Le torri costiere del Regno di Napoli
costituivano il sistema difensivo, di
avvistamento e di comunicazione lungo la
fascia costiera del regno di Napoli. Furono
costruite per arginare le frequenti
incursioni saracene e corsare. Da ogni torre
era possibile scrutare il mare e vedere di
solito le due Torri adiacenti, con la
possibilità di inviare segnali luminosi e di
fumo per trasmettere un messaggio o
richiedere soccorso.
Le Torri costellano gran parte delle coste
dell’Italia meridionale ed in particolare
della Puglia e sono particolarmente
interessanti dal punto di vista
architettonico; si svilupparono più o meno
contemporaneamente a quelle che venivano
fatte costruire negli altri stati della
penisola italiana, tuttavia, essendo il
Regno di Napoli la parte più protesa nel
Mediterraneo e la più esposta alle
scorrerie, qui si trovano una enorme
quantità e varietà di esempi.
Non solo pirati e corsari, le popolazioni
salentine, ad esempio, vivevano sotto
l’incubo del turco, e delle orde islamiche
di Maometto II che funestavano il territorio
(cocente è ancora la memoria dell’ eccidio
di Otranto del 1480 nella cui Cattedrale,
dedicata a Santa Maria Annunziata, vengono
conservati in 7 grandi teche i resti degli
800 martiri trucidati dai Turchi sul colle
Minerva per aver rinnegato la fede
islamica).
Nel sentimento popolare il turco costituiva
il male supremo, l’incarnazione del demonio
e contro di esso ogni buon cristiano doveva
combattere e morire per la difesa del bene e
della fede.
Le genti di Terra d’Otranto erano
perennemente allertate per una guerra senza
tregua, e non si trattava di una guerra come
le altre, poiché forte era il convincimento
popolare che in gioco vi era la difesa della
fede contro la crudeltà e la tracotanza
islamica. Giorno e notte, lungo le coste,
attraverso il sistema difensivo di torri e
masserie fortificate, nei casali, nelle
città, ovunque vi fosse un utile punto di
osservazione, si vigilava.
La paura collettiva determinava
comprensibili stati di ansia e spesso le
notizie venivano esagerate; si cercava di
decodificare tutto attraverso messaggi e
informazioni, i movimenti delle navi
avversarie, visto che ogni vela che appariva
all’orizzonte poteva essere quella di un
vascello nemico.
Fantasmi che si concretano in pietra, nelle
centinaia di torri di difesa che si ergono
fra il tavoliere salentino e le Serre. Le
torri della cintura salentina conservano la
fisionomia strutturale
quattro-cinquecentesca ed è questo uno dei
fattori che conferisce ad esse una carica di
fascino salentino, l’alone romantico del
rudere o, comunque, la persistenza selvatica
della memoria. Il Salento è particolarmente
costellato da torri di avvistamento visto
che da sempre è stato oggetto di numerosi
attacchi da parte di diverse popolazioni del
Mediterraneo.
Non sappiamo quale fu il primo periodo in
cui furono costruite <tali torri, talune
potrebbero anche riferirsi all’età normanna.
Per l’aspetto attuale, invece, la maggior
parte delle torri costiere ancora oggi
presenti sono da riferire al XV e XVI
secolo. Nelle tre province di Brindisi,
Taranto e Lecce ad oggi si conoscono circa
un centinaio di Torri. Tra le tante spicca
la Torre del Serpe che si trova ad Otranto,
per una sua particolarità, non è medioevale
ma di costruzione probabilmente romana e non
è di avvistamento ma era un faro ad olio.
Le si avvistano dall’alto a intervalli
regolari e sembrano come tanti grani di
rosario. Imponenti, affacciate sul mare,
alcune diroccate che sembrano emergere dagli
scogli, altre solitarie come nobili in
esilio. Si da per certo che un piano
organico di fortificazioni difensive di
fortificazione fu voluto e realizzato da
Carlo V nel XVI secolo per difendere le
coste del Mezzogiorno dalle sanguinarie
invasioni dei predoni turchi che arrivavano
dal mare. Ancora oggi per scongiurare un
pericolo si esclama “mamma li turchi”.
