All’inizio degli anni 90,
l’affinamento tecnologico
degli scienziati nordcoreani
porterà alla costruzione del
Hwasong-7, altrimenti noto
come Rodong-1, un missile a
corto raggio, accreditato di
una gittata massima di circa
1.000 Km, a fronte di un CEP
che comunque rimaneva
piuttosto elevato.
Missile Hwasong-6
La tecnologia del Rodong-1,
è stata successivamente
esportata ed implementata su
scala locale in Pakistan e
ancora una volta in Iran.
Nel 1998, i nordcoreani
svilupperanno ulteriormente
la base del razzo Rodong,
travasandone la tecnologia
all’interno di un razzo
multi-stadio denominato
Taepodong, ufficialmente
finalizzato alla messa in
orbita di un satellite, che
comunque non raggiungerà
l’obiettivo prefissato,
tuttavia secondo molti
analisti, il vettore
spaziale non era altro che
un dimostratore tecnologico,
il cui scopo reale era
quello di testare
l’efficacia dei motori
multi-stadio, da
implementare nella futura
generazione di missili a
raggio intermedio (IRBM),
capaci di una gittata
massima teorica di circa
6.000 Km.
Ad ogni modo, nel 2013 la
piattaforma Taepodong
permetterà ai nordcoreani di
conseguire i primi successi
spaziali con i razzi della
serie Unha.
NUOVO TRAVASO
TECNOLOGICO SOVIETICO
Sempre verso la fine degli
anni 90, i nordcoreani
avranno modo di raffinare la
tecnologia del Rodong,
travasandola nel nuovo
missile Hwasong-9,
particolarmente apprezzato
dalla Siria,
che ne otterrà perfino la
licenza di produzione.
Successivamente al crollo
dell’URSS, i nordcoreani
approfittarono del caos
post-sovietico per acquisire
la tecnologia balistica del
missile (SLBM) R-27
Serb, il cui
sistema propulsivo a
combustibile liquido,
risultava decisamente più
efficiente e stabile di
quello del vetusto missile
Scud.
Razzo Taepodong
La tecnologia propulsiva
sovietica verrà
progressivamente travasata
sul Hwasong-10
(Musudan),
accreditato di una gittata
massima approssimata tra i 3
e i 4 Km, a fronte di un
margine di errore circolare
(CEP) di circa 1.500 Mt.
Parallelamente ai razzi a
medio raggio, i nordcoreani
svilupperanno anche missili
a corto raggio alimentati a
propellente solido, come nel
caso del Hwasong-11 (KN-2),
un derivato domestico del
missile sovietico OTR-21
Tohka, di cui la Corea del
Nord entrò in possesso negli
anni 80, avvalendosi dei
buoni rapporti intrattenuti
con l’allora presidente
siriano Hafiz al-Assad.
La tecnologia a propellente
solido del OTR-21 permise ai
nordcoreani, lo sviluppo di
un razzo, che al netto della
sua limitata gittata
massima, garantiva una
rapida fase di attivazione
ed una precisione balistica
decisamente migliore di
qualsiasi versione indigena
degli Scud sovietici,
parliamo di un CEP di circa
100 Mt, a fronte di una
gittata massima accreditata
tra i 140 ed i 220 Km.
Le prestazioni del
Hwasong-11 lo rendono un
mezzo vettore
particolarmente adatto a
colpire obiettivi ben
circoscritti, in tempi
decisamente ristretti, anche
grazie al veicolo di lancio
multiuso, che consente di
ricaricare e lanciare un
nuovo missile KN-2 nel giro
di 20 minuti.
Missile Hwasong-10 Musudan
I PRIMI MISSILI IRBM
A COMBUSTIBILE SOLIDO
A partire dal 2000, la
conoscenza della tecnologia
a propellente solido, seppur
circoscritta ai primi
elementi basilari,
permetterà agli scienziati
nordcoreani la progettazione
di una nuova generazione di
razzi, caratterizzati da
tempi di lancio decisamente
ridotti, rispetto ai
tradizionali missili
alimentati a combustibile
liquido.
Questa nuova tecnologia è
stata implementata con un
certo successo nel
Pukguksong-1 (KN-11), un
razzo (SLBM) imbarcabile su
sommergibili
diesel-elettrici Classe
Sinpo, dotati di un sistema
di espulsione a freddo, che
permette l’accensione
dell’apparato propulsivo del
missile immediatamente dopo
la fase di eiezione. I KN-11
hanno una gittata massima di
circa 3.000 Km, tuttavia il
loro numero risulta limitato
a pochissimi esemplari, a
causa dell’unico
sommergibile Classe Simpo
attualmente a disposizione
della marina militare
nordcoreana.
