La società russa United Shipbuilding
Corporation (OSK) conta sulla
commissione di una grande serie di
cacciatorpedinieri missilistici nucleari
Leader.
Questo è quanto comunicato dal
presidente della OSK, Aleksey Rakhmanov.
Secondo lui questo potrebbe essere
“l’inizio di una lunga serie di natanti
per la navigazione di lungo corso”.
Significa forse che la Russia rafforzerà
la propria presenza sugli oceani?
Proviamo a capirlo insieme.
A cosa servono i cacciatorpedinieri?
Il cacciatorpediniere è la nave da
combattimento più versatile di una
flotta moderna. Può operare a qualsiasi
distanza dalla costa d’origine,
combattere con qualsiasi tipologia di
natante e sommergibile, nonché
contrastare i sorvoli dell’aviazione e
dei missili. Un cacciatorpediniere ha
dimensioni maggiori delle corvette e
delle fregate e, in ragione di ciò,
vanta una maggiore autonomia e maggiori
capacità di combattimento. Ciononostante
non è così complesso e costoso come, ad
esempio, un incrociatore nucleare
missilistico o una portaerei.
Una moderna flotta della marina militare
per la navigazione di lungo corso deve
includere una divisione d’attacco
costituita da portaerei oppure da grandi
natanti d’attacco come gli incrociatori
missilistici. Al fine di rafforzare
questo nucleo d’attacco della flotta e
per garantirne la protezione vi sono i
cacciatorpedinieri. Questo gruppo
d’assalto può essere anche coperto
dall’aviazione costiera (ad esempio,
dagli aeromobili di lungo raggio Tu-22M3
e dai caccia MiG-31BM e Su-35), da
sommergibili e da natanti di dimensioni
inferiori in grado di operare
nell’oceano come fregate e corvette.
Operazioni russa nel Mediterraneo
Relativamente a operazioni militari in
mari chiusi come il Mar Nero o il
Mediterraneo, nonché in relazione a
operazioni antiterroristiche, il
cacciatorpediniere è in grado di
svolgere il ruolo di natante principale
del gruppo d’assalto in grado di portare
a termine missioni all’interno di un
teatro bellico di dimensioni limitate.
Va evidenziato anche un altro aspetto:
in Unione sovietica i cacciatorpedinieri
erano più equipaggiati rispetto che in
Occidente. Ciò era dovuto al fatto che
questi natanti in epoca sovietica
dovessero essere il più versatili
possibile: infatti, capitava loro di
dover contrastare portaerei,
sommergibili, navi di superficie del
nemico senza però disporre di una
copertura lato aviazione.
La scuola russa si pone in tal senso in
qualità di erede della scuola
cantieristica sovietica. Sebbene i
moderni sistemi di armamenti permettano
di installare un gran numero di
piattaforme di lancio su qualsivoglia
tipologia di superficie anche limitata.
Sarych non guida più la classifica
Tra il 1976 e il 1992 in Unione sovietica si costruì la serie di cacciatorpedinieri del progetto 956 Sarych. Si tratta di un natante piuttosto versatile che rientrava negli armamenti della Marina militare sovietica ed è presente anche nella Flotta russa e in quella cinese. Sin dalla fine degli anni ’80 i creatori di questo progetto lavorarono alla sostituzione del Sarych. Nel 2009 si cominciò a parlare della preparazione di un bando per scegliere l’appaltatore del progetto di un nuovo cacciatorpediniere per la Marina militare russa. La costruzione di questi natanti sarebbe cominciata già nel 2012.
In realtà le cose non andarono così
rapidamente, ma i lavori sul precedente
progetto della nuova imbarcazione furono
effettivamente avviati. A metà del 2012
il capo della OSK dichiarò che il nuovo
natante sarebbe stato equipaggiato con
elementi di difesa antimissilistica e
anticosmica.
Questo fu l’inizio dei lavori al nuovo
progetto Leader.