La maggior parte delle torri di avvistamento
costiere in Puglia, così come nel resto del
Regno di Napoli, risale,al periodo in cui la
potenza ottomana costituiva un reale
pericolo per l’Occidente e per le coste
italiane. Agli inizi del ‘600 le torri
esistenti in tutto il regno erano circa 360,
di cui ben oltre 150 si trovavano lungo le
coste pugliesi. I luoghi, opportunamente
scelti dagli ingegneri regi, venivano
individuati tenendo presente la distanza tra
le torri, la reciproca visibilità e la
possibilità di comunicare col fumo, col
fuoco, oppure acusticamente, con l’uso di
campane o di corni, o anche per mezzo di
messaggeri a cavallo.
E ancora oggi, queste straordinarie
costruzioni come sentinelle del mare,
scandiscono il viaggio di chi decida di
cimentarsi nel giro del Tacco d’Italia
costeggiando il mare, a cominciare dal
Gargano fino alla punta del Capo di Leuca
risalendo poi fino a Taranto. In provincia
di Brindisi, tra le torri meglio conservate
troviamo quella di Torre Guaceto all’interno
dell’omonimo parco naturale in cui è
d’obbligo fermarsi a osservare uccelli di
passo e stanziali, e l’imponente Torre Santa
Sabina sul litorale della cittadina di
Carovigno.
Moltissime le torri sulla costa adriatica
del Salento.
Meritano una sosta Torre Specchiolla al
confine tra i territori di Brindisi e Lecce,
Torre Sant’Andrea a Melendugno e le Torri
del Serpe e dell’Orte a Otranto. Da San Foca
si giunge a Roca Vecchia, già fiorente città
messapica e poi attivissimo porto munito di
fortezza della quale si conservano i
suggestivi ruderi. La torre, anch’essa
ridotta a rudere, è del 1568 e presenta il
tipico impianto a piramide tronca proprio
come Torre dell’Orso nell’omonima località
balneare. Giunti a Otranto la prima che si
incontra è la Torre del Serpe, simbolo di
Otranto. Si tratta di una torre
cilindrica della quale si è conservata solo
un’alta faccia, di un bianco abbagliante.
Più a sud si trovano la Masseria dell’Orte e
la Torre dell’Orte, una struttura a piramide
tronca ampia e bassa che dovette svolgere la
funzione di fortino. Riprendendo la
litoranea, ci si dirige verso Torre Sant’Emiliano
dove una torre tronco-conica domina uno dei
tratti più belli del litorale orientale
salentino.
La litoranea conduce a Porto Badisco e a
Santa Cesarea, località difese da Torre
Minervino, Torre Specchia di Guardia, Torre
Santa Cesarea e l’imponente Torre Miggiano
con una struttura tronco-conica con toro
marcapiano e corpo superiore con caditoie e
cannoniere. Dalla parte ionica, tra Ugento e
la marina di Nardò lungo chilometri e
chilometri di splendide coste tra Torre
Sant’Isidoro e Torre Inserraglio si estende
la Palude del Capitano, zona umida dove si è
costituito un particolare habitat paludoso.
Pochi chilometri e si entra nella
preistoria. A sorvegliare le grotte che
furono la culla dell’uomo c’è un gigante
cinquecentesco ma ormai quasi ridotto a un
rudere: Torre Uluzzo, conosciuta come Porto
Selvaggio.
La Torre dell’Alto è l’altro “paletto” che
delimita Porto Selvaggio. Da qui il panorama
è vasto e bellissimo e si affaccia su un
mare infinito, limpido, spettacolare e dai
colori cangianti su tutte le variazioni del
blu. A Santa Maria al Bagno si può ammirare
la Torre del Fiume, meglio nota come le
“Quattro Colonne”, perché crollate le mura
perimetrali di un antico castello, sono
rimasti soltanto i ruderi dei torrioni
angolari. Continuando verso Gallipoli, prima
di giungere alla Torre del Pizzo, si
percorre una delle zone naturalisticamente
più interessanti della provincia di Lecce.
Proseguendo verso sud si incontra Torre Suda
ubicata sulla costa a sud di Gallipoli,
mentre in territorio di Ugento si trova
Torre San Giovanni, una delle località più
“in” della costa, dove il paesaggio diventa
ancora più suggestivo grazie a una fitta
pineta con esemplari di pino d’Aleppo che si
protende fin sulla spiaggia. Qui, dove
nell’antichità il porto fu utilizzato dalla
flotta di Annibale, il mare lascia
intravedere i fondali anche fino a 40 metri
di profondità. Lunghi arenili di sabbia e un
mare cristallino ed invitante caratterizzano
la costa fino al confine con il territorio
di Taranto dove si erge Torre Colimena.