Ad ogni modo, la stessa
medesima tecnologia del K-11
è stata travasata sul
Pukguksong-2 (KN-15), un
missile a medio raggio
(IRBM) basato a terra, dalle
prestazioni balistiche
sostanzialmente simili a
quelle del SLBM,
caratteristiche che
surclassano i tradizionali
missili a combustibile
liquido derivati dagli Scud
sovietici, soprattutto per
quanto concerne i loro tempi
di lancio, notoriamente
prolungati, proprio a causa
della fase di rifornimento
antecedente al loro lancio,
senza contare la loro
maggiore precisione, sebbene
manchino dati certi relativi
all’effettivo CEP del KN-15.
Sottomarino corea del nord
classe sinpo missile KN-11
I
RECENTI MISSILI A MEDIO E
LUNGO RAGGIO
A causa delle difficoltà
nell’implementare la
tecnologia propulsiva a
propellente solido su
vettori a lungo raggio, gli
scienziati si vedranno
costretti a ad insistere
sulla meno prestante
tecnologia a propellente
liquido, implementandola sui
nuovi missili Hwasong-12.
Il Missile Hwasong-12,
soppianterà le prestazioni
del Hwasong-10 (Musudan),
caratterizzato da una
struttura inadeguata
all’assorbimento delle
fortissime sollecitazioni
sviluppate dal suo apparato
propulsivo, derivato dal
missile SLBM sovietico R-27
Serb. Il nuovo Hwasong-12
rappresenterà il primo vero
missile a medio raggio
(IRBM) nordcoreano, capace
di una gittata massima
approssimata tra i 4.000 Km
ed i 6.000 Km, a fronte di
un margine di errore
circolare CEP di circa 2/4
Km.
Le capacità di questo
vettore sono state testate a
più riprese nel corso del
2017, sorvolando in più di
un’occasione lo spazio aereo
giapponese. Recentemente la
tecnologia balistica del
Hwasong-12 è stata
implementata sul Hwasong-
14, il primo missile
balistico intercontinentale
nordcoreano (ICBM),
accreditato di una gittata
massima approssimata tra i
6.000 e i 10.000 Km.
L’Hwasong-14, abbina la
tecnologia a propellente
liquido, ad un sistema a
doppio stadio, che gli
consente di recapitare un
ordigno nucleare fino
all’interno del territorio
continentale degli USA,
anche se sul veicolo di
rientro della testata
nucleare, rimangono ancora
delle incognite, soprattutto
sull’affidabilità del suo
sistema di puntamento e sul
suo grado di resistenza alle
sollecitazioni della fase
discendente.
Missile Hwasong-12 Corea del
Nord
IL PROBABILE
SUPPORTO TECNICO DI CINA E
RUSSIA
Sulla tecnologia propulsiva
del Hwasong-14 si è
lungamente speculato, circa
una sospettosa similarità
con i motori RD-250,
prodotti in Ucraina
e in dotazione ai missili
ICBM sovietici
R-36, che la Russia
sta progressivamente
dismettendo, in attesa del
nuovo ICBM pesante Sarmat.
Il travaso di questa datata,
ma comunque efficace
tecnologia propulsiva,
potrebbe lasciare intendere
un qualche coinvolgimento
russo nello sviluppo del
programma missilistico
coreano, eventualità che
andrebbe ponderata assieme
alla reperibilità del suo
particolarissimo carburante,
per l’appunto disponibile
solo in Russia e Cina, due
degli alleati storici della
Corea del Nord. Anche i
veicoli di trasporto-lancio
TEL a 8 assi dei missili
nordcoreani più recenti,
sembrano avvalorare un
qualche coinvolgimento
sino-russo, giacché questi
mezzi sono prodotti
esclusivamente in Cina e
Bielorussia (dove sorgono
gli storici stabilimenti
sovietici della Maz). I
cinesi si sarebbero
giustificati, comunicando di
aver venduto alcuni di
questi mezzi alla Corea del
Nord, che gli aveva
richiesti per il trasporto
eccezionale di legname,
dietro la garanzia
nordcoreana di non
riconvertirli a fini
militari, come poi hanno
effettivamente fatto, una
volta entrati in loro
possesso.
