14 Giugno
1942, in seguito ad azione bellica su aerosilurante contro formazione navale
inglese nel Mediterraneo Occidentale, che passerà alla storia come la “Battaglia
di Pantelleria” il velivolo non fece più ritorno alla Base per cui venne
dichiarato abbattuto dalla reazione nemica. Gli fu conferita la Medaglia
d’Argento al Valor Militare sul campo con la seguente motivazione: “Partecipava
alla luminosa vittoria dell’Ala d’Italia del 14 Giugno 1942 in Mediterraneo,
come pilota a bordo di velivolo da ricognizione, incaricato di audace scorta ad
aerei da caccia, lanciati in picchiata sopra una nave portaerei nemica. Nel
corso dell’azione il velivolo veniva violentamente attaccato dalla caccia
avversaria. Non faceva ritorno alla base”. Espletato questo doveroso
preambolo possiamo benissimo cominciare la nostra narrazione come iniziano molte
fiabe: C'era una volta...
La Storia di un
Centro Radar
- nel 1949 come conseguenza della [1]
dottrina di Truman e per la paura che l'Armata Rossa potesse dilagare oltre la
[2] Cortina di Ferro nacque la NATO (North Atlantic Treaty Organization). Il
pensiero che l'Europa potesse finire sotto l'influenza comunista spinse il
vecchio continente (che non aveva d'altronde alcuna possibilità di sostenere ed
organizzare una propria difesa) a stringere l'alleanza con gli Stati Uniti. A
Est l'URSS rispose nel 1955 con il Patto di Varsavia sorto più per rafforzare le
proprie posizioni negli Stati Satellite che per paura di un'aggressione
statunitense. Nasce così una sorta di equilibrio del terrore tra Est ed Ovest.
Del periodo storico noto come quello della guerra fredda, la metà degli anni 50
fu quello di massima tensione. Fu proprio in quegli anni che nacquero i centri
radar concepiti dalla NATO all'interno del più articolato progetto teso al
miglioramento ed all'integrazione dei sistemi di difesa aerea. Fu così concepita
l'idea di creare una rete di centri radar: il NATO Early Warning Radar Stations
Network. In cosa consisteva il progetto? Nel disporre di fronte alla Cortina di
Ferro una catena di Centri Radar a copertura contigua (come se fossero anelli
rotondi di una catena) così da realizzare una sorta di muro di energia
elettromagnetica, che permettesse, in caso di intrusione, di attivare il pronto
intervento di centri operativi che disponevano di aerei in stato combat ready.
In
questo progetto l'Italia fu incaricata di individuare due possibili zone, una
nell'area di nord/est e l'altra nel sud/est. Dopo un alacre periodo di studi
condotti dall'ITAV (Ispettorato Telecomunicazioni ed Assistenza al Volo), da cui
dipendevano tecnicamente i centri radar italiani esistenti, che dovevano tener
conto sia del soddisfacimento dei requisiti tecnico/operativi dell'istituendo
centro che di quelli puramente logistici, vennero scelte le aree di Lame di
Concordia Sagittaria nel Veneto e quella di Monte Jacotenente nel bel mezzo
della Foresta Umbra sul Gargano in Puglia. I test furono effettuati con
l'ausilio di un radar mobile da un team di tecnici ed operatori radar che
spostandosi in zone prescelte conduceva specifici esami di trasmissione e
ricezione. Al termine dello studio furono scelti i siti suindicati, che nel
progetto Early Warning fornivano, sul territorio italiano, la seguente copertura
radar: Per comprendere oggi l’atmosfera degli anni 50 e giustificare le vicende
che li caratterizzarono occorre allargare l'indagine al quadro internazionale e
alle tensioni che esistevano tra le due contrapposte potenze e che sfociavano in
una sfida continua nella quale vicendevolmente ognuna delle due parti cercava di
mostrare i propri muscoli con la speranza di screditare l’altra.
[1]TRUMAN, DOTTRINA Indirizzo
di politica estera annunciato dal presidente statunitense Harry S. Truman il 2
marzo 1947; per il contenimento del comunismo e dell'espansione sovietica. Segnò
una svolta nella tradizionale condotta internazionale degli Stati Uniti. In
seguito al ritiro delle truppe britanniche dalla Grecia nel corso della guerra
civile (1945-1949) e ai successi di movimenti politici di ispirazione comunista
nell'area orientale del Mediterraneo, l'amministrazione Truman varò un programma
di aiuti a favore dei governi di Grecia e Turchia per aiutarle a resistere ai
tentativi di soggiogamento a opera di minoranze armate o di influenze esterne.