Risalendo verso il nord e Lungo tutta la
splendida costa del Gargano, si possono
ammirare disseminate qua è la delle maestose
ed antiche torri d’avvistamento saracene,
molte di esse sono ancora oggi visitabili e
si sono salvate dall’incuria dell’uomo.
Tutte le torri sono posizionate su delle
alture, dominano un panorama mozzafiato
sulla candida scogliera del litorale, su
bianche distese di sabbia e sul mare. Anche
sul promontorio del Gargano la funzione di
queste torri era quella di difesa dal nemico
che poteva venire dal mare. Grazie alla loro
posizione soprelevata, consentivano di
tenere sotto controllo il litorale e lo
specchio di mare ad esso antistante, e di
avvistare con largo anticipo le eventuali
incursioni dei pirati.
Questi ultimi infatti erano allettati dalla
fertilità delle terre della Puglia, e spesso
durante le loro scorribande saccheggiavano
raccolti e facevano dei prigionieri che
trasformavano in schiavi. L’epoca di
edificazione di queste torri risale attorno
al 1500; la torri furono edificate con
notevole maestria e collocate secondo una
logica strategica; ognuna di esse infatti fu
costruita in modo tale che da essa se ne
potessero vedere altre due, cosi che
l’eventuale allarme si diramasse velocemente
lungo tutta la costa.
Il segnale di pericolo veniva comunicato
tramite enormi fuochi e facendo risuonare
campane e talvolta anche i corni. Le Torri
costiere hanno più o meno tutte la stessa
forma quadrangolare a piramide tronca, e le
loro pareti sono leggermente inclinate.
L’ingresso alle torri avveniva tramite scale
in legno che all’occorrenza venivano
ritirate, per non consentire l’accesso ad
altri. Maestosa è la Torre Calarossa che si
trova nel comune di San Nicandro Garganico.
Fu costruita nel 1569 durante il
rafforzamento di difesa delle coste
dell’Adriatico meridionale ad opera del
viceré spagnolo don Pedro di Toledo dopo il
1532.
Di particolare interesse la Torre Fortore
situata nel comune di Lesina presso la
vecchia foce del fiume Fortore. E’una delle
torri costiere più grandi del Gargano, più
volte rimaneggiata, ha una pianta
quadrangolare a tronco di piramide. La
costruzione di questa torre fu iniziata in
seguito ad una concessione del 1485 con la
quale re Ferdinando d’Aragona conferiva a
Riccardo d’Orefice la facoltà di costruire
una torre a difesa del porto e della
spiaggia del Fortore. Fu iniziata però nel
1519.
Nello stesso anno Carlo V ripeté la
concessione a favore di Antonio de Francesco
obbligandolo a costruire la torre entro due
anni. Torre Gattarella venne costruita nel
1570 ed è considerata la nona torre costiera
appartenente al territorio della Capitanata;
strutturalmente essa segue lo schema delle
torri del tardo periodo vicereale: pianta
quadrata, massicce pareti di conci di pietra
inclinate a scarpa, piccolissime aperture.
Fu realizzata senza apparato a sporgere,
tipico elemento di difesa.
Una delle torri più note è senza dubbio
Torre Mileto, oggi frequentatissima stazione
balneare del comune di San Nicandro
Garganico, in provincia di Foggia. Situata
sulla fascia costiera tra i laghi di Lesina
e Varano. Il toponimo, che impropriamente
identifica anche una parte dell’istmo che
separa il Lago di Lesina dal mare, è
riferito ad una torre costiera di
avvistamento e difesa, probabilmente una
delle più grandi ed antiche della costa
adriatica, nonché il punto della terraferma
più vicino in assoluto alle Isole Tremiti
per la distanza di sole 11 miglia.
La zona circostante la torre è di notevole
interesse archeologico e naturalistico, per
la presenza di insediamenti che vanno dal
Neolitico al Medioevo e grazie alle
rigogliose forme di macchia mediterranea e
ad una scogliera ricca di specie biomarine,
di anfratti e di sorgenti d’acqua dolce. La
Torre Porto Greco (anticamente Torre
dell’Aglio) venne costruita nel 1568 ed è la
sesta torre costiera appartenente al
territorio della Capitanata; si trova nel
territorio di Vieste in corrispondenza con
la Torre della Testa verso le Tremiti. Di
dimensioni contenute è posta in altura a
oltre cento metri sul livello del mare, non
presentava caditoie; in discreto stato di
conservazione, appartiene al complesso
turistico “Pugnochiuso”.