Missile ICBM Hwasong-14
Ad ogni modo, questi veicoli
TEL sembrano sprovvisti
delle schermature di cui
sono dotati i mezzi cinesi e
russi, che gli permettono di
lanciare direttamente i
missili trasportati, senza
rischiare di essere
danneggiati dalle
sollecitazioni
sprigionate della fase di
accensione dei potentissimi
propulsori.
Per far fronte a questi
inconvenienti, i nordcoreani
si avvalgono di apposite
piazzole di lancio
ausiliario, che consentono
ai TEL di posizionare i
missili, per poi
allontanarsi prima del loro
lancio, evitando di
danneggiarsi. Parallelamente
allo Hwasong-14, i
nordcoreani sembra stiano
affinando lo Hwasong-13, un
ICBM alimentato a
propellente solido, capace
di prestazioni balistiche
teoricamente simili, anche
se non ancora avvalorate da
nessun test.
Mentre scriviamo questo
articolo (Novembre 2017),
sopraggiunge la notizia del
lancio del razzo Hwasong-15,
un inedito ICBM
contraddistinto da un doppio
apparato propulsivo, e da
dimensioni così imponenti da
richiedere un veicolo di
trasporto TEL dotato di ben
9 assi, decisamente più
voluminoso dei consueti TEL
a 8 assi diffusi in Cina e
Russia.
LE POTENZIALITA’ DEI
MISSILI A CORTO RAGGIO
Missile Hwasong-13
I primi razzi a lunga
gittata della serie
Taepodong, sono stati
effettuati dalle basi di
Musudan e di Sohae, situate
rispettivamente nelle coste
orientali e occidentali
della Corea del Nord. Questi
due basi sono servite da una
torre ausiliaria al lancio
alta 30 metri, da dove sono
stati lanciati i razzi
spaziali Taepodong e Unha.
Ad ogni modo, queste
strutture risultano
strategicamente irrilevanti,
poiché espongono i missili a
possibili raid preventivi
durante la prolungata fase
messa in posa e rifornimento
(alcune ore), di questi
razzi, che pertanto vanno
considerati meri
dimostratori tecnologici,
finalizzati a collaudare la
resistenza e l’efficacia
strutturale della
componentistica
successivamente travasata
sui moderni missili della
serie Hwasong. Detto questo,
all’interno del territorio
della Corea del Nord sono
dislocate numerose piazzole
di lancio, predisposte al
lancio di una larga gamma di
missili derivati dal Rodong.
Nello specifico, le forze
strategiche nordcoreane
possono contare su circa 180
Hwasong-5 e 500 Hwasong-6,
missili a corto raggio
potenzialmente in grado di
colpire obiettivi in tutto
l’intero territorio della
Corea del Sud, anche se con
un tasso di imprecisione
piuttosto ampio, a cui
comunque possono sopperire,
sostituendo le convenzionali
testate esplosive con
testate chimiche o nucleari,
presenti all’interno
dell’arsenale di Pyongyang.
Per quanto concerne gli
obbiettivi più circoscritti,
i nordcoreani possono
impiegare i più precisi
Hwasong-11 (KN-2), dislocati
su lanciatori mobili
ricaricabili in tempi
relativamente brevi. La
precisione di questi razzi a
corto raggio, li rende
particolarmente adatti a
colpire obiettivi
particolarmente sensibili
come depositi militari,
aeroporti, centri di comando
o assembramenti di truppe
nemiche. Sempre all’interno
della categoria dei missili
a medio raggio annoveriamo
anche i recenti Pukguksong-2
(KN-15), la cui rapidità
operativa garantita dal
sofisticato sistema di
lancio a freddo, permette di
colpire obiettivi posti
entro un raggio di 3.000 Km,
come ad esempio le
principali città del
Giappone.
Missile KN-2
Sulla stessa tecnologia si
basa anche il Pukguksong-1 (KN-
11), il precursore imbarcato
del KN-15, i cui pochissimi
esemplari costruiti sono
dislocati (2 missili)
all’interno dell’unico
sottomarino Classe Sinpo,
contraddistinto da un
sistema propulsivo
diesel-elettrico. Questi
vettori a propellente
solido, oltre ad essere
lanciabili in tempi
brevissimi, hanno un ridotto
margine di errore circolare
(CEP), che come già detto
per i KN-2, gli consente di
distruggere con una certa
precisione obiettivi
militari sensibili
circoscritti, come quelli
precedentemente citati.