Questa strategia di intervento diretto fu rapidamente estesa all'intera Europa
col piano Marshall e il Patto Atlantico e in seguito, infine, resa mondiale con
il programma detto del "Quarto punto", per aiuti economici ai paesi
sottosviluppati, e con la globalizzazione della politica di containment (arginamento)
anticomunista.
[2]Cortina di ferro è un
termine utilizzato ad occidente per indicare la linea di confine che divise
l'Europa in due zone separate di influenza politica, dalla fine della seconda
guerra mondiale alla fine della guerra fredda. Durante questo periodo, l'Europa
orientale era sotto il controllo politico e/o l'influenza dell'Unione Sovietica,
mentre l'Europa occidentale ricadeva sotto l'influenza degli USA. Il termine
deriva da un lungo discorso di Winston Churchill del 5 marzo 1946 tenuto a
Fulton (Missouri): « Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le
più grandi Nazioni del mondo.
Siamo
lieti di vederne la bandiera sui mari. Soprattutto, siamo lieti che abbiano
luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri
popoli. È tuttavia mio dovere prospettarvi determinate realtà dell'attuale
situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una
cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono
tutte le capitali dei vecchi stati dell'Europa Centrale ed Orientale. Varsavia,
Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste
famose città e le popolazioni attorno ad esse, giacciono in quella che devo
chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell'altro, non
solo all'influenza Sovietica ma anche a una altissima e in alcuni casi crescente
forma di controllo da Mosca. »
Il Sistema di Difesa Aerea
Integrato della NATO
Dal suo inizio nel 1949 la missione
primaria della NATO fu quello di dissuadere l'avversario dal desiderio di
portare un'aggressione e, nel caso che il sistema di difesa non avesse
funzionato, di ripristinare l'integrità del territorio NATO. Per rendere
credibile la propria forza dissuasione, che si concepì dipendesse dalla
combinazione della capacità offensiva e difensiva delle proprie forze in quanto
capaci di distruggere le forze d'attacco del nemico, fu deciso di rafforzare la
capacità di pronto allarme e di conseguente reazione. In breve occorreva
disporre di un sistema di allerta che permettesse di disporre del tempo
sufficiente ad accorgersi dell'attacco, identificarlo ed intercettare la
minaccia aerea nemica.
Agli inizi del 1950 la NATO divenne
sempre più preoccupata riguardo ai potenziali pericoli di attacco in larga scala
che l'Unione Sovietica avrebbe potuto portare con l'introduzione dei
jet-bombardieri a lunga portata (BADGER, BEAR, BISO) e la conseguente diminuita
efficienza degli assetti difensivi NATO visto che i tempi di prontezza per i
bombardieri nemici per raggiungere i bersagli prioritari NATO si erano ridotti
all'ordine dei minuti. Così la NATO si rese conto della necessità e dell'urgenza
di realizzare un sistema di difesa aerea più convincente per proteggere i suoi
assetti principali dalle flotte dei bombardieri del Patto di Varsavia. Fu
stabilito che tutto ciò poteva essere raggiunto coordinando le capacità delle
single nazioni membri in una singola comprensiva rete. Nel 1954 la proposta per
l'integrazione delle capacità di difesa aerea dell'Alleanza fu formalizzata.
Definito come MC 54/1 il concetto fu approvato dal Comitato Militare (la più
elevata autorità militare all'interno della NATO) nel Dicembre del 1955 e si
basò su quattro regioni di difesa aerea (ADR) con l'autorità di coordinamento
affidata a SACEUR [1] Il primo sforzo cooperativo tangibile nell'istituire il
sistema integrato di difesa aerea fu la realizzazione, iniziata nel 1957 di un
sistema di pronto allarme per coprire gli avvicinamenti all'Europa Occidentale.