Anche la Torre di Portonuovo venne costruita
nel 1568 ed è la decima torre costiera; in
origine era dotata di tre caditoie oggi
scomparse dopo un crollo, segue lo schema
tipico delle torri del tardo periodo
vicereale: pianta quadrata, massicce pareti
di conci di pietra inclinate a scarpa,
piccolissime aperture. Il 4 settembre 1680,
nel tratto di costa tra Peschici e Vieste,
sbarcarono 160 Turchi. Giunti facilmente
nella città di Vieste i predoni si diedero
al saccheggio; mentre altri assaltarono la
Torre di Portonuovo. Fortunatamente in poco
tempo da Peschici sopraggiunsero due galee
veneziane che fermarono e respinsero
l’incursione.
La Torre dei Preposti o dei Doganieri è un’
imponente Torre costiera situata presso la
rinomata località balneare di San Menaio,
nel comune di Vico del Gargano, in provincia
di Foggia. Costruita nel XIV secolo la
Torre, che vanta un discreto stato di
conservazione, strutturalmente è costituita
da un basamento tronco-piramidale sormontato
da un parallelepipedo a due livelli. Il
coronamento è formato da una serie di
“mensoloni” sporgenti, tuttora visibili, che
sorreggevano le caditoie estese a tutto il
perimetro della torre.
La Torre di Rivoli (anticamente di Rigoli) è
considerata la prima torre costiera
appartenente al territorio della Capitanata.
Costruita nel 1569, risulta nell’”Atlante
delle Locazioni” di proprietà di Antonio e
Nunzio di Michele; è tra le più grandi e
meglio conservate torri garganiche, con
cinque caditoie e proporzioni simili alla
Torre Mileto.
La Torre di San Felice è situata nel comune
di Vieste presso la località omonima. Venne
costruita nel 1540 ed è l’ottava Torre
costiera appartenente al territorio della
Capitanata; è la più orientale delle Torri
garganiche, innalzata per ricevere e
trasmettere le segnalazioni delle torri
vicine, proteggeva anche l’omonimo
porticciolo; di medie dimensioni, è stata di
recente restaurata, ma una sopraelevazione
ne ha snaturato le proporzioni.
La Torre Saracena (anticamente di Mattinata)
venne costruita nel 1569 sotto l’ordine del
viceré spagnolo don Pedro di Toledo; è la
terza tra le Torri costiere del Gargano. Un
tempo isolata nella splendida e spaziosa
campagna di Mattinata, la sua parte
sommitale è oggi purtroppo compromessa da
una moderna quanto insensata ed
irresponsabile sopraelevazione.
La Torre Scampamorte si trova nel comune di
Lesina sull’istmo che separa il Lago di
Lesina dal mare Adriatico. È una torre
costruita dagli Aragonesi e fa parte della
fitta rete di controllo delle coste durante
il dominio degli stessi. L’ubicazione di
Torre Scampamorte, però, su un tratto di
duna sabbiosa lunga oltre 27 km, non
permetteva l’utilizzo di pietre reperibili
in loco (come succedeva per la maggior parte
delle torri), pertanto tutto il materiale fu
reperito altrove. La torre ha pianta
quadrangolare a tronco di piramide con una
scarpatura che varia generalmente dai 5 ai
10 gradi. Mancano, però, molti elementi
delle comuni Torri costiere tra cui la
monumentale scala che permetteva l’accesso
al primo livello ed alle caditoie. La torre
si inserisce in un punto dell’istmo del Lago
di Lesina di notevole interesse
naturalistico, costituito interamente di
dune sabbiose inverdite dalle più variegate
forme di macchia mediterranea. Nel 1627, un
maremoto colpì questo tratto di costa ma la
torre grazie alla sua robustezza costruttiva
riuscì a resistere alla furia del mare.
Esiste una leggenda a questo proposito,
dalla quale pare che ne derivi il nome. La
leggenda narra di due soldati che erano a
guardia della Foce Sant’Andrea quando
trovarono scampo nelle mura della torre nel
momento in cui lo tsunami investì l’istmo.
Da qui quindi ne deriverebbe il nome “scampa
morto” o “scampa morte”.