Tanti natanti di superficie erano costruiti solo in URSS
Tre anni dopo fu deciso che il nuovo natante sarebbe stato dotato di un motore a propulsione nucleare. E infine nel giugno del 2015 il modello di cacciatorpediniere denominato progetto 23560E fu esibito per la prima volta in occasione dell’esposizione Armya 2015. Oggi possiamo parlare con un certo grado di probabilità dei progetti per la costruzione di una serie di cacciatorpedinieri prevista dopo il 2020. Probabilmente sarà il programma più grande relativo alla costruzione di natanti di superficie in tutta la storia post-sovietica. Dopo la caduta dell’URSS questa tipologia di natanti fu parzialmente ignorata. Infatti, la costruzione dei sommergibili fu ritenuta una scelta migliore: costano meno e i cantieri per la produzione di sommergibili erano meno in crisi durante gli anni ’90.
Oggi, però, qualora il nuovo progetto vada effettivamente in porto tra il 2020 e il 2022, possiamo prevedere che i nuovi cacciatorpedinieri verranno inseriti nella flotta tra il 2024 e il 2030.
Questo costituirà un contributo importante per lo sviluppo della Marina militare russa che quanto a cacciatorpedinieri attualmente negli armamenti conta 2 Sarych (Sovremenny class destroyer), 1 Kashin del progetto 61 ad alto potenziale antinave e 7 grandi Udaloy antinave del progetto 1155.
Cacciatorpediniere russo come incrociatore missilistico occidentale
I cacciatorpedinieri russi sono sensibilmente più grandi dei loro pari occidentali e questa differenza permette l’installazione sui natanti russi di un motore a propulsione nucleare e il loro equipaggiamento con armamenti di calibro maggiore. Il motore nucleare garantisce al natante un’autonomia energetica illimitata che a sua volta gli permette di operare in qualunque punto dell’oceano. Il cacciatorpediniere Leader è lungo circa 200 m e la sua stazza si attesta a circa 15.000 tonnellate. Per dimensioni e capacità di combattimento sarebbe forse più simile a un incrociatore missilistico.
Le sue capacità di combattimento sono davvero promettenti. All’interno delle piattaforme di lancio verticali saranno dispiegati almeno 60 missili di varie tipologie: Kalibr, Oniks e Zircon. Tale arsenale permetterà di portare a termine qualsivoglia missione d’assalto: attaccare gruppi di navi (anche portaerei), distruggere obiettivi terrestri a distanze di anche 2500 km.
Il natante sarà equipaggiato anche con un sistema universale di artiglieria del calibro di 130 mm. Infatti, spesso l’impiego dei missili è eccessivo, mentre grazie alla precisione dell’artiglieria è possibile ottenere risultati migliori in diverse missioni: ad esempio, per sparare contro fortificazioni costiere o in situazioni in cui il natante nemico non dev’essere affondato ma solamente bloccato.
Per la prima volta gli S-500 sulle navi
La difesa contraerea e antimissilistica del natante sarà garantita da alcune piattaforme di lancio basate su nave del sistema missilistico terra-aria S-500. Il suo arsenale arriverà a includere fino a 128 missili terra-aria. Questo sistema di difesa contraerea è in grado di fungere da “ombrello” difensivo dagli attacchi di qualsivoglia mezzo di attacco moderno (missili balistici e ipersonici, tradizionali missili da crociera, ecc.). A garantire la difesa del natante vi saranno anche alcuni modelli navali del sistema contraereo Pantsir.
Il natante è protetto dagli attacchi di siluri e sommergibili grazie ai missili antisiluro e ad alcuni sistemi di armamenti come il Paket-NK. Chiaramente una nave simile sarà anche in grado di trasportare un elicottero proprio e sarà dotata di tutti i sistemi elettronici necessari per il rilevamento, la ricognizione e la difesa da sistemi analoghi del nemico.
In linea generale, nel caso in cui un tale natante sia effettivamente inserito negli armamenti le capacità della flotta russa aumenterebbero in maniera sensibile: si tratta di un natante di classe oceanica preposto alla risoluzione di qualsivoglia missione nell’ambito della navigazione di lungo corso. A proposito, una possibilità di impiego ulteriore è quella di nave capitana di un piccolo gruppo di navi vettori di sistemi missilistici Kalibr. Grazie alla protezione e alla copertura dati garantita dal natante principale, alle corvette e alle altre piccole navi missilistiche della Marina militare russa potrebbe essere data nuova vita nell’oceano. Questa sarebbe una sua ulteriore applicazione strategica.