LE POTENZIALITA’ DEI
MISSILI A MEDIO E LUNGO
RAGGIO
Le
piazzole di lancio
sopracitate, possono servire
anche i circa 300 Hwasong-7,
missili a medio raggio
caricati su veicoli TEL,
disseminati in tutto il
territorio nordcoreano, da
dove possono arrivare a
colpire tutto il territorio
sudcoreano e gran parte di
quello giapponese. Quanto
detto, vale anche per i
circa 50 missili Hwasong-10
(Musudan), accreditati di
una gittata sufficiente a
coprire tutto il Giappone e
probabilmente anche le basi
militari americane di
Okinawa e Guam, situate
nell’oceano pacifico
orientale.
Sempre dalle medesime
piazzole possono essere
lanciati anche i recenti
Hwasong-12, missili a
medio-raggio avanzato,
capaci di raggiungere
agevolmente i territori
americani dell’Alaska, ed i
portentosi missili
intercontinentali
Hwasong-14, accreditati di
una gittata massima di circa
10.000 Km, range che
consente ai nordcoreani di
recapitare un ordigno
nucleare all’interno del
territorio continentale USA.
Addirittura il nuovo
Hwasong-15, vanta
prestazioni addirittura
maggiori, con una gittata
accreditata di ben 13.000
Km, sufficiente a colpire
obiettivi situati
all’interno degli USA o
addirittura in Europa, senza
contare che le dimensioni
del missile potrebbero, in
linea teorica, consentire
l’imbarco di più testate
nucleari a rientro
indipendente. I missili
della serie Hwasong
costituiscono un apparato
deterrente efficace, ma
comunque limitato dalla
tecnologia a propellente
liquido, che ne riduce
sensibilmente l’effettiva
operatività temporale,
giacché per essere lanciati
necessitano di una fase
preparatoria relativamente
prolungata, dovuta
essenzialmente al
rifornimento dell’apparato
propulsivo. Va comunque
tenuto conto di alcuni
rumors non confermati, che
attribuirebbero alle Forze
Strategiche Nordcoreane la
disponibilità di alcuni
silos di lancio corazzati,
strategicamente costruiti
all’interno di alcune
montagne a ridosso dei
confini con la Cina, laddove
un raid mirato ostile
correrebbe il rischio di
essere inibito dalla
contraerea cinese. Se
confermato, questi silos
corazzati potrebbero
accogliere alcuni ICBM, come
gli Hwasong-12 e 14,
garantendone l’integrità
durante la prolungata fase
di preparazione al lancio.
Missile SLBM KN-11
Ad ogni modo, gli
Hwasong-12, 14 e 15, di cui
ignoriamo la quantità
effettivamente esistente,
all’occorrenza possono
essere lanciati anche
direttamente dai loro
veicoli TEL, disseminati
all’interno di rifugi più o
meno corazzati, dislocati
all’interno del territorio
nordcoreano.
La consuetudine di testare i
missili avvalendosi delle
piazzole di lancio
ausiliarie, pare sia stata
più che altro una manovra
finalizzata a preservare i
pochi TEL a 8 assi o 9 assi
in dotazione alle forze
strategiche nordcoreane, che
in caso di emergenza possono
comunque lanciare i missili
anche direttamente dai loro
veicoli, come un recente
test inerente un Hwasong-12
ha dimostrato, conservando
addirittura l’operatività
del mezzo, probabilmente
grazie ad un sistema di
schermatura efficace quanto
quelli che consentono agli
ICBM russi e cinesi di
resistere alle
sollecitazioni sprigionate
dai loro potentissimi
propulsori. Restano infine
tutte da dimostrare le
effettive potenzialità
dell’Hwasong-13, il missile
balistico intercontinentale
alimentato a propellente
solido, che i nordcoreani
accreditano di una gittata
teorica di circa 10.000 Km,
prestazioni simili agli ICBM
operativi in Cina e Russia.
LE POSSIBILI CONTROMISURE
USA
Missile Hwasong-15
La minaccia dei missili
nordcoreani ha fornito un
alibi allo stato maggiore
USA, per il dislocamento
dell’avveniristico sistema
anti-missile THAAD, la cui
efficacia attende solo la
prova del fuoco, anche se i
militari americani risultano
assai restii ad utilizzarlo
per abbattere un missile
nordcoreano, per più di un
motivo.