Lasciando il Gargano e la Capitanata ci
addentriamo nella provincia della BAT
(Barletta, Andria e Trani) e nella contigua
area metropolitana di Bari sul cui
territorio insistono diverse torri
fortificate, molte di queste torri a seguito
di lavoro di restauro hanno recuperato
l’antica maestosità nel rispetto del rigore
architettonico, molte sono ancora
visitabili, altre sono adibite ad attività
sociali-culturali, altre purtroppo sono
andate distrutte ma restano le antiche
vestigia dalle quali è possibile ricostruire
la tipologia architettonica.
La lunga teoria di Torri dell’hinterland
barese e della BAT inizia con la Torre
dell’Ofanto che si trova nel territorio di
Barletta a ridosso dell’omonimo fiume ed a
seguire dalla Torre Lama Paterno e la Torre
Olivieri.
A pochi chilometri ma in territorio della
citta di Trani si trova la Torre Martinelli
mentre in agro di Molfetta si può ammirare
la Torre Calderina. Ancora in un buono stato
di conservazione e adibita a funzioni
pubblica possiamo visitare la Torre di S.
Spirito che si trova nell’omonima frazione
di Bari ed a u tiro di schioppo la Torre di
San Bartolomeo ubicata nella frazione barese
di Palese. Scendendo ancora più a sud verso
la frazione di Torre a Mare possiamo
visitare la Torre della Camosa; nel cuore di
Torre a mare, anch’essa frazione di Bari,
troviamo in bella vista e buono stato i
conservazione Torre Pelosa; costruita a
pochi metri dal mare in posizione
leggermente collinare in modo da poter
avvistare l’arrivo dal male intenzionati
isolata e far partite tempestivamente la
richiesta di soccorsi; nel tempo intorno
alla torre sono sorte delle costruzioni
civili che l’hanno inglobata, ma la Torre a
dir il vero molto bella e ben conservata è
oggi sede di attività culturali. Nel
territorio di Polignano a mare si incontrava
sull’omonima costa la Torre Ripagnola andata
aimè distrutta mentre continua a mostrare
tutta la sua vitalità la Torre di San Vito
che si affaccia su una caletta molto naif ed
intrigante, la Torre è inglobata nel
complesso monastico di Santo Stefano
diventato a sua volta una delle mete
preferite dai turisti che ne possono
apprezzare i pregi architettonici abbinando
agli stessi i piatti tipici della cucina
pugliese serviti in un ristorante adiacente
il Monastero. Sempre nel territorio
dell’incantevole Polignano a Mare
insistevano le Torri costiere di Torre
Cintola e San Giorgio (andate distrutte) e
Torre di Incina restaurata e fruibile;
non meno interessanti e maestose le Torri
Costiere di Orta e di Santo Stefano in agro
di Monoplo Le Torri costiere conferiscono
alla lunga costa pugliese un aspetto
veramente spettacolare ed interessante sotto
il profilo architettonico, queste sentinelle
del mare e dei territori su cui insistono
rappresentano un unicum a livello mondiale,
la loro presenza ancora oggi sta a
testimoniare l’importante funzione storica
che le stesse hanno avuto nel tempo e
rappresentano il frutto di una felice
intuizione finalizzata a difendere il
territorio ed a salvare le popolazioni dalle
incursioni cruente e sanguinose (Duomo di
Otranto docet) dei saraceni, dei turchi ma
anche dei corsari, sempre alla ricerca di
facili ricchezze come provento delle loro
ruberie. La nostra ricerca è finalizzata a
far conoscere ad un pubblico più vasto un
patrimonio storico ed architettonico di
grande rilevanza culturale e paesaggistica
ed a richiamare l’attenzione delle
istituzioni ed in particolare delle
Sovrintendenze ai Beni Culturali,
Architettonici e Paesaggistici affinchè
adottino tutte le necessarie iniziative per
sollecitare l’UNESCO a voler dichiarare
questi monumenti Patrimonio mondiale dell’Unesco
dell’Umanità Convogliare un gran numero di
turisti italiani e stranieri ed organizzare
visite guidate per far loro visitare e
conoscere l’esistenza di questi beni e la
loro storia può senza dubbio portare
benefici economici e nuovi obiettivi per il
turismo pugliese ma è anche e soprattutto
un’operazione culturale che può contribuire
a tenere desta l’attenzione delle
Istituzioni, delle Associazioni e dei
cittadini finalizzata a proteggere e
preservare un patrimonio che appartiene alla
storia della Puglia e dei Pugliesi e
speriamo quanto prima dell’intera umanità.
Giacomo Marcario Comitato di Redazione del
Corriere di Puglia e Lucania