Il sistema, composto inizialmente da 18 stazioni radar, divenne definitivamente
operativo nel 1962-64 e migliorò la capacità della NATO di reagire in maniera
più tempestiva fornendo informazioni sull'attività aerea nella zona adiacente al
territorio dell'Europa Centrale Alleata. Un altro passo verso la piena
integrazione delle capacità di difesa aerea della NATO ebbe effetto nel 1960
quando le nazioni alleate posero le loro forze di difesa aerea sotto il comando
operativo di SACEUR durante il tempo di pace, consentendo l'immediato impiego di
queste forze nel caso ne sorgesse la necessità. Gli assetti di difesa aerea
consistevano di sistemi di comando e di controllo (centri operativi e reti di
comunicazione), istallazioni radar di pronto allarme e di controllo di
intercettazione a terra, caccia intercettori e unita missilistiche SAM (Surface
to Air Missile). [1] Il Comando del SACEUR (Comando Alleato Supremo per
l'Europa) fu affidato allo SHAPE (situato in Belgio a Mons), uno dei tre
maggiori comandi NATO che facevano riferimento al Comitato Militare NATO. Jane's
NATO Handbook, 1990-91
NATO Early Warning Radar Station
of Jacotenente
Questi erano gli anni che correvano,
quando nel centro della bellissima Foresta Umbra le ruspe incontrarono le
betoniere, le gru e tutte le altre attrezzature e di buona lena tutte insieme
diedero inizio ai lavori per la costruzione di un bunker antiatomico
seminterrato e sui due colli, che lo attorniavano, di due poderosi basamenti.
Il
bunker ospiterà la Sala Operativa con tutti gli indicatori di posizione, la Sala
Apparati con tutte le apparecchiature necessarie per la presentazione e
visualizzazione delle tracce radar e per le comunicazioni radio e i vari Uffici
quello Tecnico e quello Operativo necessari alla gestione delle due
funzionalità. Sui due basamenti saranno alloggiate rispettivamente un radar di
ricerca di moderna (per quei tempi) concezione ed un radar di quota. I lavori
iniziarono ai primi mesi del 1961. Al termine dei lavori edili cominciò la fase
di installazione di tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Gli
equipaggiamenti erano per la maggior parte produzione di due grosse società di
quei tempi la Marconi inglese e la CSF francese. Il radar di ricerca
consisteva in un sistema di due antenne sistemate back to back (dorso a dorso)
chiamato RV 377. Un'antenna irradiava energia elettromagnetica in banda “L”
mentre l'altra in banda “S”. Il radar di quota consisteva in un antenna
nella quale il posizionamento in azimut e quello in zenit era comandato da due
generatori idraulici ed irradiava energia in banda “S”. Portava il nome di
“S244-N” La sala operativa era divisa in due settori: uno ad un livello
superiore con 2 postazioni PPI (Plane Position Indicator) definita Area del
Master Controller, ed una posta più in basso che disponeva di 6 indicatori PPI,
di un RHI (Range Height Indicator), di una consolle “A scope” per la misura dell
"forza" del bersaglio e di una consolle di configurazione dalla quale potevano
essere attivate e modificate alcune funzionalità proprie del sistema come
l’attivazione del sistema “Intruder Alarm”, l’assegnazione dei canali radio ed
altro. Le postazioni PPI ricevevano i segnali video dal radar di ricerca sia
derivati dalla rivelazione in banda L, utili per portate inferiori, che dalla
rivelazione in banda S necessarie per distanze superiori. Il video era anche
elaborato da un’apparecchiatura MTI (Moving Target Indicator) che permetteva
l’individuazione di tracce in zone di alto contenuto di clutter terrestre e che
poteva essere scelto o meno dall’operatore. Al fianco della sala operativa,
sempre all'interno del bunker una consistente Sala Apparati ospitava 18 Armadi
che provvedevano alle varie alimentazioni in continua, all’amplificazione ed
alla distribuzione dei segnali radar, provenienti tramite due CTU (Cable
Termination Unit) rispettivamente dal radar di ricerca e dal radar di quota. Un
altro quadro smistava alle utenze i segnali radio provenienti dalla Centrale
Radio. Sullo stesso corridoio insistevano l’Ufficio Tecnico e l’Ufficio
Operazioni, l’Ufficio NATO, un piccolo magazzino per le parti di scorta
d’emergenza e la Sala Ventilazione e Condizionamento annessa alla Sala relativa
alla Distribuzione Elettrica. Ad 8 Km di distanza, attraverso una serie continua
di curve in una lussureggiante foresta, si raggiungeva la Zona Logistica, il cui
cancello di ingresso dava sulla Strada Statale del Gargano SS 89. Entrati nel
centro una serie di palazzine ospitavano l’Ufficio Comando, il Magazzino
Materiali Speciali E.W., il Magazzino Ordinario, la sezione Difesa, le cucine,
le mense, i circoli ricreativi e gli alloggi per la truppa, i sottufficiali e
gli ufficiali. Era qui dove tutto il personale trascorreva il tempo libero. I
lavori iniziati con le opere edili nel 1961 terminarono dopo una lunga serie di
severi collaudi tecnici nel dicembre del 1962. Con un collaudo tecnico operativo
definitivo, condotto da una commissione internazionale (si tenga presente che il
Nucleo Radar era a quel tempo direttamente alle dipendenze della NATO) e
nazionale rappresentata dal Col. Edoardo FIRINO per l'ITAV e dall'allora Cap.