Il primo motivo è di natura
politica, giacché una
mancata intercettazione
scandalizzerebbe l’opinione
pubblica statunitense,
deludendo le loro
aspettative circa questo
costosissimo sistema di
difesa, il secondo motivo
invece è puramente
strategico, infatti l’uso
del THAAD rischierebbe di
fornire riferimenti tecnici
a paesi come Cina e Russia,
contro cui questo sistema di
difesa è effettivamente
predisposto, nonostante la
retorica americana continui
ad affermare proprio il
contrario.
Ad ogni modo, parallelamente
al temibile arsenale
balistico nordcoreano, non
va trascurata la massiccia
presenza di razzi di
artiglieria dislocati lungo
i confini con la Corea del
Sud, il cui potenziale
offensivo tiene sotto scacco
la capitale Seul, che in
caso di guerra potrebbe
essere letteralmente
spianata nel giro di qualche
ora. Un attacco americano
contro la Corea del Nord,
infatti, esporrebbe Corea
del Sud e Giappone ad una
rappresaglia dalle
conseguenze disastrose, sia
nel caso di un conflitto
convenzionale, che nel caso
di un escalation chimico-
nucleare, data la
considerevole quantità di
armi distruzione di massa
nelle disponibilità delle
forze armate nordcoreane.
CONSIDERAZIONI POLITICHE E
STRATEGICHE
Sistema anti-missile USA
THAAD
In conclusione, va tenuto
conto anche del possibile
travaso di tecnologia
balistica nordcoreana in
Iran, data la proficua
partnership militare che
lega da decenni questi due
paesi, accomunati
dall’esigenza di resistere
alle crescenti ingerenze
americane, a cui paesi come
Cina e Russia intendono
agire sommessamente,
vanificando le velleità
imperialistiche USA,
giudicate incompatibili col
nuovo ordine multilaterale.
Ad oggi, infatti, non può si
può escludere che i
risultati dei numerosi test
missilistici nordcoreani
siano finiti in qualche
misura nelle disponibilità
delle forze armate iraniane.
I repentini progressi
balistici della Corea del
Nord, come già detto per il
suo programma nucleare,
smentiscono la vulgata
mediatica che vuole questo
paese alla stregua di un
paese del terzo mondo,
infatti, sorvolando sulle
considerazioni politiche del
regime al potere, questa
nazione vanta scienziati di
prim’ordine, capaci di
spiazzare persino gli
analisti meno ideologizzati,
piazzando un successo dopo
l’altro.
I risultati fin qui
conseguiti, porterebbero
addirittura a considerare
gli scienziati nordcoreani
alla stregua di geni
incompresi, dotati di
potenzialità eccezionali,
tuttavia, sarebbe
decisamente più realistico
ipotizzare un apporto
tecnologico esterno da parte
di paesi avanzati come la
Cina e la Russia, abili nel
far filtrare sommessamente
know-how sofisticato,
difficilmente reperibile
altrove, soprattutto in
tempi così stretti. Cina e
Russia potrebbero
effettivamente essere gli
artefici occulti
dell’attuale crisi
nordcoreana, che sembra
proprio confezionata ad arte
per insidiare la posizione
americana nella regione
asiatica.
Missile IRBM KN-15
Se Mosca e Pechino
risultassero effettivamente
i manovratori occulti di
Pyongyang,
potrebbero approfittare
della minaccia nucleare
incombente sulle città
americane, per offrire agli
USA la definitiva
denuclearizzazione della
Corea del nord, in cambio
della smilitarizzazione
delle loro basi in Corea del
Sud.
In parole povere, l’asse
sino-russo avrebbe modo di
pareggiare i conti della
guerra fredda con gli Stati
Uniti, costringendoli a fare
quello che Mosca e Pechino
fecero all’indomani della
seconda guerra mondiale,
ovvero azzerare la propria
presenza militare nella
penisola coreana,
permettendo la
riconciliazione dei due
regimi, e la normalizzazione
del clima regionale.
Gli Stati Uniti si ritrovano
ad un bivio, devono
scegliere se confermare
l’approccio della guerra
fredda, facendosi carico di
nuove spese militari, per
difendere la proprie
velleità egemoniche nella
regione asiatica, o decidere
di cambiare registro,
adeguandosi al nuovo ordine
multilaterale, evitando di
rischiare una seconda corsa
al riarmo dai costi
insostenibili, e soprattutto
dagli esiti imprevedibili.
Il valore di queste ipotesi,
verrà confermato o smentito,
dalle prossime mosse degli
attori regionali coinvolti
nella crisi nordcoreana,
pertanto rimaniamo in attesa
di nuovi sviluppi.