Antonio LOSASSO per il Reparto, nasceva il NUCLEO RP di Monte Jacotenente. Dopo
un periodo di Test tecnico/operativi di 6 mesi il Reparto raggiunse la piena
operatività nel luglio 1963 con la soppressione del Nucleo e la contestuale
trasformazione dello stesso in Nato Early Warning Radar Station di Jacotenente!
L' Evoluzione
Il centro era inizialmente nato come
una delle stazioni della rete Early Warning ed in tale veste svolse le sue
funzioni, inserita nel suo contesto di dipendenza tecnica ed operativa.
Le
apparecchiature dipendevano dalla NAMSA (NATO Maintenance and Supply Agency) sia
per i materiali che per la gestione tecnica. Mentre quella operativa dipendeva
dall’organizzazione di SACEUR (ROC, AOC, AIRSOUTH). Nel 1966, con l’assegnazione
al Sito delle funzioni di CRC/EW, vi fu un primo potenziamento che rese le
responsabilità del Reparto di primaria importanza e ne avvantaggiò in modo
determinante le capacità operative. Un’analisi dell’iniziale sistema "early
warning" portò alla decisione di dare al sistema un ulteriore miglioramento che
permettesse di collegare questo sistema a quello della difesa aerea territoriale
di ciascuna nazione componente. Nacque così il Piano di Miglioramento NADGE
(NATO Air Defence Ground Environment).
Il Piano prevedeva il potenziamento
dell’hardware di dotazione per coprire i buchi di copertura nei sistemi in
funzione e l’aggiunta di equipaggiamenti per migliorare l’efficienza delle
apparecchiature esistenti. Il NADGE, completato nel 1972, trasformò il nostro
Reparto in un CRC dotato di potenzialità di elaborazione dati che prevedeva
l’impiego di un Computer per elaborazioni in tempo reale, la digitalizzazione
dei dati dei target sotto plottaggio, l’analisi e la distribuzione dei dati
ricavati via una rete di “data link”. Arrivò così l’H3118ME (il Computer) della
Hughes Aircraft (USA), i Data Display della Selenia (Italia), il Video Extractor
della Hollandse Signaal Apparaten (Olanda), un nuovo Radar di Quota S269 della
Marconi Radar (UK). Nel 1984 un ulteriore aggiornamento comportò la sostituzione
dell’ormai vecchiotto radar di ricerca l’RV377 che, dopo 21 anni di onorato
servizio, passava le consegne ad un prodotto italiano l’ARGOS 10 della Selenia.
Anche l’Elaboratore centrale era stato cambiato: l’H3118ME lasciava il posto al
più aggiornato H5118ME. A seguito dell’ultimo “upgrade” il Reparto raggiunse la
capacità operativa di Centro Radar NAEGIS NSS e poteva, in pratica, scambiare
informazioni via Link attraverso i Centri Radar collegati con i velivoli NATO
E3/A-AWACS che controllavano, da orbite prefissate a 10.000 metri di quota
circa, lo spazio aereo di propria competenza nel rispetto del Piano di
Operazioni assegnato, come richiesto, dai Comandi NATO.
Siamo al top della fama per quanto
riguarda il Reparto. Nel gennaio 1999 al radar Argos 10 si affiancava il radar
tridimensionale RAT 31SL. Nello stesso anno e precisamente il 1° novembre il 31°
Gruppo Radar A.M. veniva defitivamente soppresso. Al suo posto nasceva nella
Zona Logistica il Distaccamento dell'Aeronautica Militare di Jacotenente, mentre
nella Zona Operativa apriva i battenti la 131a Squadriglia Radar Remota. Questi
ultimi aggiornamenti saranno accompagnati da una sostanziale trasformazione
dell’Arma Aeronautica stessa (come pure, d’altronde, di tutta la società).
Trasformazione che coinvolgerà la ristrutturazione economico ed amministrativa
delle Forze Armate e che avrebbe sconvolto sia gli assetti che i mezzi a
disposizione. Uno dei mali, a detta di molti, del progresso tecnologico e anche
per la sempre presente “questione di soldi”! Per avere un’idea di tutto ciò
basti considerare che mentre negli anni 1980-1990 lavorano nel 31°Gruppo Radar
AM di Jacotenente più 600 persone tra militari e civili, oggi il tutto è
condotto da circa 50 persone.